venerdì 10 ottobre 2014

Provinciali, la farsa del 12 ottobre

La supercazzola del secolo? L’abolizione delle Province. Enti considerati - a torto - spacciati dai giornali di regime. E così il 12 ottobre andrà in scena la farsa delle elezioni provinciali. Dove, dopo aver scippato il cittadino del proprio diritto al voto, la politica eleggerà se stessa. Con il decreto Delrio, infatti, presidente e parlamentino verranno eletti da consiglieri comunali e sindaci.

La chiamano elezione di secondo grado. Ma sta di fatto che la sovranità – quella che la Costituzione affidava al popolo – viene confiscata e d’ora in poi appartiene solo alla casta, la quale diventa sempre più autoreferenziale.

E dunque le elezioni diventano un vero e proprio suk dove tutti i giochi avvengono all’interno dei partiti e tra ras locali. Tutti contro tutti, ma passata la nuttata torneranno amici più di prima, c'è da scommettere. Le casacche politiche, quelle, appartengono al passato.

Intanto però al cittadino hanno raccontato la bufala della loro abolizione. Mentre di fatto mantengono le stesse competenze di prima su viabilità, formazione, scuola e ambiente.

E dunque gli elettori possono dire addio ai tempi passati quando i politici arrivavano - con codazzo di lacché e portaborse - sulle piazze dei paesi promettendo dal pulpito di tutto e di più.
.
Ora il rinnovo del consiglio provinciale diventa - nell'indifferenza generale - un fatto per pochi, i quali continueranno a gestire il potere senza neppure avere il consenso popolare. E' la democrazia bellezza!

mercoledì 8 ottobre 2014

Eolico, il Comune di Baselice reclama la quota Imu dallo Stato

Tanti piccoli comuni italiani, prima dell'emanazione del DM 10/09/2010 "Linee guida per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili" hanno sottoscritto convenzioni con società del settore eolico per ospitare impianti per la produzione di energia elettrica.

Questi piccoli comuni hanno puntato sull'eolico sia per abbattere l'inquinamento in termini di minor emissioni di CO2 nell'atmosfera che per incrementare le entrate proprie e sopperire quindi al minor gettito derivante dalle continue riduzioni dei trasferimenti statali. Hanno tentato quindi di garantire i servizi essenziali senza incrementare la locale pressione fiscale, nel tentativo di contenere lo spopolamento che sempre di più investe i nostri comuni.

Quindi, fino all'emanazione del DM 10/09/2010, i comuni hanno potuto ottenere benefici in merito a :
1) Canoni di fitto dei terreni;
2) Royalty da parte delle società basati su percentuali dei ricavi prodotti;
3) Contributi economici per manifestazioni;
4) Utilizzo di imprese locali per la realizzazione e manutenzione degli impianti;
5) Imposta comunale sugli aerogeneratori (Imu)

Gli impianti eolici hanno offerto alle casse dei Comuni, piccoli e con bilanci esigui, un gettito annuo di migliaia di euro.

Alcuni Comuni riescono ad utilizzare questo introito per il miglioramento della qualità dei servizi o per realizzare infrastrutture, mentre la stragrande maggioranza, sopraffatta dai continui tagli e dai vincoli di spesa (il famoso patto di stabilità) deve utilizzare tali proventi per far fronte alle spese correnti un pò per scelta ed un pò per obbligo.

Con l'emanazione del DM 10/09/2010 i Comuni si sono visti privati, relativamente ai nuovi impianti eolici, delle cosiddette "Royalty" (Aboliti per Legge), dalle quali giungeva la quota maggiore delle entrate eoliche, e giusto per penalizzarli ancora di più, lo Stato, con la Legge di stabilità 2013, incamera tutta la quota Imu (degli impianti eolici) proveniente dall'aliquota di base (0,76 %).

In pratica, un Comune che applica l'aliquota di base non incasserà nulla in termini di Imu.

In sintesi i Comuni si vedono TOTALMENTE PRIVATI di una importante risorsa economica, sia in termini di royalty per i nuovi impianti (D.M. 10/09/2010) che in termini di IMU (Legge 24/12/2012 - n. 228).

Il Comune di Baselice ha deciso di aderire (vedi delibera n. 122 del 03/10/2014) all'iniziativa partita da un Comune in provincia di Salerno (Leggi Relazione) con la quale si chiede al Ministero dell'Economia e delle Finanze di modificare gli articoli di Legge interessanti le aliquote IMU in modo da lasciare interamente ai Comuni, e non riservare allo STATO, la quota relativa all'aliquota base (0,76%).

(Fonte: amministrazione-comunale-baselice.blogspot.it)

lunedì 6 ottobre 2014

Il Consiglio di Stato boccia il ricorso contro le trivellazioni

Il Consiglio di Stato spunta una delle frecce all’arco della protesta contro le trivellazioni petrolifere. La Seconda sezione presieduta da Antonio Catricalà ha espresso parere negativo in merito al ricorso al Capo dello Stato presentato nel 2013 da alcuni amministratori di Comuni e Comunità montane del Tammaro e del Fortore contro il progetto di ricerca di idrocarburi «Pietra Spaccata». Oltre 300 chilometri quadrati di intervento che si snodano tutti all’interno del territorio provinciale beneventano toccando 18 comuni.

Proponente la società britannica «Delta Energy». Una iniziativa giudicata gravemente dannosa per le comunità coinvolte e pertanto gli amministratori riuniti nel «Protocollo d’intenti» lo scorso anno si appellarono al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per chiedere l’annullamento del decreto dirigenziale numero 601 emesso il 14 dicembre 2012 dalla Regione Campania che aveva concesso valutazione di impatto ambientale favorevole alla ricerca di idrocarburi nella zona (...).

La bocciatura. Per i giudici di Palazzo Spada, le eccezioni sollevate dal ricorso «non colgono violazioni di carattere formale giuridicamente rilevanti e rilevabili, ma intendono duplicare la valutazione tecnica svolta dall’apposita commissione nel rendere il giudizio di compatibilità ambientale».

Una stroncatura netta, dunque, perchè il Consiglio di Stato ha sostanzialmente considerato del tutto fuori luogo l’azione dei sindaci che con il ricorso intenderebbero sostituirsi alla commissione tecnica di valutazione. Quanto alla istanza finalizzata a un pronunciamento Via unico, avanzata dai ricorrenti, i giudici definiscono «non condivisibile la pretesa necessità di una Valutazione di impatto ambientale unitaria, dal momento che le operazioni di prospezione geofisica del territorio risultano distinte ed autonome rispetto alle operazioni di perforazione». Tesi questa più volte sostenuta pubblicamente anche dai vertici della Regione Campania che appare però decisamente in contraddizione con la logica: le ricerche senza perforazioni non avrebbero alcun senso (...).

I proponenti. Il ricorso era presentato dai sindaci di Campolattaro (Pasquale Narciso), Fragneto Monforte (Raffaele Caputo), Pesco Sannita (Antonio Michele), Fragneto L’Abate (Nunziatina Palma), Reino (Antonio Verzino), Baselice (Domenico Canonico), Pago Veiano (Mauro De Ieso), Sassinoro (Pasqualino Cusano), Santa Croce del Sannio (Antonio Di Maria), quest’ultimo pure nella qualità di presidente della Comunità montana Titerno-Tammaro. Sul ricorso anche le firme dei consiglieri di San Marco dei Cavoti Domenico Costanzo e Valentino Castello, dell’assessore alla Comunità montana Innocenzo Pugliese, e di Liano Antonio Boffa, Cristoforo Tatavitto, Ester D’Afflitto, Luigi Caretti.

(Per leggere l'articolo completo clicca qui sotto)

benevento.ottopagine.net

venerdì 3 ottobre 2014

Fortore, il sistema sanitario smantellato nel silenzio

di Leonardo Bianco

Quale Sanità nel Fortore? E’ l’interrogativo che in questi giorni molti si pongono dopo le polemiche sulla nuova riorganizzazione del sistema di emergenza territoriale. In un territorio dove oltre il 60% della popolazione è anziana, la salute sembra sempre più un optional e non un diritto da tutelare. Negli ultimi anni, a causa della crisi e soprattutto per i tagli della Regione Campania, la spesa farmaceutica è calata del 35% circa. E sono soprattutto gli anziani a rinunciare alle cure e alle visite specialistiche. Vi rinunciano perché non è più possibile usufruire del servizio poliambulatorio dell’Asl di San Bartolomeo.

Negli ultimi anni sono venute meno, a causa dei tagli o del mancato rinnovo delle convenzioni, le visite specialistiche come fisiatria, cardiologia, oncologia (patologia che negli ultimi anni è aumentata nel territorio fortorino), chirurgia e ultima in ordine di tempo anche ortopedia. E laddove qualche specialista è rimasto i tempi di attesa sono di circa tre mesi. La struttura di San Bartolomeo in Galdo inoltre è dotata anche di un reparto di radiologia che, però, stando alle testimonianze di molti utenti e anche di molti addetti ai lavori, funziona a singhiozzo. Spesso la strumentazione in dotazione alla struttura è fuori servizi per guasti e come se non bastasse a farla funzionare c’è un solo tecnico radiologo.

Per continuare a leggere l'articolo clicca qui sotto

benevento.ottopagine.net

giovedì 2 ottobre 2014

Fondi europei, un'occasione persa per il Fortore

Pubblichiamo una interessante riflessione postata sulla propria pagina Facebook dal vicesindaco di Foiano Giuseppe Ruggiero.

"L'incapacità della Regione Campania - scrive l'esponente locale del Partito democratico - di spendere i fondi europei da noi assume aspetti drammatici. Il Fortore ha perso grandi occasioni. Non siamo stati protagonisti di nessun GAL (Gruppo di azione locale), non abbiamo visto il riconoscimento del PIF (Programmi di filiera integrati). Si tratta di forme diverse nell'accesso ai fondi europei, che vedono il coinvolgimento di attori pubblici e privati. Nella prossima programmazione europea sono previsti i distretti rurali, agroalimentari di qualità e di filiera, e il Fortore non può non candidarsi. Già da subito dovremo mettere in campo un'idea di sviluppo del nostro territorio, che sia forte e capace di resistere anche alla volontà delle lobby dell'associazionismo agricolo, complici anch'esse del fallimento dei progetti messi in campo fino ad ora nel nostro territorio. L'aver perso sia la possibilità di attingere ad importanti risorse all'interno di un GAL o di un PIF dimostra che qualcosa non funziona nella regia e negli attori fin qui messi in campo. Lo stesso vale per il distretto tessile di San Marco dei Cavoti, di cui spesso si ci ricorda solo per la nomina del presidente".

E fin qui nulla da eccepire, ma quando passa a considerazioni prettamente politiche, il ragionamento diventa a nostro avviso fazioso e di parte - d'altro canto non poteva essere così, dato che il vicesindaco è candidato pidino alle elezioni provinciali del 12 ottobre -, dimenticando che il suo partito negli ultimi anni ha governato Regione e Provincia, e quindi essere parte del problema.

"La nuova Provincia - conclude Ruggiero - avrà l'onere di dare spazio a quelle aziende che hanno avuto la forza di resistere in un momento drammatico come questo. Credo che sia definitivamente chiusa la stagione dei consigli di amministrazione decisi dall'alto".

mercoledì 1 ottobre 2014

Migranti ieri e oggi

Le strade del quartiere dove sono cresciuto d’inverno erano un vero e proprio pantano. Qui durante le belle giornate estive uno nugolo di ragazzini si ritrovava a giocare a pallone, con il sogno di diventare Pelè.

Oggi la maggior parte di quei giovani è emigrata. Il sogno è svanito, le strade sono asfaltate e pavimentate, ma nel quartiere non si sentono più le urla di quella gioventù spensierata e felice. Le vie sono vuote, le case chiuse, abbandonate, si continua maledettamente a partire.

L’emigrazione, iniziata con l’Unità d’Italia, è cambiata anche qui, non si va più via con una valigia di cartone ma con trolley con dentro spesso una laurea. Solo pochi, soprattutto anziani, ricordano quei 33 giovani che per sfuggire alla miseria decisero di valicare le Alpi clandestinamente, attraversare il confine Italo-francese, a piedi. Oggi come allora. Cambia il colore della pelle, nulla più. Oggi come allora ci sono i trafficanti di carne umana. Non interessa se i migranti annegano nelle acque gelide del Canale di Sicilia. Business is business.

Uno di questi mercanti arrivò nel 1949 al mio paese e promise a quei 33 giovani un futuro migliore in terra straniera. Bastava solo pagare, che per i più poveri significava vendere le poche cose che possedevano, raggranellare qualche lira e via a prendere il treno della speranza.

