mercoledì 23 ottobre 2013

Fortore, nuovi parchi eolici

Nuovi parchi eolici nel Sannio. Sono stati infatti pubblicati sull’albo pretorio della provincia di Benevento gli avvisi di deposito relativi alla richiesta di valutazione impatto ambientale per la realizzazione di ben quattro parchi eolici ad opera delle società Investimenti e Sviluppo srl, Ecoenergia srl e C.E.R. srl. Il primo progetto attiene la realizzazione di un parco eolico da 10,25 MW a Castelfranco in Miscano alla località “Tre Fontane” (Investimenti e Sviluppo srl).

Il secondo progetto riguarda la realizzazione di un parco eolico da 45 MW da installare nel comune di San Giorgio La Molara in località Monte Serrone, Guerrachino, M. Petrera. S. Sofia. (Ecoenergia srl). Il terzo progetto fa riferimento ad un parco eolico della potenza di ben 75 MW nel comune di Castelpagano alle località Piana della Battaglia, Gaudo Mistongo, Toppo dei Tegli, Toppo del Moscio, Santa Maria, Ricafurchi (Ecoenergia srl).

L’ultimo progetto attiene invece l’ammodernamento di un impianto eolico esistente alla località “Difesa Vecchia” del comune di Castelfranco in Miscano per una potenza di 24 MW (C.E.R. Campania Energia Rinnovabile società del gruppo API).

(Fonte: ilquaderno.it)

lunedì 21 ottobre 2013

Petrolio. Perché la Regione ha detto sì alle trivelle?

Un tema di priorità assoluta, almeno per quanti hanno a cuore la tutela ambientale, è senz’altro quello relativo ai programmi di ricerca ed estrazione di idrocarburi nel Sannio. Sono quattro allo stato le minacce che incombono sul territorio provinciale rappresentate dai progetti denominati «Nusco, «Santa Croce», «Pietra Spaccata» e «Case Capozzi».

Per tre dei quattro interventi la Regione Campania ha già dato parere favorevole nell’ambito della procedura di valutazione di impatto ambientale. Nel dettaglio, la Giunta presieduta da Stefano Caldoro ha approvato il 16 luglio 2010 la delibera numero 549 che ha dato l’Intesa favorevole per la realizzazione delle ricerche di idrocarburi alle società «Itamin Exploration» e «Cogeid» nell’ambito del progetto denominato «Nusco».

Si tratta di un programma che abbraccia numerosi comuni soprattutto della provincia di Avellino e marginalmente anche del Sannio. La prossimità territoriale e la condivisione di matrici ambientali, prima tra tutte quella idrica, fanno comunque del progetto una fonte di gravi preoccupazioni anche per la provincia beneventana. Stesso discorso per l’intervento a nome «Santa Croce» che si sviluppa tra Alto Sannio e Molise. Proponente è la società «Sviluppo Risorse Naturali» con sede a Roma.

La Regione Campania anche in questo caso ha dato parere favorevole con delibera numero 550 del 16 luglio 2010. Il nulla osta dell’Esecutivo Caldoro ha consentito al Ministero dello Sviluppo economico di rilasciare i permessi di ricerca a beneficio delle due società. Non si tratta ancora in questa fase delle trivellazioni vere e proprie ma è evidente che l’autorizzazione alla ricerca è finalizzata all’individuazione di bacini di idrocarburi sfruttabili e dunque alla perforazione. E la Regione Campania ha dato parere favorevole di compatibilità ambientale anche a un terzo progetto di ricerca, quello denominato «Pietra Spaccata», proposto dalla britannica ‘Delta Eenergy’, che si estende interamente in territorio sannita. Il sì è stato espresso dalla commissione Via, organismo tecnico-politico di emanazione regionale, ed è confluito nel decreto dirigenziale del 14 dicembre 2012. Al netto dei tecnicismi, si tratta dunque di tre sì alle trivelle in Campania e nel Sannio. Cosa ha da dire in merito il governatore regionale Stefano Caldoro?

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venerdì 18 ottobre 2013

Forestali, i sindaci del Fortore incontrano il prefetto Blasco


Un importante incontro avente ad oggetto la situazione di drammaticità in cui versano gli operai forestali sì è svolto tra il Prefetto di Benevento ed una delegazione di Sindaci e delegati dei paesi della Comunità Montana del Fortore (per continuare a leggere clicca qui sotto)


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lunedì 14 ottobre 2013

Petrolio, Dommarco: “Non fatevi ingannare, quel decreto è una trappola”

L'autore di "Trivelle d'Italia" commenta il provvedimento ministeriale sulle compensazioni agli enti locali

«Non fatevi abbindolare. Quel decreto non porterà benefici ai territori ma serve solo a spianare ulteriormente la strada ai petrolieri». Non ha dubbi Pietro Dommarco nel commentare il testo varato il 12 settembre scorso (pubblicato in Gazzetta ufficiale il 23 settembre) dai Ministeri delle Finanze e dello Sviluppo economico.

