giovedì 17 gennaio 2013

Il Sannio e le trivelle pronte. Partiti politici in letargo da sette mesi

"Siamo totalmente contro le trivellazioni petrolifere. Oltre 595 Kmq di territorio sannita sono in pericolo, questo dobbiamo capirlo e bisogna muoverci prima possibile. La ricerca degli idrocarburi è deleteria per la salute dei cittadini e rischia di mettere in ginocchio il comparto agricolo sannita. Non siamo un territorio a vocazione industriale, l'agricoltura è la priorità ed una politica del genere andrebbe in netta contrapposizione con tutti i discorsi ed i progetti legati al rilancio del comparto e del territorio". Così il presidente provinciale Cia Benevento, Alessandro Mastrocinque, in occasione del dibattito "La politica e l’agricoltura - Analisi e proposte sul rapporto tra politica e agricoltura" che si è tenuto presso la sede della Confederazione italiana agricoltori in via delle Puglie.

All'incontro era presente anche il presidente regionale Cia, Salvatore Ciardiello: "La politica non capisce che questo è un pericolo grave per il Sannio. Operazioni del genere sono già state eseguite in passato: a Camposauro, dove ci sono ancora le vecchie buche, non sappiamo se e come sono state messe in sicurezza. Sarà un caso, ma la vegetazione che si trovava intorno non cresce più". Sia Mastrocinque che Ciardiello sono stati poi sollecitati da Nicola Colangelo del Codisam, ad intraprendere azioni concrete nel più breve tempo possibile.

SETTE MESI PERSI: L'INGIUSTIFICATO RITARDO DI POLITICA E ISTITUZIONI
Finalmente qualcosa comincia a muoversi al riguardo, anche se la grande assente, se si escludono azioni delle amministrazioni locali, è la politica. La Provincia di Benevento ha cominciato a seguire la problematica dalla primavera del 2012, quando il comitato "No Luminosa" venne a conoscenza di questi progetti. La reazione dei sindaci fu inizialmente freddina: il 29 giugno 2012 solo cinque sindaci ed una ventina di consiglieri comunali, si presentarono alla convocazione dell'assessore provinciale Gianluca Aceto. Un mese prima, Aceto chiese gli atti alla Regione Campania, ad oggi ancora non arrivati a destinazione. Andò meglio nella seconda riunione provinciale: i sindaci furono invitati a formulare delibere comunali in consiglio contro la ricerca di idrocarburi. Molto attive le amminstrazioni locali, diverse riunioni si sono avute specie a S.Marco dei Cavoti.

Dalla Regione Campania però, nessun segnale, poi negli ultimi mesi del 2012 l'interesse per questa problematica è scemato avvantaggiando così la multinazionale britannica Delta Energy Ltd ha avuto sotto l'albero il suo regalo di Natale con il decreto dirigenziale del 24 dicembre 2012 pubblicato sul Burc della Regione Campania: è arrivato infatti il parere favorevole di Via integrata con la Valutazione d'incidenza "su conforme giudizio della Commissione V.I.A., V.A.S. e V.I., espresso nelle sedute del 2 agosto 2012 e del 30 ottobre 2012 per il al progetto "Intervento di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma denominato "Pietra Spaccata" in vari Comuni della Provincia di Benevento. Ecco allora scendere in campo le associazione del Fortore, considerano che buona parte dei 19 comuni interessati sorgono proprio nella vallata della provincia sannita. Neppure il tempo di realizzare ed ecco arrivare, pochi giorni fa, il "raddoppio" della Delta Energy con il progetto "Case Capozzi": in tutto 33 comuni sanniti, compresa Benevento.

