sabato 2 ottobre 2010

Fortore giù il sipario!


Vi sono notizie che nella vita non vorremmo mai apprendere, invece, ahinoi, l’apprendiamo. Baselice perde un illustre cittadino. Il prof Alfonso Mascia. Perde l’intellettuale più organico alla sua gente. Un’avanguardia culturale, come si diceva una volta. Colui che meglio ha saputo interpretare la coscienza collettiva di un popolo e raccontarne le più profonde contraddizioni.

Mascia è anche il filologo che ha dato dignità al dialetto locale, tanto da scriverne, uno dei pochi, un dizionario. L’amore per la sua terra è stato totale, assoluto, anche se a volte non compreso.

Ma Mascia è soprattutto il commediografo che ha portato in scena quella società contadina che stava per scomparire per sempre, il dramma del brigantaggio, della guerra, dell’emigrazione, della modernità. Tutto colorito da una vena ironica di cui era maestro.

Alfonso Mascia non faceva teatro. Alfonso Mascia è il teatro. Grazie alle sue opere oggi i baselicesi, e più in generale i fortorini, possono rivedere se stessi. Come in un grande specchio della storia, che poi è quella di sempre, la storia degli uomini. Forse è questa la più grande lezione che ci lascia. Guardare meglio dietro alle apparenze delle cose, è lì che si nasconde quell’umanità che la sua intelligenza sapeva portare a galla.

«Mi è piaciuto leggere – scrive nella prefazione della raccolta riveduta “Fortore, su il sipario”, dato alle stampe pochi mesi fa – nel gran libro della storia le pagine della mia gente, abbarbicata a questi monti e in queste valli, alzare il sipario sulla realtà storica, umana, sociale, e culturale di ieri e forse ancora oggi e dar voce ai suoi umili eroi. Nei canti corali qua e là, canti per lo più mesti e solenni, ho voluto che respirasse l’anima della gente fortorina».

Ultimamente lo si vedeva poco in giro. Preferiva il contatto con la natura. Con il bel tempo se ne andava in campagna a coltivare la sua amata vigna. Ed è proprio la sua terra che se l’è portato via per sempre. Per una volta è il caso di dire “Fortore, giù il sipario”.

Mascia lascia un vuoto incolmabile, una ferita profonda, ma lascia anche un patrimonio inestimabile di opere in cui poter ritrovare se stessi.

E mentre tiriamo giù il sipario con somma mestizia, lo ricordiamo con queste parole: “Nessun uomo è un'isola, intero per se stesso. Ogni uomo è un pezzo del continente, una parte della terra. Se una zolla viene portata dall'onda del mare, l'Europa ne è diminuita, come se un promontorio fosse stato al suo posto, o una magione amica, o la tua stessa casa. Ogni morte di uomo mi diminuisce perché io partecipo dell'umanità” (John Donne).

(ha collaborato Antonio Cormano)

venerdì 1 ottobre 2010

Professore muore accendendo le stoppie

Questo blog in genere non pubblica fatti di cronaca, se anche questa volta lo facciamo è esclusivamente per informare chi vive fuori da Baselice.

Un docente in pensione è morto nell’incendio di alcuni arbusti a pochi metri dalla sua abitazione. È accaduto alla via Coste alla periferia di Baselice. La vittima è Alfonso Mascia 70 anni. Il docente, claudicante, era solito recarsi nella sua abitazione in campagna e svolgere alcuni lavori nei campi. Secondo una prima ricostruzione lo avrebbe fatto anche nel pomeriggio di ieri.

A tarda sera un figlio del docente si recato preso la casa di campagna ed ha trovato il corpo del padre accanto ad un rogo di arbusti con delle gravi ustioni sul corpo. Ha avvisato i carabinieri della stazione di Baselice. Sono giunti anche i carabinieri della Compagnia di San Bartolomeo che hanno informato il sostituto procuratore della Repubblica Capitanio. Sul posto il medico legale Monica Fonzo. Dai primi accertamenti si ipotizza che le fiamme hanno avvolto l’uomo che non è riuscito ad allontanarsi e porsi in salvo. Si ipotizza una disgrazia. In pratica il professore non sarebbe riuscito a controllare le fiamme che aveva provocato nell’eseguire lavori nei campi.

www.ilmattino.it

giovedì 30 settembre 2010

Le strade e la Provincia

La Giunta provinciale di Benevento ha approvato il progetto per i lavori di ripristino del piano viabile e la regimentazione delle acque superficiali sulla strada provinciale numero 54 Baselice–Ponte Carboniera. A renderlo noto l'ufficio stampa della Provincia.

