martedì 8 gennaio 2013

S.Bartolomeo in Galdo: Studenti in corteo contro il Piano di dimensionamento - ilQuaderno.it


Pronti, determinati, numerosi e compatti. Ritornano gli studenti in corteo ma stavolta non si tratta dei ragazzi dei licei di Benevento che scendono in piazza contro la riforma scolastica. La nuova onda di protesta nel Sannio viene da S.Bartolomeo in Galdo ed è capeggiata dai ragazzi del liceo scientifico "Medi" che, come preannunciato più volte, hanno deciso di protestare contro il Piano di dimensionamento scolastico che prevede l'accorpamento tra l'istituto sanbartolomeano ed il "Livatino" di S.Marco dei Cavoti che si aggiudicherebbe la sede legale (clicca qui sotto per continuare a leggere)

S.Bartolomeo in Galdo: Studenti in corteo contro il Piano di dimensionamento - ilQuaderno.it

lunedì 7 gennaio 2013

Petrolio, scuola, trasporti e sanità. Mobilitazione delle associazioni del Fortore


No al provvedimento della Regione Campania sull'autorizzazione alle trivellazioni petrolifere, no alla soppressione delle corse delle autolinee Etac che collegano i comuni del Fortore, in particolare la linea verso Campobasso, no al piano di dimensionamento scolastico voluto dalla Provincia di Benevento e no agli accorpamenti degli ambiti sociali e assistenziali B4 e B5.

Troppe novità (negative) in poco tempo e stavolta, le associazioni di diversi comuni fortorini hanno deciso di unirsi e protestare: si tratta di Misericordia, Pro Loco ed Arci di S.Bartolomeo in Galdo, Circolo ricreativo "Gianni Vergineo", il circolo della Valfortore di Legambiente, la Pro Loco di Castelvenere Valfortore, la Pro Loco di Baselice, il circolo Arci-Uisp di Montefalcone Valfortore, la Misericordia di Baselice, gli studenti del liceo "Medi" di S.Bartolomeo in Galdo ed il Motoclub Fortore.

Una protesta decisa per una serie di vicende che preoccupano le popolazioni di diversi comuni sanniti: "Rivendichiamo il diritto alla salute - si legge nella nota inviata in redazione - all’ambiente, alla mobilità, all’istruzione e allo sviluppo del territorio, fortemente compatto intorno alla difesa della propria identità e dignità, già memore di troppe scelte sbagliate calate dall’alto. Chiediamo maggiore rispetto per le popolazioni fortorine, che manifestano il loro dissenso predisponendosi ad eventuali altre forme di protesta, in attesa dell’annullamento di questi insostenibili provvedimenti".

Realizzato anche un volantino che verrà divulgato già nella giornata di oggi a Benevento per sensibilizzare l'opinione pubblica su tali problematiche.

www.ilquaderno.it

sabato 5 gennaio 2013

Trivellazioni petrolifere, la proloco di Baselice scrive a Colasanto

Egr. Consigliere Regionale Luca Colasanto,
l’approvazione delle indagini sulla presenza di idrocarburi nel Sannio, e nel paese che le ha dato i natali, preoccupa intensamente anche questa associazione, spingendoci a scriverle questa prima lettera aperta. È opportuno premettere che secondo l’articolo 2 comma “g” delle norme statutarie della scrivente associazione, che prevede di “tutelare e mettere in valore le bellezze naturali, artistiche e monumentali per farle meglio conoscere ed apprezzare”, è nostro dovere chiedere delucidazioni in merito a progetti che rischiano di incidere in modo indelebile sul nostro territorio.

Ricordiamo tutti il suo impegno nella salvaguardia di Baselice e del suo territorio, finalizzato anche al preservarne la vocazione agricola, ancora non contaminata: sana. Sentiamo quindi, come tutti i fortorini, il bisogno di rassicurazioni che potrebbero in parte venire dalle risposte alle seguenti domande, che secondo il suo gradimento potrà darci senza mezzi termini di persona, anche in un apposito convegno da tenersi a Baselice.

Ecco le domande:
Come inciderebbero le tecniche di sondaggio sul territorio fortorino?
È una bugia quella della tossicità dei fanghi e dei fluidi perforanti in Basilicata?
È insensata la posizione del governo tedesco di abbandonare le perforazioni in favore delle energie pulite?