Intanto, l’uomo venuto dal nulla se l’era squagliata con i soldi di quei poveretti, abbandonandoli alla stazione di Torino. Alcuni di loro però decisero di raggiungere  l'agognato Eldorato, mentre qualcuno se ne tornò a casa deluso, amareggiato. La storia spesso si ripete non come farsa ma come tragedia.


trenta-tre ggiune, trenta-tre ggiune
li mègghje mègghje de lu pajése,
se ne partènne a la 'mmecciunne,
a musse longhe e facce appése


tratto dall'opera Lu viàjje 'nvacànte di Alfonso Mascia

lunedì 29 settembre 2014

DECRETO “SBLOCCA ITALIA – DISTRUGGI L’ITALIA”: UN ATTACCO ALL’AMBIENTE SENZA PRECEDENTI. APPELLO PER LA MOBILITAZIONE

Un attacco all’ambiente del nostro paese senza precedenti e definitivo: è il cosiddetto Decreto “Sblocca Italia” varato dal Governo Renzi il 13 settembre scorso.
Un provvedimento che condanna il Belpaese all’arretratezza di un’economia basata sul consumo intensivo di risorse non rinnovabili e concentrata in poche mani. È un vero e proprio assalto delle trivelle al mare che fa vivere milioni di persone con il turismo; alle colline dove l’agricoltura di qualità produce vino e olio venduti in tutto il mondo; addirittura alle montagne e ai paesaggi sopravvissuti a decenni di uso dissennato del territorio. Basti pensare che il Governo Renzi rilancia le attività petrolifere addirittura nel Golfo di Napoli tra Capri ed Ischia!.

Si arriva al paradosso che le produzioni viti-vinicole, il nostro paesaggio e in generale il nostro territorio e i tanti impianti e lavorazioni che non provocano inquinamento, compresi quelli per la produzione energetica da fonti rinnovabili, e su cui si fonda la nostra economia non sono attività strategiche a norma di legge mentre lo sono i pozzi e l'economia del petrolio che sono causa dei cambiamenti climatici e di un pesante inquinamento e su cui fanno grandi profitti poche multinazionali.

Mentre il mondo intero sta cercando di affrancarsi da produzioni inquinanti e la stessa fondazione Rockefeller ha appena annunciato di abbandonare gli investimenti nel settore petrolifero, il Governo Renzi per i prossimi decenni intende avviare la nostra terra su un binario morto dell’economia. La deriva petrolifera, è il caso della Basilicata, non ha portato alcun vantaggio ai cittadini, ma ha costituito solo un vincolo negativo rispetto ad altre iniziative legate ad un’economia diffusa.

Nel Decreto il futuro della gestione dei rifiuti è affidato alle ciminiere degli inceneritori, quando il mondo intero punta sull’economia del riciclo e del riutilizzo e alla prevenzione nella produzione dei rifiuti. Tante città e comuni italiani hanno raggiuntò percentuali del 70-80% di raccolta differenziata coinvolgendo la comunità intera dei cittadini nella corretta gestione dei rifiuti. Bruciare i rifiuti significa non solo immettere nell’ambiente pericolosissimi inquinanti producendo ceneri pericolosissime, ma trasforma in un grande affare concentrato in poche mani quella che potrebbe essere una risorsa economica per molti.

La grandi opere con il loro insano e corrotto ciclo del cemento continuano ad essere il mantra del Governo per lo sviluppo, mentre interi territori aspettano il risanamento ambientale con bonifiche reali e non fondate su certificazioni sulla carta rese possibili da norme con cui si cerca continuamente di mettere la polvere tossica sotto al tappeto.

Addirittura il “sistema Mose” diventa la regola, con commissari e general contractors che gestiranno grandi aree urbane in tutto il Paese.
Questo Decreto anticipa nei fatti le peggiori previsioni della modifica della Costituzione; accentra il potere escludendo le comunità locali da qualsiasi forma di partecipazione alla gestione del loro territorio.

Riteniamo che il Parlamento debba far decadere le norme di questo Decreto chiarendo che le vere risorse strategiche del nostro paese sono il nostro sistema agro- ambientale, le forme di economia diffusa, dal turismo all’agricoltura, dalle rinnovabili diffuse alle filiere del riciclo e del riutilizzo.

