giovedì 24 marzo 2011

Sì al Psaut di San Bartolomeo

Carissimi cittadini del Fortore,
ci ritroviamo qui di nuovo a lottare per il nostro Psaut. La Regione ha approvato un decreto che prevede per San Bartolomeo il Psaut attivo. Ora in tutti questi anni, con la precisione 53, abbiamo subito molte delusioni, sconfitte politiche e morali. Vogliamo ricordarvi che le belle vittorie non sono quelle che arrivano subito, ma quelle in cui ci vuole caparbietà, deteminazione, sacrifico, tempo e costanza.

Noi siamo abituati in questi ultimi anni a lamentarci, perchè da sempre siamo considerati ultima ruota del carro di questa Regione e dell'Italia intera. In questo 150 anni di unità, poco è stato fatto per le nostre terre, forse quasi nulla. Però siamo convinti che adesso è finito il tempo delle lamentele, bisogna tutti insieme reagire, farci sentire.

La persona forte non è colui che non cade, ma colui che cadendo ha la forse di rialzarsi sempre fino all'ultimo sacrificio. Per cui solo se saremo uniti, cammineremo sulla stessa strada e nelle stessa direzione, noi tutti saremo padroni del nostro destino... forza crediamo e iniziamo a muoverci tutti insieme.

Lettera apparsa sulla pagina facebook del gruppo "Sì al Psaut di San Bartolomeo".

mercoledì 23 marzo 2011

I cittadini del Fortore vogliono il Psaut


Nel Fortore ci saranno una serie di incontri per chiedere l'apertura del Psaut di San Bartolomeo e una migliore sanità per queste popolazioni.

Da sabato prossimo alle 17.00 al 25 giugno ore 20.00 saranno interessati i seguenti comuni: San Bartolomeo In Galdo, Foiano, Baselice, Castelvetere, San Marco dei Cavoti, Molinara, Ginestrtra, Montefalcone, Roseto, Castelfranco, Volturara, San marco la catola, Celenza, Tufara, Alberona, San Giorgio La Molara.

Partecipare è un tuo dovere di cittadino del Fortore. Non mancare.

martedì 22 marzo 2011

Sanità, il Fortore chiede giustizia


Sabato 19 marzo si è svolto nella Sala consiliare di San Bartolomeo in Galdo il primo Forum della Sanità nel Fortore. Il Forum, promosso dall’Associazione SESAMO onlus, con la collaborazione del Comune di San Bartolomeo in Galdo e dell’associazione
Cittadinanzattiva–Assemblea Territoriale del Fortore, è nato dall’idea di discutere in modo nuovo con i Cittadini per analizzare i bisogni socio-sanitari del Fortore e studiare le possibili soluzioni.

Il sindaco di San Bartolomeo in Galdo, Vincenzo Sangregorio, ha dato il benvenuto ai relatori ed ai cittadini, tra cui alcuni provenienti da altri Comuni del Fortore, auspicando la ricerca di idee propositive per risolvere, insieme alla ASL, gli annosi problemi sociosanitari del Fortore.

Il dott. Mastrocinque, direttore del Distretto Sanitario locale, ha dichiarato ampia disponibilità a collaborare con i cittadini ed ha dato alcune indicazioni pratiche, auspicando alcuni miglioramenti strutturali ed organizzativi che cercherà di attuare.
Il dott. Conte, dopo una dettagliata analisi sui bisogni socio-sanitari del Fortore, ha evidenziato come il bilancio sia sfavorevole ai Cittadini che hanno pagato in tasse e partecipazione ai ripiani sanitari regionali molto di più di ciò che hanno ricevuto, ossia nulla.

Dalla lunga analisi di dati sanitari ed economici è risultato lo Stato, negli 8 anni dal 2003 al 2010 ha versato alla Regione circa 14.000 euro pro-capite per finanziare la sanità pubblica e quindi circa 320 milioni di euro per il Fortore e sommando a questi soldi i circa 60 milioni di debiti vecchi (2.600 x 23.000 abitanti) risulta che i 23.000 abitanti del Fortore hanno partecipato con circa 380 milioni di euro, ossia oltre 700 miliardi delle vecchie lire senza avere neppure un vero Pronto soccorso nell’Ospedale locale, chiuso ancor prima di aprire e ciò a causato anche dei morti che chiedono giustizia.

