venerdì 10 maggio 2013

Trivellazioni petrolifere nel Sannio, un progetto che non s'ha da fare



Ieri sera (martedì per chi legge, ndb) si è tenuto un incontro dal titolo "Per chi scava la trivella" presso il Centro Sociale Autogestito “Depistaggio” inerente la questione petrolifera nel Sannio che ha visto protagonisti un piccolo nucleo di persone che si è confrontata e ha esplicato, per chi ne era meno a conoscenza, la causa e la conseguenza di questa azione sul nostro territorio.

La serata è stata introdotta da Lelio Romano che ha preso la parola al microfono e ha introdotto il dibattito: “Il sistema capitalista ci sta regalando l’attuale crisi che stiamo vivendo e che ci sta colpendo con forza, in questo modo tutti i nostri diritti vengono colpiti e quella che si crea è solo emergenza. Lo scopo principale delle trivellazioni è quello di privatizzare i profitti e di conseguenza collettivizzare le perdite, diventa per questo necessario opporsi più che mai!”

Il Sannio è una zona con una economia basata sul verde e fortemente vocata al territorio e bisognerebbe rivalutare e rinnovare questo aspetto piuttosto che cadere in sogni di finto progresso e utopistico guadagno che porterebbero alla distruzione della nostra terra. Del resto basta guardare nella vicina Val d’Agri, in Basilicata. Doveva essere il Texas italiano. E invece, i pozzi ci sono, e anche il petrolio. Ma l’economia è a pezzi, le aziende chiudono e l’agricoltura è sparita sotto l’inquinamento da idrocarburi. Ma non solo. Le royalties concesse dai petrolieri – grazie alla generosa normativa nazionale – sono quasi irrilevanti per Regione e Comuni. Insomma, un affare nero per i lucani.

La Regione Campania, e dunque anche la commissione Ambiente, conosceva almeno dal 6 febbraio dello scorso anno il progetto “Pietra Spaccata” dell’azienda inglese Delta Energy, che prevede la ricerca dell’oro nero in un’area che comprende 18 comuni sanniti. Non un piano segreto, dunque. Da Palazzo Santa Lucia sono arrivate con solerzia tutte le autorizzazioni necessarie: «Verificate e, nel caso, trivellate».

Il dibattito prosegue nel corso dell’evento, microfoni aperti a chiunque voglia dire la sua o voglia informare i presenti su quanto sta accadendo e si giunge a una triste e amara conclusione: le amministrazioni locali risultato totalmente disinteressate e quello che più è vergognoso non forniscono ai cittadini alcun tipo di informazione a riguardo, diventa perciò necessario creare incontri di questo tipo per potersi confrontare e per venire a conoscenza di cose che magari si ignorano.

Uno dei modi più incisivi per far apprendere le cose è sicuramente l’arte, il teatro, il cinema che sono mezzi di comunicazione diretti. A tal proposito nel corso della serata, terminato il dibattito prende la scena Bruno Petretti con una performance artistica sulla tematica affrontata. Con un monologo in parte scritto da Francesca Paola Scancarello e un brano tratto da “Petrolio” di Pier Paolo Pasolini. Colpisce per l’immediatezza del messaggio da comunicare e grazie al linguaggio volutamente dialettale, nella prima parte del monologo, mostra come l’ignoranza può travisare le cose e rendere oro anche quello che non luccica. Emozionante la conclusione tratta da Pasolini che vede la città come deserto e distruzione e vede nel ritorno alla natura la vita, l’aria, la rinascita.

Al termine dell’incontro è stato proiettato “Promised Land” di Gus Van Sant con Matt Damon nei panni di Steve Butler che è uno dei migliori rappresentanti per la Global, l’industria che si occupa di trivellare il sottosuolo ed estrarre i gas naturali, la nuova forma di energia, pulita e sostenibile del nostro futuro. Viene dalla provincia e ne conosce problemi e particolarità, così è in grado meglio di altri di calarsi nel tessuto dei luoghi in cui è inviato, fare amicizia, inserirsi nelle comunità e convincere le persone a concedere la loro terra (in cambio di una quota sui proventi) per le trivellazioni. La sua ennesima meta, un piccolo centro nella Pennsylvania, si rivela più ostica del previsto quando un attivista ecologista comincia a fare controinformazione sui rischi e i danni per l’ambiente che questo tipo di trivellazioni comportano.

