sabato 12 gennaio 2013

“No alle trivellazioni”, nasce il comitato

Il testo integrale della lettera inviata ai sindaci

Si è tenuta nei giorni, presso la sede Lipu di Benevento, la riunione preliminare per la costituzione di un coordinamento di associazioni, comitati e cittadini contro la decisione di estrazioni petrolifere sul territorio sannita.

La proposta, avanzata dal Codisam di S. Arcangelo Trimonte, ha la volontà di coinvolgere tutti i soggetti civili affinchè ci sia una corretta informazione sulle problematiche in oggetto e, come conseguenza, l’avvio di azioni sul territorio provinciale atte alla sensibilizzazione di tutti i cittadini, anche attraverso l’informazione diretta agli amministratori locali. In tale riunione è stata stilata una bozza di lettera da mandare ai sindaci.

E’ prevista una ulteriore riunione mercoledì 16 gennaio 2013 alle ore 18.30 sempre presso la sede Lipu di Benevento. In quella sede è previsto un approfondimento dell’argomento e la sottoscrizione di un documento costitutivo e di intenti tra i partecipanti.

Di seguito, il testo integrtale della lettera:
Oggetto: Informazioni in merito ai rischi per l’ambiente e per la salute derivanti dalle trivellazioni petrolifere previste in provincia di Benevento – provincia di Avellino.

Egregio Sig. Sindaco,
la delicata questione “ Petrolio “ è giunta alla fase di autorizzazione regionale per la realizzazione delle indagini geofisiche ma, non ancora definita, per quel che riguarda la realizzazione del pozzo esplorativo (che comunque dovrebbe essere effettuato a valle delle indagini geofisiche). Il nostro Comitato ha seguito e continua a seguire tale vicenda, di cui all’oggetto, ed ha visionato in maniera diretta quanto accaduto e sta accadendo in Val d’Agri in Basilicata: scempio del territorio, azzeramento dei diritti alla salute dei cittadini di molti paesi interessati dalle estrazioni petrolifere, inquinamento dell’aria oltre i limiti imposti dall’OMS, in special modo per quanto riguarda l’idrogeno solforato gas pericoloso, tossico e cancerogeno) e chissà quali altri parametri mai inseriti in un monitoraggio serio, scarsa ricaduta occupazionale locale, bassissimi ritorni economici per i comuni e continue prevaricazione dei diritti dei cittadini.
La prego di credere a quanto si afferma poiché documentato da materiale audio-visivo e da documenti tecnici; saremo lieti di incontrarLa e portare a Sua conoscenza, e alla sua comunità, quanto da noi documentato.
Non è, le assicuro, la solita battaglia con un “No contro tutto e contro tutti”, è una azione di contrasto alle Compagnie Petrolifere che intendono sfruttare Noi ed il Nostro territorio a spese della nostra salute e delle generazioni future!
Il Sindaco è la massima Autorità Sanitaria locale ed in quanto tale responsabile della salute della propria comunità. La situazione ambientale del nostro territorio è ben conosciuta da studi svolti dal mondo della Ricerca Scientifica; essa è un formidabile strumento a supporto dei diritti dei cittadini che può essere, quindi, utilizzato dalle Autorità locali per promuovere azioni tecnico-legali nelle sedi di Giustizia nazionali ed Europee.

Lei, sig.or Sindaco, si chiederà: come mai questo in Basilicata non è avvenuto? La risposta è semplice: grazie alla connivenza tra Agenzie Ambientali, politici regionali e/o locali, cittadini distratti o ignoranti la problematica, mancanza di studi di comparazione con la situazione attuale, hanno aperto la strada a quanto avvenuto…… Noi non faremo lo stesso errore. I parametri che le Compagnie Petrolifere dichiareranno, saranno confrontati con gli studi già effettuati e non esiteremo a denunciare quanti (Amministratori, ARPAC, Province, politici etc) faranno solo i loro interessi.

La preghiamo di seguirci e di sostenerci; non ripetiamo gli errori già commessi da altre comunità. Siamo disponibili ad incontrarvi e spiegare con molta calma quanto avviene non lontano da noi. I documenti di intento, Le assicuro, se controfirmati dai Sindaci, ad esclusione di danni sanitari e ambientali oramai acclarati a livello scientifico ma non recepiti in Italia, possono essere l’unico strumento valido per la tutela del cittadino e dell’ambiente.