Per questa ragione le nostre organizzazioni intendono promuovere un impegno affinché la bellezza del paese non sfiorisca definitivamente, sacrificata sull’altare degli interessi di pochi petrolieri, cementificatori e affaristi dei rifiuti e delle bonifiche.
In particolare esse intendono organizzare:

a) un’iniziativa comune a Roma da svolgersi in più giorni, da lunedì 13 a venerdì 17 Ottobre davanti a Montecitorio; un presidio “a staffetta” in cui i comitati di giorno in giorno difenderanno la loro terra
b) un appello a tutti i cittadini affinché scrivano ai parlamentari e alle istituzioni territoriali per far prendere posizione contro i contenuti del Decreto;

c) iniziative di comunicazione e partecipazione dei cittadini sui social network, incontri territoriali e dossier comuni per sensibilizzare l’opinione pubblica e la stampa sulle conseguenze del Decreto e dell’economia che propugna.

PRIMA DELL’ADESIONE LEGGERE ATTENTAMENTE QUI SOTTO!
Per coprire un giorno di presidio servono minimo 50 persone. Gli attivisti della capitale potranno assicurare esclusivamente un appoggio logistico, per cui il presidio potrà essere realizzato solo se i comitati dei territori porteranno un numero sufficiente di persone nella capitale.

PERTANTO SI RICHIEDE LA MASSIMA RESPONSABILITA’ NELL’INDICARE LA POSSIBILITA’ O MENO DI COPRIRE UN GIORNO INTERO.
Qualora sia impossibile per un’organizzazione garantire 50 persone si provvederà a riunire più comitati nello stesso giorno.
Quindi si chiede ad ogni organizzazione/regione di indicare entro martedì 30 sttembre quante persone può REALISTICAMENTE mobilitare su Roma, dando il giorno preferenziale tra il 13 e il 17.
Martedì 30 settembre ore 19:00 ci sarà una skype call tra referenti di singole organizzazioni/regioni per decidere definitivamente sulla mobilitazione e discutere le singole iniziative da un punto di vista organizzativo.
INVIARE ADESIONI A: segreteriah2oabruzzo@gmail.com

No triv Sannio

venerdì 26 settembre 2014

San Bartolomeo in Galdo, circa sei milioni di euro dalla Regione per la bonifica della discarica di Serra Pastore

Sarà di 5.590.000,00 di euro il finanziamento a valere sul Por Campania Fesr 2007/2013 che la Regione Campania ha ammesso per il progetto presentato dalla Provincia di Benevento relativo alla bonifica della discarica consortile ubicata in località Serra Pastore di San Bartolomeo in Galdo.

A comunicarlo in una nota il commissario straordinario della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile. 

Il provvedimento regionale di ammissione al finanziamento è accompagnato da una convenzione che sarà siglata a breve tra la Regione e la stessa Provincia, in forza della quale, quest'ultima, indicata come “beneficiaria dello stanziamento”, diviene responsabile dell'intervento di risanamento e resta obbligata alla sua esecuzione nel rispetto della legislazione europea e nazionale regolante la materia. 

In particolare, l'intervento si inquadra nel contesto dell'Obiettivo Operativo 1.2 del Por Campania denominato “Migliorare la salubrità dell'ambiente” che prevede interventi di bonifica e di riqualificazione ambientale dei siti pubblici inseriti nel piano regionale di bonifica nonché il ripristino ambientale delle discariche pubbliche autorizzate e non più attive e delle discariche abusive. 

Per consentire la realizzazione delle opere di bonifica, inoltre, si è tenuto conto delle disposizioni contenute nella delibera regionale del maggio 2013 che contiene indirizzi programmatici per la accelerazione delle spese pubbliche in Regione.

Il responsabile del procedimento per la Provincia di Benevento, Gennaro Fusco del competente settore Pianificazione territoriale della Provincia, ha assicurato che entro i prossimi tre o quatto mesi sarà possibile bandire la gara d'appalto per l'intervento di bonifica. I lavori a base d'asta sono stati quantificati in sede progettuale in € 4.340.240,25 cui vanno ad aggiungersi altre risorse per le spese tecniche, collaudi, oneri per la sicurezza 

Il Commissario straordinario, nel commentare la notizia, ha ricordato il lungo ed appassionato lavoro istruttorio con il quale la Provincia ha seguito la vicenda della bonifica di Serra Pastore in San Bartolomeo in Galdo, operazione assolutamente necessaria e da tempo dichiarata urgente proprio dalla Rocca dei Rettori che aveva sollevato in tutte le sedi la questione. Il Commissario ha pertanto ringraziato la Regione per la sensibilità manifestata e lo stesso Settore competente della Provincia che ha lavorato con la massima solerzia su questa materia.