Non è più tempo di continuare le lamentele verso i politici di turno che hanno dimostrato tutti di non aver alcun interesse a risolvere i problemi del Fortore ma, ha affermato il dott. Conte, è arrivato il momento che i Cittadini comincino a chiedere risarcimenti per i danni subiti, sia riguardo le responsabilità omissive a tutti i livelli, sia per le responsabilità sanitarie nei casi personali e particolari e l’associazione Sesamo, col polo territoriale di San Bartolomeo in via S. Francesco 61 e la collaborazione di giuristi, offrirà informazioni gratuite a tutti gli interessati riguardo i nuovi riti civili per accertamento di responsabilità sanitarie.

Il dott. Bozzelli, ha ribadito che è tempo di mettersi seriamente a lavorare attorno a proposte anche alternative a questa sanità matrigna verso gli abitanti del Fortore.
Sono seguiti diversi interessanti interventi dei numerosi Cittadini presenti, moderati dal giornalista Leonardo Bianco.

Il Sindaco ha concluso, dichiarandosi soddisfatto della partecipazione della cittadinanza ed anche di altri Cittadini del Fortore ed ha proposto che il FORUM diventi permanente, allo scopo di studiare azioni comuni per la risoluzione dei molti problemi da troppo tempo irrisolti.

Si è quindi costituito seduta stante il Comitato Promotore del FORUM PERMANENTE che ha raccolto le adesioni dei relatori presenti ed è aperto alla partecipazione gratuita di tutti gli interessati, previo iscrizione a mano presso il Comune o via fax o mail ai recapiti in calce.

lunedì 21 marzo 2011

Ospedale di San Bartolomeo, ecco la lettera inviata dal Comune a Caldoro


Egregio Sig. Presidente,ci rivolgiamo a Lei, quale Presidente della Regione Campania nonché Commissario Straordinario alla Sanità, per esprimere la nostra rabbia e la nostra profonda indignazione per una sanità che viene costantemente negata ai cittadini di San Bartolomeo in Galdo.

Come Lei certamente saprà, il Comune di San Bartolomeo in Galdo (Provincia di Benevento), terra di confine tra Campania, Puglia e Molise, ha il “triste” primato italiano del più vecchio Ospedale mai realizzato (l’Ospedale Padre Pio, questo il nome voluto nel 1997 con tanto di cerimonia solenne).

La prima pietra fu posizionata nel 1962; i lavori furono ultimati intorno alla metà degli anni settanta, dopo una prima catena di ritardi, dovuti anche ad un terremoto.
I nostalgici ricordano ancora la prima clamorosa protesta, era il 1980 e furono inviate oltre mille cartoline all’allora Presidente della Repubblica, Sandro PERTINI, per chiedere l’immediata apertura della struttura.

Ospedale, ovviamente, mai aperto, ma sempre rinnovato nella struttura, negli impianti e nelle idee progettuali. Numerosi anche i concorsi espletati, legati alla necessità di assumere personale medico, infermieristico ed amministrativo.
Per aiutare a meglio comprendere la dinamica di questa incredibile e triste storia è opportuno ripercorrere brevemente quanto è avvenuto negli anni più recenti.
Nel 1994 veniva ribadita la necessità di apertura dell’Ospedale di San Bartolomeo in Galdo, tant’è che la Regione Campania istituiva il Sistema regionale per l’Emergenza Sanitaria (Legge Regionale n.2 del 11.01.1994) e definiva l’Ospedale di San Bartolomeo in Galdo P.S.A. (Pronto Soccorso Attivo), inserendolo come tale nel Piano Regionale Ospedaliero (L.R. n. 2 del 1998).

L’Ospedale avrebbe avuto 133 posti letto, con reparti di medicina, chirurgia, ostetricia etc…, e tutti i servizi di un Ospedale, compreso un Pronto Soccorso.
Nell’anno 2002 l’A.S.L. cambiò il modello P.S.A. e ridusse i posti letto previsti a 90 (Del. n.87 del 21.03.2002). Venne introdotto il modello di Ospedale di Comunità e progettata l’attivazione nell’Ospedale di un Presidio SAUT e un punto S.T.I. (Servizio Trasporti Infermi) per gestire le emergenze del territorio. L’Ospedale definito “aperto al territorio” avrebbe risposto meglio alle esigenze della popolazione.
Nel 2008, con la Legge Regionale n.16 del 28.11.2008, la programmazione per l’Ospedale di San Bartolomeo in Galdo scende a 20 posti letto di area medico-chirurgica e 4 di area critica, per un totale di 24 posti letto.

Nel frattempo, correva l’anno 2005, per non vanificare, si diceva, la rilevante spesa economica già sostenuta per il completamento dell’Ospedale “Padre Pio” e per venire incontro alle esigenze sanitarie della zona fortorina, con apposita delibera dell’Azienda Sanitaria si prevedeva l’apertura a San Bartolomeo in Galdo di un PSAUT (individuato nella normativa regionale quale struttura di primo intervento in cui è prevista l’assistenza medica per casi di minor complessità, la osservazione medica breve e la piccola chirurgia).

Anche in questo caso, però, solo un susseguirsi di promesse e annunci, oltre, ovviamente, ad un notevole spreco di danaro pubblico per lavori di adeguamento strutturale ed impiantistico nella struttura.
Si riportano, di seguito, alcune delle dichiarazioni rese dal management dell’A.S.L. BN1.

Da “il Mattino” del 06.03.2009: “Sembra che il ritardo sull’apertura del PSAUT all’interno del complesso ospedaliero e già dotato dell’attrezzatura necessaria, sia dovuto alla verifica dell’utilizzo del generatore che dovrà garantire la continuità per l’erogazione dell’energia elettrica. Trattandosi di un pronto soccorso, il PSAUT deve essere dotato di ogni macchinario che consenta ad un medico chirurgo di poter operare in caso di urgenza per stabilizzare il paziente. Si attende quindi solo l’attestazione da parte dei tecnici del funzionamento del gruppo di continuità e si procederà all’inaugurazione del nuovo PSAUT di San Bartolomeo in Galdo. Non solo spiega ZERELLA, ma faremo in modo di rendere attivo anche l’eliporto che garantirà sicuramente un trasporto presso centri attrezzati e di eccellenza dei pazienti stabilizzati nel PSAUT”.

Da il “Sannio Quotidiano” del 08.09.2009: “Aprire entro l’anno due nuovi pronto soccorso in provincia. E’ l’obiettivo al quale sta lavorando l’Asl Bn1 per potenziare i servizi sanitari territoriali. Si tratta dei cosiddetti PSAUT (Pronto Soccorso Attivo Urgenze Territoriali), strutture di primo soccorso territoriale attive 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno. I due nuovi presidi saranno realizzati nei Distretti Sanitari di San Bartolomeo in Galdo e Montesarchio, a servizio dei comprensori fortorino e caudino. A San Bartolomeo il Pronto Soccorso attivo sarà localizzato presso l’Ospedale “San Pio”. L’attivazione prescinde dall’apertura del nosocomio fortorino: “Contiamo di poter attivare il presidio PSAUT in tempi brevi –spiega il Direttore Sanitario dell’Asl Bn1, Tommaso ZERELLA- manca solo qualche adempimento burocratico. Speriamo di riuscire a dotare al più presto, magari entro la fine dell’anno, il distretto fortorino della importante struttura”.
L’anno, però, si chiude con un nulla di fatto.

Inizia il 2010!!! Con il decreto n.8 del 9 marzo 2010 (Riorganizzazione rete ospedaliera della Provincia di Benevento), il Commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro del settore sanitario, preso atto che con nota n.28768 del 23.02.2010 la A.S.L. BN comunicava che “nell’Ospedale di San Bartolomeo in Galdo sono stati ultimati i locali per il PSAUT che potrebbe essere attivato da subito”, decretava l’apertura del PSAUT nel presidio di San Bartolomeo in Galdo.