Il Comitato

Il CODISAM ha proposto:
Invio della Lettera qui riportata ai Sindaci dei Comuni rientranti nelle Autorizzazioni Petrolifere.
Coordinamento Provinciale dei Comitati, Associazioni e Cittadini.
Coordinamento dei 32 Sindaci interessati dalle Autorizzazioni.
Coordinamento delle Organizzazioni Sindacali della Provincia di Benevento.
Organizzazione di un pubblico dibattito sull’argomento da tenere a Benevento.
Nascita di un Comitato tecnico – legale che segua l’iter delle Autorizzazioni e di supporto alle discussioni con le parti in causa.

benevento.ottopagine.net

giovedì 10 gennaio 2013

«Il nostro territorio sta pagando un costo eccessivamente alto»


Le ultime vicende, che hanno visto il territorio del Fortore “vittima” di provvedimenti che lo mettono in una condizione di forte disagio, hanno acceso il dibattito politico e amministrativo tra gli amministratori locali. Dall’accorpamento degli ambiti sociali al piano di dimensionamento scolastico dimostrano un accanimento verso un territorio che rischia di rimanere isolato. Questa era stata l’analisi qualche giorno su Ottopagine del vicesindaco di Foiano e assessore alla comunità montana Giuseppe Ruggiero. Ruggiero che interviene nel dibattito politico facendo un’analisi sulla situazione toccando i temi che hanno suscitato la delusione e la rabbia di molti amministratori locali.

“Nonostante il momento, particolarmente difficile, in cui stiamo vivendo, è evidente che il nostro territorio – afferma il vicesindaco di Foiano - è uno di quelli che sta pagando un costo eccessivamente alto, soprattutto alla luce delle tante aspettative che per anni hanno animato il dibattito politico in questa valle”.

Il Fortore sembra sia diventato il bersaglio preferito delle istituzioni centrali, qual è lo stato d’animo degli amministratori locali e dei cittadini?
“L’idea maggiormente diffusa fra i fortorini è quella di un relativo disinteressamento da parte delle istituzioni Provinciali e Regionali delle problematiche che storicamente interessano l’alta valle del Fortore, il tutto contornato da una continua assenza di interlocuzione col le locali amministrazioni, quasi come se il loro parere possa ritenersi superfluo”.

Il Fortore vive un disagio che viene da lontano, e che oggi ha raggiunto un grado alto di insoddisfazione, quali sono secondo lei le cause?
“Il senso di disaggio viene amplificato dalla consapevolezza che a decidere delle sorti di questa area marginale della provincia di Benevento debbano essere persone nominate, mai elette e soprattutto completamente distanti dalla realtà delle nostre comunità. Certamente scontiamo una rappresentatività poco incisiva, non solo per il peso numerico delle nostre piccole comunità, quanto per la lontananza geografica di queste dal capoluogo di provincia. Una serie di ultime vicende in termini cronologici sono alquanto rappresentative di questa condizione che non aiuta certamente a rasserenare gli umori, anzi, spesso giustifica posizioni secessioniste verso vicine province, come accade ad esempio per San Bartolomeo in Galdo”.

La Sanità resta un problema serio e mai risolto per i comuni fortorini. L’apertura del Psuat con la contemporanea soppressione dei Saut di Ginestra e Foiano desta preoccupazione nei cittadini, qual’è la sua posizione?
“Gli episodi negli ultimi mesi sono veramente tanti e riguardano molteplici aspetti, si va dalla rete dell’emergenza dove un direttore generale dell’Asl proclama di voler applicare una palese erronea programmazione regionale, che prevede la soppressione dei Saut di Foiano di Val Fortore e di Ginestra degl Schiavoni in favore dell’apertura di un unico centro, a San Bartolomeo in Galdo, che mal potrebbe servire un bacino di utenza così ampio quale il territorio del Fortore e del Miscano. L’inquietudine nasce dal fatto che l’organizzazione proposta servirebbe poco anche allo stesso paese ospitante del Psaut facendo apparire l’intera operazione come una specie di contentino per la mancata apertura di un nosocomio a San Bartolomeo in Galdo. E’ chiaro a tutti che i tempi di intervento, in un territorio orograficamente complesso quale la Val Fortore, non sarebbero minimamente in regola con i protocolli dell’emergenza”.