San Bartolomeo in Galdo, circa sei milioni di euro dalla Regione per la bonifica della discarica di Serra Pastore | Provincia di Benevento | news | NTR24 - l'informazione sul web

giovedì 25 settembre 2014

Trasporto pubblico nel Fortore, i pendolari: 'Da oltre due anni attendiamo risposte da Etac e istituzioni'

Una petizione indirizzata ad Etac, Regione Campania, Provincia e Prefettura per manifestare nuovamente i disagi del trasporto pubblico locale su gomma nell'area del Fortore. E' quanto hanno fatto un gruppo di cittadini pendolari che sperano, una volta per tutte, che qualcosa si muova.

“Da oltre due anni – scrivono nel documento inviato all'azienda di trasporto e alle istituzioni - attendiamo risposta ad una nostra petizione e al suo sollecito circa interventi concreti a tutela delle esigenze dei pendolari del Fortore che si servono del servizio di Trasporto Pubblico Locale su gomma.

Inutile ogni commento rispetto a questa totale mancanza di riguardo e di sensibilità. La poderosa sforbiciata abbattutasi sulle linee a servizio dell’area di nord-est della Regione, cioé su una zona già difficilmente accessibile di suo, soprattutto nel periodo invernale, crea intollerabili disagi per i cittadini che vi risiedono.

Il problema però che non riusciamo a comprendere – aggiungono - è cosa impedisca, a parità di costi, di cambiare, spesso solo di pochi minuti, gli orari sulla tratta Benevento / San Marco dei Cavoti / San Bartolomeo in Galdo. Se mancano le risorse finanziarie per sostenere il numero delle corse di un tempo (già non elevatissimo), non c'è giustificazione per non accogliere le nostre richieste.

Lo ricordiamo: ormai, al mattino, dal capoluogo le uniche corse sono: ore 7, 7.30, e 12; mentre nel pomeriggio sono state fissate solo: 14, 16.10, 17 e 19. Gli operai e gli studenti, dunque, si trovano al cospetto di corse molte rarefatte che non corrispondono alle loro reali esigenze di mobilità. 

In particolare risulta soprattutto improbo – proseguono nella petizione - attendere nel periodo invernale, di mattino, fino alle 12, e di pomeriggio fino alle 19, dato che, in quest’ultimo caso, sono gli Uffici a chiudere alle 17 o 17.30.

Chiediamo nuovamente di sapere inoltre perché ETAC, non aderendo ad Unico Campania, applica tariffe di viaggio che non sono economicamente sostenibili e, comunque, costringendo l’utenza ad acquistare un altro abbonamento presso AMTS per il trasporto pubblico cittadino. Ma soprattutto – concludono - vogliamo sapere se la nostra dignità di cittadini italiani può ancora una volta essere calpestata”. 

Trasporto pubblico nel Fortore, i pendolari: 'Da oltre due anni attendiamo risposte da Etac e istituzioni' | Fortore | news | NTR24 - l'informazione sul web

lunedì 22 settembre 2014

Province 'abolite', campagne elettorali e corsa alle poltrone all'insaputa dei cittadini

Tra il 28 e il 12 ottobre si eleggono consiglieri e presidenti di 64 province e 8 città metropolitane: per la prima volta votano solo gli amministratori locali. Da nord a sud le trattative per spartirsi i posti in consiglio (dai 10 ai 16 seggi) tra larghe intese e ritorno di politici "impresentabili"

Prendi le elezioni per le Province e togli gli elettori. Poi togli i manifesti e le liste dei candidati affisse pubblicamente. Cosa resta? I partiti politici. Ma soprattutto una campagna elettorale che riguarda pochi intimi e “listoni” dalle larghe intese per spartirsi le poltrone da Nord a Sud. Ecco le nuove Province di Matteo Renzi (e di Graziano Delrio che la riforma per l’”abolizione” degli enti l’ha voluta e redatta). Ed ecco le prove generali per le elezioni di secondo grado che presto potrebbero riguardare anche il Senato progettato dal ddl Boschi. Per la prima volta infatti non votano i cittadini, ma gli amministratori locali.
(per continuare a leggere clicca qui sotto)
Province 'abolite', campagne elettorali e corsa alle poltrone all'insaputa dei cittadini - Il Fatto Quotidiano