giovedì 30 aprile 2015

Baselice, pubblicato l'appalto per Palazzo Lembo

Il Comune di Baselice procede spedito: vuole portare a casa il finanziamento di 1.341.438 euro - sbloccati dal Cipe - per il recupero di palazzo Lembo. 

È di queste ore la notizia che l’ufficio tecnico ha pubblicato la determina, con la quale, appunto, si determina di "procedere all’appalto dei lavori medesimi per l’importo complessivo a base d’asta di 1.025.000 di euro”.

“Cantieri in Comune”  riguarda cinque paesi del Sannio e i relativi progetti devono essere appaltabili entro oggi, 30 aprile, e cantierabili entro il 31 agosto. Il primo scoglio sembra superato.

IL SUD FINALMENTE SI MUOVE: MO O MAI PIU'

Il Sud finalmente si muove: MO! O mai più. E' questo il succo dell'appello che vede come primi firmatari due straordinari intellettuali, il giornalista e saggista pugliese Lino Patruno e il docente antimafia calabrese Giancarlo Costabile. Questo blog ha aderito all'appello di Patruno e Costabile
L’uscita del Mezzogiorno dall'agenda del governo rischia di cancellare con un tratto di penna il problema principale del Paese. E nel frattempo le politiche nazionali non solo non tengono conto dei diritti del Sud, ma continuano a danneggiarlo.

Così la ripresa economica stenta a riavviarsi al Sud, dopo che il Sud ha pagato il prezzo principale della lunga crisi. Ma nessuna ripresa sarà duratura e consistente se non si tiene conto che i margini maggiori di crescita sono proprio nel Sud, che l’Italia può ripartire solo dal Sud.
Di fronte a questa ineguaglianza e ingiustizia senza pari nei Paesi occidentali, non si coglie nessun cenno di reazione neanche da parte della classe politica meridionale. Il cui asservimento agli indirizzi dei partiti di appartenenza è pressoché totale rispetto all’aspettativa di difesa e rappresentanza dei territori da cui proviene e che la ha votata.

Una situazione non nuova nella storia del Paese, mentre al Sud invece si vive la nuova situazione di una coscienza civile che cresce insieme alla domanda sempre più pressante ma senza risposta di un cambiamento che cominci anzitutto dagli uomini.
Per questo riteniamo di poter considerare una svolta la discesa in campo di cittadini che per la prima volta interpretano dal basso la voglia di reazione e di azione del Sud. E che perciò vada salutato con grande fiducia quanto sta avvenendo in Campania, regione simbolo con la sua resistenza popolare allo scandalo della Terra dei Fuochi oltre che regione fra le più schiacciate dalla cattiva politica.
La candidatura del nuovo movimento MO! alle prossime elezioni regionali va in questa direzione. Una candidatura nata dalla gente e fra la gente e non imposta come finora dall’alto con tutte le conosciute conseguenze. Una candidatura senza gli abituali professionisti della politica. E una candidatura che può essere il primo passo e un esempio per altre regioni del Sud e per tutti i successivi appuntamenti elettorali, come le adesioni che sta ottenendo conferma.
Il Sud finalmente si muove. Riteniamo che questa sia una buona notizia non solo per il Sud. E riteniamo che lo slogan “MO! O mai più” è quanto la storia non solo recente d’Italia si aspetta da tempo. E che per questo vada sostenuto e condiviso. Riprendiamoci il Sud e risolleveremo l’Italia.
Primi firmatari
Lino Patruno
Giancarlo Costabile
Per aggiungere la tua firma scrivi a:
appelloxMo@mosud.org

mercoledì 29 aprile 2015

Eolico, nel Fortore arrivano i cinesi

Visita ufficiale, ieri, della China Power nel Fortore. 

"L'intento della missione degli uomini di Shangai è la verifica per futuri investimenti nelle fonti rinnovabili e nella realizzazione di infrastrutture elettriche nel Sannio e in particolare nel Fortore, in un'area compresa fra San Marco dei Cavoti, Foiano di Val Fortore e San Bartolomeo in Galdo", si legge in una nota del Comune di Foiano, che però non specifica a quale tipologia di fonte energetica pulita - eolico, solare, eccetera -  sono interessati i cinesi.

A chiarire i contorni della vicenda ci pensa oggi però il vicesindaco di Foiano, 
Giuseppe Ruggiero, che 
 - dalla propria pagina Facebook -  parla di "progetti eolici".  