Film interessante che incappa però nel rischio che corre ogni film che si fa portatore di tesi e ideali con i quali il pubblico, in linea di massima, è già d’accordo: dice quello che ognuno vuol sentirsi dire senza aggiungere molto al dibattito e, cosa peggiore, senza operare una reale provocazione che stimoli ad un ragionamento in più sulla questione. Nonostante a sprazzi il regista mostri di voler andare a riprendere la parte più nascosta e meno “di rappresentanza” del paese (volti brutti, uomini derelitti, paesi in disgrazia, popolazione in ginocchio), alla fine non osa mai davvero e conferma certezze, invece che porre nuove domande. Il tutto condito da una storia d’affetti trovati e ritorno alla ragione svogliata e generica, buona per ogni stagione.

E solo ora, quindi, quando è diventato palese il malcontento dei cittadini diventa forte l’esigenza di comunicare, di informarsi e di informare con ogni mezzo per non cadere in tentazione e non distruggere il nostro territorio. Bisogna tutelare ciò che si ha, non perché essere ambientalisti oggigiorno va di moda ma perché la terra che abbiamo è tutto ciò che ci resta.

www.bmagazine.it

mercoledì 8 maggio 2013

Petrolio, dopo Pietra Spaccata tocca a Case Capozzi

Continua l’azione di contrasto del comitato dei sindaci e degli amministratori del Fortore e del Tammaro ai progetti di trivellazioni. Nuovi sviluppi dal fronte comune degli enti aderenti al “Protocollo di Intenti” a salvaguardia del territorio interessato dalle attività di ricerca di idrocarburi della Delta Energy. Nei giorni scorsi, infatti, presso l’aula consiliare del Comune di Colle Sannita, i rappresentanti del comitato, dietro convocazione dei coordinatori Domenico Costanzo e Valentino Castello (consiglieri di opposizione del Comune di San Marco dei Cavoti), hanno fatto il punto sulla vicenda che li contrappone al colosso multinazionale.

“Battaglia che, – affermano i coordinatori in una nota – spiegata sul campo giuridico-amministrativo con la proposizione di ricorsi e diffide, si è spostata sullo scenario più vasto dello scontro sovra istituzionale ed istituzionale tra gli stessi enti interessati, alcuni dei quali, sebbene inizialmente aderenti al Protocollo di Intenti, non hanno preso posizione fattiva sulle problematiche aspramente coinvolgenti le municipalità promotrici, firmatarie e fattive delle attività giuridiche e di tutela amministrativa già proposte”.

Le azioni avverso il progetto denominato Pietra Spaccata hanno visto il sostegno personale di sindaci, amministratori, tecnici comunali e società civile, che hanno sostenuto personalmente anche i costi economici. Costanzo e Castello hanno dettagliatamente relazionato ed informato amministratori e tecnici che “la situazione riguardante l’intervento Pietra Spaccata, dopo aver già proposto ricorso (allo stato sub-judice) al Presidente della Repubblica, è stata definitivamente ultimata con la interposizione del ricorso al difensore civico regionale”. I coordinatori hanno sottolineato che “è aperta e viva adesso, e necessita anch’essa di approfondito studio e tutela, l’analisi del progetto denominato Case Capozzi, che ancorché tendente alle stesse finalità dell’altro intervento, interessa altre e più vaste aree, anche nel territorio della provincia di Avellino”.

“Lo studio legale Giordano di San Giorgio la Molara, – affermano Costanzo e Castelli – di nuovo impegnato per la difesa dei territori interessati dal progetto Case Capozzi, ha relazionato sulle nuove attività da intraprendere, sia di carattere tecnico che di rilievo giuridico, significando che sarà posto in essere ogni rimedio esperibile al fine di scongiurare qual svoglia provvedimento autorizzativo regionale che già potrebbe essere prossimo all’adozione. Saranno nuovamente interessati alla vicenda i tecnici comunali che hanno già offerto la loro preziosa opera di consulenza per il progetto Pietra Spaccata”. L’intervento dei coordinatori si chiude con una nota polemica.

