martedì 22 gennaio 2008

CLIENTELISMO, MA È TUTTA COLPA DEI POLITICI?



Ecco alcuni stralci del libro “Modernizzazione e arretratezza in una comunità del Sannio” scritto in tempi non sospetti.



(…) bisogna tenere in considerazione l’ambiente sociale in cui questi partiti operano, senza la quale non si comprenderebbe né la loro funzione sociale e politica, né «la causa più importante di quel clientelismo e di quel personalismo che costituiscono il contrassegno della politica meridionale» ( S. D. TARROW).
Innanzitutto, bisogna tener presente che nelle campagne elettorali la popolazione presta attenzione più alle caratteristiche personali del candidato che alle sue posizioni politiche; e che la politica è povera di contenuti ideologici e mediata dai rapporti amicali e parentali. Le origini di questo modo di concepire la politica sono da ricercare nell’organizzazione dei ruoli sociali. In un contesto generale (…), caratterizzato dalla sovrappopolazione in rapporto alla scarsità delle risorse, l’unica possibilità di trovare una qualche forma d’impiego è diventare un “negoziatore” presso gli esponenti politici locali mettendo a disposizione il proprio voto. Il voto, qui, non è un’adesione ideologica a questo o a quell’altro programma politico, ma una ricerca di favori e benefici nel desiderio di trovare qualche impiego o qualche vantaggio di vario tipo, e le conoscenze politiche locali diventano fondamentali a questo scopo.

giovedì 10 gennaio 2008

BASELICE, CONSIGLIO STRAORDINARIO



Il consiglio comunale di Baselice (in sessione straordinaria) ha approvato il 9 gennaio scorso il progetto intercomunale della Comunità montana del Fortore riguardante la gestione associata dei beni del patrimonio immobiliare.
Inoltre, l'ingegner Fabio Catalano di Benevento è stato nominato nuovo tecnico della commissione edilizia e della commissione terremoto.

Per i quattro consiglieri di minoranza presente Giuseppe Pastore. Mentre per gli otto della maggioranza assenti Antonio Marucci e Giovanni Cormano.

lunedì 7 gennaio 2008

TELESCLUSI


Ecco stralci di un mio articolo pubblicato su un periodico locale qualche tempo fa, lo riproponiamo qui poiché conserva tuttora la sua freschezza comunicativa.

Nell’epoca della «comunicazione globale» succede che alcuni cittadini ne siano esclusi. E la cosa preoccupante è che tutto ciò non succede nella periferia del mondo – il che è comunque biasimevole – ma nel cosiddetto mondo occidentale, nel Fortore. E’ il caso della ormai arcinota vicenda della mancata ricezione del segnale di Rai tre Campania nella Valfortore. Si pensi che il menzionato servizio – sin da quando furono istituite le sedi regionali Rai – non è stato mai irradiato nei comuni del Fortore i quali sul terzo canale della televisione di stato continuano a ricevere i Tg regionali di Puglia e Molise. Altro che federalismo. Il federalismo televisivo la Rai la pratica da anni ma non per i cittadini del Fortore i quali sono informati di quanto succede a Bari o a Venafro (Isernia) ma non riescono ad essere informati su quanto succede a Napoli e persino a Benevento, il proprio capoluogo di provincia. È incredibile, mentre da altre parti la cosiddetta «globalizzazione» ha azzerato le distanze tra i diversi continenti e tra i diversi popoli che abitano il pianeta, la Rai campana non riesce – dal punto di vista mediatico – ad avvicinare il centro (Napoli) con la propria periferia (il Fortore). Una situazione grottesca in quanto per risolvere il problema non ci vorrebbe poi molto, basta installare un ripetitore in zona. Nel frattempo i cittadini del Fortore continuano a pagare il canone Rai nonostante siano penalizzati nell’informazione locale.
Sebbene, poi, ci sono state rimostranze ancora i cittadini di questa valle aspettano di ricevere il Tg3. (…) Se si continua a lasciare fuori una fetta di popolazione, anche se minoritaria, dall’accesso alle telecomunicazioni più che di modernizzazione bisognerebbe parlare di “telesclusione”.

venerdì 28 dicembre 2007

ECCO LE SENTINELLE DEL FORTORE


La notizia è di qualche settimana fa, ma data l’importanza dell’evento, anche per il Fortore beneventano, ne riproponiamo anche qui la novità.

Sono 32 le prime “sentinelle ambientali” volute dal progetto Life Natura “Fortore” (Un progetto per il fiume). Il corso coordinato dall’Università degli Studi di Foggia dopo 200 ore di lezione ha formato operatori in grado gestire e condurre gruppi di visitatori nei paesi e negli habitat naturali della Valle del Fortore.
Al corso hanno partecipato giovani provenienti da tutti i centri coinvolti dal progetto e ai quali poi è stato consegnato l’attestato.
Le guide sono: Maria Leonarda Colucci, Marianna Iosa, Gennaro Iosa, Teresa Margollicci, Maria Rosaria Sangiuliano, Carla Carolla, Gemma Meomartino, Ersilia Fascia, Matteo Biseste, Mario Iacurci, Adolfo Iacurci, Angela Maria Beccia, Maria Giovanna Fratta, Maria Domenica Tomacelli, Clelia La Rosa, Renato Cuorpo, Giuseppina Lupo, Pietro Di Iorio, Giovanni Iadarola, Nunzia Leo, Anna Maria Rillo, Giovanni Iamele, Filomena Capuano, Maurizio Paoletti, Letizia Lambrè, Michaela Pepe, Francesco Pepe, Giancarlo De Masi, Michele Circelli, Giandonato Pizzi, Pietro Caforio e Daniela Ugliola.

