venerdì 23 luglio 2010

Storia di una esistenza maltrattata

di Maria Garofalo

Nel martoriato Sud d’Italia si consumano esistenze maltrattate fino al limite dell’umana sopportazione.

M. è un paese del casertano, in Campania, di antiche e nobili tradizioni rurali. I cittadini di M. sono forgiati al lavoro dei campi da millenni, nel loro DNA c’è la mappa del sudore e della produttività. Poca istruzione, purtroppo, ma una cultura agricola straordinaria unita all’artigianato variegato e prezioso e all’arte di riparare qualunque oggetto rotto. Mestieri utilissimi, un patrimonio indicibile.
Poi è arrivato il Progresso con le sue depravate appendici: Consumismo e Capitalismo.

In pochi decenni hanno strappato ad M. (come a tutti gli altri paesi) le tradizioni ed i mestieri. Hanno indotto intere generazioni a svendere i loro terreni, i casolari, gli animali da soma per migrare altrove, trasformandosi in braccia per le fabbriche del Nord. Campi ridotti a discariche, Terra maledetta!

Ho conosciuto F., una donna forte e volitiva, vive a M., ci è nata ed i suoi antenati quel paese lo hanno costruito. Sposata ad un compaesano ha tre figli e non ha mai pensato di lasciare i luoghi della memoria, eppur tuttavia non nega ai suoi ragazzi la possibilità futura di sperimentare i Paesi del mondo. I suoi genitori col lavoro durissimo ed i frutti delle loro proprietà terriere ed immobiliari avevano garantito alla loro numerosissima prole,con rispettivi nipoti,un’esistenza non ricca ma dignitosa.

Oggi F. è una donna piegata in due. Il marito, sarto e tagliatore di pantaloni fatti a mano, è stato licenziato. L’ultimo laboratorio artigianale dell’intera provincia ha chiuso, la fabbrichetta è stata schiantata dalla cattiva gestione e dai mercati spietati. Fine. La prestigiosa sartoria meridionale è ormai al Nord nelle mani dei cinesi. Fine.

Così a 42 anni, dall’oggi al domani, l’uomo si è ritrovato ad elemosinare un lavoro. Dopo un mese di ricerche ha accettato di fare il muratore per 30 euro al giorno, senza alcuna tutela né garanzie, pagato finchè c’è la commessa. I due figli hanno interrotto l’università e per aiutare la barca fanno i camerieri nelle pizzerie e nei pub con paghe da fame. Di fronte a tali emergenze F. non se n’è stata con le mani in mano e nonostante l’altra figlia piccola si è messa in cerca di un lavoro. La sua caparbia alfine è stata premiata, così poco tempo fa le hanno offerto un impiego. Fiduciosa e volenterosa si è presentata sul posto di lavoro. Trattasi di un asilo e scuola elementare privata , affollata e dalla retta salata; le mansioni di F. sono: bidella-cuoca-addetto alle pulizie. Un factotum, insomma, stipendiato con 350 euro al mese.

Ascoltavo affranta il racconto amaro di F. Dopo un mese di lavoro era stremata dalla fatica e dalle indigenze. Aveva gli occhi rossi di chi riposa poco e piange spesso. Mi raccontava di quanto maggiormente si avverte il peso di un lavoro estenuante a 40 anni.

Ho provato un dolore acuto, profondo; un senso d’impotenza mi ha scossa e così ho deciso di scrivere la sua storia. Tutti questi soprusi avvengono sotto i nostri occhi, codeste barbarie sono all’ordine del giorno fra la rassegnazione dei cittadini e l’indifferenza delle autorità. Finito il suo sfogo disperato mi ha supplicato di mantenere l’anonimato, di non rivelare nemmeno il nome del paese. La mia rabbia montava violenta, l’idea di lasciare impuniti codesti aguzzini mi ripugnava mentre un sottile piacere mi spingeva a disobbedire. Ma le suppliche di F. e la sua convinzione di non trovare giustizia alcuna, piuttosto addirittura, di dover subire le ritorsioni dei disonorati, mi hanno indotta ad un compromesso di cui non vado fiera. Dunque vi ho riferito una crudele verità anonima, permettendo quindi ai cannibali di continuare il loro ributtante pasto, e adesso che il mio articolo è concluso sento il rimorso di lasciar morire nell’oblio la dignità di tutti, compresa la mia.