Le risulta che con il petrolio o il gas le popolazioni locali interessate ne abbiano mai trovato giovamento?

Non è vero che già in passato furono condotte indagini simili culminate in un grosso buco a San Marco dei Cavoti e che il sito interessato dallo scavo dovette poi subire una approfondita opera di decontaminazione?

Questi sondaggi non rischiano di mettere a repentaglio la salute delle popolazioni fortorine? Non è forse vero che a San Marco dei Cavoti è aumentata l’incidenza di determinate patologie nei residenti limitrofi al famoso buco?
In caso di presenza di idrocarburi i terreni confinanti e nelle vicinanze degli eventuali pozzi avranno un decremento o un incremento del loro valore? Ed in che misura?

Le risulta che nelle zone di estrazione di gas e petrolio i prodotti agricoli trovino favorevole collocazione sul mercato? Come avrà notato si tratta di semplici domande a cui potrà dare sicuramente risposte esaurienti, considerato che l’istruttoria amministrativa che ha condotto la commissione ad approvare tali indagini conoscitive certamente si sarà preoccupata delle problematiche appena evidenziate.

Confidando in una celere risposta, porgiamo i nostri saluti.

S. Bartolomeo in Galdo, è protesta su scuola e trasporti - ilQuaderno.it

A partire dal 7 gennaio i consiglieri di maggioranza e minoranza di San Bartolomeo in Galdo ed i cittadini del paese fortorino, metteranno in campo iniziative di proteste che andranno avanti ad oltranza. Scopo della protesta è evitare l’aggregazione dell’Istituto Scolastico cittadino a quello di San Marco dei Cavoti, come previsto dalla Giunta Provinciale di Benevento e di evitare la soppressione a cominciare dal 1° febbraio del collegamento dell’autolinea interregionale S. Bartolomeo – Campobasso, comunicata dall’Etac con una nota del 19 dicembre scorso.
S. Bartolomeo in Galdo, è protesta su scuola e trasporti - ilQuaderno.it

martedì 1 gennaio 2013

Se solo potessero, ci ridurrebbero anche l’aria per respirare

di Angelo Iampietro

Quelle elemosine concesse negli anni addietro circa i collegamenti su strada con altri centri (Baselice con S. Bartoleo in Galdo, Castelvetere in V.F, Benevento, Campobasso, ecc.) da e per il Fortore più in generale con autocorriere di linea, come servizio pubblico essenziale per la nostra crescita civile e culturale, pian piano ce le stanno riducendo; del resto gli abitanti della Valfortore hanno sempre vissuto di speranze perdute.

Una prima speranza fu quella di vedere aperto l’ospedale di S. Bartolomeo in Galdo; speranza che ci ha accompagnato per decenni e che poi è caduta come le foglie in autunno, che non restano attaccate ai rami neanche se le si vogliono incollare con il “bostik” o legare con resistente filo.

Speranza di una viabilità migliore per un territorio tanto bisognoso di una nuova arteria di collegamento con il capoluogo, considerando la sua orografia, con la montagna da valicare d’inverno con la nebbia e la neve.

Una realtà, questa sì, che ha visto la Valfortore, forse illudendosi, dare molto ai politici di turno senza che questi si attivassero minimamente per darle, non dico tutto quello che le toccava, ma almeno una minima parte che altre popolazioni, nelle nostre stesse condizioni, avessero.
Nulla di tutto ciò!

Speranza che il territorio fortorino fosse potenziato con qualche attività che consentisse una reale crescita economica per impedire una ulteriore emigrazione delle nuove leve, di cui molti con elevato livello culturale.
Speranza di difendere un territorio, che a quanto leggo, potrebbe essere compromesso con perforazioni del suolo per la ricerca petrolifera.

Dei pali eolici non aggiungo nulla: si sa già molto…!. E ci sarebbe ancora tanto da dire... Avere notizia che di qui a qualche mese sarà eliminato il servizio di autolinea sulla tratta di collegamento tra Baselice-S. Bartolomeo- Campobasso è di una gravità inaudita per il danno che essa arreca all’intera popolazione fortorina; si toglierebbe la possibilità di raggiungere S. Bartolomeo in Galdo a quei Baselicesi, per lo più anziani e soli, che necessitano delle inderogabili visite medico-specialistiche presso l’ospedale virtuale “P. Pio”in orari meno disagevoli per loro, sia per l’andata, sia per il ritorno.

