domenica 30 dicembre 2012

L’assalto delle compagnie petrolifere e il silenzio di Luca Colasanto

di Billy Nuzzolillo

Con un avviso pubblicato sul Burc del 24 dicembre la Regione Campania ha reso noto che la Commissione di Via (Valutazione Impatto Ambientale) ha dato il via libera alle trivellazioni petrolifere nella provincia di Benevento.

Il parere, dunque, segue quelli già espressi della Commissione V.I.A., V.A.S. e V.I. nelle sedute del 2 agosto e del 30 ottobre. Il progetto “Intervento di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma denominato Valle Spaccata in vari Comuni della Provincia di Benevento” è stato presentato dalla società inglese Delta Energy Ltd e riguarda, dunque, una delle tre zone individuate nel Sannio per le ricerche petrolifere: oltre a “Valle Spaccata” sono, infatti, ancora in piedi i due iter per la ricerca di idrocarburi in zona “Nusco” e “Santa Croce”.

I comuni interessati alle trivellazioni sono: Baselice, Campolattaro, Casalduni, Castelpagano, Circello, Castelvetere di Valfortore, Colle Sannita, Foiano in Val Fortore, Fragneto l’Abate, Fragneto Monforte, Molinara, Morcone, Pago Veiano, Pesco Sannita, Pontelandolfo, Reino, San Giorgio la Molara e San Marco dei Cavoti.

Come ricorda il giornalista Pietro Dommarco, “il 4 giugno 2012 in un documento l’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) ha affermato che il fracking utilizzato per estrarre gli idrocarburi da scisti e sabbie bituminose è molto invasivo del territorio, ma è soprattutto ad altissimo consumo di acqua e molto inquinante del suolo e delle falde idriche del sottosuolo” e “può provocare anche micro terremoti”. Un tema divenuto d’attualità in seguito al terribile sisma che nel mese di maggio ha colpito l’Emilia Romagna.

Una regione, quest’ultima, che dalla fine dell’Ottocento ad oggi ha assistito alla perforazione di 1.697 pozzi, configurandola come il territorio più trivellato d’Italia. Sovrapponendo la mappa sismo-tettonica dell’Emilia -Romagna con la carta delle concessioni e dei permessi di ricerca di idrocarburi vigenti, ci si rende conto che la maggior parte di queste autorizzazioni incide su faglie attive. E il Sannio, si sa, è una delle zone a maggiore rischio sismico della Campania.

Sempre Dommarco ha recentemente ricordato che “mentre negli Stati Uniti il fracking è sotto accusa per aver provocato eventi di micro-sismicità in Ohio ed in Texas, e mentre Francia, Germania e Inghilterra hanno dichiarato fuorilegge la fratturazione idraulica o stanno discutendo sul suo divieto, in Italia si sviluppano progetti dagli elevati costi ambientali e rischi per le falde idriche”.

Senza dimenticare, infine, che l’ultimo rapporto Istat ha inserito il Texas d’Italia, ovvero la Basilicata, ai primi posti per mortalità da tumori, con percentuali che superano la media nazionale. Tumore allo stomaco, al colon, al fegato, alla laringe, ai polmoni, alla pleura, alla vescica e patologie cardio-respiratorie in aumento, come è possibile leggere nella relazione di attività del Registro tumori Basilicata Ircss-Crob.

In particolare, la leucemia mieloide non ereditaria fa registrare notevoli incrementi nella Val d’Agri del petrolio. Tra le cause si sa, oltre al fumo delle sigarette, si annoverano le esposizioni al benzene, sostanza contenuta nel petrolio e nelle benzina. Una forma di leucemia, dunque, maggiormente giustificabile in centri urbanizzati e con forte inquinamento atmosferico che non in aree depresse e poco popolate, come appunto la Val d’Agri (che tanto somiglia alle aree del Sannio interessate alle trivellazioni).

Dati che, dunque, impongono una seria riflessione e che, oltretutto, mal si conciliano con il generale disinteresse che in questi giorni ha accompagnato la notizia del via libera della Regione Campania all’assalto che le compagnia petrolifere si apprestano a fare nel Sannio.

Vero, consigliere Luca Colasanto? Eppure lei, oltre ad essere originario di Baselice (territorio interessato alle trivellazioni) ed essere uno strenuo difensore dei territori sanniti rispetto all’assalto delle lobby dell’eolico, è anche il presidente della Commissione Regionale Ambiente, Energia e Protezione Civile. Come mai non interviene?

www.sanniopress.it

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