Con un ritardo enorme, oltre sette mesi dopo, ecco arrivare la prima vera mossa a livello regionale che si avrà il prossimo 22 gennaio quando la Commissione Ambiente alla Regione Campania, si riunirà proprio sulle trivellazioni petrolifere su richiesta del presidente di Commissione, Luca Colasanto da Baselice, uno dei comuni sanniti coinvolti nel "progetto trivella" della Delta Energy Ltd. Mossa tardiva? Probabilmente si ma non vogliamo fare i disfattisti, però davvero non si riesce a capire il ritardo delle istituzioni su un argomento così delicato. Ancora più grave il ritardo delle segreterie provinciali dei vari partiti politici: ad oggi, nessun partito del Sannio hai mai intrapreso un'azione ufficiale al riguardo seguita da azioni concrete, se non qualche isolato comunicato stampa che lascia il tempo che trova. Nessuno. Da destra a sinistra, passando per moderati, gialli, rossi, verdi, arancioni e grillini. Nessuno contro, nessuno neppure a favore. Segnale tangibile che il problema non è stato considerato tale o, forse, non interessa proprio. Il tempo per rimediare c'è, ma è veramente poco.

LE ASSOCIAZIONI SI COMPATTANO: 'DOBBIAMO ESSERE UNITI'
Anche le associazioni stanno prendendo coscienza della situazione: le prime a muoversi, poche settimane fa, sono state quelle del Fortore mentre questo pomeriggio presso la sede della Lipu di Benevento si riuniranno anche gli ambientalisti di Benevento e dintorni dopo la riunione preliminare dei giorni scorsi. Si punta a creare, su proposta del Codisam di S.Arcangelo Trimonte, un documento costitutivo: "Bisogna stare uniti - ha detto Colangelo del Codisam stamane alla Cia Benevento - facciamo un coordinamento di associazioni, comitati e cittadini contro la decisione di estrazioni petrolifere sul territorio sannita". La proposta, avanzata dal Codisam di S. Arcangelo Trimonte, ha la volontà di coinvolgere tutti i soggetti civili affinchè ci sia una corretta informazione sulle problematiche in oggetto e, come conseguenza, l’avvio di azioni sul territorio provinciale atte alla sensibilizzazione di tutti i cittadini, anche attraverso l’informazione diretta agli amministratori locali. La prima iniziativa è quella di inviare a tutti i sindaci sanniti una lettera di adesione.
Ricordiamo che i comuni coinvolti sono i seguenti: Benevento, Baselice, Foiano di Val Fortore, Molinara, Montefalcone di Val Fortore, Castelfranco in Miscano, Ginestra degli Schiavoni, San Giorgio la Molara, Buonalbergo, Pago Veiano, Pesco Sannita, Fragneto l'Abate, Fragneto Monforte, Pietrelcina, Paduli, Sant'Arcangelo Trimonte, Apice, San Nicola Manfredi, San Giorgio del Sannio, Campolattaro, Casalduni, Castelpagano, Circello, Castelvetere di Valfortore, Colle Sannita, Morcone, Pontelandolfo, Reino e San Marco dei Cavoti.

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mercoledì 16 gennaio 2013

Sannio e petrolio: Oltre 595 kmq da trivellare ma, dopo nove mesi, resteranno solo buche - ilQuaderno.it


"Case Capozzi" e "Pietra Spaccata": 423,70 Kmq (261,85 Kmq in territorio beneventano) e 333,30 Kmq, per un totale di 595,15 Kmq di territorio ricadente nella provincia di Benevento, 33 comuni sanniti interessati (cinque di loro da entrambi i progetti, altri quattro sono ricadenti nella provincia di Avellino). Eccolo qui, nella sua completezza, il doppio progetto della Delta Energy Ltd, società britannica che intende sbarcare nel Sannio alla ricerca del petrolio. Trivelle tra le colline sannite in arrivo dunque. Con tanto di istanze di permesso del Ministero dello Sviluppo Economico, (Direzione Generale per le risorse minerarie ed energetiche) e di pubblicazioni nel Bollettino Ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse. (Per continuare a leggere clicca qui sotto)

Sannio e petrolio: Oltre 595 Kmq da trivellare ma, dopo nove mesi, resteranno solo buche - ilQuaderno.it

lunedì 14 gennaio 2013

L’allarme di Marfella: “Con le estrazioni petrolifere a rischio le falde acquifere”