L’eliminazione della linea suddetta, decisa dall’Etac, a quanto è dato apprendere, di fatto, impedirà, in primis, l’iscrizione e la frequenza dell’ateneo universitario del capoluogo molisano, dove sono iscritti, alle varie Facoltà, molti ragazzi della Valfortore. E’ un dato di fatto che molti degli iscritti a quella Università sono pendolari, per cui, eliminando il collegamento, gli attuali fruitori di questo servizio saranno fortemente danneggiati perché costretti o a dimorare in loco e, quindi, sostenere maggiori spese o rinunciare per sempre ad un diritto oggettivo: lo studio.

In passato un ministro, poco sensibile ai bisogni dei più deboli, ebbe a dire: ”…con la cultura non si mangia…”. Con la cultura – affermo - si mangia e come!!!.
La cultura esprime tante professionalità necessarie ed è la base della ricerca; con essa si fa il progresso, perché fornisce, per la produzione di beni e servizi, gli strumenti necessari per essere competitivi e, quindi, creare nuove opportunità di lavoro.

Con l’eliminazione del collegamento, di cui ho parlato, nella nostra zona ci sarà più emarginazione, meno possibilità di crescita culturale e limitazione di quella futura, già attualmente gravemente compromessa.

Gli altri fruitori di questo primario servizio di trasporto pubblico sono le tante persone che utilizzano le strutture sanitarie per visite o ricoveri in Campobasso, e non sono poche.

A queste due categorie se ne aggiungono altre, che, per varie ragioni, hanno bisogno di raggiungere Campobasso con il servizio di linea. Venendo esso meno, sono tanti i cittadini di Baselice e di S. Bartolomeo, che si sentiranno meno cittadini di altri per le opportunità a cui dovranno rinunciare, per il venir meno di un servizio che, inevitabilmente, sopprimerà di fatto l’utilizzo di altri servizi, di cui prima fruiva.

E’, perciò, interesse che tutta la popolazione non faccia orecchio da mercante e che si attivi perché questo essenziale servizio di collegamento di linea tra Baselice – S. Bartolomeo – Campobasso non venga soppresso.
Se così dovesse essere, si tenga bene in mente che da Febbraio 2013 saremo meno cittadini di altri cittadini di altre realtà geografiche.


domenica 30 dicembre 2012

L’assalto delle compagnie petrolifere e il silenzio di Luca Colasanto

di Billy Nuzzolillo

Con un avviso pubblicato sul Burc del 24 dicembre la Regione Campania ha reso noto che la Commissione di Via (Valutazione Impatto Ambientale) ha dato il via libera alle trivellazioni petrolifere nella provincia di Benevento.

Il parere, dunque, segue quelli già espressi della Commissione V.I.A., V.A.S. e V.I. nelle sedute del 2 agosto e del 30 ottobre. Il progetto “Intervento di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma denominato Valle Spaccata in vari Comuni della Provincia di Benevento” è stato presentato dalla società inglese Delta Energy Ltd e riguarda, dunque, una delle tre zone individuate nel Sannio per le ricerche petrolifere: oltre a “Valle Spaccata” sono, infatti, ancora in piedi i due iter per la ricerca di idrocarburi in zona “Nusco” e “Santa Croce”.

I comuni interessati alle trivellazioni sono: Baselice, Campolattaro, Casalduni, Castelpagano, Circello, Castelvetere di Valfortore, Colle Sannita, Foiano in Val Fortore, Fragneto l’Abate, Fragneto Monforte, Molinara, Morcone, Pago Veiano, Pesco Sannita, Pontelandolfo, Reino, San Giorgio la Molara e San Marco dei Cavoti.

Come ricorda il giornalista Pietro Dommarco, “il 4 giugno 2012 in un documento l’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) ha affermato che il fracking utilizzato per estrarre gli idrocarburi da scisti e sabbie bituminose è molto invasivo del territorio, ma è soprattutto ad altissimo consumo di acqua e molto inquinante del suolo e delle falde idriche del sottosuolo” e “può provocare anche micro terremoti”. Un tema divenuto d’attualità in seguito al terribile sisma che nel mese di maggio ha colpito l’Emilia Romagna.

