sabato 15 gennaio 2011

CARO RCA, MA SOLO AL SUD

di Gaetano Pietropaolo*

E' recente l’ennesima inascoltata denuncia sul comportamento delle compagnie di assicurazione RCA in Campania e nel Mezzogiorno. A fronte dell’ennesimo aumento del 10% dei prezzi praticati, il commissario regionale campano dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, ha lanciato la provocazione dello “sciopero delle assicurazioni” invitando i cittadini a non pagare i premi per obbligare il Governo ad intervenire su una questione divenuta insostenibile. La faccenda è nota: i prezzi praticati dalle assicurazioni che, giova ricordarlo, sono tutte del Nord, sono a parità di classe di appartenenza molto maggiori al Sud che nel Settentrione; e nel Mezzogiorno la regione più vessata è la Campania, con la provincia di Napoli che detiene il costoso primato di provincia più cara d’Italia.

Le compagnie assicuratrici giustificano tale comportamento con l’alta incidentalità e le truffe che si farebbero in questi territori piuttosto che altrove. Quanto all’incidentalità, cioè al numero di incidenti con morti o feriti, l’ultima relazione annuale dell’Aci disponibile, mostra una realtà diversa da quella descritta dalle Assicurazioni: la Campania si caratterizza per un numero di incidenti tra i più bassi in assoluto. Per quanto riguarda invece il numero di incidenti senza morti e feriti, in materia non si dispone di studi di istituzioni pubbliche, garanzia di una certa imparzialità. Pertanto, bisogna accontentarsi dei dati forniti dalle assicurazioni che individuano a Napoli ed in Campania un elevato numero di incidenti senza morti e feriti, spiegabili con un elevato numero di truffe nel settore.

Posto che ciò sia vero, dovrebbe essere compito delle assicurazioni organizzarsi in modo da ridurle e non scegliere la strada più semplice: farne pagare il costo a tutti i cittadini Napoletani o Campani, anche quelli onesti. Ciò che è inaccettabile, è una discriminazione di tipo “razziale” e non meritocratica fatta da decenni dalle compagnie assicuratrici. E questo è ormai noto da anni ma troppo spesso taciuto. Un esempio potrebbe chiarire le idee: un automobilista napoletano di 45 anni, in prima classe Bonus/Malus, per un’auto media, paga circa il doppio del corrispondente automobilista torinese. Paradossalmente un automobilista torinese meno virtuoso, che si trova in sesta classe, paga circa 1/3 in meno del napoletano virtuoso.

L’esempio può essere ripetuto paragonando qualsiasi città del Nord con Napoli, i risultati sono pressoché analoghi. Ma se un automobilista è in prima classe, significa che è virtuoso, indipendentemente dal luogo di residenza, allora perché le assicurazioni discriminano la prima classe napoletana rispetto a quella piemontese o lombarda? Qual è la differenza? È questo che dovrebbero spiegare le compagnie assicuratrici ai cittadini meridionali in genere, visto che il comportamento in questione è perpetrato nei confronti della generalità dei residenti nel Mezzogiorno.

*L'Altro Sud

Pubblicato su TERRA del 12 gennaio 2011

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