All’indomani questi i titoli dei giornali:

Da “Il Sannio Quotidiano” del 10 marzo 2010: “A San Bartolomeo in Galdo PSAUT attivo entro due settimane”; da “Il Mattino” del 10 marzo 2010: “Fra quindici giorni il Saut a San Bartolomeo in Galdo”.
Dopo continui rimandi e slittamenti si arriva al mese di giugno.
Da “Il Mattino” del 26 giugno 2010: “A San Bartolomeo in Galdo, altro fronte caldo della sanità sannita, cresce il malcontento per la mancata apertura del PSAUT, ubicato in quella che avrebbe dovuto essere la sede dell’ospedale. All’inizio di giugno Domenico Iuliano, il direttore del Distretto sanitario di S. Bartolomeo, aveva assicurato che l’apertura era ormai questione di giorni; da allora, però, non si sono registrate novità di sorta”.

Quello che segue è una civile azione di protesta dei sottoscritti amministratori comunali davanti alla sede dell’A.S.L. BN1, durata una decina di giorni, che culmina il 5 luglio con l’adozione da parte dei Commissari A.S.L. (LACATENA – SPINOSA – MARCHIELLO) della delibera n. 263, che prevede “di attivare il PSAUT di San Bartolomeo in Galdo in esecuzione del decreto n.8 del 9 marzo 2010 a firma del Sub Commissario ad acta, nelle more della definitiva riorganizzazione del sistema di emergenza territoriale 118 della ASL Benevento”.

Sembrava cosa fatta, ma invece l’apertura viene ancora una volta rimandata.
Intanto, via i vecchi Commissari, viene nominato nuovo Commissario Straordinario dell’ASL BN1 il Prof. Enrico DI SALVO, il quale, il 30 agosto, in visita a San Bartolomeo in Galdo, promette l’attivazione del PSAUT a partire dal 1 ottobre.
Da “Il Sannio Quotidiano” del 31 agosto 2010: “C’è una nuova data per l’apertura del pronto soccorso territoriale di San Bartolomeo in Galdo. L’atteso PSAUT fortorino potrebbe essere attivato dal prossimo 1 ottobre, data indicata direttamente dal commissario straordinario dell’Asl, Enrico Di salvo, recatosi ieri sul posto per un incontro con i cittadini e le autorità locali”.
Purtroppo, nemmeno questa volta la data viene rispettata.
Da “Il Mattino” del 6 ottobre 2010:”Di Salvo: l’ospedale di Cerreto chiude e da oggi PSAUT attivo. S. Bartolomeo parte a novembre”.

Si giunge, così, all’adozione da parte del Commissario Straordinario della deliberazione n.103 del 08.10.2010, con la quale si prevede “di istituire e rendere attivo, con decorrenza 3 novembre 2010, il PSAUT presso la sede della Struttura Ospedaliera di San Bartolomeo in Galdo, oggetto di riconversione in Struttura Polifunzionale per la Salute (SPS), trasferendo in toto il SAUT di Foiano Valfortore (ambulanza, personale sanitario medico e non medico ed autisti soccorritori) presso l’istituendo PSAUT di San Bartolomeo in Galdo; utilizzando il contingente medico di 6 unità del SAUT di Foiano V. come postazione medica fissa dello PSAUT di S. Bartolomeo in Galdo; recuperando in isorisorse il restante personale infermieristico, necessario alla postazione fissa dell’istituendo PSAUT di S. Bartolomeo in Galdo, dalla riorganizzazione del sistema di emergenza territoriale nella quota parte affidata al RTI Sani.T-Modisan ”.

Successivamente, a seguito della richiesta di alcuni Sindaci del Fortore che invitavano il prof. Di Salvo a rivedere la propria decisione, il 28 ottobre veniva indetta presso la sede A.S.L. di Benevento una riunione in cui veniva stilato e sottoscritto un documento che faceva slittare alla data del 1 dicembre 2010 l’attivazione del PSAUT a San Bartolomeo in Galdo.
Sta di fatto che il 2010 si chiude, due mesi del nuovo anno sono già passati, ma l’apertura del PSAUT, a ben vedere, resta ancora una chimera.
A questo punto viene da domandarsi: quanta altra pazienza dovrà ancora avere il popolo di San Bartolomeo in Galdo?
 