Una regione, quest’ultima, che dalla fine dell’Ottocento ad oggi ha assistito alla perforazione di 1.697 pozzi, configurandola come il territorio più trivellato d’Italia. Sovrapponendo la mappa sismo-tettonica dell’Emilia -Romagna con la carta delle concessioni e dei permessi di ricerca di idrocarburi vigenti, ci si rende conto che la maggior parte di queste autorizzazioni incide su faglie attive. E il Sannio, si sa, è una delle zone a maggiore rischio sismico della Campania.

Sempre Dommarco ha recentemente ricordato che “mentre negli Stati Uniti il fracking è sotto accusa per aver provocato eventi di micro-sismicità in Ohio ed in Texas, e mentre Francia, Germania e Inghilterra hanno dichiarato fuorilegge la fratturazione idraulica o stanno discutendo sul suo divieto, in Italia si sviluppano progetti dagli elevati costi ambientali e rischi per le falde idriche”.

Senza dimenticare, infine, che l’ultimo rapporto Istat ha inserito il Texas d’Italia, ovvero la Basilicata, ai primi posti per mortalità da tumori, con percentuali che superano la media nazionale. Tumore allo stomaco, al colon, al fegato, alla laringe, ai polmoni, alla pleura, alla vescica e patologie cardio-respiratorie in aumento, come è possibile leggere nella relazione di attività del Registro tumori Basilicata Ircss-Crob.

In particolare, la leucemia mieloide non ereditaria fa registrare notevoli incrementi nella Val d’Agri del petrolio. Tra le cause si sa, oltre al fumo delle sigarette, si annoverano le esposizioni al benzene, sostanza contenuta nel petrolio e nelle benzina. Una forma di leucemia, dunque, maggiormente giustificabile in centri urbanizzati e con forte inquinamento atmosferico che non in aree depresse e poco popolate, come appunto la Val d’Agri (che tanto somiglia alle aree del Sannio interessate alle trivellazioni).

Dati che, dunque, impongono una seria riflessione e che, oltretutto, mal si conciliano con il generale disinteresse che in questi giorni ha accompagnato la notizia del via libera della Regione Campania all’assalto che le compagnia petrolifere si apprestano a fare nel Sannio.

Vero, consigliere Luca Colasanto? Eppure lei, oltre ad essere originario di Baselice (territorio interessato alle trivellazioni) ed essere uno strenuo difensore dei territori sanniti rispetto all’assalto delle lobby dell’eolico, è anche il presidente della Commissione Regionale Ambiente, Energia e Protezione Civile. Come mai non interviene?

www.sanniopress.it

sabato 29 dicembre 2012

Petrolio nel Sannio, la Provincia ricorrerà al Tar. I cittadini: 'Una condanna a morte'

Si parla di rilancio dell'agricoltura, di scommessa della green economy, del grande progetto della diga di Campolattaro. Poi ecco che la Regione Campania decide di favorire la società inglese "Delta Energy" per le trivellazioni petrolifere in 19 comuni del Sannio.

E' una mattina strana per i cittadini delle zone interessate dalle possibili trivellazioni petrolifere. Molti sono preoccupati ed hanno come riferimento lo scempio della Val d'Agri, in Basilicata, dove da oltre un decennio la ricerca di idrocarburi (in quel caso da parte dell'Eni) ha stravolto il quotidiano di piccoli centri lucani (Viggiano su tutti) con vantaggi praticamente nulli per le comunità locali. Proprio quello che potrebbe succede tra qualche mese nel Sannio.

E' molto rammaricato l'assessore all'ambiente della Provincia di Benevento, Gianluca Aceto, che da mesi ha messo in guardia i primi cittadini dei comuni interessati: molti di loro hanno firmato le delibere comunali contro qualsiasi autorizzazione a "scavare" alla ricerca di petrolio.

Potrebbe non bastare dopo che la Regione Campania, a fari spenti e con un decreto dirigenziale spuntato il giorno della Vigilia di Natale sul Burc, ha dato di fatto il via libera alla multinazionale inglese: "E' sicuramente un punto a favore per loro - ha commentato Aceto - ma quello che più mi sconforta è che la Regione Campania ha avuto al riguardo un atteggiamento misterioso, non inviandoci mai la documentazione che da mesi abbiamo richiesto. E' ovvio che c'è da reagire subito anche se la partita è tutta in salita: prima di tutto faremo immediato ricorso al Tar. Vale un po' lo stesso discorso fatto per scongiurare la realizzazione della centrale turbogas. Poi è chiaro che bisogna avere un colloquio risolutivo con i vertici regionali".