Il piano di dimensionamento scolastico della Provincia, che ha fatto arrabbiare il sindaco di San Bartolomeo in Galdo e non solo, è stato un ulteriore schiaffo all’Alto Fortore? Quale poteva essere l’alternativa?
“La ridefinizione dei distretti scolastici, dopo aver dato ampie garanzie di autonomia all’istituto superiore di San Bartolomeo in Galdo, rappresenta un’ulteriore vicenda che ci aiuta a comprendere quale sia l’idea che a Benevento si ha della Valle del Fortore. Certamente esistono chiare responsabilità locali come il destino dell’istituto tecnico per l’agricoltura, ma accorpare l’istituto di San Bartolomeo in Galdo con quello di San Marco dei Cavoti, senza tenere in considerazione nemmeno la grandezza demografica dei due comuni, fa venir meno quell’autonomia scolastica che da sempre ha definito un chiaro e preciso ambito territoriale, e che invece un operazione di verticalizzazione degli istituti, come chiesto sia dal Sindaco di San Bartolomeo in Galdo che di San Marco dei Cavoti, avrebbe certamente meglio rappresentato. E’ chiaro che hanno prevalso logiche sindacali e di protezionismo che la stessa Provincia non ha avuto la forza di limitare”.

L’accorpamento degli ambiti è stato ancora una volta una sconfitta per i comuni fortorini, si può rimediare alla spaccatura creatasi il 28 dicembre scorso?
“La Regione Campania ultimamente ha deciso l’accorpamento dell’Ambito dei servizi Sociali B5 di Montefalcone con quello B4 di Morcone, quest’ultimo composto da un numero maggiore di comuni, definendo di fatto non una fusione fra gli ambiti ma un vera e propria annessione. Ciò ha prodotto che sindaci come quello di Colle Sannita e di Morcone abbiano potuto impostare il nuovo assetto dell’ambito su una vecchia logica fatta di maggioranze e di minoranze, con un campanilismo spicciolo che speriamo sia esente da interessi di tipo localistico e personalistico. Spero che il nuovo assetto che dovremmo darci entro il trenta giugno tenga in considerazione le maggiori esigenze che hanno i comuni più grandi e le difficoltà economiche di quelli più piccoli, dando vita ad un vero nuovo ambito che non si rifaccia sempre ed esclusivamente ai territori del Fortore e del Tammaro e con essi delle vecchie sedi degli uffici di piano”.

Anche sul fronte dei rifiuti il Fortore continua pagare per colpe non sue.
“Senza alcuna interlocuzione e dopo ampie garanzie da parte del presidente della Provincia Cimitile ai sindaci della valle sulla rifunzionalizzazione dell’impianto di compostaggio di Molinara, leggi che l’assessore provinciale ai rifiuti Gianluca Aceto, nominato come tanti, intende realizzare un digestore anaerobico che volgarmente altro non è che un impianto di biogas alimentato a rifiuti, riconvertendo un sito abbandonato da anni e che era stato finanziato dalla vecchia gestione commissariale e mai entrato in funzione. Spero che in questa occasione sia stato almeno informato il sindaco di Molinara, considerato che, come comuni limitrofi e quindi eventualmente beneficiari anche di misure compensative, non ci è mai pervenuta alcuna informativa che ci mettesse al corrente delle intenzioni dell’assessore di Telese. Comprendiamo, come si legge dai giornali, la volontà della Provincia di Benevento di impegnare i dieci milioni di euro concessi dalla Regione Campania, ma è talmente ovvio che una materia come quella della gestione dei rifiuti non può essere affrontata senza l’interlocuzione dei territori ospitanti gli impianti. L’assessore Aceto forse conosce poco i costi che il Fortore sostiene per lo smaltimento della frazione umida dei rifiuti negli impianti del Casertano e dell’Avellinese, che hanno generato un costo per la raccolta differenziata non più sostenibile per la locale popolazione, specialmente in un clima economico come quello in cui viviamo. Se aggiungiamo le conseguenze che da aprile avrà sulle tasche della gente l’entrata in vigore della Tares, l’entrata in esercizio dell’impianto di Molinara con la sua originaria funzione, avrebbe aiutato tantissimo i cittadini del Fortore i quali avrebbero avuto una bolletta della Tarsu molto meno salata. Se poi pensiamo anche alla mancata bonifica della discarica di San Bartolomeo in Galdo si comprende bene il senso di perplessità che l’intera valle ha nei confronti della politica e degli uomini che governano oggi la Provincia”.

Altra piaga per il territorio fortorino: i trasporti.
“Devi constatare che una delle tante ditte concessionarie dei trasporti della Provincia di Benevento, l’Etac, sopprime, senza alcuna conseguenza, l’unica corsa che realmente ha un senso per il Comune di San Bartolomeo in Galdo, quella che lo collega con Campobasso, perché a suo dirsi, nonostante la sostenuta utenza, non è più conveniente e in quanto tratta interregionale non beneficerebbe di alcun contributo.L’assurdità di questa questione sta nel fatto che questo collegamento aveva in parte alleviato le problematiche che San Bartolomeo in Galdo da sempre lamenta nei confronti di un capoluogo di provincia troppo distante e mal collegato, dandogli la possibilità di raggiungere la più vicina città di Campobasso”.