Di Billy Nuzzolillo

I sanniti devono impedire ad ogni costo le trivellazioni petrolifere. L’allarme, veemente e arrabbiato, è stato lanciato nei giorni scorsi attraverso il Sannio Quotidiano da Antonio Marfella, oncologo, dirigente medico presso la Fondazione Pascale di Napoli e referente dell’associazione ‘Medici per l’Ambiente’.
Sta passando sulle vostre teste – ha spiegato Marfella al giornalista Nicola De Ieso – una decisione vergognosa. C’è un piano che prevede centinaia di pozzi petroliferi proprio tra Sannio e Irpinia, con autorizzazioni in corso e altre in fase di autorizzazione. L’Appennino è su una delle faglie sismiche più instabili e in nessun posto al mondo si scavano pozzi petroliferi dove può arrivare un terremoto. Non perché il pozzo provoca il terremoto, ma perché le falde acquifere si trovano sopra le riserve di gas e petrolio. Se una forte scossa, come ha ricordato il professor Franco Ortolani, spaccasse anche un solo tubo che tira su il petrolio, si comprometterebbe l’acqua potabile che oggi disseta un’area che va da Napoli a Bari. Sulla costa ormai non la beviamo più e quella dell’Appennino serve anche noi e a buona parte della Puglia. Il petrolio che c’è sotto terra è di pessima qualità ed estremamente inquinante. Siamo alla follia. Pensate che in California nelle zone a ridosso della famosa faglia sono vietate le trivellazioni. E tra Napoli e Bari passa una faglia non dissimile. Come si può autorizzare una pazzia del genere? Che ce ne faremo del petrolio se non potremo bere l’acqua? Bisogna fermare le trivelle, tutti i costi. Lancio un appello a Luca Colasanto, in quanto presidente della Commissione Ambiente della Regione Campania. Ponga questa questione in cima, perché in ballo c’è uno scempio che va fermato.

Nell’articolo pubblicato da il Sannio Quotidiano, il giornalista Nicola De Ieso ricorda anche che il governo tecnico ha deciso di cercare ovunque il petrolio, punto. I dipartimenti minerari regionali danno il via libera di default e la commissione di valutazione per l’impatto ambientale sta facendo altrettanto. Per ora sono state autorizzate le ricerche, ma di conseguenza si dà il via libera all’avvio dei pozzi. Ad aggiungere ulteriore preoccupazione è la possibilità per le società estrattive di coprire le attività con una sorta di “segreto di Stato”, una volta avviate le torri.

Sulla questione, intanto, si registrano due importanti novità: il consigliere regionale Luca Colasanto ha fissato per il 22 gennaio un’audizione sulle trivellazioni nella Commissione Ambiente da lui presieduta e, su iniziativa del Codisam e di altre associazioni, è stato deciso di costituire un Coordinamento di associazioni, comitati e cittadini contro la decisione di procedere ad estrazioni petrolifere sul territorio sannita. Un’iniziativa che vedrà la luce in occasione dell’ulteriore incontro fissato per mercoledì 16 gennaio alle ore 18.30 sempre presso la sede di Benevento della Lipu. Incontro aperto alla partecipazione di singoli cittadini ed associazioni.

sabato 12 gennaio 2013

“No alle trivellazioni”, nasce il comitato

Il testo integrale della lettera inviata ai sindaci

Si è tenuta nei giorni, presso la sede Lipu di Benevento, la riunione preliminare per la costituzione di un coordinamento di associazioni, comitati e cittadini contro la decisione di estrazioni petrolifere sul territorio sannita.

La proposta, avanzata dal Codisam di S. Arcangelo Trimonte, ha la volontà di coinvolgere tutti i soggetti civili affinchè ci sia una corretta informazione sulle problematiche in oggetto e, come conseguenza, l’avvio di azioni sul territorio provinciale atte alla sensibilizzazione di tutti i cittadini, anche attraverso l’informazione diretta agli amministratori locali. In tale riunione è stata stilata una bozza di lettera da mandare ai sindaci.

E’ prevista una ulteriore riunione mercoledì 16 gennaio 2013 alle ore 18.30 sempre presso la sede Lipu di Benevento. In quella sede è previsto un approfondimento dell’argomento e la sottoscrizione di un documento costitutivo e di intenti tra i partecipanti.

Di seguito, il testo integrtale della lettera:
Oggetto: Informazioni in merito ai rischi per l’ambiente e per la salute derivanti dalle trivellazioni petrolifere previste in provincia di Benevento – provincia di Avellino.