venerdì 21 dicembre 2007

LE PAURE UCCIDONO LA SPERANZA

“Il nemico contro cui bisogna lottare siamo noi stessi. Con le nostre paure che uccidono le nostre speranze”. Mi è rimasta scolpita nella mente la frase detta da Placido Rizzotto ai “suoi” braccianti siciliani, che si battevano per avere un pezzo di terra da coltivare, in una sala misera e disadorna della Camera del lavoro di Corleone. Il sindacalista fu ucciso dalla mafia nel 1948 e la sua storia raccontata in un film dal regista Pasquale Scimeca.
L’ho visto in dvd l’altro giorno. Una vicenda di soprusi e di sopraffazioni. Ieri come oggi. Nulla è cambiato: il Sud resta uguale a se stesso. Come se il tempo non fosse mai trascorso da quella sera in cui Placido venne fatto scomparire. L’oltraggio di un uomo indifeso. Metafora di un Sud abbandonato a se stesso.
Ma in questo ‘maledetto’ Sud bisogna, viverci, amarlo e odiarlo per comprenderne l’animo più intimo. E noi piccole genti di questa terra prendiamo a prestito quel monito. Iniziamo a non aver paura e forse una piccola rivoluzione l’avremmo già compiuta.

lunedì 17 dicembre 2007

LE ELEZIONI E I FURBETTI DELLA POLITICA

Si avvicinano le elezioni provinciali e tra un po’ inizierà il solito show dei furbetti della politica. Schiere di candidati inizieranno a transitare nelle piazze dei nostri comuni a fare promesse a destra e a manca con l’unico scopo di coltivare il proprio orticello. Chiusa la kermesse ci si rivedrà alla prossima tornata elettorale.
 
E allora invece di far decidere alle segreterie politiche i candidati da proporre, importiamo anche qui il metodo delle primarie. Si chieda ai cittadini da chi vogliono essere rappresentati. Si apra un dibattito serio sul futuro del Fortore. Gli elettori sono stanchi dei mestieranti della politica che lavorano nell’ombra. Non è infatti nelle sale di qualche agriturismo - con la mente annebbiata da un buon bicchiere di vino dopo aver gozzovigliato di tutto e di più - che si decide il destino di questa terra. I cittadini vogliono trasparenza, partecipare direttamente e non più delegare agli altri le proprie sorti.

Intanto i figli del Fortore emigrano e i padri maledicono generazioni di politici che per anni hanno votato.

giovedì 13 dicembre 2007

CONSIGLIO COMUNALE, ECCO I PUNTI DISCUSSI


In un'aula semideserta (dal punto vista della partecipazione popolare) si è riunito, in mattinata, il consiglio comunale di Baselice. Pensiamo di fare cosa gradita ai lettori di questo blog postando i punti principali discussi e approvati dalla stessa assise. Eccoli qua: aggiornamento catasto incendi boschivi, piano strategico di sviluppo per il risanamento ambientale e idrogeologico del fiume Fortore, regolamento per la costituzione del gruppo comunale di volontariato di protezione e comunicazione Ivpc.

lunedì 10 dicembre 2007

LA CASTA E LE STRADE INFINITE


Mentre “la Casta” è intenta a spartirsi poltrone e privilegi, gli automobilisti sono costretti a viaggiare su strade che sembrano appena bombardate dagli F16. Vie con buche grandi come una casa, che se non stai attento ad evitarle la macchina ti ci può restare dentro.

È il caso (per esempio) della ormai famosa (si fa per dire) provinciale 34 che collega Baselice a Colle sannita e Riccia (e dunque al Molise).

Qualcuno poi è mai passato da quelle parti di sera quando c’è nebbia? È la fine. Non esiste striscia di mezzeria. Non esistono paletti catarifrangente (che nome complicato), quella specie di picchetti che s’illuminano con il riflesso dei fari e che ti indicano il limite della strada. Insomma, non esiste nulla. Buio pesto. A quel punto devi sperare che la macchina non ti si fermi e che nonostante i dieci all’ora riesci finalmente a raggiungere casa e affogare tutta l’ansia in un bel tè caldo. Con buona pace della Casta.

giovedì 29 novembre 2007

FORTORE, IL WWF CHIEDE CHIARIMENTI SUL METANODOTTO

(da il quaderno.it)


“C’è bisogno di maggiore chiarezza prima che i lavori abbiano inizio”. E’ questa la condizione che Camillo Campolongo, responsabile della sezione Wwf Sannio, ha posto per la realizzazione del metanodotto Biccari-Campochiaro. L’associazione ambientalista ha chiesto maggiore attenzione alla Snam Rete Gas, la società che si occuperà della costruzione dell’impianto, per le 5 aree naturali campane e molisane che ne saranno attraversate. Tra questi ci sono anche i territori della provincia di Benevento come “Sorgenti e Alta Valle del fiume Fortore”, “Bosco di Castelvetere in Valfortore” e “Bosco di Castelpagano”.

lunedì 26 novembre 2007

FORTORINA? VOTA ANTONIO LA TRIPPA


Che strano. Si avvicinano le elezioni provinciali e si torna a parlare di Fortorina. Ogni tornata elettorale sbuca fuori la questione dell’importante arteria che dovrebbe collegare il Fortore col distante (in tutti i sensi) capoluogo di provincia.
La Fortorina prende il nome dalla zona che dovrebbe attraversare e cioè dai cinque comuni che ne fanno parte. Ovvero San Bartolomeo, Baselice, Montefalcone, Foiano e Castelevetere in Valfortore. Ma da quanto si apprende l’arcinota strada si fermerebbe a San Marco dei Cavoti, qualche chilometro prima del Fortore.
Rischia, dunque, di non arrivare dove dovrebbe arrivare (come direbbe Totò). E allora la domanda sorge spontanea perché non la si chiami diversamente. Magari pingo pallina?