Insomma un vero accanimento verso Il Fortore.
“Sembra quasi che qualcuno si diverta ad aggiungere sventure ad una terra martoriata dal dissesto idrogeologico che puntualmente ha effetti su un assetto viario fermo ancora a quello del dopoguerra, a cui si aggiungono condizioni climatiche inclementi come quelli dell’ultimo inverno e per cui, nonostante lo stato di calamità e le promesse dell’Assessore Regionale Cosenza, i Comuni della valle ancora non hanno ricevuto un euro. Si potrebbe continuare per ore elencando problematiche storiche ed attuali ma credo che adesso sia arrivato semplicemente il momento di dire basta a questo stato di cose, il consiglio della Comunità Montana del 10 gennaio servirà anche a prendere atto di queste situazioni aprendo, mi auguro, un tavolo di confronto con proposte e strategie ben precise”.

(tratto da Ottopagine/Benevento)

S. Marco dei Cavoti: tanti sindaci e cittadini all’incontro contro le trivellazioni - ilQuaderno.it


Soddisfacente esito dell’incontro sul tema “No alle trivellazioni! Il Sannio non è un deserto. Il nostro territorio non deve essere ferito!”, tenutosi a San Marco dei Cavoti martedì 8 gennaio nell’aula consiliare del Comune, esternamente presidiata in forze dai carabinieri, allertati a causa delle preoccupazioni manifestate dai cittadini. Promosso da due consiglieri comunali di minoranza di San Marco, Domenico Costanzo e Valentino Castello, il convegno si è svolto pacificamente ed ha visto la partecipazione di numerosi tra amministratori, rappresentanti di movimenti e semplici cittadini, per attestare unanime e decisa contrarietà alla recente autorizzazione regionale ad una multinazionale inglese ad eseguire perforazioni per indagini mirate alla ricerca di giacimenti petroliferi in 18 comuni sanniti (Per continuare a leggere clicca qui sotto)

S. Marco dei Cavoti: tanti sindaci e cittadini all’incontro contro le trivellazioni - ilQuaderno.it

martedì 8 gennaio 2013

S.Bartolomeo in Galdo: Studenti in corteo contro il Piano di dimensionamento - ilQuaderno.it


Pronti, determinati, numerosi e compatti. Ritornano gli studenti in corteo ma stavolta non si tratta dei ragazzi dei licei di Benevento che scendono in piazza contro la riforma scolastica. La nuova onda di protesta nel Sannio viene da S.Bartolomeo in Galdo ed è capeggiata dai ragazzi del liceo scientifico "Medi" che, come preannunciato più volte, hanno deciso di protestare contro il Piano di dimensionamento scolastico che prevede l'accorpamento tra l'istituto sanbartolomeano ed il "Livatino" di S.Marco dei Cavoti che si aggiudicherebbe la sede legale (clicca qui sotto per continuare a leggere)

S.Bartolomeo in Galdo: Studenti in corteo contro il Piano di dimensionamento - ilQuaderno.it

lunedì 7 gennaio 2013

Petrolio, scuola, trasporti e sanità. Mobilitazione delle associazioni del Fortore


No al provvedimento della Regione Campania sull'autorizzazione alle trivellazioni petrolifere, no alla soppressione delle corse delle autolinee Etac che collegano i comuni del Fortore, in particolare la linea verso Campobasso, no al piano di dimensionamento scolastico voluto dalla Provincia di Benevento e no agli accorpamenti degli ambiti sociali e assistenziali B4 e B5.

Troppe novità (negative) in poco tempo e stavolta, le associazioni di diversi comuni fortorini hanno deciso di unirsi e protestare: si tratta di Misericordia, Pro Loco ed Arci di S.Bartolomeo in Galdo, Circolo ricreativo "Gianni Vergineo", il circolo della Valfortore di Legambiente, la Pro Loco di Castelvenere Valfortore, la Pro Loco di Baselice, il circolo Arci-Uisp di Montefalcone Valfortore, la Misericordia di Baselice, gli studenti del liceo "Medi" di S.Bartolomeo in Galdo ed il Motoclub Fortore.