Egregio Sig. Sindaco,
la delicata questione “ Petrolio “ è giunta alla fase di autorizzazione regionale per la realizzazione delle indagini geofisiche ma, non ancora definita, per quel che riguarda la realizzazione del pozzo esplorativo (che comunque dovrebbe essere effettuato a valle delle indagini geofisiche). Il nostro Comitato ha seguito e continua a seguire tale vicenda, di cui all’oggetto, ed ha visionato in maniera diretta quanto accaduto e sta accadendo in Val d’Agri in Basilicata: scempio del territorio, azzeramento dei diritti alla salute dei cittadini di molti paesi interessati dalle estrazioni petrolifere, inquinamento dell’aria oltre i limiti imposti dall’OMS, in special modo per quanto riguarda l’idrogeno solforato gas pericoloso, tossico e cancerogeno) e chissà quali altri parametri mai inseriti in un monitoraggio serio, scarsa ricaduta occupazionale locale, bassissimi ritorni economici per i comuni e continue prevaricazione dei diritti dei cittadini.
La prego di credere a quanto si afferma poiché documentato da materiale audio-visivo e da documenti tecnici; saremo lieti di incontrarLa e portare a Sua conoscenza, e alla sua comunità, quanto da noi documentato.
Non è, le assicuro, la solita battaglia con un “No contro tutto e contro tutti”, è una azione di contrasto alle Compagnie Petrolifere che intendono sfruttare Noi ed il Nostro territorio a spese della nostra salute e delle generazioni future!
Il Sindaco è la massima Autorità Sanitaria locale ed in quanto tale responsabile della salute della propria comunità. La situazione ambientale del nostro territorio è ben conosciuta da studi svolti dal mondo della Ricerca Scientifica; essa è un formidabile strumento a supporto dei diritti dei cittadini che può essere, quindi, utilizzato dalle Autorità locali per promuovere azioni tecnico-legali nelle sedi di Giustizia nazionali ed Europee.

Lei, sig.or Sindaco, si chiederà: come mai questo in Basilicata non è avvenuto? La risposta è semplice: grazie alla connivenza tra Agenzie Ambientali, politici regionali e/o locali, cittadini distratti o ignoranti la problematica, mancanza di studi di comparazione con la situazione attuale, hanno aperto la strada a quanto avvenuto…… Noi non faremo lo stesso errore. I parametri che le Compagnie Petrolifere dichiareranno, saranno confrontati con gli studi già effettuati e non esiteremo a denunciare quanti (Amministratori, ARPAC, Province, politici etc) faranno solo i loro interessi.

La preghiamo di seguirci e di sostenerci; non ripetiamo gli errori già commessi da altre comunità. Siamo disponibili ad incontrarvi e spiegare con molta calma quanto avviene non lontano da noi. I documenti di intento, Le assicuro, se controfirmati dai Sindaci, ad esclusione di danni sanitari e ambientali oramai acclarati a livello scientifico ma non recepiti in Italia, possono essere l’unico strumento valido per la tutela del cittadino e dell’ambiente.

Il Comitato

Il CODISAM ha proposto:
Invio della Lettera qui riportata ai Sindaci dei Comuni rientranti nelle Autorizzazioni Petrolifere.
Coordinamento Provinciale dei Comitati, Associazioni e Cittadini.
Coordinamento dei 32 Sindaci interessati dalle Autorizzazioni.
Coordinamento delle Organizzazioni Sindacali della Provincia di Benevento.
Organizzazione di un pubblico dibattito sull’argomento da tenere a Benevento.
Nascita di un Comitato tecnico – legale che segua l’iter delle Autorizzazioni e di supporto alle discussioni con le parti in causa.

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giovedì 10 gennaio 2013

«Il nostro territorio sta pagando un costo eccessivamente alto»


Le ultime vicende, che hanno visto il territorio del Fortore “vittima” di provvedimenti che lo mettono in una condizione di forte disagio, hanno acceso il dibattito politico e amministrativo tra gli amministratori locali. Dall’accorpamento degli ambiti sociali al piano di dimensionamento scolastico dimostrano un accanimento verso un territorio che rischia di rimanere isolato. Questa era stata l’analisi qualche giorno su Ottopagine del vicesindaco di Foiano e assessore alla comunità montana Giuseppe Ruggiero. Ruggiero che interviene nel dibattito politico facendo un’analisi sulla situazione toccando i temi che hanno suscitato la delusione e la rabbia di molti amministratori locali.