Strada in salita, afferma l'assessore, come in salita sono le strade della maggior parte dei comuni coinvolti nella "ricerca dell'oro nero". In salita e dissestate. Il gap infrastruttuale dei paesi del Fortore e del Tammaro è sotto gli occhi di tutti: se ne discute da decenni ma il risultato è scadente: "Immaginatevi un po' il traffico di autocisterne su queste strade - ci confida preoccupato Giuseppe, un cittadino di Molinara - e senza il minimo controllo".

In Basilicata, proprio per questo motivo, si sono avuti incidenti gravissimi con rovesciamenti di tir e fuoriuscite di petrolio. Intaccate, forse per sempre, falde acquifere e torrenti, persino un lago montano: "E' assurdo pensare ad una cosa del genere - dichiara un altro cittadino di Molinara nei pressi di un bar - tra qui e S.Giorgio la Molara siamo pieni di falde acquifere, anche per questo motivo non sono mai riusciti a fare una discarica per i rifiuti. Stanno mettendo gli occhi su questo territorio da decenni, questo è l'ennesimo attacco e, secondo me, è il più pericoloso".

Proprio a S.Giorgio La Molara c'è un laghetto montano. Stasera in paese c'è il "Natale a La Terra", una festa tradizionale molto sentita e partecipata: "Altro che pale eoliche - ha tuonato un cittadino - qua rischiamo di mettere in pericolo la nostra salute. Questa è una zona dove tira tanto vento, è una vallata aperta. Vogliono forse avvelenarci con etilene e altre schifezze come hanno fatto in Val d'Agri? Cos'è una condanna a morte?".

La Basilicata è l'esempio. Non bisogna andare lontano per immaginare gli effetti che un insediamento del genere può provocare all'entroterra sannita: "Proprio sul vostro portale - ha continuato Marco, residente a Pago Veiano - ho letto i programmi dei candidati e delle candidate di centrosinistra. Tutti parlano di rilancio all'agricoltura. Come pensano di rilanciarla l'agricoltura? Con le trivelle? In questi paesi l'unica vera ricchezza è la zootecnia, abbiamo allevamenti di carne marchigiana in ascesa, indiviati da altre realtà e questi pensano al petrolio".

Per gli intervistati insomma, la ricerca di idrocarburi è un inganno: "Non porterà ricchezza - aggiungono - sarà peggio dell'eolico, si arricchiranno solo in pochi. Almeno l'eolico è energia pulita, questo invece è veleno per le nostre terre, per i nostri figli e per il nostro futuro". La speranza di Marco è proprio quella di un interessamento al problema degli imprenditori della cosidetta, energia pulita: "Credo che a loro non dovrebbe far piacere avere in questi territori, una multinazionale pronta a lavorare a colpi di trivella. Spero in un loro intervento al fianco delle amministrazioni e dei cittadini".

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venerdì 28 dicembre 2012

Trivellazioni petrolifere in 19 comuni del Sannio, ecco quali sono

Prima la scoperta di un'associazione, poi il fronte comune lanciato in Provincia. Ma potrebbe non bastare. Con un avviso pubblicato sul Burc della Regione Campania del 24 dicembre 2012, viene comunicato che la Commissione di Via (Valutazione Impatto Ambientale) ha dato il via libera per le trivellazioni petrolifere nella provincia di Benevento.

E' arrivato infatti il parere favorevole di Via integrata con la Valutazione d'incidenza "su conforme giudizio della Commissione V.I.A., V.A.S. e V.I., espresso nelle sedute del 2 agosto 2012 e del 30 ottobre 2012 per il al progetto "Intervento di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma denominato "Valle Spaccata" in vari Comuni della Provincia di Benevento" proposto dalla società "Delta Energy Ltd", con sede legale a 43 Park Crescent, Brighton, East Sussex BN2 3HB, Regno Unito. Si tratta di una delle tre zone individuate nel Sannio per le ricerche petrolifere: oltre a "Valle Spaccata" sono ancora in piedi i due iter per la ricerca di idrocarburi in zona "Nusco" e "Santa Croce".