Una protesta decisa per una serie di vicende che preoccupano le popolazioni di diversi comuni sanniti: "Rivendichiamo il diritto alla salute - si legge nella nota inviata in redazione - all’ambiente, alla mobilità, all’istruzione e allo sviluppo del territorio, fortemente compatto intorno alla difesa della propria identità e dignità, già memore di troppe scelte sbagliate calate dall’alto. Chiediamo maggiore rispetto per le popolazioni fortorine, che manifestano il loro dissenso predisponendosi ad eventuali altre forme di protesta, in attesa dell’annullamento di questi insostenibili provvedimenti".

Realizzato anche un volantino che verrà divulgato già nella giornata di oggi a Benevento per sensibilizzare l'opinione pubblica su tali problematiche.

www.ilquaderno.it

sabato 5 gennaio 2013

Trivellazioni petrolifere, la proloco di Baselice scrive a Colasanto

Egr. Consigliere Regionale Luca Colasanto,
l’approvazione delle indagini sulla presenza di idrocarburi nel Sannio, e nel paese che le ha dato i natali, preoccupa intensamente anche questa associazione, spingendoci a scriverle questa prima lettera aperta. È opportuno premettere che secondo l’articolo 2 comma “g” delle norme statutarie della scrivente associazione, che prevede di “tutelare e mettere in valore le bellezze naturali, artistiche e monumentali per farle meglio conoscere ed apprezzare”, è nostro dovere chiedere delucidazioni in merito a progetti che rischiano di incidere in modo indelebile sul nostro territorio.

Ricordiamo tutti il suo impegno nella salvaguardia di Baselice e del suo territorio, finalizzato anche al preservarne la vocazione agricola, ancora non contaminata: sana. Sentiamo quindi, come tutti i fortorini, il bisogno di rassicurazioni che potrebbero in parte venire dalle risposte alle seguenti domande, che secondo il suo gradimento potrà darci senza mezzi termini di persona, anche in un apposito convegno da tenersi a Baselice.

Ecco le domande:
Come inciderebbero le tecniche di sondaggio sul territorio fortorino?
È una bugia quella della tossicità dei fanghi e dei fluidi perforanti in Basilicata?
È insensata la posizione del governo tedesco di abbandonare le perforazioni in favore delle energie pulite?

Le risulta che con il petrolio o il gas le popolazioni locali interessate ne abbiano mai trovato giovamento?

Non è vero che già in passato furono condotte indagini simili culminate in un grosso buco a San Marco dei Cavoti e che il sito interessato dallo scavo dovette poi subire una approfondita opera di decontaminazione?

Questi sondaggi non rischiano di mettere a repentaglio la salute delle popolazioni fortorine? Non è forse vero che a San Marco dei Cavoti è aumentata l’incidenza di determinate patologie nei residenti limitrofi al famoso buco?
In caso di presenza di idrocarburi i terreni confinanti e nelle vicinanze degli eventuali pozzi avranno un decremento o un incremento del loro valore? Ed in che misura?

Le risulta che nelle zone di estrazione di gas e petrolio i prodotti agricoli trovino favorevole collocazione sul mercato? Come avrà notato si tratta di semplici domande a cui potrà dare sicuramente risposte esaurienti, considerato che l’istruttoria amministrativa che ha condotto la commissione ad approvare tali indagini conoscitive certamente si sarà preoccupata delle problematiche appena evidenziate.

Confidando in una celere risposta, porgiamo i nostri saluti.

S. Bartolomeo in Galdo, è protesta su scuola e trasporti - ilQuaderno.it

A partire dal 7 gennaio i consiglieri di maggioranza e minoranza di San Bartolomeo in Galdo ed i cittadini del paese fortorino, metteranno in campo iniziative di proteste che andranno avanti ad oltranza. Scopo della protesta è evitare l’aggregazione dell’Istituto Scolastico cittadino a quello di San Marco dei Cavoti, come previsto dalla Giunta Provinciale di Benevento e di evitare la soppressione a cominciare dal 1° febbraio del collegamento dell’autolinea interregionale S. Bartolomeo – Campobasso, comunicata dall’Etac con una nota del 19 dicembre scorso.
S. Bartolomeo in Galdo, è protesta su scuola e trasporti - ilQuaderno.it

martedì 1 gennaio 2013

Se solo potessero, ci ridurrebbero anche l’aria per respirare

di Angelo Iampietro

Quelle elemosine concesse negli anni addietro circa i collegamenti su strada con altri centri (Baselice con S. Bartoleo in Galdo, Castelvetere in V.F, Benevento, Campobasso, ecc.) da e per il Fortore più in generale con autocorriere di linea, come servizio pubblico essenziale per la nostra crescita civile e culturale, pian piano ce le stanno riducendo; del resto gli abitanti della Valfortore hanno sempre vissuto di speranze perdute.

