giovedì 13 novembre 2014

Basilicata: dove le multinazionali trivellano e l’economia muore

 Che cosa comporta essere la regione con il più grande giacimento di idrocarburi d’Europa? In Norvegia, millecinquecento nuove assunzioni in un anno, stipendi da ottomila euro al mese, servizi efficienti. In una parola, welfare. In Guinea Equatoriale, picchi di crescita del Pil del sessanta per cento. In Basilicata, più disoccupazione, meno ricchezza e una terra distrutta. E un governo che autorizza trivellazioni sempre più intensive, senza salvaguardare il territorio.

In Basilicata si trivella ormai da più di vent’anni. Eppure, continua a essere una delle regioni più povere d’Italia, con uno dei tassi di disoccupazione più alti. Secondo Urbistat, il tasso di disoccupazione è del quindici per cento, e, tra i giovani, solo due su cinque hanno un lavoro. Il reddito pro capite è di poco più di tredicimila euro. Più del sette per cento dei lucani, però, guadagna meno di 650 euro al mese e il dodici per cento tra i 650 e gli 800 euro al mese. (Per continuare a leggere clicca qui sotto)

Basilicata: dove le multinazionali trivellano e l’economia muore

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