Gli uomini del colosso energetico cinese, dopo una serie di sopralluoghi, hanno incontrato il sindaco Michelantonio Maffeo e lo stesso Ruggiero.

Il presidente Wang Hugen ha affermato che uno degli interessi prioritari della China Power sarà l’ammodernamento delle attuale rete di distribuzione elettrica al fine di potenziare gli investimenti nel settore delle energie rinnovabili che il colosso cinese intende intraprendere.

Fra gli interessi della China Power, ci sarebbe anche la Diga di Campolattaro, infatti questa mattina c’è stato un incontro presso il ministero delle Infrastrutture insieme al sottosegretario Umberto Del Basso De Caro.

La delegazione cinese con a capo il presidente Wang ha invitato l’amministrazione di Foiano per una visita ufficiale presso gli stabilimenti e gli uffici di Pechino e Shangai per il mese prossimo.

(foto tratta dalla pagina Facebook del Comune di Foiano)

martedì 28 aprile 2015

Montefalcone e i dipendenti comunali pagati con i soldi dell’eolico

La notizia ha dell'incredibile. Lo stipendio ai propri dipendenti il piccolo comune di Montefalcone di Valfortore lo paga con i proventi dell’eolico e non con i trasferimenti dello Stato centrale, che ritardano ad arrivare. E dunque senza il privato l'ente sarebbe già in default.

La denuncia  arriva dell’assessore comunale
Rocco Ciarmoli. 

“Ormai i trasferimenti statali – accusa l'amministratore dalle pagine del quotidiano online
ottopagine.it  – non bastano nemmeno a pagare i dipendenti comunali e le utenze. Se non ci si dota di entrate extra statali siamo destinati al dissesto finanziario, destinati a scomparire come la maggior parte dei piccoli comuni italiani. Qui non stiamo parlando di un azienda o di una cooperativa, stiamo parlando dello Stato che non ha i soldi”.

E il tutto a discapito – sono parole dell’assessore – dei 30 operatori impiegati nelle cooperative di servizio, che da dicembre non vedono un euro.

Montefalcone incassa circa 300mila euro all’anno dalle pale eoliche. 
“Questi soldi vengono spesi per offrire dei servizi alla popolazione, come museo, biblioteca, assistenza agli anziani, assistenza ai disabili, mensa scolastica, trasporto alunni eccetera”, afferma Ciarmoli.
E aggiunge: “Trovo semplicemente vergognoso che queste persone pur svolgendo dignitosamente il proprio lavoro e ricevendo dei miseri stipendi, siano proprio quelle che debbano pagare le conseguenze di uno stato che ritarda ad immettere liquidità nei comuni”.
Quando l’austerità uccide i piccoli comuni. E come se non bastasse il comune fortorino si è visto quest’anno decurtare i trasferimenti di altri 80mila euro. Una mannaia che per questi piccoli paesi a volte significa sopravvivenza.

L’assessore però un’idea per fare uscire i piccoli  comuni dalla crisi ce l’ha: adottare una moneta complementare. 
“In questo modo si aumenterebbe – spiega al quotidiano online – il potere d’acquisto di cittadini, commercianti e produttori locali. Maggiore sarà l’area di accettazione della moneta maggiore l’aumento del pil locale”.

lunedì 27 aprile 2015

No triv bike tour, si parte

Una staffetta simbolica di cinque giorni in bicicletta, ma anche insieme agli asini e a piedi che parte dal Sannio, ai confini con il Molise, e fa tappa in Irpinia, nell’Alta Basilicata, nel Vallo di Diano e termina in Val d’Agri, la più estesa piattaforma petrolifera europea su terraferma.

Si inizia il 29 aprile da Santa Croce del Sannio per arrivare in giornata a Benevento. Il 30 aprile, dopo aver attraversato tre permessi di ricerca – Santacroce, Case Capozzi e Pietra Spaccata – tappa a  Gesualdo, nel Permesso Nusco, in Irpinia. 

Il primo maggio sosta a Muro Lucano, in Alta Basilicata, per passare il giorno dopo ad Atena Lucana, nel Vallo di Diano dove insistono i permessi Tardiano e Monte Cavallo. 

Da Atena partirà il Cammino silenzioso insieme ad asini e muli che si ricongiungerà a Viggiano al Ciclonauta, e ai ciclisti, raccogliendo dai territori attraversati le sementi e i doni dei contadini per la Madonna nera, in occasione della festa del 3 maggio.