"L’intervento - informa il comunicato - comporta una spesa di 150mila euro. La strada n. 54 è estesa oltre diciassette chilometri ed attraversa una zona particolarmente inclemente dal punto di vista morfologico e meteorologico: le accentuate precipitazioni alluvionali e nevose degli ultimi due anni hanno creato una condizione di accentuato degrado della sede stradale con pesanti disagi alla sicurezza stradale compromettendo la stessa transitabilità".

martedì 28 settembre 2010

Baselice, bando per il servizio civile


Il Comune di Baselice è stato ammesso al bando per la selezione di 4 volontari da impiegare nel progetto di servizio civile denominato “Insieme si può” . Lo comunica l’assessore alle Politiche del lavoro, Salvatore Brancaccio, che invita i giovani interessati, con età compresa tra i 18 ed i 28 anni, a presentare la domanda presso la segreteria dell’ente, utilizzando esclusivamente l’apposito modello da ritirare in Comune entro le ore 13 del 4 ottobre. La domanda deve essere corredata da copia fronte-retro di un documento di riconoscimento.

«E’ un’opportunità – afferma Brancaccio – per quei giovani che vogliono fare un’esperienza nuova ed interessante. Invito pertanto i giovani a presentare domanda, per qualsiasi tipo di informazione sono a loro disposizione»

Per ulteriori informazioni si può visitare anche
il sito www.serviziocivile.it .

lunedì 27 settembre 2010

Anche Canonico a Ripa Teatina


Secondo atto del gemellaggio San Bartolomeo in Galdo-Ripa Teatina, rappresentati rispettivamente dai sindaci Enzo Sangregorio e Mauro Petrucci. Le delegazioni si sono ritrovate, in nome di Rocky Marciano, sabato scorso nella sala polivalente del Palazzo comunale del comune abruzzese, alla presenza del presidente del Consiglio regionale, del prefetto, del presidente della Provincia e del sindaco di Chieti.
Il primo atto si è svolto il 22 agosto a San Bartolomeo in Galdo. In quell’occasione fu consegnata al sindaco del Comune abruzzese, la chiave della città fortorina.

A partecipare all’iniziativa c’era anche il sindaco di Baselice, Domenico Canonico.
Nel suo intervento Canonico, in qualità di rappresentante del Fortore, zona di origine della madre del campione, Giuseppina Picciuto, ha portato i saluti della comunità ed ha posto l’accento sulle analogie e caratteristiche comuni tra le due aree geografiche come il fenomeno dell’emigrazione, le caratteristiche orografiche del territorio e soprattutto quelle culturali ed enogastronomiche.
Il sindaco ha ricordato poi come queste due zone siano importanti per la produzione vitivinicola l’una per il Moscato di Baselice l’altra per il famoso Montepulciano d’Abruzzo.
Infine, ha invitato tutti presenti a visitare i comuni del Fortore.

sabato 25 settembre 2010

Rocky, il secondo atto del patto di gemellaggio

Oggi 25 settembre secondo atto del patto di gemellaggio con la città di Ripa Teatina (Chieti). L’amministrazione comunale di San Bartolomeo in Galdo, guidata dal sindaco Vincenzo Sangregorio, si recherà nella cittadina abruzzese per suggellare il gemellaggio in nome del pluricampione di pugilato Rocky Marciano. Il primo atto si è svolto il 22 agosto a San Bartolomeo in Galdo.

In quell’occasione fu consegnata al sindaco di Ripa Teatina, Mauro Petrucci, la chiave della città di San Bartolomeo.

La cerimonia della firma del patto di gemellaggio si svolgerà alle 17,00 presso la sala polivalente del Palazzo comunale di Ripa Teatina, dove si svolgerà una seduta del Consiglio comunale. Altermine della cerimonia è prevista la consegna delle chiavi della città di Ripa da parte del sindaco Mauro Petrucci al sindaco di San Bartolomeo Vincenzo Sangregorio.

