lunedì 1 luglio 2013

Mastronardi ha presentato il suo libro «Viteliù-Il nome della libertà»

di Leonardo Bianco

"Una storia di persone che dà emozioni”. Così, in sintesi, la definizione dell’autore Nicola Mastronardi, del suo “Viteliù- Il nome della libertà”, presentato sabato sera alla Biblioteca comunale di San Bartolomeo in Galdo “Giovanni Vergineo”. L’intento del giornalista e scrittore molisano è quello di “dare dignità storica ad un territorio che pare non l’abbia”.

Nicola Mastronardi con il suo romanzo storico ripercorre le vicende di un popolo, quello sannita, che non si è distinto solo per aver tenuto testa per lungo tempo a Roma, ma che ha anche contribuito alla costruzione di un impero.

La storia di una civiltà, quella delle tribù italiche (i Sanniti, i Marsi, i Peligni, i Piceni), che ha dominato per nove secoli i territorio del centro e del sud Italia. Storia di in un popolo che ha difeso con tenacia la propria dignità e la propria identità contro l’espansione dell’impero romano. “Viteliú”, termine osco da cui deriva la parola latina Italia, dunque, è un viaggio nella storia, attraverso il quale l’autore vuole riscoprire le proprie radici e le radici di un popolo per troppo tempo dimenticato.

Il romanzo inizia diciassette anni dopo i tragici eventi del 91 a.C. quando “la popolazione picena di Ascolum trucidò tutti i romani presenti in città” e che provocò la guerra sociale e poi civile, la quale terminò con il massacro degli italici ad opera di Lucio Cornelio Silla. Tutto ha inizio da un incubo del passato che spinge un vecchio cieco – l’embratur sannita Papio Mutilo, che su di sé sente tutta la responsabilità del genocidio subìto dal suo popolo – a riprendere in mano il proprio destino e quello del nipote Marzio, salvato dalle stragi dei sicari di Silla. Il loro avventuroso viaggio porterà Marzio, e con lui il lettore, a conoscere la storia e le terre delle genti che costruirono la prima nazione cui fu dato il nome di Italia. “Un libro che nasce dall’intima necessità dell’autore di trovare la propria identità, le proprie radici”.

Queste le parole che ha usato Salvatore Colatruglio, esponente dell’associazione culturale, “generoso Simeone” e promotore dell’evento. A Colatruglio è toccato il compito di introdurre l’argomento con un excursus storico attraverso le tre guerre sannitiche che videro la Repubblica romana contrapporsi alle popolazioni italiche.

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