mercoledì 16 settembre 2009

Recuperate classi nel Fortore e nell'Alto Tammaro, anche la prima al 'Medi' di Baselice

Primi spiragli nella vertenza in atto sul funzionamento di alcune scuole della provincia di Benevento. Pochi minuti fa, il dirigente scolastico provinciale, Pietro Esposito, ha comunicato l’elenco delle classi di scuola secondaria di secondo grado di cui è stato autorizzato il funzionamento nonostante non raggiungessero i requisiti numerici minimi fissati dalla norma.

Si tratta della classe quarta presso l’istituto professionale Palmieri di Pontelandolfo, della prima classe dell’istituto professionale commerciale Medi di Baselice, della terza classe presso l’Istituto Agrario Vetrone di San Bartolomeo in Galdo e della terza classe presso l’istituto tecnico commerciale Livatino di Circello. Questa iniziativa segue gli accordi intrapresi con le istituzioni locali e il direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale, Alberto Bottino.
Il dirigente Esposito, inoltre, rende noto che la Regione Campania ha assicurato 29 milioni di euro. 9 milioni serviranno a finanziare qualche unità in più, in particolare su posti di lingua nella scuola primaria e di sostegno nella scuola dell’infanzia, nella scuola primaria, nella scuola secondaria di primo grado e nelle diverse aree disciplinari della scuola secondaria di secondo grado.

Le operazioni di nomina sui predetti posti di sostegno saranno effettuate presumibilmente entro le prossime tre settimane. 20 milioni saranno destinati al finanziamento dei “contratti salva precari” previsti dal decreto legge approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri. Un paio di unità saranno, infine, recuperate per il profilo di collaboratore scolastico.

www.ilquaderno.it

martedì 15 settembre 2009

Fortore: nuovo anno scolastico, problemi al rientro

Difficoltà sono state incontrate all’Istituto professionale Enrico Medi di Baselice e all’Istituto Agrario di San Bartolomeo in Galdo, entrambi accorpati all’Istituto d’istruzione superiore “Enrico Medi” di San Bartolomeo in Galdo.

Ieri la riapertura del nuovo anno scolastico, e il ritorno tra i banchi degli studenti in alcuni istituti non è stato dei più tranquilli. Difficoltà sono state infatti incontrate all’Istituto professionale Enrico Medi di Baselice e all’Istituto Agrario di San Bartolomeo in Galdo, entrambi accorpati all’Istituto d’istruzione superiore “Enrico Medi” di San Bartolomeo in Galdo.

A Baselice si è in fermento per la mancata formazione della prima classe, all’Istituto non è a tutt’oggi pervenuta l’autorizzazione a tal fine da parte della direzione scolastico regionale.

Una situazione venutasi a creare poiché inizialmente il numero degli iscritti non raggiungeva il tetto minimo di 20 alunni, necessario per la formazione della classe. 17 erano infatti gli studenti iscritti a giugno, il numero è salito poi a 20 a luglio e a 22 agli inizi di settembre. Nonostante le comunicazioni effettuate dall’Istituto agli organi competenti, non è tuttavia giunta l’autorizzazione per la formazione della classe.

Nella speranza di una tempestiva risoluzione del problema, ieri mattina ad accompagnare a scuola gli alunni della prima classe gli stessi genitori, i quali in mancanza dell’attivazione della prima classe hanno presidiato la scuola. Presidio che si annuncia anche questa mattina e che proseguirà fino a quando non si otterrà l’autorizzazione necessaria.

Ulteriormente ingarbugliata la situazione dell’Istituto Agrario di San Bartolomeo in Galdo, dove le speranze di accompagnare fino al quinto anno quella che quest’anno sarebbe stata la terza classe sembrano vanificarsi di fronte al numero basso di iscritti e cioè di 15 alunni, così ci ha riferito il professore Iannelli, vice preside dell’Istituto di Istruzione Superiore “Enrico Medi” di San Bartolomeo a cui l’Agrario è accorpato.
(www.ilsannioquotidiano.it)

lunedì 14 settembre 2009

Baselice: non si forma la prima classe all’istituto ‘Medi’, genitori in aula coi figli per protesta

Dopo averci negato per anni il diritto alla sanità (vedi l'ospedale di San Bartolomeo in galdo) ora ci vogliono negare anche quello all'istruzione.