Oltre a quella della "Delta Energy", le istanze presentate presso il Ministero dello Sviluppo Economico risulterebbero essere: 1) Istanza della Soc. Italmin exploration s.r.l. presentata il 18/07/2002 al Ministero Sviluppo Economico per il rilascio del permesso di ricerca per idrocarburi liquidi e gassosi denominato convenzionalmente “Nusco”; 2) Istanza della Soc. Sviluppo risorse naturali s.r.l. presentata il 16/11/2005 al Ministero Sviluppo Economico per il rilascio del permesso di ricerca per idrocarburi liquidi e gassosi denominato convenzionalmente “Santa Croce”.

I comuni sanniti sono Baselice, Campolattaro, Casalduni, Castelpagano, Circello, Castelvetere di Valfortore, Colle Sannita, Foiano in Val Fortore, Fragneto l’Abate, Fragneto Monforte, Molinara, Morcone, Pago Veiano, Pesco Sannita, Pontelandolfo, Reino, San Giorgio la Molara e San Marco dei Cavoti.

Nessuna battaglia vinta, ma i ricercatori di idrocarburi hanno di sicuro messo in cascina un punto importante dalla loro parte. La questione "petrolio" totalmente sconosciuta nella provincia beneventana, è stata sollevataper la prima volta dal comitato "No Luminosa" che venne a conoscenza di recenti concessioni di trivellazioni nel Sannio, regolarmente rilasciate dalla Regione Campania. La prima presa d'atto risale allo scorso giugno quando si riunì la Prima Commissione Consiliare su iniziativa del vicepresiente del Consiglio Provinciale, Giuseppe Lamparelli: alzata la guardia sono arrivate le prime mosse ufficiali con la richiesta, da parte dell'assessore provinciale Gianluca Aceto, di accedere agli atti sulle concessioni per le esplorazioni di idrocarburi nel Sannio.

Successivamente furono informati anche tutti i sindaci dei comuni sanniti. Da giugno ad oggi qualcosa si è mosso, ma non a Napoli. In un'intervista rilasciata a "Il Quaderno.it" lo scorso novembre, Aceto affermò di aver più volte sollecitato la Regione Campania senza mai avere una risposta concreta visto che "non ci sono stati ancora inviati i documenti richiesti". Diversa è la situazione nei comuni sanniti a rischio trivellazioni: "Va dato atto del grande impegno delle realtà locali - sostenne l'assessore provinciale - molte amministrazioni si sono schierate contro presentando le delibere, stessa cosa vale per la Comunità Montana del Fortore. Il fronte del no è attivo, ci siamo riuniti a San Marco dei Cavoti in un consiglio comunale aperto". Tutto questo però potrebbe non bastare, dopo il punto a favore della "Delta Energy Ltd".

Negli stessi giorni invece proprio sul tema della trivellazioni petrolifere, un'altra regione, la Lombardia, ha invece deciso lo stop alle ricerche di petrolio in Lomellina. L'assessore all'ambiente della regione Lombardia Leonardo Salvemini ha dichiarato in proposito che "Il primo parametro per tutte le nostre valutazioni è la tutela dell'ambiente e della salute dei nostri cittadini". Vedremo quale sarà la prossima mossa della Regione Campania: magari qualcosa in più potrà fare il consigliere regionale sannita Luca Colasanto, che è anche presidente della Commissione Ambiente: Baselice, il suo paese di nascita, figura nella lista dei 19 comuni a rischio trivellazioni.

www.ilquaderno.it

giovedì 27 dicembre 2012

Trivellazioni petrolifere, parere favorevole della Regione per perforare nel Fortore

Con un avviso pubblicato sul Burc della Regione Campania di lunedì 24 dicembre è stato comunicato che la Commissione di Via (Valutazione Impatto Ambientale) ha aperto le porte alle trivellazioni petrolifere nella provincia di Benevento. E’ arrivato infatti il parere favorevole di Via integrata con la Valutazione d’incidenza “su conforme giudizio della Commissione V.I.A., V.A.S. e V.I., espresso nelle sedute del 2 agosto 2012 e del 30 ottobre 2012 per il progetto “Intervento di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma denominato “Valle Spaccata” in vari comuni della Provincia di Benevento” proposto dalla società “Delta Energy Ltd”, con sede legale a 43 Park Crescent, Brighton, East Sussex BN2 3HB, Regno Unito. Si tratta di una delle tre zone individuate nel Sannio per le ricerche petrolifere. Oltre a “Valle Spaccata” sono ancora in attesa di essere esaminati i due iter per la ricerca di idrocarburi in zona “Nusco” e “Santa Croce”.