Un prov­vedimento passato sotto silenzio eppure non meno insidioso dei precedenti atti adottati in materia. Atto che chiaramente non è sfuggito invece all’autore di «Trivelle d’Italia», best-seller e autentica pietra miliare del settore. Al giornalista e scrittore lucano, che recentemente è stato anche nel Sannio su invito del comitato Codisam di Sant’Arcangelo Trimonte e della Pro loco di Apice, abbiamo chiesto di commentare quello che apparentemente dovrebbe essere un «regalo», un gesto di attenzione per le comunità locali, ovvero la istituzione di un Fondo da 50 milioni di euro destinato alla realizzazione di progetti infrastrutturali e oc­cupazionali nei territori coinvolti dalle trivellazioni.

«I sindaci sanniti non si facciano ingannare – esordisce netto Dommarco – In primo luogo non c’è compensazione che valga quando sull’altro piatto della bilancia c’è un autentico scempio ambientale e paesaggistico. Una volta spalancate le porte al petrolio anche il futuro delle vostre terre, come è successo nella mia Lucania, sarà compromesso. Pertanto le comunità locali, le amministrazioni, le associazioni di categoria, soprattutto quelle del mondo agricolo, non devono perdere tempo dietro facili promesse. La verità è che questo decreto certifica la volontà già chiaramente espressa dai Governi, Monti prima e oggi Letta, di intensificare notevolmente l’attività estrattiva in Italia e nel Meridione in particolare, Basilicata in primis. Ormai non si nascondono nemmeno più e lo dichiarano apertis verbis nel comunicato del Ministero Sviluppo economico dello scorso 24 settembre che parla testualmente di «entrate aggiuntive per lo Stato pari ad almeno 17 miliardi».

Con una posta in gioco così alta e in un contesto come quello attuale, è evidente che ogni residua remora di carattere morale è ormai caduta. Non deve essere così per i cittadini e le istituzioni locali che devono difendere con i denti per quanto potranno i loro territori. I progetti di sviluppo basati sul petrolio hanno vita breve e non apportano quel grande giovamento che promettono. Basta consultare il sito www.enibasilicata.it: è lo stesso ente nazionale idrocarburi ad affermare che i lucani impiegati finora nei progetti petroliferi sono 201. Duecento addetti, tutta qua la fantastica ricaduta occupazionale. E anche i tanto decantati bonus carburante incontrano qualche difficoltà, come si evince dalla homepage del sito del Ministero Sviluppo economico. Datemi retta – conclude Dommarco – Combattete contro le trivelle con la stessa determinazione di prima. Anzi: raddoppiatela…».

benevento.ottopagine.net

domenica 13 ottobre 2013

Fortore, stipendi arretrati e forestali

Il presidente della Comunità del Fortore, Zaccaria Spina, ha chiesto un incontro urgente con il prefetto Blasco e con le organizzazioni sindacali di categoria per individuare ogni possibile modalità di sensibilizzazione dei competenti organi della Regione Campania al fine di un accredito immediato dei fondi alla Comunità Montana utile al pagamento degli operai.

Nella lettera Spina vuole portare a conoscenza del prefetto "la gravissima situazione che si è nuovamente generata sul territorio del comprensorio della Comunità Montana del Fortore, ove gli operai forestali non percepiscono le spettanze da oltre 16 mesi".

"Dopo l’ultima boccata di ossigeno che aveva permesso di pagare le spettanze del mese di giugno 2012, - scrive - nulla più. Questo Ente dopo infiniti incontri e corrispondenza varia con la Regione Campania, - continua il presidente - ha da tempo trasmesso la documentazione relativa alla rendicontazione del 2012, allo stato di avanzamento lavori ed alla richiesta di accredito delle somme spettanti".

"Ad oggi, nonostante le rassicurazioni di una veloce conclusione dell'iter procedurale per l'accredito materiale dei fondi, non si è ancora ricevuto il decreto di assegnazione degli stessi".

"Ancora più seria – conclude Spina - risulta la procedura per smobilizzare materialmente i fondi programmati dalla Regione Campania per l’anno 2013. Allo stato, si ha contezza che le famiglie degli operai forestali sono al collasso e si rischia l’esplosione di una vera e propria bomba sociale”.

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sabato 12 ottobre 2013

Il Ministero De Girolamo e le nomine dei sanniti: piovono attacchi


Un commercialista sannita a capo della SIN srl con il compito di gestire e sviluppare il Sistema Informativo Agricolo Nazionale, quale sistema di servizi complesso ed interdisciplinare a supporto delle competenze istituzionali del comparto agricolo, agroalimentare, forestale e della pesca. (Per continuare a leggere clicca qui sotto)

Il Ministero De Girolamo e le nomine dei sanniti: Alla SIN arriva Antonio Tozzi e piovono attacchi
www.ilquaderno.it

mercoledì 9 ottobre 2013

S. Bartolomeo, il circolo Pd esce dal Coordinamento Alto Sannio: "Organismo antidemocratico"

Il Circolo PD di San Bartolomeo in  Galdo esce dal Coordinamento dei Circoli ‘Pd Alto Sannio’. “L’assemblea del Circolo Pd di San Bartolomeo in Galdo ha ufficializzato l’uscita dal coordinamento ‘Pd Alto Sannio”. Ad annunciarlo Lucia Nappa, coordinatrice del Circolo PD di San Bartolomeo in Galdo. (Per continuare a eggere clicca qui sotto) 

S. Bartolomeo in Galdo, il circolo Pd esce dal Coordinamento Alto Sannio: "Organismo antidemocratico" | Fortore | news | NTR24 - l'informazione sul web

martedì 8 ottobre 2013

Baselice testimonial del comitato "No Lombroso"

Il Comune di Baselice ha dimostrato una forte sensibilità rispetto alla mia proposta di diventare testimonial del Comitato no Lombroso, al quale il sottoscritto ha aderito da qualche mese. Infatti, il 2 ottobre scorso il consiglio comunale ha votato l'adesione al comitato tecnico scientifico, che ha l'obiettivo di far chiudere per sempre il vergognoso museo di Torino intitolato a Cesare Lombroso, dove il criminologo veronese sperimentò le sue teorie razziste nei confronti dei meridionali. Un sincero ringraziamento va al sindaco Canonico per l'impegno profuso. Qui sotto riportiamo l'articolo uscito nei giorni scorsi su Ottopagine-Benevento

Il Comune di Baselice aderirà al comitato tecnico scientifico “No Lombroso”. Lo farà a breve portando l’argomento in consiglio comunale. Nei giorni scorsi, infatti grazie all'iniziativa di Antonio Bianco giornalista di Baselice e membro del comitato, è stata protocollata una lettera nella quel si chiede all'amministrazione di diventare testimonial dell’associazione.

Il Comitato nasce nel 2010 come reazione alla riapertura a Torino del museo intitolato a Cesare Lombroso che ha come fine quello di tornare a sottolineare il disvalore scientifico delle teorie criminologiche e di arbitraria devianza sociale, come sostenute dall'ufficiale medico aggregato all'esercito piemontese.

Cesare Lombroso a seguito dei rivolgimenti post-unitari, “ne approfittò – si legge nella lettera invito - per avanzare basse speculazioni sulla popolazione meridionale, in spregio della radice unitaria che avrebbe dovuto realizzare fin da subito la coesione territoriale e sociale della nazione. Proprio in Calabria, il falso ricercatore avviò uno studio criminologico sulle popolazioni locali, giungendo ad indagare un improbabile rapporto delinquenziale tra linguaggio, usi, modo di vestire e le caratteristiche fisiche dei residenti. Non contento di quanto già provocato ai danni di un paritario sviluppo del Paese, rientrato nella vita civile e rivestendo incarichi universitari a Pavia, Cesare Lombroso ebbe occasione di osservare in carcere Giuseppe Villella, calabrese di Motta Santa Lucia, sospettato di brigantaggio. Quando il Villella morì, nel 1864, a Lombroso fu consentito di procedere all'autopsia del cadavere, riteniamo con scarso rispetto della normativa all'epoca vigente. L'esame anatomico del cranio, nello specifico, rivelò un'anomalia classificata dal clinico veronese come «fossetta occipitale mediana», ovvero l'«illuminazione» attesa da anni, come ebbe premura di divulgare: Alla vista di quella fossetta mi apparve d'un tratto come una larga pianura sotto un infinito orizzonte, illuminato il problema della natura del delinquente, che doveva riprodurre ai nostri tempi i caratteri dell'uomo primitivo giù giù fino ai carnivori...”.

“Il cranio di Giuseppe Villella, - continua la missiva indirizzata al sindaco - ben individuabile tra centinaia di reperti ossei di varia provenienza, tra cui i resti di molti «briganti» meridionali uccisi in battaglia o deceduti in prigione, si trovi tuttora esposto, con grande evidenza, in quello che inizialmente era il museo privato Cesare Lombroso. Fatto proprio, successivamente, dall'Università di Torino, che allestì un fantomatico museo psichiatrico e criminologico, comprendente crani, scheletri, cervelli e macabri oggetti di vario tipo, tra cui maschere in cera, calchi in gesso, foto di volti di individui, anche di fanciulli, con precise etichette di condotte sociali devianti, riportanti scrupolosamente anche il luogo di nascita dei soggetti esposti. Si può immaginare, a questo punto, quale danno ne derivi per i territori d'origine del Villella, allorché i visitatori, dopo aver pagato perfino un ticket, scoprono di trovarsi di fronte, osservando impudicamente quel teschio, al prototipo del criminale per natura...”.