Il "vecchio commerciale" è una grande risorsa non solo per Baselice, ma per tutto il Fortore. La perdita della scuola sarabbe un grave danno che ci riporterebbe indietro di 50 anni dal punto di vista sociale e culturale. Non ce lo possiamo permettere. Ora tocca alla politica e alle istituzioni farsi sentire.

Postiamo a questo punto un articolo apparso oggi sul quotidiano on line "Ilquaderno.it"


di Giulia Marucci

E’ cominciato con alcuni problemi l’anno scolastico all’Istituto Professionale per il Commercio “E. Medi“ di Baselice. I genitori sono entrati in aula al fianco dei propri figli, per protestare contro la mancata autorizzazione alla formazione della prima classe.

Nonostante il numero sufficiente dei ragazzi per la creazione della classe (22 iscritti) e l’impegno del Comune e degli insegnanti, gli organi preposti ancora non ne hanno concesso l’attivazione. Delusi e amareggiati i nuovi allievi: invece di condividere l’emozione del primo giorno di scuola con tanti altri ragazzi d’Italia, hanno visto i propri genitori, divenuti per l’occasione compagni di banco, impegnarsi in una lotta per non perdere il diritto allo studio.
Ostinati e motivati, alunni e genitori porteranno avanti la protesta in tutte le direzioni per giungere ad una soluzione positiva. E’ la prima volta, dalla sua istituzione, risalente a circa 40 anni fa, che l’istituto si trova a combattere per la sua sopravvivenza.

Oltre ai problemi legati alla sanità, ora il Fortore deve iniziare a fare i conti anche con la scuola. Essendo tra i pochi istituti superiori della zona, e l’unico ad indirizzo economico, il Professionale “Medi” accoglie alunni di Baselice e dei paesi limitrofi che altrimenti, per studiare, sarebbero costretti a domiciliare in città.
Baselice dista da Benevento oltre 50 chilometri e a una distanza ancora più lunga risulta essere Campobasso, altro punto di riferimento per la gente del Fortore in campo commerciale, sanitario e scolastico. “L’IPC di Baselice, nell’universo scolastico, ha sempre funzionato bene - dichiara il docente Orazio Lembo -. Al di là di problemi di sede scolastica avuti in passato, i ragazzi rispondono impegnandosi e comportandosi bene senza creare problemi d’altro genere come, invece, può avvenire in una grossa città. Inoltre, la sede è fornita di sale informatiche di buon livello che permettono un buon approccio all’alunno”.

La scuola a Baselice ha dato la possibilità a tanti giovani di istruirsi, di continuare gli studi e di potersi inserire nel mondo del lavoro grazie proprio al suo indirizzo. Rappresenta una risorsa per il paese e per l’intero Fortore che adesso rischia di scomparire.
(Fonte: il quaderno.it)

venerdì 11 settembre 2009

Bonifica Serre Pastore, la palla passa alla Regione

La Giunta provinciale ha approvato il progetto definitivo per la bonifica e la messa in sicurezza della discarica consortile alla località Serre Pastore di San Bartolomeo in galdo.

L'intervento, quantificato in circa 4,8 milioni di euro, sarà sottoposto già lunedì prossimo alla Regione Campania per la concessione del necessario finanziamento utilizzando risorse europee.

«Abbiamo onorato - ha detto l'assessore Aceto in una dichiarazione alla stampa - l'impegno che avevamo assunto per un intervento che riportasse in condizioni di compatibilità ambientale l'insediamento di Serre Pastore. Nell'auspicare che la Regione Campania voglia approvare il finanziamento richiesto, anche per ridare la tranquillità agli abitanti di San Bartolomeo in Galdo e a quelli dei comuni vicini anche oltre il confine regionale circa la salubrità dell'ambiente, seguiremo con la massima diligenza gli sviluppi di questa delicata vicenda».

giovedì 10 settembre 2009

Fortore, entro l'anno il pronto soccorso?


Forse non sono valse a nulla le battaglie portate avanti da don Franco Iampietro sulla sanità nel Fortore. Dopo quella vinta nel dotare la Misericordia di San Bartolomeo di un'ambulanza degna di questo nome, apprendiamo dal “Sannio quotidiano” (dell’otto settembre)che entro l’anno dovrebbe aprire (oltre a quello di Montesarchio) anche il pronto soccorso dell’ospedale fortorino.

“E’ l’obiettivo - scrive il quotidiano - al quale sta lavorando l’Asl Bn1 per potenziare i servizi sanitari territoriali. Si tratta dei cosiddetti Psaut (Pronto soccorso attivo urgenze territoriali), strutture di primo soccorso territoriale attive 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno. Le strutture espletano attività d’osservazione medica breve e interventi chirurgici di ridotta entità o finalizzati alla stabilizzazione del quadro clinico in vista del trasferimento del paziente in centri più attrezzati. Sono dotati di astanteria, sala medica, sala chirurgica e locali infermieristici. Presidi comunque importanti per il ruolo di prima assistenza che assicurano alla popolazione”.

Se ciò si verificasse sarebbe una bella notizia. Sarebbe un primo passo nel riconoscimento di un diritto fondamentale come quello di non morire per strada. Non ce ne voglia però il direttore sanitario dell’Asl Bn1, Zerella, noi siamo un po’ come san Tommaso. Siamo abituati a toccare con mano. Tuttavia, la speranza è l’ultima a morire.

D’altra parte lo dice lo stesso direttore al giornale sannita: “Contiamo di poter attivare il presidio Psaut in tempi brevi. Manca solo qualche adempimento burocratico. Speriamo di riuscire a dotare al più presto, magari entro la fine dell’anno, il distretto fortorino della importante struttura”.

mercoledì 9 settembre 2009

La strategia della tensione

Antonio Gentile*

Dal revival degli stereotipi razzisti antimeridionali alla rapina dei Fas. Dal Federalismo Fiscale padano alle nuove Gabbie salariali.
Un filo rosso collega sempre più le azioni di questo governo nordista ed evidenzia inequivocabilmente una lucida pianificazione operativa.

In un recente incontro a Regensburg (Ratisbona), colleghi bavaresi, notoriamente ben informati sulle vicende italiane, ci hanno confermato dell'esistenza di un accordo tra rappresentanti politici legati al governo ed esponenti del mondo economico-imprenditoriale, sindacale e dell'informazione.

Lo scopo di questa intesa è quella di determinare un processo di divisione del Paese, smantellando progressivamente l'unità economica e sociale, dando autonomia totale alle regioni forti della Penisola. Il Mezzogiorno con i suoi venti milioni di abitanti, considerato un inutile ed irrecuperabile fardello, privato di ogni solidarietà nazionale, va abbandonato inesorabilmente al suo destino.
Dunque, l'attacco alla classe politica meridionale, con il suo smantellamento, la crescita vertiginosa della Lega Nord, cui è stato concesso ogni estremismo antinazionale, le strategie economiche e sociali, spesso indicate dalla Confindustria, l'azione di condizionamento e manipolazione esercitata da ambienti dei media italiani, hanno una precisa logica.

Ai rozzi e fanatici leghisti del Nord il compito di compiere il "lavoro sporco", fatto di eccessi, di attacchi alla Costituzione, di alimentare il pregiudizio antimeridionale e di proporre leggi, a dir poco inaccettabili.
Ai media, imbavagliati e ricattati, l'incarico di condizionare e preparare l'opinione pubblica alle future scelte politiche ed economiche predisposte dal "piano occulto", amplificando ad hoc ogni evento negativo che si verifica nel Meridione, demolendo ogni residuo di positività ancora presente in questi territori.
Al lombardo Berlusconi, con il suo enorme potenziale economico e mediatico, il ruolo di regista e garante dell'operazione e, poco importa se la stampa estera, come il "Nouvel Observateur", lo definisca un "Michel Jackson paracadutato in un teatro della Commedia dell'arte".

Come già accennato prima, l'ultima e dirompente iniziativa avanzata dalla Lega Nord, con l'immediata adesione del filoleghista Berlusconi, frutto di quell'accordo segreto tra poteri del Nord, è la vergognosa riproposizione delle "gabbie salariali".
Queste ultime, abolite nell'autunno caldo del 1969 dopo le dure battaglie dei lavoratori, oggi dovrebbero ritornare, magari sotto altro nome, per volontà di questo governo padano che non ha esitazioni nell'umiliare milioni di lavoratori meridionali.