Una prima speranza fu quella di vedere aperto l’ospedale di S. Bartolomeo in Galdo; speranza che ci ha accompagnato per decenni e che poi è caduta come le foglie in autunno, che non restano attaccate ai rami neanche se le si vogliono incollare con il “bostik” o legare con resistente filo.

Speranza di una viabilità migliore per un territorio tanto bisognoso di una nuova arteria di collegamento con il capoluogo, considerando la sua orografia, con la montagna da valicare d’inverno con la nebbia e la neve.

Una realtà, questa sì, che ha visto la Valfortore, forse illudendosi, dare molto ai politici di turno senza che questi si attivassero minimamente per darle, non dico tutto quello che le toccava, ma almeno una minima parte che altre popolazioni, nelle nostre stesse condizioni, avessero.
Nulla di tutto ciò!

Speranza che il territorio fortorino fosse potenziato con qualche attività che consentisse una reale crescita economica per impedire una ulteriore emigrazione delle nuove leve, di cui molti con elevato livello culturale.
Speranza di difendere un territorio, che a quanto leggo, potrebbe essere compromesso con perforazioni del suolo per la ricerca petrolifera.

Dei pali eolici non aggiungo nulla: si sa già molto…!. E ci sarebbe ancora tanto da dire... Avere notizia che di qui a qualche mese sarà eliminato il servizio di autolinea sulla tratta di collegamento tra Baselice-S. Bartolomeo- Campobasso è di una gravità inaudita per il danno che essa arreca all’intera popolazione fortorina; si toglierebbe la possibilità di raggiungere S. Bartolomeo in Galdo a quei Baselicesi, per lo più anziani e soli, che necessitano delle inderogabili visite medico-specialistiche presso l’ospedale virtuale “P. Pio”in orari meno disagevoli per loro, sia per l’andata, sia per il ritorno.

L’eliminazione della linea suddetta, decisa dall’Etac, a quanto è dato apprendere, di fatto, impedirà, in primis, l’iscrizione e la frequenza dell’ateneo universitario del capoluogo molisano, dove sono iscritti, alle varie Facoltà, molti ragazzi della Valfortore. E’ un dato di fatto che molti degli iscritti a quella Università sono pendolari, per cui, eliminando il collegamento, gli attuali fruitori di questo servizio saranno fortemente danneggiati perché costretti o a dimorare in loco e, quindi, sostenere maggiori spese o rinunciare per sempre ad un diritto oggettivo: lo studio.

In passato un ministro, poco sensibile ai bisogni dei più deboli, ebbe a dire: ”…con la cultura non si mangia…”. Con la cultura – affermo - si mangia e come!!!.
La cultura esprime tante professionalità necessarie ed è la base della ricerca; con essa si fa il progresso, perché fornisce, per la produzione di beni e servizi, gli strumenti necessari per essere competitivi e, quindi, creare nuove opportunità di lavoro.

Con l’eliminazione del collegamento, di cui ho parlato, nella nostra zona ci sarà più emarginazione, meno possibilità di crescita culturale e limitazione di quella futura, già attualmente gravemente compromessa.

Gli altri fruitori di questo primario servizio di trasporto pubblico sono le tante persone che utilizzano le strutture sanitarie per visite o ricoveri in Campobasso, e non sono poche.

A queste due categorie se ne aggiungono altre, che, per varie ragioni, hanno bisogno di raggiungere Campobasso con il servizio di linea. Venendo esso meno, sono tanti i cittadini di Baselice e di S. Bartolomeo, che si sentiranno meno cittadini di altri per le opportunità a cui dovranno rinunciare, per il venir meno di un servizio che, inevitabilmente, sopprimerà di fatto l’utilizzo di altri servizi, di cui prima fruiva.

E’, perciò, interesse che tutta la popolazione non faccia orecchio da mercante e che si attivi perché questo essenziale servizio di collegamento di linea tra Baselice – S. Bartolomeo – Campobasso non venga soppresso.
Se così dovesse essere, si tenga bene in mente che da Febbraio 2013 saremo meno cittadini di altri cittadini di altre realtà geografiche.


domenica 30 dicembre 2012

L’assalto delle compagnie petrolifere e il silenzio di Luca Colasanto

di Billy Nuzzolillo

Con un avviso pubblicato sul Burc del 24 dicembre la Regione Campania ha reso noto che la Commissione di Via (Valutazione Impatto Ambientale) ha dato il via libera alle trivellazioni petrolifere nella provincia di Benevento.