Prima della firma del patto di gemellaggio tra le due cittadine accomunate dal nome di Rocky Marciano, ci sarà la consegna del premio “Arbor Pacis” di Assisi al sindaco di Ripa Teatina Mauro Petrucci.
Alla manifestazione, oltre l’Amministrazione comunale, sarà presente anche una nutrita delegazione di cittadini sanbartolomeani. E’ prevista anche la presenza di alcuni parenti, provenienti da San Bartolomeo, del campione Rocky Marciano.

venerdì 24 settembre 2010

CASTELLAMMARE:SIAMO CON VOI

di Antonio Gentile

È una lunga e prestigiosa storia quella dei cantieri di Castellammare di Stabia, diventati un vanto e un esempio di quel Sud che lavora duro, che ha professionalità e creatività.
Era infatti il 1783, in piena nazionalità meridionale, quando Giovanni Edoardo Acton, Primo Ministro di Re Ferdinando IV fonda l'imponente struttura cantieristica navale.

Non passano che tre anni e la prima nave, il “Partenope”, prende il mare, inaugurando un lungo e glorioso percorso di realizzazioni. Il “Sannita”, il “Vesuvio”, l' “Archimede” durante il governo borbonico. E, poi, tante altre durante la sofferta gestione italiana. “Giuseppe Garibaldi”, “Caio Duilio”, “Amerigo Vespucci”, “Arbatax”, “Canguro Azzurro”, “Maddalena”, “Vittorio Veneto”,”Ardito”, “Sibari”, “Carducci”, “Leopardi”, “Verga”, “Emilia”, “Flaminia”, “Finstar”, “Cruise Barcelona”, tanto per citarne solo alcune. Più di settemila navi di ogni tipo, costruite dalla fondazione dei cantieri, sono la testimonianza concreta delle grandi capacità meridionali.

Una storia fatta di uomini forti e ingegnosi, che hanno regalato a tutta Italia un modello di efficienza e di progettualità vincente. Ma anche un esempio di lunghe battaglie operaie e sindacali per la conquista di diritti e di dignità dei lavoratori.

Eppure, tutto questo patrimonio, incredibilmente, lo si vuole cancellare di colpo. Si parla di crisi del settore, e improvvisamente spunta una bozza in cui si prospetta un nuovo piano industriale che porterebbe alla chiusura definitiva dello stabilimento stabiese, con centinaia di licenziamenti, mille nel solo indotto, duemilacinquecento in tutta Italia. Un vero disastro sociale che metterebbe definitivamente in crisi l'economia campana già bersaglio, negli ultimi anni, di una lunga lista di chiusure, fallimenti, smantellamenti e trasferimenti. E tutto questo, si svolge nella pressoché assenza della classe politica meridionale, sempre più rinchiusa nella gestione dei propri privilegi e del tutta disinteressata alla sorti dei nostri lavoratori. Sono migliaia i disoccupati e i cassintegrati che si sono aggiunti recentemente alla lunga lista nera. Mentre i partiti nazionali, vigliaccamente, fanno a gara ad accontentare l'egoismo razzista e secessionista della Lega Nord che, senza ostacoli, continua ad accanirsi con sussulti di vera e propria ostilità contro il martoriato corpo meridionale.

A che servono, poi, le proteste dei sindacati e degli stessi lavoratori, che hanno pur manifestato energicamente la loro rabbia, se il governo padanizzato finge di non vedere, di non sapere, di non potere. E nessuno riesce a far rispettare gli impegni presi con i lavoratori e assunti, tra l'altro, dallo stesso amministratore delegato Giuseppe Bono.

Il precipitare del quadro economico nelle varie realtà del Mezzogiorno, con il suo corteo di povertà, di disoccupazione, di emarginazione, crea una miscela esplosiva che potrebbe coinvolgere l'intero Paese. Per i Meridionali, dunque, la necessità di un nuovo modo di rappresentanza politica, e di tutela dei propri interessi. È il Sud che deve riprendere la sua autonomia decisionale, affrancandosi da un sistema politico in gran parte corrotto e piegato al tornaconto delle regioni forti.
Solo una forza politica esclusivamente meridionale, rappresentata da persone oneste ed affidabili, che ha come proprio obiettivo ideale la salvaguardia esclusiva della propria comunità potrà, finalmente, cambiare i destini dell'intero Mezzogiorno, stravolgendo l'attuale asfittico panorama politico italiano.