In realtà le "gabbie salariali" come ben sappiamo ci sono ancora. I dati del Cgia di Mestre evidenziano come i redditi annuali per il 2007 per tutto il lavoro dipendente sono il 30% più bassi al Sud rispetto al Nord. Una differenza che è quasi il doppio rispetto al 16,5% di sconto dei prezzi a favore del Meridione.
E tenendo conto che la differenza del costo della vita non riguarda solo le grandi ripartizioni territoriali, che la quantità e la qualità dei beni pubblici disponibili – sanità, scuola, sicurezza, trasporti etc… - è decisamente peggiore al Sud, determinando quindi costi aggiuntivi, che la gran parte delle famiglie meridionali è monoreddito e con un numero maggiore di componenti rispetto al centro-nord, la pretesa imposizione per legge di salari differenziati o anche di una contrattazione decentrata appare provocatoria e per certi versi devastante.
Se si riuscirà a dimostrare che nel Mezzogiorno il costo della vita è strutturalmente inferiore l'intero meccanismo perequativo che distribuisce le risorse per il Welfare tra le regioni sarà modificato favorendo nettamente il Nord.
Nel frattempo, 700mila cittadini meridionali, negli ultimi anni, sono stati costretti a lasciare la propria terra, mentre il Pil precipita al 60% rispetto a quello del Nord.

Dunque un crescendo di scelte politiche scellerate, che mirano a distruggere l'unità del paese, colpendo duramente il Sud e portando la contrapposizione tra territori a livelli esplosivi. Una "strategia della tensione" pericolosa che si alimenta ogni giorno con una serie di provocazioni politiche, spesso eclatanti e sfrontate, che mirano ad incendiare l'intero Meridione.
E, mentre sinistre anticipazioni di un prossimo terremoto sociale cominciano a palesarsi, quello che rimane di uno stato unitario è ostaggio di poteri forti che ne controllano ogni residua funzione.

Poteri forti quelli del Nord, che programmano in anticipo ogni futura evoluzione del sistema Italia e che, in perfetta condivisione con le scelte dell'inquietante e potente "Bilderberg Group", decidono i destini di decine di milioni di persone, costrette ad essere solo delle insignificanti comparse in una realtà che non lascia spazio all'improvvisazione.


*www.laltrosud.it

lunedì 7 settembre 2009

Dal tetto di Benevento, il dodicesimo giorno delle precarie


L'alba del 10 giorno sul tetto... Qualche acciacco comincia a fare capolino, dolori articolari e muscolari non mancano mai... Ma la forza di lottare, la caparbia di non mollare sono un crescendo che hanno la meglio su tutto il resto e che ci inducono a continuare nella nostra protesta. Il nostri terrazzo è stato protagonista in questi giorni di un via vai di politici di tutti gli schieramenti di maggioranza, d'opposizione e non solo... Tutti hanno espresso solidarietà e manifestato volontà di voler fare qualcosa per cambiare una situazione tanto grave.

Tutti tranne il ministro Gelmini, che asserragliata nella propria torre d'avorio si affanna e cerca di trovare dei rimedi, di mettere delle pezze su una catastrofe annunciata da tutti e sottovalutata da troppo tempo. Chiede aiuto a Regioni ed Enti e a chiunque possa cercare di tamponare un errore clamoroso ed inaccettabile. Poi come Ponzio Pilato se ne lava le mani asserendo che il problema è stato generato da una cattiva gestione della sinistra. Ecco che le accuse reciproche predominano su tutto, mentre il problema dei lavoratori rimane irrisolto danneggiando solo ed esclusivamente loro.

Il problema è dello Stato di oggi e adesso va risolto... Le reciproche accuse non fanno altro che calpestare ulteriormente la nostra dignità e di persone e di lavoratori ed accrescere la nostra rabbia. Non siamo dei numeri, non siamo merce usa e getta siamo esseri umani con vite, sentimenti e orgoglio e crediamo sia giunto il momento che il Ministro lasci quella torre e si apra ad un dialogo e un confronto pacato con le parti sociali che lei rappresenta tramite mandato popolare oltre che politico istituzionale...