www.laltrosud.it

giovedì 22 luglio 2010

"Ecco i lavori pubblici effettuati dalla Provincia a Baselice"


In riferimento ad un quesito posto attraverso la stampa in questi giorni dal vice coordinatore del PdL di Baselice, il settore Infrastrutture della Provincia di Benevento precisa che i lavori appaltati nel 2008 interessanti la viabilità provinciale in tenimento della stessa Baselice sono stati regolarmente ultimati nell’ottobre 2009.

Tali lavori, che hanno riguardato alcuni tratti delle strade: Baselice-Ponte Carboniera, Serie 34 e San Giovanni, sono stati caratterizzati dalla sistemazione del piano viabile e dalla messa in sicurezza di movimenti franosi ed hanno comportato una spesa complessiva di 423.066 euro.

Allo stato il Settore Infrastrutture sta provvedendo alla elaborazione di un progetto, inserito nel Piano triennale dei lavori pubblici per il 2010, per il risanamento di ulteriori tratti viari di Baselice, per un importo di 150.000 euro.

(Fonte: Ufficio stampa della Provincia)

mercoledì 21 luglio 2010

Comune, dal 2014 riduzione di consiglieri e assessori


Non solo nuovi collegi elettorali per eleggere i propri rappresentanti alla Provincia, ma anche riduzione dei consiglieri e assessori comunali. Sono questi gli effetti della legge 23 dicembre 2009, numero 191.

Per quanto riguarda Baselice, e tutti i Comuni al di sotto dei 3mila abitanti, dagli attuali 12 consiglieri si scenderà a 10. Mentre per gli assessori si passerà da 4 a 3. La legge andrà in vigore dal prossimo anno per cui dal 2014 anche il Comune di Baselice si dovrà attenere alla nuova normativa.

Nel frattempo, l'anno prossimo si voterà nei comuni fortorini di Foiano (sindaco uscente Michelantonio Maffei), Ginestra (sindaco uscente Zaccaria Spina), Castelvetere (sindaco uscente Ettore Gigli) e San Giorgio la Molara (sindaco uscente Lugi Vella).

martedì 20 luglio 2010

Svimez: Sud sempre più povero

La crisi erode ulteriormente la ricchezza al Sud tanto che, colpito duramente dalla recessione, il Pil di quest'area del paese nel 2009 è tornato ai livelli di 10 anni fa. Ma non solo: l'industria, il cui valore aggiunto è crollato del 15,8%, è addirittura "a rischio di estinzione". E' la cupa fotografia scattata dal Rapporto Svimez sull'economia del Mezzogiorno 2010, secondo cui serve un nuovo progetto Paese per il Sud, che parta dal rilancio delle infrastrutture, con piano di 38 miliardi di euro.

Nel 2009 il Pil del Sud è calato del 4,5%. Un valore molto più negativo del -1,5% del 2008, leggermente inferiore al dato del Centro-Nord (-5,2%). Il Pil per abitante è pari a 17.317 euro, il 58,8% del Centro-Nord (29.449 euro). Due, si legge, le cause principali dell'andamento recessivo: investimenti che rallentano e famiglie che non consumano. Queste ultime infatti hanno ridotto al Sud la spesa del 2,6% contro l'1,6% del Centro-Nord. Mentre gli investimenti industriali sono crollati del 9,6% nel 2009, dopo la flessione (-3,7%) del 2008.