Il parere, dunque, segue quelli già espressi della Commissione V.I.A., V.A.S. e V.I. nelle sedute del 2 agosto e del 30 ottobre. Il progetto “Intervento di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma denominato Valle Spaccata in vari Comuni della Provincia di Benevento” è stato presentato dalla società inglese Delta Energy Ltd e riguarda, dunque, una delle tre zone individuate nel Sannio per le ricerche petrolifere: oltre a “Valle Spaccata” sono, infatti, ancora in piedi i due iter per la ricerca di idrocarburi in zona “Nusco” e “Santa Croce”.

I comuni interessati alle trivellazioni sono: Baselice, Campolattaro, Casalduni, Castelpagano, Circello, Castelvetere di Valfortore, Colle Sannita, Foiano in Val Fortore, Fragneto l’Abate, Fragneto Monforte, Molinara, Morcone, Pago Veiano, Pesco Sannita, Pontelandolfo, Reino, San Giorgio la Molara e San Marco dei Cavoti.

Come ricorda il giornalista Pietro Dommarco, “il 4 giugno 2012 in un documento l’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) ha affermato che il fracking utilizzato per estrarre gli idrocarburi da scisti e sabbie bituminose è molto invasivo del territorio, ma è soprattutto ad altissimo consumo di acqua e molto inquinante del suolo e delle falde idriche del sottosuolo” e “può provocare anche micro terremoti”. Un tema divenuto d’attualità in seguito al terribile sisma che nel mese di maggio ha colpito l’Emilia Romagna.

Una regione, quest’ultima, che dalla fine dell’Ottocento ad oggi ha assistito alla perforazione di 1.697 pozzi, configurandola come il territorio più trivellato d’Italia. Sovrapponendo la mappa sismo-tettonica dell’Emilia -Romagna con la carta delle concessioni e dei permessi di ricerca di idrocarburi vigenti, ci si rende conto che la maggior parte di queste autorizzazioni incide su faglie attive. E il Sannio, si sa, è una delle zone a maggiore rischio sismico della Campania.

Sempre Dommarco ha recentemente ricordato che “mentre negli Stati Uniti il fracking è sotto accusa per aver provocato eventi di micro-sismicità in Ohio ed in Texas, e mentre Francia, Germania e Inghilterra hanno dichiarato fuorilegge la fratturazione idraulica o stanno discutendo sul suo divieto, in Italia si sviluppano progetti dagli elevati costi ambientali e rischi per le falde idriche”.

Senza dimenticare, infine, che l’ultimo rapporto Istat ha inserito il Texas d’Italia, ovvero la Basilicata, ai primi posti per mortalità da tumori, con percentuali che superano la media nazionale. Tumore allo stomaco, al colon, al fegato, alla laringe, ai polmoni, alla pleura, alla vescica e patologie cardio-respiratorie in aumento, come è possibile leggere nella relazione di attività del Registro tumori Basilicata Ircss-Crob.

In particolare, la leucemia mieloide non ereditaria fa registrare notevoli incrementi nella Val d’Agri del petrolio. Tra le cause si sa, oltre al fumo delle sigarette, si annoverano le esposizioni al benzene, sostanza contenuta nel petrolio e nelle benzina. Una forma di leucemia, dunque, maggiormente giustificabile in centri urbanizzati e con forte inquinamento atmosferico che non in aree depresse e poco popolate, come appunto la Val d’Agri (che tanto somiglia alle aree del Sannio interessate alle trivellazioni).

Dati che, dunque, impongono una seria riflessione e che, oltretutto, mal si conciliano con il generale disinteresse che in questi giorni ha accompagnato la notizia del via libera della Regione Campania all’assalto che le compagnia petrolifere si apprestano a fare nel Sannio.

Vero, consigliere Luca Colasanto? Eppure lei, oltre ad essere originario di Baselice (territorio interessato alle trivellazioni) ed essere uno strenuo difensore dei territori sanniti rispetto all’assalto delle lobby dell’eolico, è anche il presidente della Commissione Regionale Ambiente, Energia e Protezione Civile. Come mai non interviene?

www.sanniopress.it

sabato 29 dicembre 2012

Petrolio nel Sannio, la Provincia ricorrerà al Tar. I cittadini: 'Una condanna a morte'

Si parla di rilancio dell'agricoltura, di scommessa della green economy, del grande progetto della diga di Campolattaro. Poi ecco che la Regione Campania decide di favorire la società inglese "Delta Energy" per le trivellazioni petrolifere in 19 comuni del Sannio.

