lunedì 7 luglio 2008

Benevento, l’esperienza della cooperativa Placido Rizzotto: il seminario domani alla facoltà di scienze

Nell’ambito delle attività del master universitario di primo livello in ‘Valorizzazione e gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata’ si svolgerà domani mattina 8 luglio alle ore 9.30, presso l’aula 3 della Facoltà di Scienze economiche e aziendali dell’Università degli Studi del Sannio, il seminario su ‘L’uso sociale dei beni confiscati: l’esperienza della cooperativa Placido Rizzotto’. La testimonianza di Valentina Fiore, direttrice della cooperativa sociale ‘Placido Rizzotto’, si terrà nell’ambito del modulo di Analisi di Bilancio.
La Cooperativa è sorta il 22 novembre del 2001 grazie al progetto ‘LiberaTerra’ promosso dall'Associazione Libera e dalla Prefettura di Palermo. Inizia così la coltivazione dei 155 ettari di terreno, confiscati a boss del calibro di Brusca e Riina, e sin a quel momento lasciati in totale stato di abbandono.
Placido Rizzotto era un giovane contadino corleonese che, nell’immediato dopoguerra, dopo aver combattuto le lotte partigiane, scelse la via dell’impegno sindacale a Corleone. Come permesso dal decreto Gullo, spinse i poveri agricoltori del corleonese a unirsi in cooperative e ad occupare i feudi abbandonati e incolti. Fu il boss Luciano Liggio ad assassinarlo il 10 marzo 1948 durante un’imboscata nelle campagne corleonesi, intollerante per le continue e sempre più incisive iniziative di Placido. I suoi resti furono ritrovati cinquant’anni dopo in una foiba di Rocca Busambra. Al suo posto venne eletto segretario della Camera del Lavoro di Corleone il giovane Pio La Torre.
Grazie al sacrificio di Placido, e dei tanti sindacalisti che osarono ribellarsi e contrastare lo strapotere mafioso, oggi la Cooperativa “Placido Rizzotto” può coltivare le terre strappate alla mafia, facendole diventare fonte di lavoro e di libertà.
La Cooperativa opera sulle terre del Consorzio di Comuni “Sviluppo e Legalità” ove effettua l'inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, creando opportunità occupazionali ispirandosi ai principi della solidarietà e della legalità. L’incessante impegno dei soci nella coltivazione delle terre confiscate, l’ininterrotta concezione di nuove idee e una bella dose di buona volontà, hanno consentito ai soci della Cooperativa, che continuano a credere ed impegnarsi nel Progetto “Libera Terra”, di raggiungere un importante risultato. Oggi, infatti, “Libera Terra” è divenuto un progetto pilota a livello europeo.
(fonte: 82cento.it)

Nessun commento: