giovedì 6 dicembre 2012

Baselice e l’albo delle associazioni locali


Via libera all’assestamento del bilancio 2012. Lo ha deliberato il Consiglio comunale riunitosi venerdì sera in sessione ordinaria. L’assise è stata presieduta dal vicesindaco Giuseppe Ferro – il Primo cittadino Canonico ha dovuto dare forfait per motivi di salute – ed ha fatto registrare l’assenza dell’intero gruppo di minoranza, che ha deciso di disertare la seduta per cause che ufficialmente non si conoscono.

L’assestamento al bilancio, con poche ma necessarie modifiche ad alcuni capitoli, sia in entrata sia in uscita (dove si è dovuto prendere atto dei tagli della cd. spending review) è stato votato all’unanimità dall’intero gruppo di maggioranza dell’Amministrazione Canonico, che ha deciso anche per la immediata esecutività della deliberazione. All’unanimità è stato poi votato anche il regolamento che disciplina la istituzione dell’Albo delle associazioni comunali, una iniziativa proposta dall’Amesci- C2.0- a cui il Comune ha deciso di aderire.

L’argomento e’ stato illustrato dall’assessore Brancaccio il quale nell’annunciare e spiegare ufficialmente l’iniziativa ha ricordato: “Speriamo di poter allargare a quanti piu’ sodalizi possibili l’iniziativa e la possibilità di partecipazione, che rappresenta una ulteriore opportunità per le associazioni che decidano di prenderne parte. Infatti, l’albo rappresenta innanzitutto una ulteriore opportunità di incontro, e poi perché deve consentire la gestione delle manifestazioni e delle attivitàche già svolgono e si propongono con più armonia e collaborazione. Insomma – conclude Brancaccio – la costituzione di questo albo deve essere visto come una opportunità di crescita e di maturazione e non soltanto come un canale per poter accedere a contributi o finanziamenti con adesione a progetti della comunità europea”.

Nei prossimi giorni l’iniziativa sarà ulteriormente e nuovamente pubblicizzata con un avviso pubblico, dove sarà ricordato che è possibile presentare domanda di iscrizione fino a fine anno.

In conclusione del consiglio il presidente Ferro ha dato anche comunicazione della recente nomina avvenuta nell’organo esecutivo comunale ed effettuata dal Sindaco, con il ritorno in giunta del consigliere Giancarlo Verdura al posto di Francesco Delli Veneri.

tratto da Ottopagine/Benenvento

lunedì 3 dicembre 2012

Dal comitato pro 118 raccolte duemila firme per il mantenimento dei Saut


(nella foto il verbale con cui i sette sindaci del Fortore si accordano con il commissario Di Salvo per mantenere i due Saut)

Nonostante l’assenza, giustificata da impegni istituzionali (in molti comuni si sono svolti i consigli comunali per l’adempimento dei riequilibri finanziari) della maggior parte dei sindaci invitati, l’incontro organizzato dal comitato “Autotuteliamoci – pro 118 di Ginestra e Foiano” di giovedì sera si è svolto ugualmente. I responsabili del movimento hanno comunque voluto aggiornare i presenti sul lavoro, finora svolto dal comitato e, soprattutto, hanno reso noto che fino a giovedì sera le firme raccolte a sostegno del mantenimento dei due Sauto, Foiano e Ginestra, sono circa duemila. Firme raccolte in tutti i comuni del comprensorio fortorino.

L’incontro, spiegano gli organizzatori, era stato organizzato per chiedere ai sindaci della Val Fortore di istituire un tavolo per affrontare nelle sedi istituzionali la questione del riassetto territoriale del soccorso sanitario. “Perché crediamo – hanno affermato i responsabili del comitato – che il problema vada affrontato insieme alle istituzioni. Noi vogliamo solo essere da supporto alle amministrazioni ma vogliamo che siano soprattutto i sindaci a farsi carico di una battaglia necessaria per il territorio”.

Gli unici sindaci presenti erano Domenico Canonico di Baselice e Michele Maffeo di Foiano che hanno rassicurato il comitato e i presenti che gli amministratori saranno in prima linea per difendere i diritti dei cittadini della Val Fortore. Domenico Canonico ha voluto sottolineare che i colleghi assenti avevano tutti impegni istituzionali e solo per questo motivo non erano presenti.