“Nonostante il momento, particolarmente difficile, in cui stiamo vivendo, è evidente che il nostro territorio – afferma il vicesindaco di Foiano - è uno di quelli che sta pagando un costo eccessivamente alto, soprattutto alla luce delle tante aspettative che per anni hanno animato il dibattito politico in questa valle”.

Il Fortore sembra sia diventato il bersaglio preferito delle istituzioni centrali, qual è lo stato d’animo degli amministratori locali e dei cittadini?
“L’idea maggiormente diffusa fra i fortorini è quella di un relativo disinteressamento da parte delle istituzioni Provinciali e Regionali delle problematiche che storicamente interessano l’alta valle del Fortore, il tutto contornato da una continua assenza di interlocuzione col le locali amministrazioni, quasi come se il loro parere possa ritenersi superfluo”.

Il Fortore vive un disagio che viene da lontano, e che oggi ha raggiunto un grado alto di insoddisfazione, quali sono secondo lei le cause?
“Il senso di disaggio viene amplificato dalla consapevolezza che a decidere delle sorti di questa area marginale della provincia di Benevento debbano essere persone nominate, mai elette e soprattutto completamente distanti dalla realtà delle nostre comunità. Certamente scontiamo una rappresentatività poco incisiva, non solo per il peso numerico delle nostre piccole comunità, quanto per la lontananza geografica di queste dal capoluogo di provincia. Una serie di ultime vicende in termini cronologici sono alquanto rappresentative di questa condizione che non aiuta certamente a rasserenare gli umori, anzi, spesso giustifica posizioni secessioniste verso vicine province, come accade ad esempio per San Bartolomeo in Galdo”.

La Sanità resta un problema serio e mai risolto per i comuni fortorini. L’apertura del Psuat con la contemporanea soppressione dei Saut di Ginestra e Foiano desta preoccupazione nei cittadini, qual’è la sua posizione?
“Gli episodi negli ultimi mesi sono veramente tanti e riguardano molteplici aspetti, si va dalla rete dell’emergenza dove un direttore generale dell’Asl proclama di voler applicare una palese erronea programmazione regionale, che prevede la soppressione dei Saut di Foiano di Val Fortore e di Ginestra degl Schiavoni in favore dell’apertura di un unico centro, a San Bartolomeo in Galdo, che mal potrebbe servire un bacino di utenza così ampio quale il territorio del Fortore e del Miscano. L’inquietudine nasce dal fatto che l’organizzazione proposta servirebbe poco anche allo stesso paese ospitante del Psaut facendo apparire l’intera operazione come una specie di contentino per la mancata apertura di un nosocomio a San Bartolomeo in Galdo. E’ chiaro a tutti che i tempi di intervento, in un territorio orograficamente complesso quale la Val Fortore, non sarebbero minimamente in regola con i protocolli dell’emergenza”.

Il piano di dimensionamento scolastico della Provincia, che ha fatto arrabbiare il sindaco di San Bartolomeo in Galdo e non solo, è stato un ulteriore schiaffo all’Alto Fortore? Quale poteva essere l’alternativa?
“La ridefinizione dei distretti scolastici, dopo aver dato ampie garanzie di autonomia all’istituto superiore di San Bartolomeo in Galdo, rappresenta un’ulteriore vicenda che ci aiuta a comprendere quale sia l’idea che a Benevento si ha della Valle del Fortore. Certamente esistono chiare responsabilità locali come il destino dell’istituto tecnico per l’agricoltura, ma accorpare l’istituto di San Bartolomeo in Galdo con quello di San Marco dei Cavoti, senza tenere in considerazione nemmeno la grandezza demografica dei due comuni, fa venir meno quell’autonomia scolastica che da sempre ha definito un chiaro e preciso ambito territoriale, e che invece un operazione di verticalizzazione degli istituti, come chiesto sia dal Sindaco di San Bartolomeo in Galdo che di San Marco dei Cavoti, avrebbe certamente meglio rappresentato. E’ chiaro che hanno prevalso logiche sindacali e di protezionismo che la stessa Provincia non ha avuto la forza di limitare”.