Facciamo appello, quindi, alla Sua autorevolezza e Le chiediamo, pur consapevoli di tutte le difficoltà in cui si dibatte, di intervenire in prima persona e di fare tutto il possibile affinché questa triste vicenda possa finalmente concludersi e nel miglior modo.

Ringraziando anticipatamente per la sensibilità e l’attenzione che sicuramente riterrà di offrire alla problematica, Le rivolgiamo l’invito a visitare in forma ufficiale la città di San Bartolomeo in Galdo, certi che la visita sarà di incoraggiamento per la nostra comunità e le sue Istituzioni.
Con osservanza.

Gli Amministratori Comunali:
SANGREGORIO Vincenzo, GAROFALO Matteo, PEPE Fernando, FIORILLI Gianpaolo, FERRO Salvatore, PACIFICO Antonio, BUCCIONE Francesco, MONACO Antonio, SPALLONE Alessandro, PEPE Raffaele, CATULLO Pasquale G. e RICCIARDI Giovanni

venerdì 18 marzo 2011

I Radicali mettono online i dati patrimoniali di eletti e nominati “per controllare la Casta”


Come possono i cittadini controllare la ‘casta’ dei politici? Sarebbe necessaria una piattaforma che consentisse di pubblicare online dati e compensi, costi delle consulenze e redditi annuali. A questo hanno pensato i radicali con il sito http://anagrafepubblica.radicaleaks.it/ che sullo stile di Wikileaks intende rendere pubblici e liberamente consultabili dai cittadini i dati patrimoniali che riguardano eletti e nominati. Già dal 2007, i radicali hanno portato avanti una campagna per la trasparenza che in molte amministrazioni, dai Comuni alle Regioni, è già una realtà.

Continua su www.ilfattoquotidiano.it

Al momento nessun deputato sannita ha dato il proprio consenso alla pubblicazione online della dichiarazione patrimoniale personale (beni mobili e immobili, redditi e spese elettorali).

giovedì 17 marzo 2011

150esimo, l'Altro sud scrive a Napolitano

di Antonio Gentile*

Caro Presidente,
per questi centocinquant'anni di unità nazionale Lei ci chiede di festeggiare, di commemorare. Ci chiede di sventolare il tricolore e magari di cantare l'inno di Mameli, abbracciando gli altri fratelli italiani.

Ma la storia dell'Italia unita, quella vera, per noi Meridionali, è stata anche una storia di umiliazione, di sopraffazione, di sfruttamento. Il Sud ha visto dopo l'Unità nazionale perdere la sua autonomia sotto la violenza sanguinaria delle baionette piemontesi.

Ha visto la sua economia sacrificata all'interesse prevalente delle regioni settentrionali. Ha visto milioni dei suoi concittadini lasciare con rassegnazione e per sempre la loro terra, tra il dolore irrefrenabile delle madri e delle mogli, per finire spesso nei ghetti delle nebbiose città padane o di altre parti del mondo - “dobbiamo separarci come morti, eppure siamo vivi” - , e sentire sulla propria pelle il disprezzo e il razzismo dei “fratelli” del Nord. Si ricorda le scritte “non si fitta ai meridionali” oppure “vietato l'ingresso ai meridionali”.

Questo Sud ha visto centinaia di migliaia dei suoi giovani migliori costretti a morire atrocemente per difendere la nuova patria al grido “avanti Savoia”, come nel caso della Prima Guerra mondiale che, come tutti sanno, è stata una vera macelleria di uomini, mandati a perire in terre lontane e sconosciute per motivazioni che, dalle nostre parti, non interessavano a nessuno.

Ha visto prosperare l'altra Italia, favorita nello sviluppo industriale, per la costruzione di infrastrutture, di servizi, di trasporti, mentre il suo ruolo era sostanzialmente quello di essere una colonia di consumo dei prodotti delle industrie settentrionali, di fornitore di manodopera e luogo per drenare ricchezza da investire nelle regioni più ricche.

Soprattutto, il nostro Sud, con questa unità, ha visto cancellare la propria identità storica, diventata anzi motivo di umiliazione. E così è stato per il nostro immenso patrimonio artistico e culturale, testimonianza straordinaria di un grande passato, precipitato in gran parte nel degrado e nell'oblio.

Lei parla, Caro Presidente, di Italiani e di unità nazionale, mentre i sostenitori dell'inferiorità razziale, psicologica, sociale e morale degli Italiani del Sud, così come avveniva all'inizio del Novecento con “la verità della dottrina positiva”, tornano a tuonare contro il Meridione parlando delle “due razze”, delle “due psicologie” e chiedere indisturbati la secessione dai loro “fratelli terroni”.

Oggi, gli uomini dalla “svastica verde”, che devono gran parte del loro successo politico proprio al pregiudizio anti-meridionale, guidano incredibilmente il governo italiano, sottraendo ricchezza e futuro alla gente del Sud, mentre portano avanti il loro progetto di divisione del Paese. Progetto, quest'ultimo, strutturato agli inizi degli anni Novanta e che porterà il Mezzogiorno a staccarsi dall'Europa, diventando il primo stato-mafia del Vecchio Continente.

Il Sud affonda nel degrado del suo patrimonio naturalistico, cementificato e avvelenato dai rifiuti tossici inviati dalle altre regioni italiane. Affonda, come in una immensa periferia d'Europa nella disoccupazione, nella precarietà, nella violenza delle mafie, nella povertà delle sue famiglie, nel tradimento dei suoi rappresentanti politici.

Dunque, Caro Presidente Napolitano, Lei ci chiede di gridare “viva l'Italia”. Ma che Italia è mai questa? Dove sono i nostri fratelli? Dov'è la dignità del nostro popolo? Dov'è il nostro futuro comune?

Noi ci inchiniamo davanti a Lei perché Lei è e rimane il nostro Presidente. Perché Lei è figlio autorevole di quell'altro Sud per cui noi ci battiamo.
Ma La prego non ci chieda di festeggiare. Proprio non ci riusciamo.

Nei giorni che si sono voluti dedicare all'Unità d'Italia tutti noi daremo invece un contributo di solidarietà ai nostri cittadini più sfortunati, con un gesto d'amore per la nostra terra, avendo però dentro tutta la rabbia e il dolore per questa Italia mai realizzata.

*Presidente nazionale de L'Altro Sud

mercoledì 16 marzo 2011

NUCLEARE, ECCO LA MAPPA PER LE CENTRALI IN ITALIA


Ecco l'elenco del Cnen del 1979 oggetto dell'interrogazione del gruppo del Pd alla Camera, che denuncia l'esistenza di una mappa di siti nucleari nascosta dal governo: Piemonte 1. la zona lungo il Po, da Trino a nord di Chivasso (Vercelli). 2. la zona intorno alla Dora Baltea a sud di Ivrea (Biella) Lombardia 3. la zona a nord di Voghera lungo il Po (Pavia) 4. la zona a sud di Mantova lungo il Po 5. la zona a sud di Cremona lungo il Po Veneto 6. la zona a sud di Legnago fra Adige e Po (Rovigo) 7. la zona del delta del Po (Rovigo) 8. la zona della foce del Piave (Venezia) 9. la zona costiera al confine con il Friuli (Venezia) Friuli Venezia Giulia

10. la zona costiera al confine con il Veneto (Udine) 11. la zona lungo il Tagliamento tra Spilimbergo e Latisana (Udine-Pordenone) Emilia Romagna 12. La zona costiera a nord (Ferrara e Ravenna) e la meridionale fino a Rimini 13. La zona a nord di Fidenza fra Taro e Po (Parma) Toscana 14. Isola di Pianosa (Livorno) 15. la zona costiera a nord di Piombino fino a Cecina (Livorno) 16. la zona a sud di Piombino fino a Follonica (Grosseto) 17. la zona costiera di Grosseto e la zona a nord e a sud del Monte Argentario (Grosseto) Lazio 18. la zona costiera di Montalto di Castro (Viterbo) 19. l'area di confluenza tra Nera e Tevere tra Magliano Sabina e Orte (Viterbo)

