lunedì 6 ottobre 2014

Il Consiglio di Stato boccia il ricorso contro le trivellazioni

Il Consiglio di Stato spunta una delle frecce all’arco della protesta contro le trivellazioni petrolifere. La Seconda sezione presieduta da Antonio Catricalà ha espresso parere negativo in merito al ricorso al Capo dello Stato presentato nel 2013 da alcuni amministratori di Comuni e Comunità montane del Tammaro e del Fortore contro il progetto di ricerca di idrocarburi «Pietra Spaccata». Oltre 300 chilometri quadrati di intervento che si snodano tutti all’interno del territorio provinciale beneventano toccando 18 comuni.

Proponente la società britannica «Delta Energy». Una iniziativa giudicata gravemente dannosa per le comunità coinvolte e pertanto gli amministratori riuniti nel «Protocollo d’intenti» lo scorso anno si appellarono al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per chiedere l’annullamento del decreto dirigenziale numero 601 emesso il 14 dicembre 2012 dalla Regione Campania che aveva concesso valutazione di impatto ambientale favorevole alla ricerca di idrocarburi nella zona (...).

La bocciatura. Per i giudici di Palazzo Spada, le eccezioni sollevate dal ricorso «non colgono violazioni di carattere formale giuridicamente rilevanti e rilevabili, ma intendono duplicare la valutazione tecnica svolta dall’apposita commissione nel rendere il giudizio di compatibilità ambientale».

Una stroncatura netta, dunque, perchè il Consiglio di Stato ha sostanzialmente considerato del tutto fuori luogo l’azione dei sindaci che con il ricorso intenderebbero sostituirsi alla commissione tecnica di valutazione. Quanto alla istanza finalizzata a un pronunciamento Via unico, avanzata dai ricorrenti, i giudici definiscono «non condivisibile la pretesa necessità di una Valutazione di impatto ambientale unitaria, dal momento che le operazioni di prospezione geofisica del territorio risultano distinte ed autonome rispetto alle operazioni di perforazione». Tesi questa più volte sostenuta pubblicamente anche dai vertici della Regione Campania che appare però decisamente in contraddizione con la logica: le ricerche senza perforazioni non avrebbero alcun senso (...).

I proponenti. Il ricorso era presentato dai sindaci di Campolattaro (Pasquale Narciso), Fragneto Monforte (Raffaele Caputo), Pesco Sannita (Antonio Michele), Fragneto L’Abate (Nunziatina Palma), Reino (Antonio Verzino), Baselice (Domenico Canonico), Pago Veiano (Mauro De Ieso), Sassinoro (Pasqualino Cusano), Santa Croce del Sannio (Antonio Di Maria), quest’ultimo pure nella qualità di presidente della Comunità montana Titerno-Tammaro. Sul ricorso anche le firme dei consiglieri di San Marco dei Cavoti Domenico Costanzo e Valentino Castello, dell’assessore alla Comunità montana Innocenzo Pugliese, e di Liano Antonio Boffa, Cristoforo Tatavitto, Ester D’Afflitto, Luigi Caretti.

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