E' una mattina strana per i cittadini delle zone interessate dalle possibili trivellazioni petrolifere. Molti sono preoccupati ed hanno come riferimento lo scempio della Val d'Agri, in Basilicata, dove da oltre un decennio la ricerca di idrocarburi (in quel caso da parte dell'Eni) ha stravolto il quotidiano di piccoli centri lucani (Viggiano su tutti) con vantaggi praticamente nulli per le comunità locali. Proprio quello che potrebbe succede tra qualche mese nel Sannio.

E' molto rammaricato l'assessore all'ambiente della Provincia di Benevento, Gianluca Aceto, che da mesi ha messo in guardia i primi cittadini dei comuni interessati: molti di loro hanno firmato le delibere comunali contro qualsiasi autorizzazione a "scavare" alla ricerca di petrolio.

Potrebbe non bastare dopo che la Regione Campania, a fari spenti e con un decreto dirigenziale spuntato il giorno della Vigilia di Natale sul Burc, ha dato di fatto il via libera alla multinazionale inglese: "E' sicuramente un punto a favore per loro - ha commentato Aceto - ma quello che più mi sconforta è che la Regione Campania ha avuto al riguardo un atteggiamento misterioso, non inviandoci mai la documentazione che da mesi abbiamo richiesto. E' ovvio che c'è da reagire subito anche se la partita è tutta in salita: prima di tutto faremo immediato ricorso al Tar. Vale un po' lo stesso discorso fatto per scongiurare la realizzazione della centrale turbogas. Poi è chiaro che bisogna avere un colloquio risolutivo con i vertici regionali".

Strada in salita, afferma l'assessore, come in salita sono le strade della maggior parte dei comuni coinvolti nella "ricerca dell'oro nero". In salita e dissestate. Il gap infrastruttuale dei paesi del Fortore e del Tammaro è sotto gli occhi di tutti: se ne discute da decenni ma il risultato è scadente: "Immaginatevi un po' il traffico di autocisterne su queste strade - ci confida preoccupato Giuseppe, un cittadino di Molinara - e senza il minimo controllo".

In Basilicata, proprio per questo motivo, si sono avuti incidenti gravissimi con rovesciamenti di tir e fuoriuscite di petrolio. Intaccate, forse per sempre, falde acquifere e torrenti, persino un lago montano: "E' assurdo pensare ad una cosa del genere - dichiara un altro cittadino di Molinara nei pressi di un bar - tra qui e S.Giorgio la Molara siamo pieni di falde acquifere, anche per questo motivo non sono mai riusciti a fare una discarica per i rifiuti. Stanno mettendo gli occhi su questo territorio da decenni, questo è l'ennesimo attacco e, secondo me, è il più pericoloso".

Proprio a S.Giorgio La Molara c'è un laghetto montano. Stasera in paese c'è il "Natale a La Terra", una festa tradizionale molto sentita e partecipata: "Altro che pale eoliche - ha tuonato un cittadino - qua rischiamo di mettere in pericolo la nostra salute. Questa è una zona dove tira tanto vento, è una vallata aperta. Vogliono forse avvelenarci con etilene e altre schifezze come hanno fatto in Val d'Agri? Cos'è una condanna a morte?".

La Basilicata è l'esempio. Non bisogna andare lontano per immaginare gli effetti che un insediamento del genere può provocare all'entroterra sannita: "Proprio sul vostro portale - ha continuato Marco, residente a Pago Veiano - ho letto i programmi dei candidati e delle candidate di centrosinistra. Tutti parlano di rilancio all'agricoltura. Come pensano di rilanciarla l'agricoltura? Con le trivelle? In questi paesi l'unica vera ricchezza è la zootecnia, abbiamo allevamenti di carne marchigiana in ascesa, indiviati da altre realtà e questi pensano al petrolio".

Per gli intervistati insomma, la ricerca di idrocarburi è un inganno: "Non porterà ricchezza - aggiungono - sarà peggio dell'eolico, si arricchiranno solo in pochi. Almeno l'eolico è energia pulita, questo invece è veleno per le nostre terre, per i nostri figli e per il nostro futuro". La speranza di Marco è proprio quella di un interessamento al problema degli imprenditori della cosidetta, energia pulita: "Credo che a loro non dovrebbe far piacere avere in questi territori, una multinazionale pronta a lavorare a colpi di trivella. Spero in un loro intervento al fianco delle amministrazioni e dei cittadini".

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