20. l'area costiera di Borgo Sabotino (Latina)Campania 21. Foce del Garigliano (Caserta) 22. Foce del Sele (Salerno) Calabria 23. area costiera di Sibari (Cosenza) 24. la zona costiera tra il fiume Nicà e la città di Cosenza. 25. la zona costiera ionica vicino alla foce del Neto (Crotone) a nord di Crotone (Marina di Strongoli, Torre Melissa, Contrada Cangemi, Tronca). 26. la zona costiera ionica in corrispondenza di Sella Marina, tra il fiume Simeri e il fiume Alli (Catanzaro) Molise 27. la zona costiera meridionale alla foce del Biferno (Termoli) Puglia 28. zona costiera al confine con la Basilicata (Taranto) 29. zona costiera a nord del promontorio del Gargano in prossimità di Lesina (Foggia)

30. zona costiera del Golfo di Manfredonia (Foggia) 31. la zona costiera ionica a nord di Porto Cesareo (Lecce) 32. la zona costiera ionica a sud di Gallipoli (Lecce) 33. la zona costiera adriatica a nord di Otranto (Lecce) vincoli naturalistici 34. la zona costiera a sud di Brindisi (Lecce) vincoli naturalistici 35. la zona costiera in corrispondenza di Ostuni (Brindisi) Basilicata 36. tutta la costa della regione Sardegna 37. foce del Flumendosa (Cagliari) 38. costa orientale a sud del Golfo di Orosei (Nuoro) 39. costa orientale a nord del Golfo di Orosei (Nuoro)

40. zona costiera sud tra Pula e Santa Margherita di Pula (Cagliari) 41. costa occidentale zona costiera a nord e sud del Golfo di Oristano (Oristano) Sicilia 42. zona costiera intorno al comune di Licata (Agrigento) 43. la zona costiera tra Marina di Ragusa e Torre di Mezzo (Ragusa) 44. la zona costiera intorno a Gela (Caltanissetta) 45. la zona costiera a sud di Mazara del Vallo (Trapani).

www.leggo.it

martedì 15 marzo 2011

Primo Forum della Sanità nel Fortore


Sabato 19 marzo si svolgerà nella Sala consiliare di San Bartolomeo in Galdo il primo Forum della Sanità nel Fortore.
Il Forum, nasce dall’idea di cercare di mettere al centro i Cittadini per conoscere i loro desideri in campo socio-sanitari, dialogare con loro tecnicamente (lo scrivente è stato direttore generale della ASL di Fabriano) e magari puntare all’utilizzo, almeno parziale, della struttura ospedaliera di San Bartolomeo in Galdo, chiusa ancor prima di essere aperta e prima che sia regalata a qualche grosso operatore sanitario privato, amico degli amici.

L’idea è sostenuta e ispirata solo da questo progetto e dietro non c’è alcun padrino politico né ci sarà mai poiché i politici, da sempre, vanno in campagna o in montagna solo a prendere solo i voti per essere legittimati ad andare a Roma e poi fregarsene degli elettori.

Quindi la politica resta fuori nel senso che se concorderemo su un progetto valido ci rivolgeremo al mercato per trovare le soluzioni fattibili.
D’altra parte la Regione Campania e la sua situazione fallimentare in sanità permette a malapena la gestione ordinaria e neppure quella.
Gli altri due ispiratori del Forum, il dott. Giuseppe Bozzelli e l’avv. Maria Faretra possono confermare la seria volontà di perseguire col Forum qualcosa di diverso dalle solite conferenze dove uno o più oratori parlano e la gente non può intervenire se non in misura secondaria e marginale.