Dopo un passaggio simbolico al Centro oli di Viggiano si chiude a Villa d’Agri. 

venerdì 24 aprile 2015

Trivelle nel Sannio, il M5stelle chiede conto al ministro

Trivellazioni più vicine in Irpinia e nel SannioIl deputato del Movimento 5 stelle Carlo Sibilia ha chiesto un incontro “ristretto” al ministro Guidi.

Com’è noto il ministero dello Sviluppo economico qualche giorno fa ha riaperto la procedura per il rilascio dell’autorizzazione alla ricerca di idrocarburi da parte della Delta Energy nelle province di Benevento e Avellino.

"I cittadini sanniti ed irpini – si legge in una nota – sono giustamente preoccupati per le conseguenze che il progetto Case Capozzi riguardante ben 18 comuni (tra cui anche quattro nel Fortore, ndb), potrebbe avere sul piano della salute umana, dell’ambiente e dell’economia locale a forte vocazione agricola e vitivinicola”.
Il M5S, ricorda il parlamentare, “è da sempre contrario alle trivellazioni che non solo deturpano l’ambiente e pongono a repentaglio la salute dei cittadini ma mettono in ginocchio territori vocati all’enogastronomia e al turismo ecosostenibile”.

E conclude: “Basta con la logica del petrolio. Il nostro oro nero sono i prodotti tipici locali e il nostro paesaggio”.

giovedì 23 aprile 2015

VOGLIONO CHIUDERE L'ARCHIVIO DI STATO DI LUCERA, IL PIU’ANTICO D’ITALIA


di Raffaele Vescera*

Lo Stato Italiano ha deciso di sferrare l’attacco finale al suo, anzi al nostro, Sud. Se nell’ultimo ventennio berlusconian-leghista (complice il Pd) gli investimenti pubblici nel Mezzogiorno sono calati dell’80%, (dati Svimez) desertificando il nascente tessuto industriale meridionale, che cresceva meglio e più di quello settentrionale, e iniziava a far paura al nord, ora si è passato alla distruzione delle storiche eccellenze meridionali: l’agricoltura e la cultura.

Quanto accade in questi giorni in Capitanata è emblematico. Il governo Renzi ha ordinato la chiusura, insieme ad altri, degli archivi di Stato di Foggia e Lucera. Quest’ultimo è il più antico d’Italia, a dispetto delle teorie che parlano di un Sud preunitario arretrato, conserva la memoria storica di una parte importantissima del Regno di Napoli, poiché la bella e ricca Lucera era capoluogo delle province di Capitanata e Molise, prima di cedere il posto a Foggia, seconda città del Regno per importanza.

Lì sono conservate le grandezze civili ed economiche del Sud, le sue ricchezze finanziarie, le politiche sociali e l’efficienza degli organi di Stato. Lì ho raccolto la documentazione dei miei romanzi storici, e chiunque si occupi di Storia e di antica civiltà della nostra terra ne sarà privato. 

Vogliono trasferire il tutto a Monopoli, a 200 km da Lucera e a 300 dal Gargano, in un’unica sede regionale, in una vecchia caserma dismessa, dove i faldoni saranno accatastati in chissà quali condizioni di abbandono. Non lo possiamo permettere. Giù le mani dalla nostra antica civiltà.

A Lucera è stato chiuso di recente anche l'antico e prestigioso tribunale che, grazie al proc. Domenico Seccia, stava debellando la mafia garganica.

Oltretutto, la infelice chiusura delle province condanna a morte le biblioteche provinciali del Sud, che in un territorio impoverito vivono solo di risorse pubbliche, al contrario di quelle del nord, beneficate da sponsor bancari e non d’ogni genere. E’ a rischio chiusura anche la biblioteca provinciale di Foggia, tra le più importanti del Mezzogiorno e d’Italia. Siamo alla frutta.

Com’è alla frutta l’agricoltura meridionale. Sono oltre 700.000 aziende agricole in crisi, in conseguenza della politica dei governi italiani che fanno lo scambio scellerato con i paesi del terzo mondo, armi per prodotti agricoli, mentre il pretesto xylella torna utile per devastare i nostri uliveti in funzione di speculazione edilizia e sanitaria.