Canonico e Maffeo fanno presente che a seguito del decreto regionale n° 49 del settembre del 2010 ci fu un incontro con l’allora commissario ad acta dell’Asl di Benevento, nel quale fu sottoscritto un verbale ad unanimità nel quale si chiedeva di lasciare aperto i due Saut attualmente in funzione con l’apertura del Psaut di San Bartolomeo. A quell’incontro erano presenti i sindaci di Foiano, San Marco dei Cavoti, San Giorgio la Molara, Montefalcone, Ginestra, Baselice e San Bartolomeo in Galdo e il commissario ad acta Di Salvo.

Con quell’incontro sembrava superato il decreto commissariale 49/10, che prevedeva l’attivazione del Psaut di San Bartolemo in Galdo entro il 30 giugno 2011. Ma oggi pare che tutto questo non sia praticabile, anzi rispetto al decreto commissariale addirittura si fa un passo indietro, perché esso prevedeva l’utilizzo di diciotto unità mediche, oggi invece, a causa della spending rewiew i medici sarebbero solo dodici.

La questione del riassetto territoriale del soccorso sanitario resta ancora aperta. Il comitato, incoraggiato anche dai sindaci Canonico e Maffeo, si prepara ad organizzare un nuovo incontro nei prossimi giorni con la speranza di capire finalmente quali saranno le scelte dell’Azienda sanitaria rispetto all’ipotesi di apertura del Psaut con contestuale chiusura dei Saut di Foiano e Ginestra.


(tratto da Ottopagine/Benevento)

domenica 2 dicembre 2012

Il Fortore a rischio, si prospettano altre trivellazioni

Per l'Associazione "Generoso Simeone" c'è correlazione con gli eventi sismici

La terra trema e non risparmia neppure le zone considerate un tempo a bassissimo rischio terremoti, come l’Emilia Romagna.L’Italia si piega ai facili guadagni ottenuti sulla pelle del nostro amato e bel territorio e l’opinione pubblica rimane in silenzio e la politica tace e la stampa non riesce da sola a risvegliare le coscienze.Eppure non c’è da star tranquilli, perché il risultato di anni di politica affaristica cominciamo visibilmente a pagarlo e a pagarlo sulla nostra pelle. Ci stanno uccidendo, insieme a noi muoiono le nostre terre, la nostra storia. Ci stanno uccidendo per sbavare l’eccesso di brama di ricchezza sui soldi acquisiti dall’offesa al sottosuolo e l’Italia viene dilaniata nel ventre e insudiciata.

L’estate 2012 si è parlato tanto di trivellazioni e di ricerca dell’oro nero, perché l’ultima geniale idea del Ministro Passera è far calare il PIL aumentando i pozzi di Petrolio in Italia e facendo dell’Italia un corridoio del gas che corre verso l’Europa. Questo a discapito dell’altro settore, quello delle energie alternative che ora si vede ridimensionati gli incentivi.

Così dopo Nusco e Santa Croce è stata individuata un’altra zona da trivellare dal nome convenzionale di “Pietra Spaccata” che interesserà i comuni di: Baselice, Campolattaro, Casalduni, Castelpagano, Castelvetere in Val Fortore, Circello, Colle Sannita, Foiano di Val Fortore, Fragneto l’Abate, fragneto Monforte, Molinara, Morcone, Pago Veiano, Pesco Sannita, Pontelandolfo, Reino, San Giorgio la Molara, San Marco dei Cavoti.

Le società londinesi vengono con la solita spocchia ad investire su una terra che già anni fa, parliamo del 1861, hanno a lungo depredato e ci vengono, come allora, con il lasciapassare del governo italiano, ma spero non con la complicità ultima dei Comuni.

Le attività estrattive causano pericolose fratture nel sottosuolo, in seguito all’utilizzo di sostanze chimiche aggressive e violente, nocive per la terra e di conseguenza per la nostra salute. Eppure come dimostrano ricerche ultimamente pubblicate da Legambiente il Petrolio in Italia è poco ed estrarlo sperando di arricchirsi è una vittoria di Pirro.

Noi non abbiamo soldi, non abbiamo potere, abbiamo soltanto una coscienza ed in nome di quella continueremo a dare voce a chi competentemente, analizzando la situazione ambientale italiana, si impegnerà a denunciarla e continueremo a parlarne, a scriverne, ad urlare se necessario attraverso la organizzazione di banchetti informativi, seminari universitari video intervista e tanto altro.

Perché la verità è che ci stanno uccidendo tutti e che noi non possiamo rimanere ancora zitti, ma dobbiamo rispondere eloquentemente che la nostra terra non si tocca!

www.lunaset.it


mercoledì 28 novembre 2012

Psaut, il Comitato Pro 118 chiede incontro con i sindaci del Fortore

Il comitato Autotuteliamoci Pro 118 Fioiano – Ginestra ha inviato una lettera ai sindaci del Fortore per discutere il giorno 29 novembre alle 20, presso Sala Consiliare del Comune di Foiano di Val Fortore, in merito alla soppressione dei presidi PSAUT.

“Il Piano Regionale Sanitario della Regione Campania, approvato dal D.R. n. 49 del 27/09/2010 – si legge nella missiva ai primi cittadini sanniti - prevede, per la provincia di Benevento n. 2 Psaut e n. 10 postazioni Saut.

L’allineamento alla programmazione della rete dell’emergenza territoriale (PSAUT e SAUT) alle indicazione del Decreto Commissariale 49/10, prevedendo l’attivazione del Psaut di S. Bartolomeo in Galdo entro il 30/06/2011, per la Valfortore significa: apertura Psaut in S. Bartolomeo in Galdo e contestuale chiusura dei due presidi Saut di Ginestra degli Schiavoni e Foiano di Val Fortore, chiusura confermata anche da comunicazione Prefettizia del 31/10/2012.

L’apertura del Psaut così come concepita dai vertici Asl – aggiunge il comitato - è per la Valfortore una ulteriore beffa, per il territorio, che va da aggiungersi alla “Fortorina” ed allo stesso “Ospedale di S. Bartolomeo in Galdo” oramai leggendarie promesse elettorali.

Il comitato Autotuteliamoci Pro Ginestra Foiano intende manifestare il proprio disappunto a tale scelta e chiede a tutte le Amministrazioni, interessate a difendere il diritto alla salute dei propri amministrati, un incontro dove poter decidere concretamente il da farsi, anche con pubbliche manifestazioni di proteste.

Noi del Comitato insieme alla popolazione della Valfortore – conclude la lettera - siamo a vostra disposizione, ma senza il vostro, istituzionale, interessamento da soli possiamo fare ben poco”.

www.ntr24.tv

martedì 27 novembre 2012

I forestali si appellano a Fini

La disperazione degli operai idraulici forestali ormai è tanta. Mesi senza percepire lo stipendio rischiano di mettere in ginocchio un sistema sociale e familiare di un intero territorio. Una disperazione che porta a tentare tutte le strade possibili chiedendo aiuto anche alle cariche più alte dello Stato. E’ quanto ha fatto Filippo Goduti, operaio forestale della comunità montana, e alcuni suoi colleghi. Il 6 ottobre scorso, infatti Filippo ha spedito una mail alla segreteria del presidente della Camera Gianfranco Fini dove manifestava tutto il suo disappunto e tutta la sua indignazione per la situazione drammatica in cui versano oltre quattromila lavoratori campani.

“Chiediamo un intervento urgente al fine di trovare una soluzione alla grave vertenza che vede coinvolti oltre cinquemila lavoratori della forestazione, in forza alle comunità montane. Illustrissimo presidente Fini, portiamo a vostra conoscenza – si legge nella missiva - le oramai esasperate condizioni di lavoro degli operai forestali a tempo indeterminato della comunità montana del Fortore, nonché della Regione Campania: Noi operai non percepiamo più lo stipendio ormai da 12 mesi.

Nonostante gli innumerevoli incontri e manifestazioni non siamo mai giunti ad un accordo definitivo se non aleatorie promesse verbali”. Un accorato appello affinché la terza carica dello Stato si impegnasse ad intervenire per dare la giusta visibilità ad un problema ormai drammatico. Nella mail inviata al Gianfranco Fini, gli operai mettono in evidenza la disperazione e il disagio in cui sono finite le famiglie e la tensione sociale che da oltre un anno si vive.

Gli operai hanno sottolineato nella lettera l’assoluto abbandono che vivono da parte delle istituzioni, comprese le organizzazioni sindacali.
Appello accolto dal presidente Fini che ha fatto sapere di aver comunicato la vicenda alle commissioni parlamentari competenti e al prefetto di Benevento. Ma al momento, ci dice Filippo Goduti, dal prefetto non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione.

Tratto da Ottopagine/Benevento

domenica 25 novembre 2012

venerdì 23 novembre 2012

Forestali, comunità montana e sindacati sperano nella Nugnes

E’ sempre la vertenza degli operai idraulici forestali a dettare l’agenda politica e amministrativa della comunità montana del Fortore. E la vertenza dei forestali è stata al centro del vertice svoltosi ieri mattina presso la sede dell’ente fortorino.
Una situazione che ormai si trascina da quasi due anni e che al momento resta drammatica. All’incontro hanno preso parte i rappresentanti sindacali di Cgil e Cisl, il presidente della comunità montana Zaccaria Spina, gli assessori dell’ente Salvatore Brancaccio e Giuseppe Ruggiero, il consigliere Giovanni Ricciardi in qualità di presidente della commissione del settore forestazione e il responsabile tecnico Pietro Giallonardo.

Un vertice convocato per una verifica sulla situazione del settore forestale e soprattutto per un aggiornamento sul lavoro che si sta svolgendo rispetto ai piani del settore per il 2012 e 2013.

“Un incontro deciso da tempo con i sindacati per fare il punto della situazione, anche alla luce delle novità emerse dagli incontri avuti con la nuova delegata al settore agricolo e forestale della Regione Campania Daniela Nugnes”. Così Zaccaria Spina presidente dell’ente montano fortorino nel salutare e introdurre i lavori di ieri mattina.

“C’è aria nuova finalmente, dopo due anni di caos. Elementi di novità sono rappresentati dal fatto che – ha sottolineato Zaccaria Spina – abbiamo un interlocutore che ci ascolta. Non a caso in dieci giorni siamo stati convocati già due volte per confrontarci su programmi e progetti. C’è la consapevolezza di essere al capezzale di un moribondo (riferito al settore forestale), ma si sta lavorando a ritmi serrati per uscire dall’empasse in cui ci troviamo. La Nugnes ci ha chiesto di presentare i progetti, anche per il 2013, entro il 31 dicembre per cominciare a sbloccare gli ex Fondi Fas”. Aria nuova dunque, e fiducia nel nuovo delegato regionale da parte dei vertici della comunità montana. Fiducia necessaria per Giuseppe Ruggiero in un momento difficile come questo, dove “la coperta è troppo corta”. Per l’assessore, bisogna innanzitutto capire se e come si vuole puntare sul settore forestazione.

Fiducia e apprezzamento per il nuovo approccio al problema forestazione anche da parte dei rappresentati sindacali Carlo Ciccarelli (Cgil) e Alfonso Iannace (Cisl).
“Siamo più tranquilli – ha affermato il rappresentante della Cgil – visto gli impegni assunti dalla Nugnes, ma ora ci vogliono fatti concreti. Se ciò non avviene siamo pronti ad azioni forti per tutelare i lavoratori che da troppo tempo vivono una situazione drammatica”.

Fiducioso anche il rappresentante della Cisl che chiede responsabilità da parte di tutti e che non è il momento di fomentare polemiche sterili (parole riferite a chi crede di poter speculare sugli operai e fare campagna elettorale) “perché discutere di operai che da mesi non percepiscono lo stipendio è difficile e la demagogia è dannosa e non risolve il problema che resta drammatico”. Iannace ha chiesto ai vertici politici della comunità di farsi portavoce presso le istituzioni centrali di adottare politiche serie per la salvaguardia del territorio. Richiesta fatta anche da Carlo Ciccarelli.