“Nel quadro appena delineato, il Comitato tecnico scientifico "No Lombroso" si propone di svolgere la sua attività a difesa dei più alti valori umani, - sottolinea il giornalista Antonio Bianco - avverso qualsiasi forma di discriminazione, sollecitando un disegno di legge che metta al bando la memoria di uomini colpevoli direttamente o indirettamente di delitti connessi con crimini di guerra o di razzismo. Questa sentita attività è convalidata dal sostegno di numerose personalità della cultura e delle istituzioni, che hanno aderito al Comitato in qualità di prestigiosi testimonial. Per questo ho ritenuto importante anche l’amministrazione Canonico aderisse al Comitato”, ha concluso Bianco.

(tratto da Ottopagine/Benevento)

domenica 6 ottobre 2013

Baselice e la protezione civile

Presso la Sala Consiliare del Comune di Baselice, si e’ svolta ieri pomeriggio la presentazione pubblica, a cura del Nucleo di Protezione Civile di Pesco Sannita, dell’ avvio dei lavori per la realizzazione dei Piani Comunali dei Comuni di Baselice, Foiano Valfortore e Castelvetere Valfortore.

Erano presenti in rappresentanza del Comune di Baselice il V.ce Sindaco Giuseppe Ferro con il Consigliere delegato alla Protezione Civile Michele Bianco, il Sindaco di Castelvetere VF Luigi Iarrossi , ed il Sindaco di Foiano Valforte Dott. Michelantonio Maffeo, ed il responsabile del procedimento Comandante dei Vigili Urbani Mar. Leonardo Cece. Per il Nucleo di Protezione Civile – Centro di Formazione per la Protezione Civile “ Antonio Barone”, erano presenti il Sindaco di Pesco Sannita Antonio Michele, il Coordinatore dell’ Ente Carlos A Sorrentino e lo staff Tecnico del Nucleo diretto dall’ Ing. Roberto De Toma e composto dall’ Ing. Michelina del Grosso, Dott. Panarese Giovanni, Geol.Piero La Brocca, Arch. Giovanni Della Monica, Arch. Giandomenico Inglese, dai Geom. Luca Iacoviello ed Emiddio Santarcangelo.

Dopo i saluti di rito, l’ing. Roberto De Toma, ha aperto i lavori precisando che Il presente Piano Comunale costituisce lo strumento-guida per la risposta coordinata del Sistema locale di Protezione Civile a qualsiasi tipo di situazione di crisi o di emergenza avvalendosi delle conoscenze e delle risorse disponibili sul territorio. Il Piano sarà redatto in osservanza della normativa nazionale e regionale di settore ed in conformità con le “Linee Guida per la predisposizione dei piani di emergenza provinciali e comunali” emanate dalla Regione Campania. La novità è che al consueto e tradizionale” PEC cartaceo”, sarà fornito ai comuni anche un Piano di Emergenza Comunale un avanzato software per l’ elaborazione e gestione delle emergenze. Novità questa, che vedrà coinvolti per la prima volta dei comuni nel Sannio e precisamente Baselice, Castelvetere VF, Foiano VF e Pesco Sannita.

Esso fra l’ altro potrà rappresentare, ha continuato l’ ing. Roberto De Roma, un valido supporto di interscambio di informazioni per le risorse presenti sui singoli comuni in caso di emergenza. L’approccio nell’uso di questo piano dovrà essere altamente dinamico, ovvero, partendo dalle informazioni e dalle procedure di base inserite, si dovrà individuare e attuare la miglior strategia per il raggiungimento degli obiettivi prioritari previsti in caso di emergenza, ossia garantire l’incolumità delle persone, il soccorso e l’assistenza alla popolazione, la tutela dei beni e dell’ambiente e il ripristino delle condizioni precedenti all’evento. In conclusione questo documento vuole essere una guida per l’Amministrazione nell’interazione con le strutture Uno degli aspetti di maggiore importanza risiede nell’ integrazione tra lo strumento informatico di data entry (software Azimut ‐ SRD) e la pianificazione comunale. Questo livello di integrazione consente un notevole risparmio di risorse, e attraverso l’acquisizione delle informazioni territoriali, permette di poter disporre di un sistema pienamente operativo e condiviso a tutti i livelli. Sono seguiti gli interventi del Dott. Giovanni Panarese , che ha illustrato la parte normativa, e quelli dell’ Ing. Michelina Del Grosso e del Geom: Luca Iacoviello riguardante l’ illustrazione dl software Azimut.