La stessa Fiera dell’agricoltura di Foggia, la più antica e prestigiosa d’Italia, è stata abbandonata dallo Stato: sono 10 anni che lo stesso ministero dell’Agricoltura non vi partecipa. Fiorente fino a vent’anni fa, ai tempi (strumentalmente vituperati) di Moro, era inaugurata dai capi di governo. Ora è ridotta ad un bazar di cianfrusaglie.

Attesa l’organicità del centro destra agli interessi del nord, (la lista “noi con Salvini” in Puglia la dice lunga) Vendola dov’è, alle terme? Ed Emiliano che dice in merito? Se questi sono i politici meridionali, non ci siamo proprio. Al Sud è necessario un nuovo ceto politico non più subalterno all’Italia nordcentrica.


Diffondiamo a tutti i contatti il video di questo scempio:SPOT - SALVIAMO GLI ULIVI DEL SALENTO Restiamo uniti, CONDIVIDI
Posted by ULIVI del Salento, NO all'ERADICAZIONE on Giovedì 23 aprile 2015

mercoledì 22 aprile 2015

Baselice e le cinque gare di appalto


Dal blog del Comune di Baselice apprendiamo che nel 2015 sono stati pubblicati 5 avvisi pubblici di aggiudicazioni di gare di appalto. Ecco l'elenco

1) Consolidamento versante orientale (Pescannozzo)
A vincere l’appalto è stata la ditta "Campania Sonda Srl" con sede in Agropoli (SA)
Importo complessivo di aggiudicazione: 398.803,79 euro.   

2) Lavori rete fognaria comunale e potenziamento impianto di depurazione.
A vincere l’appalto è stata la ditta “Chiusolo Costruzioni Srl” con sede in Baselice (BN). Importo complessivo di aggiudicazione: 1.486.615,06 euro.

3) Lavori di bonifica e messa in sicurezza della discarica comunale.
 A vincere l’appalto è stata la ditta “Sannio Appalti Società Consortile arl” con sede in Benevento  Importo complessivo di aggiudicazione: 600.215,97 euro.

4) Lavori di Ripristino della Strada Comunale Serra Mangialatte - Porcara.
A vincere l’appalto è stata la ditta “Constructions Company Srl” con sede in San Bartolomeo in Galdo (BN). Importo complessivo di aggiudicazione: 1.552.095,84 euro.

5) Lavori di completamento infrastrutture area PIP
A vincere l’appalto è stata la ditta “Rillo Costruzioni srl” con sede in Ponte (BN). Importo complessivo di aggiudicazione: 699.310,70 euro. 

lunedì 20 aprile 2015

Barbarossa, la Dc e le eterne promesse elettorali

di Angelo Iampietro

Mi sovviene un ricordo letterario di un componimento di Giosuè Carducci: “Il Parlamento”.

In tale componimento si parla della lotta tra Comuni e Impero. Siamo nel 1174 e  Federico I (Barbarossa) ridiscende per la quinta volta in  Italia per sottomettere definitivamente quei Comuni che si erano resi autonomi, con un proprio ordinamento, di fatto rendendosi liberi da ogni vincolo vessatorio dell’Imperatore.

Il suo esercito dalla Germania giungeva puntualmente ogni anno in Val Padana, dopo aver attraversato la Valle dell’Engadina, ad ogni inizio di primavera; la sua discesa era determinata dal fatto che molte città, come si accennava, si erano concesse un proprio statuto comunale, approfittando dell’interregno dinastico in Germania. La sua discesa era diventata oramai un’abitudine che costava morte, miseria  ed anche umiliazione per gli abitanti dei Comuni ribelli, i quali per difendersi si erano uniti in Lega.

Il paragone tra la discesa del Barbarossa in Italia e quella dei nostri politici per le elezioni, in questo caso regionali, pur non portando nulla di nefasto alle nostre popolazioni come avveniva per i Comuni ribelli, l’ho fatta per la ripetitività dell’azione: scendere in campo per annunciare opere che migliorerebbero i servizi delle popolazioni come quelle della Val Fortore, mai considerate come avrebbero meritato, se non per pagare le tasse o per rendere altri servigi obbligatori, senza, giustamente, ricevere quelli che altre comunità avevano ed hanno.

Quando ci sono le elezioni politiche o regionali, puntualmente, per la gente del Fortore arriva qualche promessa da parte di quei politici che ritengono di poterci omaggiare di qualcosa che diversamente non sarebbe possibile.

Il suo o loro interessamento, recuperando i fondi necessari, consentirebbe, a loro dire, lo stanziamento di fondi per il completamento dell’arteria stradale “Fortorina”, nel suo percorso naturale fino a San Bartolomeo in Galdo.

La sua realizzazione è prevista al momento, per i fondi stanziati, fino a San Marco dei Cavoti; con la promessa pre-elettorale, la si completerebbe fino a San Bartolomeo in Galdo.

Quale notizia più gradita di questa, perché farebbe uscire i veri paesi della Valfortore  (S. Bartolomeo in Galdo, Baselice, Foiano Valfortore, Castelvetere Valfortore, Montefalcone Valfortore) dall’isolamento, consentendo alle rispettive popolazioni di percorrere una vera strada, perché quelle attuali non si possono definire tali non solo per il  percorso tortuoso, ma anche per l’inadeguatezza dell’assetto poco sicuro e stabile dove gli avvallamenti e le buche non si contano.

Aggiungo, poi, l’attraversamento del passo del “Casone Cocca”, a m. 1000 slm, trepidazione ed avventura per l’automobilista che, per attraversarla, d’inverno s’imbatte con  ghiaccio,  neve e nebbia!

Negli anni ’60 e ’70, nei nostri paesi regnava la DC, guai a non essere della DC. Sempre in occasione delle elezioni qualche politico veniva a farci visita e numerose erano le presenze per accogliere  l’illustre visitatore, il quale non trascurava i voti che avrebbe ricevuto, elargendo lusinghiere promesse.  E che promesse!. Se ne parlava per le strade e c’era chi, grande sostenitore delle promesse, non si accalorasse in discussioni faziose  con qualche avversario politico  per argomentare quanto bene  facesse, a noi della Valfortore, la DC.

Gli illustri politici visitatori, in seguito, ma sempre prima delle lezioni, facevano pervenire con telegramma al segretario politico della locale sezione della DC gli importi promessi per la realizzazione di opere pubbliche necessarie e di importanza primaria per lenire i disagi  della comunità. 


Le comunicazioni telegrafiche venivano affisse alle porte della sezione politica in modo che tutti potessero prendere visione di ciò che si sarebbe realizzato grazie all’interessamento di quel politico. Seguivano le elezioni e costui veniva votato  per le tante promesse, che molti ingoiavano e che, quasi in forma ipnotica, ne  vedevano, in anticipo e concretamente la realizzazione.

E intanto si era votato…, c’era stato il consenso…, e  tanti erano felici perché avevano vinto! Che dire, di fronte al consenso, espresso in più  centinaia di voti, bisognava solo accettare democraticamente i risultati!

Passavano le elezioni e le promesse andavano, giorno dopo giorno, nel  dimenticatoio; quelle promesse, anche scritte sui telegrammi appiccicati alle porte della sezione  Dc, si scolorivano  e dopo qualche settimana diventavano  illeggibili…

Così svaniva tutto  e con esso la speranza dei tanti creduloni!
La differenza tra gli anni ’60-’70 è che allora c’erano le promesse ed i telegrammi, ora ci sono solo gli annunci che vengono ampliati dalla stampa e dai canali audiovisivi.

Si crede ancora alle promesse? Non lo so!

In un precedente mio articolo dicevo che la Val Fortore è cambiata grazie all’impegno, all’operosità e al sacrificio dei nostri emigranti, che, con le rimesse, hanno creato, in quegli anni, tanto lavoro per l’artigianato locale e ad altre attività, che hanno consentito un volto nuovo al nostro territorio.

Apprendo, purtroppo, che  lo scorso anno come reddito medio siamo posizionati tra gli 8058 Comuni italiani al posto 8001 con un reddito di 9602. Soltanto 57 Comuni in Italia hanno un reddito medio inferiore al nostro.

Che le promesse, remote e presenti, siano state e sono anche causa di un impoverimento generale della popolazione del Fortore e di Baselice in particolare?

Ai lettori la risposta.

domenica 19 aprile 2015

Dieci buoni motivi per dire no alle trivelle

Postiamo i dieci motivi per dire no alle trivellazioni petrolifere della professoressa Maria Rita D’Orsogna apparsi qualche anno fa sul suo blog del fattoquotidiano.it, ma che riproponiamo qui data la stretta attualità della tematica trattata