Disoccupazione record
Dal 2008 al 2009 infatti l'industria manifatturiera del Sud ha perso oltre 100mila posti di lavoro, di cui 61mila soltanto lo scorso anno. In questo modo il gap dell'industria meridionale con il Centro-Nord e il resto dell'Europa si è ulteriormente aggravato. Secondo la Svimez per uscire dall'impasse occorre promuovere una nuova politica industriale specifica per il Sud, con risorse adeguate. E uno degli elementi fondamentali dovrebbe essere costituito dalla fiscalità di vantaggio. Il tasso di occupazione nella media del 2009 è sceso dal 58,7% a 57,5%: su 380mila posti di lavoro in meno in tutto il Paese, 186mila sono stati al Centro-Nord (-1,1%) e 194mila in meno (-3%) al Sud. E al Sud i lavoratori hanno molte meno tutele: al Nord per ogni persona che perde il lavoro, 2 sono protette, al Sud è l'opposto, solo un lavoratore su 3 ottiene la Cig.

Lo spopolamento
Da segnalare poi che in 20 anni quasi 2,4 milioni di persone hanno abbandonato il meridione con 9 emigrati su 10 che si recano al Centro-Nord. Nel solo 2009 114mila persone si sono trasferite dal Sud al Nord, 8mila in meno rispetto al 2008. La crisi, inoltre, ha colpito duro i pendolari, generalmente giovani, laureati e precari. Nel 2009 sono stati 147mila, in calo del 14,8% rispetto al 2008, pari a 26mila in meno.Un Meridionale su tre a rischio povertà - In valori assoluti, al Sud, si tratta di 6 milioni 838mila persone, fra cui 889mila lavoratori dipendenti e 760mila pensionati. I dati - gli ultimi disponibili, relativi alla situazione 2007 - emergono dal Rapporto Svimez sull'economia del Mezzogiorno secondo cui ben il 44% delle famiglie meridionali, quasi una famiglia su due, non ha potuto sostenere una spesa imprevista di 750 euro (26% al Centro-Nord).

Secondo il rapporto, il 14% delle famiglie meridionali vive con meno di 1.000 euro al mese, un dato quasi tre volte superiore all'altra ripartizione (5,5%). Ed è da considerare che nel 47% delle famiglie meridionali vi è un unico stipendio, fetta che passa addirittura al 54% nel caso della Sicilia. Hanno inoltre a carico tre o più familiari il 12% delle famiglie meridionali, un dato quattro volte superiore al Centro-Nord (3,7%), che arriva al 16,5% in Campania. Ma il rischio povertà, secondo la Svimez, resta anche con due stipendi. Nel 2008, inoltre, è arrivata con difficoltà a fine mese oltre una famiglia su 4 (25,9%), contro il 13,2% del Centro-Nord.

Una famiglia su cinque non ha i soldi per andare dal medico
Una su cinque non si può permettere di pagare il riscaldamento. E' quanto rivela il rapporto Svimez sull'economia del Mezzogiorno 2010. Secondo la Svimez, nel 2008 nel 30% delle famiglie al Sud sono mancati i soldi per i vestiti e nel 16,7% dei casi si sono pagate in ritardo le bollette. Otto famiglie su 100 hanno rinunciato ad alimentari necessari, il 21% non ha avuto soldi per il riscaldamento (27,5% in Sicilia) e il 20% per andare dal medico (in Sicilia e Campania circa il 25%).