“Inspiegabile, esaminato l’evolversi degli eventi, è la reiterata assenza ovvero ambiguità di alcuni rappresentanti istituzionali che, nonostante siano stati vivacemente e più volte compulsati, non hanno inteso ancora prendere netta e chiara posizione sulla vicenda. Si spera – concludono Costanzo e Castelli – in una più completa e proficua futura collaborazione, fosse anche per il solo senso e dovere di quella solidarietà e collaborazione che avrebbe già dovuto caratterizzare l’operato fin qui svolto”.

benevento.ottopagine.net

Trasporti nel Sannio, pendolari rimasti soli

"Un silenzio allarmante ed assordante, nessun amministratore prende più posizione in un momento così delicato per la provincia di Benevento". E' quanto affermato, con una nota congiunta, l'associazione Pendolari Sannio-Terra di Lavoro ed il comitato Tpl Fortore, cioè gli unici due movimenti sanniti a difesa del trasporto pubblico (per continuare a leggere clicca qui sotto)
Trasporti nel Sannio, pendolari rimasti soli: 'Da Provincia e sindaci silenzio assordante' - ilQuaderno.it

lunedì 6 maggio 2013

Caccia di idrocarburi al Sud: l’inglese Delta Energy accaparra suoli

Un interessante articolo, apparso sul sito Informarexresistere, parla di ricerca del petrolio anche nel Fortore e nel Sannio. Scrive Gianni Lannes: «Gli ecosistemi naturali in particolare le falde acquifere, di tre regioni del Mezzogiorno (Basilicata, Campania e Puglia) tremano. Viene dall’Atlantico ma ormai spadroneggia. La Delta Energy, società che intende realizzare le ricerche petrolifere con due progetti che coinvolgono oltre trenta comuni della provincia di Benevento, ha sede a Brighton nell’East Sussex, a pochi chilometri da Londra».

E poi aggiunge: «L’azienda britannica mostra un attivismo davvero notevole, con particolare predilezione per il Sud Italia. Oltre ai due progetti relativi al Sannio la società ha presentato al ministero dello Sviluppo economico altre quattro istanze per la ricerca di idrocarburi nel sottosuolo, a cavallo di tre regioni. Al beneventano, appunto, si riferiscono i programmi di ricerca denominati “Pietra Spaccata” e “Case Capozzi”, con estensione rispettivamente pari a 333,3 chilometri quadrati e 423,7 chilometri quadrati. La prima istanza ha avviato il proprio iter autorizzativo il 28 febbraio 2011 ed ha già incassato il parere favorevole della commissione di valutazione di impatto ambientale della Regione Campania».

La stessa società ha presentato istanze anche in Puglia e Basilicata: «Il 28 febbraio 2011, nello stesso giorno del deposito del programma “Pietra Spaccata”, la ditta di Sua Maestà inoltrava al Ministero altre due istanze di autorizzazione: ”Forapane” e “Il Perito”. Nel primo caso l’area interessata è un piccolo bacino da 24,5 chilometri che si sviluppa tra i comuni di Orsara di Puglia e Troia, sui monti Dauni della provincia di Foggia».

E dopo aver parlato anche dei progetti nel materano l’articolista si sofferma sulla società. «Ma c’è un altro aspetto – scrive – finora non rilevato che riguarda la società londinese e che appare significativo. La Delta Energy si è costituita poco più di due anni fa. Una anzianità di servizio che appare davvero troppo limitata e che autorizza a nutrire qualche ulteriore preoccupazione circa il regolare svolgimento delle operazioni di ricerca ed estrazione degli idrocarburi. Evidentemente dopo gli accordi spartitori del giugno 1992 tra il sistema di potere anglo-americano ed i maggiordomi italioti come Amato, Ciampi, Draghi, Prodi eccetera eccetera, le rapine di risorse italiane sono state “legalizzate”, per modo di dire (sic!)».

Per leggere l'articolo completo clicca qui www.informarexresistere.fr

venerdì 3 maggio 2013

Soldi privati ai partiti, le cifre: dai 100mila euro di Bondi ai 700mila di Mrs Buitoni


I soldi del "super tagliatore", quelli del patron di Brembo Bombassei, degli imprenditori e dei palazzinari. Ecco da dove viene e dove va il fiume di denaro che ha sostenuto i partiti alle ultime elezioni (per continuare a leggere clicca qui sotto)


Soldi privati ai partiti, le cifre: dai 100mila euro di Bondi ai 700mila di Mrs Buitoni - Il Fatto Quotidiano

lunedì 29 aprile 2013

Il ministro Nunzia de Girolamo e il conflitto di interessi

Un articolo di Vincenzo Iurillo sul Fatto Quotidiano mette in luce il conflitto di interessi che riguarda la neo ministra Nunzia De Girolamo. Dal ministero delle politiche agricole e forestali si occuperà anche degli affari del padre Nicola.

