lunedì 29 marzo 2010

Dipendenti Comunità, ecco la lettera di don Pierpaolo Marucci

Postiamo la lettera aperta di don Pierpaolo Marucci (viceparroco di San Marco dei Cavoti) ai vertici della Comunità montana del Fortore e pubblicata sabato scorso dal giornale il Sannio quotidiano.

Gentili presidente Zaccaria Spina e segretario Gianfranco Marcasciano,

mercoledì scorso 17 padri e madri di famiglie hanno atteso invano la vostra presenza al tentativo di conciliazione presso la Direzione provinciale del lavoro. Ma voi ancora una volta, dopo aver disertato il primo vertice, avete deciso nuovamente di non partecipare all’incontro con i sindacati e con i lavoratori messi in disponibilità. Ciò crea un profondo dolore e sconforto in queste persone che assunte a tempo indeterminato oggi rischiano il proprio posto di lavoro. Faccio mie le parole del Cardinale Bagnasco al Consiglio permanente della Cei del 22 marzo scorso: “Il lavoro è un bene per l’uomo, per la famiglia e per la società, ed è fonte di libertà e responsabilità”. Ecco cosa dovrebbe, secondo la dottrina sociale della Chiesa cattolica, accompagnare l’attività degli amministratori della cosa pubblica. La responsabilità verso gli altri, verso i cittadini. Verso i più deboli della società.

È vero. Voi dite che c’è una legge regionale che prevede la messa in disponibilità dei dipendenti delle varie Comunità Montane, che riduce il numero delle stesse Comunità, dei consiglieri, assessori, presidenti e dei componenti dei consigli, ma quello che sta succedendo nella nostra Comunità Montana del Fortore lascia perplessi. Da una parte si mettono in disponibilità lavoratori per mancanza di fondi, dall’altra si finanziano nuovi corsi di formazione. Non me ne vogliate ma a questo punto la domanda è lecita: perché sono stati messi in disponibilità, in tutta fretta, proprio quei 17 dipendenti con la giustificazione di mancanza di fondi, se poi si continuano a spendere soldi nei corsi di formazione per assunzione di nuove personale? Qualcosa non torna. Se i fondi non erano disponibili per sostenere le spese del vecchio personale, perché ora si sforna un bando di concorso ad hoc per assumere nuovo personale con la qualifica di operaio idraulico forestale addetto alla manutenzione, salvaguardia e vigilanza territoriale? Oppure si prevede l’assunzione di altri 45 dipendenti a tempo determinato per la salvaguardia, recupero e valorizzazione dell’ambiente locale? Dunque non è un problema di fondi, ma di come essi vengono ripartiti.

Scrive ancora il cardinale Bagnasco: “Per un popolo abituato a far leva sostanzialmente sulla propria intraprendenza e sulla propria fatica, trovarsi spiazzato sul fronte dell’occupazione è una sofferenza acuta. I figli di questi dipendenti che costituiscono la fascia di popolazione più in sofferenza perché meno garantiti e poco sussidiati nel loro tuffo verso la vita, oggi rischiano di demoralizzarsi definitivamente”.

Cari amministratori se quanto detto dal Cardinale è vero per il Nordest, figurarsi per i figli del Fortore. Quel Fortore troppe volte bistrattato, umiliato di cui anch’io sono figlio. Questa è gente che cerca il dialogo, ma se per ben due volte avete deciso di disertare il tentativo di conciliazione, ciò non farà altro che allontanare i cittadini dalle istituzioni che voi stessi rappresentate.
E mi rifaccio sempre alle sante parole di Bagnasco: “Per questo risulta necessario, all’insorgere delle difficoltà, ricercare un dialogo inesausto tra le parti, ed esplorare tutte le possibili soluzioni, avendo come riferimento costante il vero interesse di quanti formano la comunità”. E aggiunge: “Pur non disponendo di inedite soluzioni tecniche, avremmo un metodo di comportamento da ricordare, quello della responsabilità sociale, da esercitare anzitutto evitando la fuga dai problemi, e illudendosi di trovare riparo dietro a soluzioni unilaterali e drastiche”.
I 17 dipendenti e le loro famiglie attendono chiarezza e un vero confronto. Siamo in prossimità delle festività pasquali: che il Cristo Risorto illumini i vostri cuori, le vostre menti, ispiri le vostre azioni, guidi e indirizzi le vostre scelte affinché prevalga il bene comune. Auguri di una Santa Pasqua, e che possa essere veramente una serena Pasqua per tutti.

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