Fonte: tiscali.it

lunedì 19 luglio 2010

Crescenzo del Vecchio sbarca su facebook

Buongiorno a tutti. Oggi parliamo di un grande maestro scomparso qualche anno fa. Lo facciamo poiché ritorna tra noi grazie a facebook. E parliamo dell'amico (qualche volta per me è stato anche un padre) Crescenzo del Vecchio. Da poco tempo - finalmente, oserei dire - il suo profilo è alla portata di tutti sul famoso social network, dov'è possibile vedere anche alcune delle sue opere più importanti (Clicca sulla foto). Baselicesi e non allora avanti iscriviamoci tutti al gruppo CRESCENZO DEL VECCHIO BERLINGIERI. La sua storia è la nostra storia. Crescenzo Del Vecchio Berlingieri, è stato uno dei più noti artisti italiani, docente di Decorazione presso l’Accademia di Brera, ha concluso la sua esistenza nel corso dell’estate all’età di 69 anni. Nato a Baselice nel 1937, dopo alcune importanti mostre a Napoli, Roma e Milano, vinse il Premio Michetti nel 1972 ed il Premio Pettenon nel 1972 e nel 1974. Fu tra i promotori di Proposta ‘66 e del Gruppo Studio P. 66, con i quali partecipò a numerose mostre. Nel 1976 partecipò alla Biennale di Venezia con una mostra curata da Enrico Crispolti. Presente in numerose Triennali e Quadriennali, si mise in luce successivamente sulla scena artistica internazionale con mostre a Stoccarda, Parigi e Chicago, rispettivamente nella Galerie Senatore, nella galleria Levine e nella galleria Bianca Pilat Contemporary Art. “Ha insegnato non l’arte, ma l’amore per l’arte, che è cosa molto più sublime”, ha scritto di lui il critico Enzo Battarra, suo allievo e amico. (tratto dalla pagina facebook)

venerdì 16 luglio 2010

Milano città Mediterranea?

Nei giorni scorsi è stato inaugurato a Milano il MedForum 2010. Un convegno internazionale per ridare slancio all’affascinante progetto dell’Unione per il Mediterraneo. Ancora una volta, le città del Sud non giocano nessun ruolo in questo processo. ''Milano ha la vocazione di essere il ponte economico e culturale tra l'area del Mediterraneo e l'Europa continentale'', ha dichiarato il sindaco Letizia Moratti.

"Appare quantomeno miope - si legge in una nota ufficiale del movimento meridionalista L’ALTRO SUD -, la scarsa considerazione che, da parte dell’attuale Governo, hanno avuto città come Napoli, Palermo e Bari nel processo di costruzione dell’Unione per il Mediterraneo. Mai che fossero state proposte per un ruolo, come quello di sede dell’Upm o quantomeno dei Forum Euromediterranei. Men che meno si è pensato al potenziamento infrastrutturale delle aree del Mezzogiorno per far si che esse possano svolgere una reale funzione di piattaforma logistica del Mediterraneo.
Appare sempre più evidente l’istinto di rapina, di una certa parte politica, nei confronti del Mezzogiorno d’Italia: dopo la sottrazione di fondi per la coesione territoriale (i cosiddetti Fondi Fas), si è cominciato ora a sottrarre alle regioni del Mezzogiorno anche quel naturale ruolo di centro del Mediterraneo che la natura ha voluto dargli, ma che secondo alcuni non meriterebbe".

giovedì 15 luglio 2010

Fortore, la Comunità montana e i salari dei dipendenti in mobilità

Che fine ha fatto la vicenda dei 17 dipendenti messi in mobilità dalla Comunità montana del Fortore? Secondo gli accordi presi qualche mese fa tra le parti sociali, nella sede dell'Ufficio del lavoro di Benevento, si era deciso di applicare ad essi i cosiddetti contratti di solidarietà. Cioè diminuire gli stipendi a tutti gli impiegati dell'ente per garantire una parte degli stessi salari ai 17 in mobilità. Su questo punto tra l'altro aveva votato anche il consiglio della Comunità.
Ma ad oggi le procedure per attivare questi benedetti contratti di solidarietà sono state avviate? E' chiaro che per un'operazione del genere bisogna consultare gli altri dipendenti. Ma tutto ciò è stato fatto oppure no?

Intanto, i segretari provinciali della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil, Felice Zinno, Antonio Forgione e Antonio Pagliuca, sono ritornati, con una nota, sulla vicenda sottolineando come "i numerosi dipendenti collocati in mobilità lamentano la mancata corresponsione delle spettanze salariali comunque dovute anche se in misura ridotta".

