mercoledì 26 dicembre 2012

Il Fortore e l'inesorabile morte demografica

I dati definitivi del’Istat riguardo al censimento, confermano in modo inesorabile il continuo spopolamento del territorio fortorino. Dal 2001 al 2011 gli abitanti del Fortore sono diminuiti di circa il 10%, con punte massime che vanno dal 13% di Castelvetere, Ginestra e San Bartolomeo in Galdo al 14,6% di Molinara. I comuni che in termini percentuali hanno perso di meno sono Foiano (-5%), San Marco Dei Cavoti (-5,5%) e Buonalbergo (-5,9%).

Nel dettaglio Baselice segna -10%; Buonalbergo -5,%; Castelfranco – 12,2%; Castelvetere – 13%; Foiano -5%, Ginestra -13%; Molinara – 14,6%; Montefalcone -10%; San Bartolomeo -13%; San Giorgio la Molara -7%; San Marco dei Cavoti -5,5%.

Resta San Bartolomeo il comune più popoloso con 5.090 abitanti. Castelvetere è sceso a 935 abitanti e con Ginestra, ultimo comune con 532, sono gli unici paesi fortorini sotto quota mille.

Il segno meno, dunque, accomuna tutti paesi dell’area fortorina. Uno spopolamento dovuto oltre al saldo negativo tra natalità e mortalità, anche alla “fuga” dei giovani causata dalla scarsa opportunità di lavoro e di miglioramento delle condizioni sociali.

Una tendenza che preoccupa gli amministratori locali e che si sentono impotenti di fronte ad una condizione socio-economica che non riesce a cambiare il passo. “E' inesorabile - afferma Vincenzo Sangregorio, sindaco di San Bartolomeo in Galdo, nel commentare i dati Istat - il comune più popoloso del Fortore ma che negli ultimi anni ha perso 751 abitanti. Ormai le opportunità nel nostro paese sono sempre di meno e i giovani se ne vanno in cerca di fortuna altrove. E non solo i giovani... Anche molti padri di famiglia sono da mesi senza lavoro o senza stipendio: penso agli operai della comunità montana, agli operai delle piccole fabbriche presenti sul territorio che comunque sono in difficoltà. Qualche giorno fa ho parlato con un mio amico escavatorista che da luglio non lavora. I comuni sono in crisi, strangolati o dai debiti o dal patto di stabilità e, spesso, riescono a mala pena a pagare i dipendenti, anch'essi in soprannumero. Le tasse aumentano, il valore reale degli stipendi (per chi ce l'ha) è sempre meno”.

“Se non si trovano strategie nuove per la crescita, non vedo vie di uscita. I nostri territori hanno avuto grosse opportunità di sviluppo – continua Sangregorio nella sua analisi amara dei fattori che hanno portato il Fortore e il suo comune a un decremento demografico ormai inesorabile ascesa - che non sono state sfruttate appieno. Penso non solo ai soliti Fortorina e ospedale, ma anche ai fondi post-sisma, con i quali si è spesso costruito fuori dal centro abitato con la conseguenza che il nostro bellissimo centro storico è in totale abbandono e le case costruite nella zona di espansione sono in vendita o, addirittura, ancora in corso di costruzione, ma, soprattutto, senza mercato di vendita. San Bartolomeo, infatti, potrebbe ospitare più del doppio degli attuali residenti. Penso, ancora, alle installazioni di fonti di energia rinnovabili. In nome di una strenua difesa del territorio si è persa una buona opportunità di ricchezza (se ben sfruttata)”. “Bisogna dare nuove opportunità alle imprese, a chi ha voglia di mettersi in gioco; agevolare i giovani imprenditori – conclude il primo cittadino di San Bartolomeo in Galdo - con poche tasse, soprattutto per chi assume”.

(tratto da Ottopagine/Benevento)

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