L’accorpamento degli ambiti è stato ancora una volta una sconfitta per i comuni fortorini, si può rimediare alla spaccatura creatasi il 28 dicembre scorso?
“La Regione Campania ultimamente ha deciso l’accorpamento dell’Ambito dei servizi Sociali B5 di Montefalcone con quello B4 di Morcone, quest’ultimo composto da un numero maggiore di comuni, definendo di fatto non una fusione fra gli ambiti ma un vera e propria annessione. Ciò ha prodotto che sindaci come quello di Colle Sannita e di Morcone abbiano potuto impostare il nuovo assetto dell’ambito su una vecchia logica fatta di maggioranze e di minoranze, con un campanilismo spicciolo che speriamo sia esente da interessi di tipo localistico e personalistico. Spero che il nuovo assetto che dovremmo darci entro il trenta giugno tenga in considerazione le maggiori esigenze che hanno i comuni più grandi e le difficoltà economiche di quelli più piccoli, dando vita ad un vero nuovo ambito che non si rifaccia sempre ed esclusivamente ai territori del Fortore e del Tammaro e con essi delle vecchie sedi degli uffici di piano”.

Anche sul fronte dei rifiuti il Fortore continua pagare per colpe non sue.
“Senza alcuna interlocuzione e dopo ampie garanzie da parte del presidente della Provincia Cimitile ai sindaci della valle sulla rifunzionalizzazione dell’impianto di compostaggio di Molinara, leggi che l’assessore provinciale ai rifiuti Gianluca Aceto, nominato come tanti, intende realizzare un digestore anaerobico che volgarmente altro non è che un impianto di biogas alimentato a rifiuti, riconvertendo un sito abbandonato da anni e che era stato finanziato dalla vecchia gestione commissariale e mai entrato in funzione. Spero che in questa occasione sia stato almeno informato il sindaco di Molinara, considerato che, come comuni limitrofi e quindi eventualmente beneficiari anche di misure compensative, non ci è mai pervenuta alcuna informativa che ci mettesse al corrente delle intenzioni dell’assessore di Telese. Comprendiamo, come si legge dai giornali, la volontà della Provincia di Benevento di impegnare i dieci milioni di euro concessi dalla Regione Campania, ma è talmente ovvio che una materia come quella della gestione dei rifiuti non può essere affrontata senza l’interlocuzione dei territori ospitanti gli impianti. L’assessore Aceto forse conosce poco i costi che il Fortore sostiene per lo smaltimento della frazione umida dei rifiuti negli impianti del Casertano e dell’Avellinese, che hanno generato un costo per la raccolta differenziata non più sostenibile per la locale popolazione, specialmente in un clima economico come quello in cui viviamo. Se aggiungiamo le conseguenze che da aprile avrà sulle tasche della gente l’entrata in vigore della Tares, l’entrata in esercizio dell’impianto di Molinara con la sua originaria funzione, avrebbe aiutato tantissimo i cittadini del Fortore i quali avrebbero avuto una bolletta della Tarsu molto meno salata. Se poi pensiamo anche alla mancata bonifica della discarica di San Bartolomeo in Galdo si comprende bene il senso di perplessità che l’intera valle ha nei confronti della politica e degli uomini che governano oggi la Provincia”.

Altra piaga per il territorio fortorino: i trasporti.
“Devi constatare che una delle tante ditte concessionarie dei trasporti della Provincia di Benevento, l’Etac, sopprime, senza alcuna conseguenza, l’unica corsa che realmente ha un senso per il Comune di San Bartolomeo in Galdo, quella che lo collega con Campobasso, perché a suo dirsi, nonostante la sostenuta utenza, non è più conveniente e in quanto tratta interregionale non beneficerebbe di alcun contributo.L’assurdità di questa questione sta nel fatto che questo collegamento aveva in parte alleviato le problematiche che San Bartolomeo in Galdo da sempre lamenta nei confronti di un capoluogo di provincia troppo distante e mal collegato, dandogli la possibilità di raggiungere la più vicina città di Campobasso”.