"Sì, perché la neo ministra pidiellina delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo è la figlia di Nicola De Girolamo, 62 anni, direttore del Consorzio Agrario di Benevento, cooperativa con 112 anni di storia alle spalle, celebre per la produzione dei rinomatissimi vini "Cantina del Taburno", una collezione di premi lunga un chilometro (l'ultima coccarda risale al 2010, per i "Vini Buoni d'Italia", con il massimo riconoscimento per la Corona Falanghina Doc 2009).

Il Consorzio Agrario beneventano è infatti in liquidazione coatta amministrativa dal 1964 e di conseguenza è sotto la sorveglianza dei ministeri dello Sviluppo e delle Politiche Agricole. Doveva essere liquidato entro il 2007, ma una proposta di concordato preventivo ne ha prolungato la procedura, come espressamente previsto dalla legge. Dunque, il ministro De Girolamo vigilerà sulla liquidazione di un Consorzio diretto dal padre".

tratto da www.cadoinpiedi.it

giovedì 25 aprile 2013

Petrolio nel Sannio: I sindaci del Fortore e Alto Tammaro si rivolgono al difensore civico regionale


Nuova azione dei sindaci del Fortore e dell'Alto Tammaro aderenti al Protocollo d'Intenti, che già attivamente si è rivolto al Capo dello Stato per la tutela dei propri territori per quanto riguarda le ricerche di idrocarburi: "Questa volta - si legge nel comunicato - il Protocollo d'Intenti ha deciso di rivolgersi al neo eletto Difensore Civico della Regione Campania, interessandolo della delicata questione delle indagini preliminari alle trivellazioni nei Comuni da loro rappresentati. (Per continuare a leggere clicca qui sotto)


Petrolio nel Sannio: I sindaci del Fortore e Alto Tammaro si rivolgono al Difensore Civico regionale - ilQuaderno.it

martedì 23 aprile 2013

Differenziata, Il Fortore contro Aceto

di Leonardo Bianco

E’ decisamente scandaloso e senza alcun dubbio censurabile, sotto tutti i punti di vista, ciò che la Provincia di Benevento ha fatto sulla ripartizione dei fondi per il miglioramento della raccolta differenziata. L’amministrazione Cimitile e l’assessore Aceto non potevano optare per una scelta migliore per congedarsi dal Sannio e dai sanniti: di parte, incuranti del territorio e strafottenti, proprio come si sono comportati per cinque anni e non solo su tale tematica”.

Non va proprio giù la questione e non le manda certo a dire Salvatore Brancaccio, assessore all’ambiente di Baselice, che prende spunto dalla vicenda del riparto dei fondi regionali assegnati ai Comuni dalla Rocca dei Rettori, per lanciare il suo duro atto di accusa. Ad essere finanziati sono solo 28 comuni, su 78, più il capoluogo, e tra questi non c’è nessun comune dell’area fortorina, “una scelta che deve per forza di cose essere chiarita e spiegata”.

“Hanno tagliato fuori tutto il Fortore, il Miscano e parte del Tammaro; si sono ripartiti oltre 450mila euro a piacimento, magari con criteri legati alla simpatia ed alle coperture consiliari, ed hanno avuto pure l’ardire di annunciare che per i comuni esclusi è stato richiesto un incremento. Come a dire: per voi ci sarà il contentino!. Voglio ricordare ad Aceto – prosegue Brancaccio – che il Fortore non finisce a San Marco dei Cavoti… (e non ce l’ho assolutamente con gli amici dell’amministrazione Cocca), che per rilanciare un territorio bisogna non solo parlare ma fare, e che prima di criticare le scelte bisogna praticarle (mi riferisco alla direttiva sul computo di percentuale da applicare al multi materiale). Ma da un membro dell’esecutivo provinciale che più volte si è trovato isolato su scelte ambientali della Regione, che non conosce le realtà territoriali, le metodologie, i risultati qualitativi e le percentuali che alcuni comuni – come il mio – ottengono dalla raccolta dei rifiuti, e che non può vantare risultati di sorta dal commissariamento degli ex consorzi (con gli stipendi dei commissari – che potevano anche essere meno di tre – si potevano pagare svariate mensilità agli ex lavoratori…), non ho nulla da condividere, ne politicamente ne amministrativamente”.