Vogliamo avviare un metodo nuovo di relazione con la gente riguardo i problemi socio-sanitari, affermano in coro tutti e tre e siamo certi che i risultati arriveranno senza intermediari o padrini poiché il popolo è veramente stanco e non si lascia più prendere in giro.

Vittorio Conte
Coord. Reg. Campania Mov. Ital. Disabili

lunedì 14 marzo 2011

Rifiuti, la Regione immagina nuove discariche nel Sannio


Si riapre lo scontro istituzionale, forse mai chiuso, tra la Provincia di Benevento e la Regione Campania in marito al piano regionale dei rifiuti. L’assessore provinciale all’Ambiente Gianluca Aceto ha chiesto al suo omologo regionale Giovanni Romano di poter discutere sulla proposta di piano regionale dei rifiuti solidi urbani. Il timore, infatti, è che si possano decidere nuove localizzazioni nel Sannio di discariche di rifiuti solidi urbani provenienti dal napoletano.

La Provincia di Benevento, come già fatto in precedenza, ha quest’oggi nuovamente lamentato alla Regione che non sono state affatto recepite le linee programmatiche della stessa Provincia di in materia di gestione del ciclo dei rifiuti. La vicenda è stata definita “preoccupante” da Aceto, il quale ha scritto all’assessore Romano per ricordare che, mentre ancora non è stata avviata alcuna discussione e alcun confronto Regione/Provincia di Benevento, “si avvicina la scadenza per la presentazione della proposta definitiva all’Unione Europea” del documento regionale. Si tratta, ha proseguito Aceto, di un comportamento poco lineare da parte della Regione, perché, “contrariamente a quanto avvenuto per la proposta di Piano rifiuti speciali, attualmente oggetto di confronto allargato”, la Regione stessa non ha ritenuto nemmeno di inviare una bozza del documento del Piano Rifiuti solidi Urbani alla Provincia di Benevento, tanto che, ha sottolineato Aceto, egli stesso è riuscito ad attingere notizie e le linee di indirizzo del Piano “esclusivamente da resoconti giornalistici”.

La cosa che induce Aceto ad essere preoccupato è sempre la stessa: che il Sannio venga ancora una volta individuato come sede di discarica per i rifiuti del napoletano. Scrive infatti Aceto che “sempre da dichiarazioni rese alla stampa da autorevoli rappresentanti istituzionali sopratutto della Provincia di Napoli”, tali soggetti “punterebbero direttamente alle zone interne della Campania, e quindi alle province di Benevento e Avellino” per localizzare nuove discariche.

La Provincia di Benevento rispetto a questa ennesima iattura che si profila all’orizzonte ha preso dunque nuovamente posizione. Aceto infatti ha scritto all’assessore regionale Romano: “Nel ribadire sin d’ora la netta contrarietà ad ipotesi del genere, mai discusse con la Provincia di Benevento, ti rinnovo l’invito a convocare un tavolo per discutere della proposta di Piano regionale RSU. E’ superfluo sottolineare che tale riunione riveste carattere di urgenza”.

(BCR Magazine)

domenica 13 marzo 2011

Alto Sannio, leggera scossa di terremoto stanotte


Per carità, nessun paragone con le drammatiche vicende che si stanno vivendo all'altro capo del mondo... Ma una leggera scossa di terremoto ha interessato, questa notte, anche il nostro Sannio. Secondo i dati registrati dall'Istituto di geofisica, il terremoto, di magnitudo 2.1, è avvenuto alle 00.15, ad una profondità di quasi 13 chilometri nel distretto sannita ai confini col Molise.

Ed infatti i comuni coinvolti nell'arco di dieci chilometri sono stati Castelpagano, Circello, Colle Sannita e Santa Croce del Sannio. Nell'arco dei venti chilometri, invece, troviamo Baselice, Campolattaro, Casalduni, Castelvetere in Val Fortore, Fragneto l'Abate, Fragneto Monforte, Molinara, Morcone, Pago Veiano, Pesco Sannita, Pietrelcina, Ponte, Pontelandolfo, Reino, San Giorgio la Molara, San Lupo, San Marco dei Cavoti, Sassinoro.

www.ntr24.tv