Intanto i rappresentanti locali di tutti gli schieramenti si affannano cercando dei rimedi che possano tamponare una legge clamorosamente fallimentare approvata troppo in fretta con la convinzione che davvero non avrebbero prodotto effetti negativi. Il quadro generale che arriva su questo tetto è questo... Deludente come sempre... Noi continueremo strenuamente insieme a tutti gli altri colleghi precari a chiedere il rispetto del primo articolo della Costituzione e un confronto con il Ministro... Dagli altri ci aspettiamo più coraggio, che qualcuno abbia l'ardore di andare oltre le logiche politiche e di dire che è giunto il momento che il Ministro si dimetta...

CIP Sanniti - Benevento
precaribenevento@libero.it

giovedì 3 settembre 2009

Rocky Marciano, un triplice gemellaggio tra Ripa Teatina, San Bartolomeo e Brockton


Unire in un patto di gemellaggio le tre cittadine che sono legate al nome di Rocky Marciano, Ripa Teatina, paese natale del padre, Querino Marchegiano, San Bartolomeo in Galdo (Bn), paese natale della madre, Pierina Picciuto, e Brockton (Massachussets), dove il campione nacque e visse: è questa la proposta, congiuntamente formulata dai sindaci Mauro Petrucci e Vincenzo Sangregorio, al termine della celebrazione per il quarantennale della morte del pugile italo-americano, svoltasi il 31 agosto scorso a Ripa Teatina.

«Rocky Marciano: un mito che va oltre il tempo-A quarant'anni dalla morte del “bombardiere di Brockton”», questo il titolo della manifestazione, tenutasi presso la sala polivalente del Comune, ha visto la partecipazione di numerosi appassionati del campionissimo, morto il 31 agosto 1969, alla vigilia del suo compleanno, a causa di un incidente aereo: la sua leggenda, alimentata dal fatto di essere l'unico campione del mondo dei pesi massimi a non avere mai perso un incontro, entrava definitivamente nel mito.

A celebrare Marciano, oltre ai sindaci di Ripa Teatina e San Bartolomeo in Galdo (Petrucci e Sangregorio), c'erano l'assessore provinciale allo Sport, Silvio Tavoletta, che ha ricordato l'esempio di sportivo pulito, senza uso di anabolizzanti e steroidi, che ha fornito Rocky alle giovani generazioni, e il prof Bartolo Iossa, appassionato di storia del pugilato, che ha commentato un video che raccoglieva gli incontri più significativi dei 49 sostenuti dal pugile, che non ha mai perso in carriera. Moderatore dell'incontro il giornalista Stanislao Liberatore, storico presentatore delle edizioni del “Premio Rocky Marciano”.

Presso la Sala Polivalente è stata riallestita parte della mostra “Da Rocco a Rocky”, che ha contato oltre 4000 visitatori nell'estate 2007, integrata con i pannelli realizzati da San Bartolomeo in Galdo, che è stato presente alla celebrazione con una delegazione di 15 tra amministratori, appassionati e cultori del mito di Marciano, tra cui lo scrittore Errico Pizzi che ha dedicato numerosi saggi alla figura del “Bombardiere di Brockton”, com'era soprannominato negli Stati Uniti.

Al termine della celebrazione, l'assessore allo Sport del Comune di Ripa Teatina, Gianluca Palladinetti, ha dato appuntamento per l'edizione numero sei, in programma l'estate prossima, del “Premio Rocky Marciano”, che ormai ha assunto una valenza internazionale.

mercoledì 2 settembre 2009

Archeologia nel Fortore alla luce dei nuovi studi


Archeologia nel Fortore alla luce dei nuovi studi.
Per un progetto di Carta del Patrimomio Culturale


Riccia, Piano della Corte, 5 settembre 2009, ore 17.00

L’Associazione Trediciarchi ha tra i suoi compiti statutari quelli di svolgere attività di studio, di ricerca, di informazione e di documentazione per favorire la conoscenza dell’area del Fortore molisano-pugliese-campano e contribuire sia al recupero del suo patrimonio storico, artistico, demoetnoantropologico, archeologico, naturalistico e ambientale, sia alla riscoperta di una comune identità che trova fondamento nelle affinità etniche, culturali ed economiche di una popolazione evolutasi in un territorio orograficamente omogeneo.

L’area del Fortore è stata frequentata fin dai tempi remoti da gruppi umani che hanno lasciato tracce più o meno consistenti del loro passaggio e della loro permanenza. La valle, il fiume ed i suoi affluenti maggiori sono stati utilizzati come vie di comunicazione privilegiate, nell’ambito di un territorio particolarmente impervio.