E conclude: “la vicenda della non-riattivazione del sito di Molinara resta un passaggio emblematico per le scelte operate o meglio, non fatte e dimenticate, da Aceto e l’amministrazione provinciale: ci ha convocati due volte per parlare della questione e non conosceva che il sito era ancora sotto sequestro! In quella occasione proposi di utilizzare parte di questi fondi (oggi assegnati) e destinati ai comuni della nostra area proprio per Molinara. Alla luce di questi fatti capisco bene perché si è preferito scartare subito l’ipotesi”.

Sulla vicenda della ripartizione dei fondi regionale fatti dalla Provincia interviene anche Zaccaria Spina, sindaco di Ginestra e presidente della comunità montana del Fortore. “Non mi sembra corretto dover apprendere certe notizie dalla stampa”, afferma il presidente della comunità montana. “Sarebbe stato più giusto che la Provincia ci avesse informato con una nota sull’esito dell’istruttoria dei progetti. Premesso questo – continua Spina – evito di entrare nel merito della questione, visto che ancora non ho gli elementi per poter esprimere un giudizio, ma mi sembra alquanto strano che, tranne San Marco dei Cavoti, tutti i comuni del Fortore, del Miscano e del Tammaro siano rimasti fuori dalla ripartizione dei fondi. Eppure sono tutti enti che stanno operando bene, ottenendo ottimi risultati, bella raccolta differenziata”.

ECCO LA RISPOSTA DELLA PROVINCIA

Raffele Bianco, direttore generale della Provincia di Benevento, replica alle affermazioni di Salvatore Brancaccio, assessore al comune di Baselice, e a Zaccaria Spina presidente della comunità montana del Fortore e sindaco di Ginestra degli Schiavoni, in merito alla ripartizione dei fondi regionali sui progetti per il miglioramento della raccolta differenziata dei rifiuti.
“L’attribuzione ai comuni dei finanziamenti della Regione Campania – Assessorato all’ambiente al territorio sannita concessi nel suo complesso ammontavano a poco più di 413mila Euro. La commissione da me presieduta –afferma Raffele Bianco – ha lavorato obbedendo pedissequamente ai criteri oggettivi, peraltro stabiliti dalla Regione stessa, che aveva affidato alla Provincia la responsabilità della gestione della istruttoria, e che sono riportati nell’avviso pubblico del 13 novembre 2012 che è consultabile tuttora sul portale della Provincia. Sono stati 66 i Comuni sanniti che hanno risposto all’avviso pubblico, dopo che, peraltro, la Provincia stessa li aveva sollecitati a farlo in data 21 dicembre 2012, dopo la prima comunicazione formale. E’ evidente dunque, già da questo dato, che non c’era alcuna intenzione da parte di alcuno di escludere questo o quello”.

“Va aggiunto che la Commissione, al termine dell’istruttoria, non ha escluso alcun comune e che tutti gli incarti presentati sono stati ritenuti ammissibili al finanziamento, rispetto alle somme a disposizione. Credo sia infine importante sottolineare che, – conclude il direttore generale della Provincia – sentito telefonicamente nei giorni scorsi il Dirigente d’Area dott. Santacroce della Regione Campania, in considerazione del fatto che quasi l’80% del totale dei Comuni di questa provincia aveva risposto all’appello, la Regione stessa è intenzionata a finanziare tutti i progetti ritenuti ammissibili mettendo a disposizione altri 480mila Euro circa entro i prossimi mesi”.

NELLA POLEMICA INTERVIENE ANCHE IL SINDACO DI CASTELVETERE

Ma i chiarimenti da parte del dirigente della Rocca dei Rettori non soddisfa il sindaco di Castelvetere Luigi Iarossi.
“Le mi perplessità – dice il sindaco fortorino – sull’assegnazione dei fondi sono state confermate. Il mio comune è stato uno dei primi a presentare il progetto, forse uno dei pochi, tant’è che la Provincia fu costretta a riaprire il bando. La mia preoccupazione è stata confermata (Iarossi, su Ottopagine, a gennaio scorso aveva espresso la sua perplessità affermando che: non vorrei che da primi diventassimo ultimi. Riferendosi al progetto sui rifiuti)”. Iarossi si interroga sui criteri usati dalla Provincia per l’assegnazione dei fondi e si domanda come mai dalla Rocca dei rettori, in questi mesi, non siano arrivate note e richieste di chiarimento riguardo alla redazione dei progetti. “Ancora una volta – conclude Iarossi – devo constatare che il Fortore è stato escluso, forse a causa della mancanza di rappresentanza, visto l’elenco dei comuni ammesso ai finanziamenti”.

benevento.ottopagine.net