Insomma un vero accanimento verso Il Fortore.
“Sembra quasi che qualcuno si diverta ad aggiungere sventure ad una terra martoriata dal dissesto idrogeologico che puntualmente ha effetti su un assetto viario fermo ancora a quello del dopoguerra, a cui si aggiungono condizioni climatiche inclementi come quelli dell’ultimo inverno e per cui, nonostante lo stato di calamità e le promesse dell’Assessore Regionale Cosenza, i Comuni della valle ancora non hanno ricevuto un euro. Si potrebbe continuare per ore elencando problematiche storiche ed attuali ma credo che adesso sia arrivato semplicemente il momento di dire basta a questo stato di cose, il consiglio della Comunità Montana del 10 gennaio servirà anche a prendere atto di queste situazioni aprendo, mi auguro, un tavolo di confronto con proposte e strategie ben precise”.

(tratto da Ottopagine/Benevento)

S. Marco dei Cavoti: tanti sindaci e cittadini all’incontro contro le trivellazioni - ilQuaderno.it


Soddisfacente esito dell’incontro sul tema “No alle trivellazioni! Il Sannio non è un deserto. Il nostro territorio non deve essere ferito!”, tenutosi a San Marco dei Cavoti martedì 8 gennaio nell’aula consiliare del Comune, esternamente presidiata in forze dai carabinieri, allertati a causa delle preoccupazioni manifestate dai cittadini. Promosso da due consiglieri comunali di minoranza di San Marco, Domenico Costanzo e Valentino Castello, il convegno si è svolto pacificamente ed ha visto la partecipazione di numerosi tra amministratori, rappresentanti di movimenti e semplici cittadini, per attestare unanime e decisa contrarietà alla recente autorizzazione regionale ad una multinazionale inglese ad eseguire perforazioni per indagini mirate alla ricerca di giacimenti petroliferi in 18 comuni sanniti (Per continuare a leggere clicca qui sotto)

S. Marco dei Cavoti: tanti sindaci e cittadini all’incontro contro le trivellazioni - ilQuaderno.it

martedì 8 gennaio 2013

S.Bartolomeo in Galdo: Studenti in corteo contro il Piano di dimensionamento - ilQuaderno.it


Pronti, determinati, numerosi e compatti. Ritornano gli studenti in corteo ma stavolta non si tratta dei ragazzi dei licei di Benevento che scendono in piazza contro la riforma scolastica. La nuova onda di protesta nel Sannio viene da S.Bartolomeo in Galdo ed è capeggiata dai ragazzi del liceo scientifico "Medi" che, come preannunciato più volte, hanno deciso di protestare contro il Piano di dimensionamento scolastico che prevede l'accorpamento tra l'istituto sanbartolomeano ed il "Livatino" di S.Marco dei Cavoti che si aggiudicherebbe la sede legale (clicca qui sotto per continuare a leggere)

S.Bartolomeo in Galdo: Studenti in corteo contro il Piano di dimensionamento - ilQuaderno.it

lunedì 7 gennaio 2013

Petrolio, scuola, trasporti e sanità. Mobilitazione delle associazioni del Fortore


No al provvedimento della Regione Campania sull'autorizzazione alle trivellazioni petrolifere, no alla soppressione delle corse delle autolinee Etac che collegano i comuni del Fortore, in particolare la linea verso Campobasso, no al piano di dimensionamento scolastico voluto dalla Provincia di Benevento e no agli accorpamenti degli ambiti sociali e assistenziali B4 e B5.

Troppe novità (negative) in poco tempo e stavolta, le associazioni di diversi comuni fortorini hanno deciso di unirsi e protestare: si tratta di Misericordia, Pro Loco ed Arci di S.Bartolomeo in Galdo, Circolo ricreativo "Gianni Vergineo", il circolo della Valfortore di Legambiente, la Pro Loco di Castelvenere Valfortore, la Pro Loco di Baselice, il circolo Arci-Uisp di Montefalcone Valfortore, la Misericordia di Baselice, gli studenti del liceo "Medi" di S.Bartolomeo in Galdo ed il Motoclub Fortore.

