sabato 15 dicembre 2012

Referendum pro Molise: toni accesi alla Fondazione Iacocca

I toni del dibattito sulla bocciatura del referendum pro Molise da parte del consiglio provinciale restano alti. Anche l’altra sera a San Marco dei Cavoti non sono mancate scintille tra i promotori del referendum e qualche consigliere, come Franco Cocca, si era espresso contro. Un incontro durissimo e dai toni accesi quello svoltosi nell’auditorium Iacocca.

Ad accogliere i partecipanti del convegno il sindaco Franco Cocca, che nel suo intervento ha tentato di spiegare i motivi che lo hanno indotto ha bocciare insieme al gruppo del Partito Democratico la richiesta di referendum avanzata dal comitato “Salviamo il Sannio” che aveva raccolto circa quattromila cinquecento firme. Principalmente due le motivazioni che hanno indotto Cocca avotare contro: la mancanza di una preventiva intesa con le istituzioni molisane ed i costi pari a circa quattrocentomila mila euro per poter svolgere i referendum.

In netto contrasto con la posizione del primo cittadino sammarchese è stato il referendario Luigi Bocchino, che ha evidenziato come la Provincia di Benevento “stia sempre più diventando la pattumiera di Napoli e Caserta, che utilizzano il nostro territorio per depositare i loro rifiuti mentre riservano ai cittadini sanniti le briciole in fatto di servizi e assistenza specialmente nel settore della sanità, scuola, trasporti e cultura”.

“Il Presidente Caldoro ha dimostrato nei fatti quanto a cuore gli siano le sorti del territorio sannita – ha rimarcato Bocchino – non partecipando alla seduta del Consiglio regionale di Benevento avendo immaginato di ridisegnare la regione Campania con una città metropolitana ed una macro provincia composta da Salerno, Caserta, Avellino e Benevento”.

Riguardo ai presunti costi di un atto democratico come il referendum, Bocchino ha ricordato come tra personale, assessori, portaborse, direttore generale e dirigenti la provincia sborsa ben 3 milioni di euro all’anno; e tra i tanti sperperi, “come il Gladiatore d’oro costato quest’anno oltre 100 mila euro, a chiesto per quale motivo sempre con i soldi dei cittadini, si stipendia da 5 mesi un assessore provinciale senza deleghe e funzioni?”.

Sulla stessa lunghezza d’onda di Luigi Bocchino il sindaco di Colle Sannita Giorgio Nista, l’ex sindaco di San Giorgio La Molara Luigi Vella e Vincenzo Lombardi, presidente regionale di Federturismo di Confindustria. Essi hanno espresso il netto dissenso dalla visione antistorica adottata dal Pd in consiglio provinciale, facendo fare un netto passo indietro alla democrazia ma anche alla credibilità delle istituzioni. In stridente evidenza, la circostanza che il Pd abbia chiamato i cittadini a scegliere il candidato Premier, così come a breve si appresterà a scegliere anche nel Sannio con le primarie, i candidati da proporre per una eventuale nomina al Parlamento.

“Il vero motivo politico per cui il referendum è stato bocciato – ha affermato il portavoce del comitato Antonio Verga – è stato quello di aver voluto impedire a tutti i costi che i cittadini potessero discutere liberamente nelle piazze per riappropriarsi delle radici e dell’identità popolare. Uno stratagemma messo in atto dai partiti politici nel tentativo di conservare anacronistiche rendite di posizioni. La risposta la avremo nella prossima tornata elettorale – ha concluso Verga – che determinerà una svolta epocale poiché i partiti politici, a detta dell’ultimo rapporto Censis, saranno spazzati via poiché non sono riusciti a cogliere i mutamenti della società, per cui si apriranno spazi smisurati per quei movimenti civici e territoriali in grado di rappresentare le esigenze concrete della gente”.

Luigi Ruscello ha definito surreale il Consiglio Provinciale del 12 novembre scorso, bollando la decisione di bocciatura “al di fuori di ogni logica, al pari di quanto sta avvenendo in questi giorni in Parlamento con la mancata conversione del decreto sul riordino che genererà un grave danno per i cittadini per la indeterminatezza di competenze e responsabilità tra la regione, le province e Ccomuni”. All’incontro sono intervenuti i consiglieri comunali di San Marco Domenico Costanzo, Valentino Castello e Remo Cavoto e Angelo Cocca, volontario della protezione civile.

Presente anche Raffaele Tornesello, Raffaele Fusco e Giuseppe Fusco, le professoresse Maria Assini e Rosalia Assini. A chiudere i lavori è stato il consigliere provinciale Spartico Capocefalo, molto critico sulle decisioni assunte dai consiglieri provinciali che hanno votato contro “dimostrando tutta la sua preoccupazione per lo sfilacciamento tra le istituzioni e cittadini che, giorno per giorno, si allontanano sempre più dalle istituzioni nutrendo profonda sfiducia sull’operato della politica ormai distante anni luce dai veri problemi quotidiani della gente”.

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