www.sannioweek.it

mercoledì 26 dicembre 2012

Il Fortore e l'inesorabile morte demografica

I dati definitivi del’Istat riguardo al censimento, confermano in modo inesorabile il continuo spopolamento del territorio fortorino. Dal 2001 al 2011 gli abitanti del Fortore sono diminuiti di circa il 10%, con punte massime che vanno dal 13% di Castelvetere, Ginestra e San Bartolomeo in Galdo al 14,6% di Molinara. I comuni che in termini percentuali hanno perso di meno sono Foiano (-5%), San Marco Dei Cavoti (-5,5%) e Buonalbergo (-5,9%).

Nel dettaglio Baselice segna -10%; Buonalbergo -5,%; Castelfranco – 12,2%; Castelvetere – 13%; Foiano -5%, Ginestra -13%; Molinara – 14,6%; Montefalcone -10%; San Bartolomeo -13%; San Giorgio la Molara -7%; San Marco dei Cavoti -5,5%.

Resta San Bartolomeo il comune più popoloso con 5.090 abitanti. Castelvetere è sceso a 935 abitanti e con Ginestra, ultimo comune con 532, sono gli unici paesi fortorini sotto quota mille.

Il segno meno, dunque, accomuna tutti paesi dell’area fortorina. Uno spopolamento dovuto oltre al saldo negativo tra natalità e mortalità, anche alla “fuga” dei giovani causata dalla scarsa opportunità di lavoro e di miglioramento delle condizioni sociali.

Una tendenza che preoccupa gli amministratori locali e che si sentono impotenti di fronte ad una condizione socio-economica che non riesce a cambiare il passo. “E' inesorabile - afferma Vincenzo Sangregorio, sindaco di San Bartolomeo in Galdo, nel commentare i dati Istat - il comune più popoloso del Fortore ma che negli ultimi anni ha perso 751 abitanti. Ormai le opportunità nel nostro paese sono sempre di meno e i giovani se ne vanno in cerca di fortuna altrove. E non solo i giovani... Anche molti padri di famiglia sono da mesi senza lavoro o senza stipendio: penso agli operai della comunità montana, agli operai delle piccole fabbriche presenti sul territorio che comunque sono in difficoltà. Qualche giorno fa ho parlato con un mio amico escavatorista che da luglio non lavora. I comuni sono in crisi, strangolati o dai debiti o dal patto di stabilità e, spesso, riescono a mala pena a pagare i dipendenti, anch'essi in soprannumero. Le tasse aumentano, il valore reale degli stipendi (per chi ce l'ha) è sempre meno”.

“Se non si trovano strategie nuove per la crescita, non vedo vie di uscita. I nostri territori hanno avuto grosse opportunità di sviluppo – continua Sangregorio nella sua analisi amara dei fattori che hanno portato il Fortore e il suo comune a un decremento demografico ormai inesorabile ascesa - che non sono state sfruttate appieno. Penso non solo ai soliti Fortorina e ospedale, ma anche ai fondi post-sisma, con i quali si è spesso costruito fuori dal centro abitato con la conseguenza che il nostro bellissimo centro storico è in totale abbandono e le case costruite nella zona di espansione sono in vendita o, addirittura, ancora in corso di costruzione, ma, soprattutto, senza mercato di vendita. San Bartolomeo, infatti, potrebbe ospitare più del doppio degli attuali residenti. Penso, ancora, alle installazioni di fonti di energia rinnovabili. In nome di una strenua difesa del territorio si è persa una buona opportunità di ricchezza (se ben sfruttata)”. “Bisogna dare nuove opportunità alle imprese, a chi ha voglia di mettersi in gioco; agevolare i giovani imprenditori – conclude il primo cittadino di San Bartolomeo in Galdo - con poche tasse, soprattutto per chi assume”.

(tratto da Ottopagine/Benevento)