Una protesta decisa per una serie di vicende che preoccupano le popolazioni di diversi comuni sanniti: "Rivendichiamo il diritto alla salute - si legge nella nota inviata in redazione - all’ambiente, alla mobilità, all’istruzione e allo sviluppo del territorio, fortemente compatto intorno alla difesa della propria identità e dignità, già memore di troppe scelte sbagliate calate dall’alto. Chiediamo maggiore rispetto per le popolazioni fortorine, che manifestano il loro dissenso predisponendosi ad eventuali altre forme di protesta, in attesa dell’annullamento di questi insostenibili provvedimenti".

Realizzato anche un volantino che verrà divulgato già nella giornata di oggi a Benevento per sensibilizzare l'opinione pubblica su tali problematiche.

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sabato 5 gennaio 2013

Trivellazioni petrolifere, la proloco di Baselice scrive a Colasanto

Egr. Consigliere Regionale Luca Colasanto,
l’approvazione delle indagini sulla presenza di idrocarburi nel Sannio, e nel paese che le ha dato i natali, preoccupa intensamente anche questa associazione, spingendoci a scriverle questa prima lettera aperta. È opportuno premettere che secondo l’articolo 2 comma “g” delle norme statutarie della scrivente associazione, che prevede di “tutelare e mettere in valore le bellezze naturali, artistiche e monumentali per farle meglio conoscere ed apprezzare”, è nostro dovere chiedere delucidazioni in merito a progetti che rischiano di incidere in modo indelebile sul nostro territorio.

Ricordiamo tutti il suo impegno nella salvaguardia di Baselice e del suo territorio, finalizzato anche al preservarne la vocazione agricola, ancora non contaminata: sana. Sentiamo quindi, come tutti i fortorini, il bisogno di rassicurazioni che potrebbero in parte venire dalle risposte alle seguenti domande, che secondo il suo gradimento potrà darci senza mezzi termini di persona, anche in un apposito convegno da tenersi a Baselice.

Ecco le domande:
Come inciderebbero le tecniche di sondaggio sul territorio fortorino?
È una bugia quella della tossicità dei fanghi e dei fluidi perforanti in Basilicata?
È insensata la posizione del governo tedesco di abbandonare le perforazioni in favore delle energie pulite?

Le risulta che con il petrolio o il gas le popolazioni locali interessate ne abbiano mai trovato giovamento?

Non è vero che già in passato furono condotte indagini simili culminate in un grosso buco a San Marco dei Cavoti e che il sito interessato dallo scavo dovette poi subire una approfondita opera di decontaminazione?

Questi sondaggi non rischiano di mettere a repentaglio la salute delle popolazioni fortorine? Non è forse vero che a San Marco dei Cavoti è aumentata l’incidenza di determinate patologie nei residenti limitrofi al famoso buco?
In caso di presenza di idrocarburi i terreni confinanti e nelle vicinanze degli eventuali pozzi avranno un decremento o un incremento del loro valore? Ed in che misura?

Le risulta che nelle zone di estrazione di gas e petrolio i prodotti agricoli trovino favorevole collocazione sul mercato? Come avrà notato si tratta di semplici domande a cui potrà dare sicuramente risposte esaurienti, considerato che l’istruttoria amministrativa che ha condotto la commissione ad approvare tali indagini conoscitive certamente si sarà preoccupata delle problematiche appena evidenziate.

Confidando in una celere risposta, porgiamo i nostri saluti.

S. Bartolomeo in Galdo, è protesta su scuola e trasporti - ilQuaderno.it

A partire dal 7 gennaio i consiglieri di maggioranza e minoranza di San Bartolomeo in Galdo ed i cittadini del paese fortorino, metteranno in campo iniziative di proteste che andranno avanti ad oltranza. Scopo della protesta è evitare l’aggregazione dell’Istituto Scolastico cittadino a quello di San Marco dei Cavoti, come previsto dalla Giunta Provinciale di Benevento e di evitare la soppressione a cominciare dal 1° febbraio del collegamento dell’autolinea interregionale S. Bartolomeo – Campobasso, comunicata dall’Etac con una nota del 19 dicembre scorso.
S. Bartolomeo in Galdo, è protesta su scuola e trasporti - ilQuaderno.it