"E' inconcepibile il modo con cui l'Amministrazione dell'ente montano - continuano - in primis del suo presidente, tratta questi lavoratori, scelti per sopperire a delle carenze che accomunano sicuramente tutti gli enti montani nazionali, e che però hanno visto la Comunità Montana del Fortore muoversi prima degli altri nel risolvere il nodo licenziando sic et simpliciter in un momento in cui la discussione intorno a tali problematiche a livello nazionale è ancora nel vivo. A pagarne le conseguenze saranno certamente altrettante famiglie, ridotte in stato di estrema precarietà nonostante siano creditrici di tali dovuti pagamenti. Una situazione che si descrive da sola, in un momento in cui la politica è chiamata a dare risposte urgenti a temi scottanti come la disoccupazione e l'impoverimento dei territori, per superare una crisi che attanaglia in particolare le zone più povere del sud Italia come quella del Fortore, appunto. Invitiamo pertanto, l'Amministrazione della Comunità Montana del Fortore a smentire tali atteggiamenti, ed a farsi parte propositiva per il sostentamento di situazioni urgenti che toccano la pancia di coloro che ne subiscono quotidianamente i contraccolpi".

mercoledì 14 luglio 2010

Provincia, i nuovi collegi elettorali

Nuovi collegi provinciali. La proposta è stata trasmessa dalla Prefettura alla Provincia di Benevento. Per quanto riguarda il Fortore, quello di San Bartolomeo, oltre a Baselice e Castelvetere, vedrebbe l’ingresso di Foiano, Ginestra, Castelfranco e Montefalcone.

Il tutto in base alla legge 42/2010 sul contenimento della spesa pubblica che prevede una riduzione del 20% dei consiglieri. Alla Rocca dei Rettori il numero di consiglieri scenderà dunque dagli attuali 24 a 19 e il collegio deve essere composto da 15mila abitanti, concessa una variazione del 20% in più o in meno. Entro fine novembre il documento dovrà essere inoltrato al ministero dell’Interno.

martedì 13 luglio 2010

Baselice, idrosemina per Palazzo Lembo


La tecnica utilizzata per la sistemazione del costone di Palazzo Lembo (che alcuni mesi fa fu oggetto di una spaventosa frana) è quella dell'idrosemina: un processo secondo il quale il seme, l`acqua, il fertilizzante, l`ormone e la pacciamatura a fibra legnosa vengono mescolate e applicate direttamente sul terreno.
Le fibre del legno aiutano ad evitare l`erosione del vento e dell`acqua, proteggono i semi nuovi dal sole e aiutano a conservare la temperatura ideale del terreno.
Una soluzione che ha evitato lo sbancamento dell'area sottostante mantenendo intatto il costone originale, con un tocco di verde in più.

(Clicca sulla foto per ingrandirla)

lunedì 12 luglio 2010

L'Altro Sud denuncia Radio Padania

Il movimento meridionalista L’Altro Sud, ha inviato un esposto al Procuratore della Repubblica di Milano chiedendo un’attenta analisi della propaganda razzista di radio Padania.

"Sono anni che questa radio conduce una vergognosa propaganda razzista ed antimeridionale ed è inaccettabile che lo faccia impunemente. Siamo certi che nella condotta dell’emittente siano configurabili gli estremi del reato di 'Discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi" che la Legge 205/1993 punisce con pene fino a tre anni di reclusione', si legge in una nota ufficiale del movimento.

"L’ultimo episodio è quello di un commento sull’assassinio di due cittadini meridionali in Germania per una banale lite con un cittadino tedesco su una partita di calcio. Un radioascoltatore, il 9 luglio scorso, commentava l’episodio in tal senso: questi criminali 'ndranghetisti ti spazzano via: quel poveraccio di Hannover probabilmente si è sentito in pericolo e si è difeso come poteva, quindi non è da rimproverare, noi li conosciamo bene i sudisti. Mi spiace solo che ne pagherà le conseguenze. Il tutto andava in onda con il sottofondo delle risatine beffarde del conduttore. E’ impensabile come tutto questo possa essere trasmesso da una radio con un bacino d’utenza enorme, come se nulla fosse", conclude la nota.

Nota: link alla telefonata a cui si fa riferimento nel comunicato: http://danielesensi.blogspot.com/2010/07/telefonata-shock-su-radio-padania-i-due.html