Noi de L'Altro Sud, questo impegno, l'abbiamo iniziato da tempo, raccogliendo progressivamente consensi e motivazioni. Ed è per tutto questo, quindi, che sosteniamo con determinazione la battaglia degli Amici della Fincantieri di Castellammare di Stabia, così come abbiamo fatto per Pomigliano e Termini Imerese.
Una battaglia per i diritti. Una battaglia per continuare, tutti insieme, a sperare.

giovedì 23 settembre 2010

Peschereccio italiano mitragliato dai libici

di Nicola Perrini

In acque internazionali un peschereccio italiano di Mazara del Vallo viene preso di mira dai libici, che sparano raffiche di mitragliatrice ad altezza d’uomo. Vari fori nelle strutture del peschereccio, dimostrano che solo per un miracolo non ci sono state vittime. Il comandante del peschereccio ha dichiarato che non è stato un incidente, ma un attacco deliberato. A bordo dell’unità navale, dono dell’Italia destinato al pattugliamento congiunto Italia-Libia contro l’immigrazione clandestina, anche alcuni finanzieri italiani.

Il fatto, di inaudita gravità, richiederebbe un immediato intervento del nostro governo ed una revisione degli accordi bilaterali Italia-Libia. Ma gli italiani, anzi alcune imprese del Nord, hanno forti interessi in Libia ed ecco che la vicenda si sgonfia. I libici hanno chiesto scusa, ha riferito il ministro leghista Maroni. La fretta con cui viene liquidata la vicenda, lascia intuire che la ragion di stato, anzi per meglio dire la ragion di Padania, consiglia di far finta di niente ed andare avanti. Qui infatti non ci sono allevatori del Nord da proteggere e magari da sostenere, pagando per loro le multe delle quote latte (3,7 miliardi di euro pagati dai contribuenti italiani), ma solo dei pescatori meridionali, siciliani per giunta. Che si arrangino da soli, anzi che affondino con tutta l’Italia meridionale; a noi del Nord interessano solo le nostre imprese e le nostre scuole leghiste. Non è vero ministro Bossi?

www.laltrosud.it

mercoledì 22 settembre 2010

Le università campane

Di Gaetano Pietropaolo

Esiste anche un Sud efficiente se qualcuno non se ne fosse accorto. Non solo covo di ladri e di banditi, ma anche luogo di esperimenti virtuosi. Esperimenti su cui non va taciuto, per il bene di 20 milioni di persone che, ancora per ora, abitano il Mezzogiorno e che sono sempre più soggette ad una specie di frustrazione sistemica indotta dal parlare solo e soltanto di ciò che c’è di negativo al Sud, contrapponendolo, spesso, a ciò che c’è di virtuoso nel resto del paese.

Ma è questa, fortunatamente, una terra anche di cose che funzionano e lo stanno dimostrando in questi giorni le Università pubbliche Campane. Tutte e sei impegnate, sotto la guida del Rettore di quella di Benevento, il prof Filippo Bencardino, in una federazione che ha avuto vita il 20 settembre scorso. Si tratta in pratica di una razionalizzazione del sistema universitario regionale attraverso l’accorpamento di corsi, lo spostamento di qualche sede e la mobilità del personale docente e non docente dalle Università in cui sono in esubero a quelle in cui c’è carenza.
Un segnale senza dubbio positivo e lontano dallo stereotipo delle Amministrazioni sprecone ed inefficienti. Non solo allora mangiapane a tradimento, per dirla à la Viesti.

E conta, eccome se conta, che questo segnale venga proprio dall’Università, dalla quale dipende inesorabilmente il futuro di un territorio che ha molto da recuperare. Ogni euro speso meglio nelle Università del Sud è un po’ di speranza in più che si da ad una comunità, quella meridionale, smarrita e disorientata da emigrazione, disoccupazione, criminalità ed eventi tragici connessi che si susseguono con una rapidità disarmante, a tratti feroce.

La speranza è che simili esperimenti diventino la regola. In tempi in cui la spesa pubblica è pressoché inesistente e, diciamolo, quel poco che si spende, non lo si spende volentieri nel Mezzogiorno, l’unica via per il cambiamento è intraprendere forme di sviluppo auto organizzate che partano dal territorio. Dai nostri amministratori, dalla nostra gente.

L'Unità del 20 settembre 2010

martedì 21 settembre 2010

Cecere subentra a Maddalena

Ieri mattina si è riunito il Consiglio provinciale. Sebbene la seduta sia durata oltre due ore, l’assemblea non è andata oltre il primo punto all’ordine del giorno, cioè la surroga del consigliere Michele Maddalena, prematuramente scomparso, con Sabatino Cecere, primo dei non eletti nella lista “Italia dei Valori”.
Cecere, nell’insediarsi quale consigliere, ha dichiarato di iscriversi al Gruppo del Partito Democratico, in considerazione del fatto, ha detto, di un suo forte radicamento nel PD.