Oggetti più antichi, arnesi e armi di selce, si ritrovano cospicui in molte zone, ma è grazie alle migrazioni prima di popoli Umbro-Sabellici (Sanniti) e poi di quelli favoriti dai Romani (Liguri Bebiani e Liguri Corneliani) che nell’intero areale fortorino fioriranno piccoli e grandi insediamenti, le cui testimonianze si rinvengono negli agri di Riccia, Macchia Valfortore, Gambatesa, Tufara, Gildone, Jelsi, Colle Sannita, S. Bartolomeo in Galdo, Baselice, S. Croce del Sannio, S. Marco dei Cavoti, Circello, Carlantino, Celenza Valfortore, Pietramontecorvino.
Nel contesto di questo risvegliato interesse archeologico si inserisce l’organizzazione, da parte dell’Associazione Trediciarchi e del Comune di Riccia, di un Convegno, con il quale fare il punto sugli studi intrapresi e sui progressi delle campagne di scavo che da diversi anni interessano l’area.

Alla manifestazione – intitolata “Archeologia nel Fortore alla luce dei nuovi studi. Per un progetto di Carta del Patrimomio Culturale” e prevista per Sabato, 5 settembre 2009, alle ore 17, a Riccia, presso la Sala Convegni “Beato Stefano” situata nel centro storico del paese – hanno dato il loro sostegno le tre Comunità montane fortorine, numerose amministrazioni locali, accademici e studiosi di archeologia che da diverso tempo operano nei suddetti luoghi.

Il Convegno, coordinato dal presidente dell’Associazione Trediciarchi Antonio Santoriello, sarà introdotto dal sindaco di Riccia, Micaela Fanelli e, a seguire, porteranno i loro saluti i rappresentanti delle tre Comunità montane: Mario Giuseppe Martino (Comunità montana del Fortore molisano), Zaccaria Spina (Comunità montana del Fortore), Ernesto Cicchetti (Comunità montana dei Monti Dauni Settentrionali) e i sindaci dei comuni fortorini presenti. La relazione introduttiva, intitolata “Il Sannio e il progetto Valle Tappino – Media Valle del Fortore”, sarà tenuta dal noto studioso Gianfranco De Benedittis. Sarà affidato a quattro giovani ricercatori il compito di presentare i ritrovamenti archeologici di alcune principali località dell’area e le loro considerazioni in materia: Enzo Cocca, “Baselice dalla preistoria al Medioevo: aree a rischio archeologico”; Antonio Mandrone, “La zona archeologica di Castelmagno a San Bartolomeo in Galdo”; Antonella Frangiosa, “Carlantino tra storia degli studi e nuovi spunti di ricerca archeologica”; Andrea Capozzi, “Riccia: i siti di Campo San Pietro, Pesco del Tesoro, Cerignano”.

venerdì 28 agosto 2009

Una piccola proposta: Baselice il paese del moscato


“C'è un posto sulla spina dorsale della penisola italica che sembra essere il magazzino di Eolo. Qui i venti tengono nascosti i profumi che spandono in terre lontane. Da secoli, sapienti contadini hanno imparato a catturarne un afflato a cui danno sfogo nelle candide notti invernali: e rinasce la primavera, come nel dolce di mandorla che scaccia la paura del freddo, affianco al camino”. È la sapiente descrizione del Moscato di Baselice che si trova sul sito dell’assessorato all’agricoltura della Regione Campania.

E allora una proposta alla nuova amministrazione comunale vogliamo farla. Mettere all’ingresso del paese la frase di accoglienza: “Baselice il paese del moscato”.

Una piccola iniziativa che caratterizzerebbe il comune fortorino così come ha già fatto il limitrofo San Marco dei Cavoti (il paese del torrone). Tra l'altro già esiste qualche piccola azienda che produce il vino baselicese.
Chi scrive ritiene, infatti, che oggi nella globalizzazione dei mercati sia importante anche per una piccola realtà contraddistinguersi e valorizzare i prodotti della propria terra.
Baselice vanta una storia antica in fatto di Moscato e inoltre, l’iniziativa, potrebbe essere uno sprono per i giovani e i contadini locali a formare cooperative per la produzione dell’importante “nettare degli dei” in modo da puntare su uno sviluppo sostenibile del paese.