Alla comunità montana le organizzazioni sindacali hanno chiesto un ulteriore sforzo per trovare i fondi per pagare almeno una mensilità agli operai in vista del Natale. Sforzo che sembra difficile fare da parte della comunità montana, visto le condizioni finanziarie in cui si trova l’ente.

Un incontro che è servito ai sindacati e all’ente per fare chiarezza su molti punti come i fondi Fcs (fondi di coesione sociale), anche se la situazione resta ancora drammatica. Gli operai per Natale dovranno accontentarsi dei soldi delle giornate della cassa integrazione per motivi atmosferici che a giorni l’Inps dovrebbe sbloccare. Ma gli operai restano insoddisfatti perché avrebbero voluto rassicurazioni e chiarimenti maggiori rispetto all’utilizzo dei fondi attribuiti alla comunità montana per il saldo del 2011. Saldo che ancora deve essere fatto, visto che, secondo i lavoratori mancano ancora alcune indennità maturate lo scorso anno. L’ente dal canto suo rassicura che i fondi sono stati utilizzati esclusivamente per retribuire le mensilità arretrate del 2011.

tratto da Ottopagine/Benevento

lunedì 19 novembre 2012

Petrolio, l'Eni annuncia aumento delle estrazioni. Sannio nel mirino, Regione in silenzio

di Gaetano Vessichelli

"La frontiera petrolifera è mobile, grazie alla tecnologia. Per questo, si pensa che la produzione possa passare dagli attuali 90 milioni di barili al giorno a 110 milioni di barili al giorno nel 2030, il piu' grande incremento in un decennio dagli anni Ottanta". Lo ha detto il presidente dell'Eni Giuseppe Recchi in una lezione, oggi, presso la Facolta' di Economia dell'Universita' di Torino, dal titolo "Il ruolo di Eni nell'attuale scenario economico nazionale ed internazionale".

La produzione di greggio sta aumentando grazie alla tecnologia, le riserve ammontano a 5.500 miliardi di barili, con un indice di vita della risorsa di oltre 170 anni. Affermazioni che suonano da spauracchio per le zone dell'entroterra campano, visto che Sannio ed Irpinia (e buona parte del Molise) sono tra i territori più appetibili per le nuove trivellazioni petrolifere, così come è già accaduto in Lucania negli anni Ottanta e Novanta. Un aumento auspicato da Recchi e dal colosso Eni, ma che dovrebbe far alzare ancora di più la guardia ad un territorio che mira a rialzarsi con la green economy, la politica ecosostenibile che punta molto sulla risorsa acqua della diga di Campolattaro, ed il rilancio dell'agricoltura richiesta dai sindaci dei comuni sanniti: "Non è poco - ha sostenuto Recchi nell'ateneo piemontese - ma la tecnologia è in costante miglioramento ed i sistemi di estrazioni sono sempre più complessi". Un auspicio ma anche un avvertimento.

ACETO: 'IL FRONTE DEL NO E' ATTIVO, MA ATTENDIAMO ANCORA LA DOCUMENTAZIONE'
La questione "petrolio" totalmente sconosciuta nella provincia beneventana, è stata sollevata per la prima volta dal comitato "No Luminosa" che venne a conoscenza di recenti concessioni di trivellazioni nel Sannio, regolarmente rilasciate dalla Regione Campania. La prima presa d'atto risale allo scorso giugno quando si riunì la Prima Commissione Consiliare su iniziativa del vicepresiente del Consiglio Provinciale, Giuseppe Lamparelli: alzata la guardia sono arrivate le prime mosse ufficiali con la richiesta, da parte dell'assessore provinciale Gianluca Aceto, di accedere agli atti sulle concessioni per le esplorazioni di idrocarburi nel Sannio. Successivamente furono informati anche tutti i sindaci dei comuni sanniti. Da giugno ad oggi qualcosa si è mosso, ma non a Napoli: "Ho ripetutamente sollecitato la Regione Campania al riguardo - ha sostenuto Aceto al nostro portale - ma per il momento non ci sono stati ancora inviati i documenti richiesti. Ancora più difficile è avere un colloquio su questo tema con l'assessore regionale al ramo, Sergio Vetrella". Diversa è la situazione nei comuni sanniti a rischio trivellazioni: "Va dato atto del grande impegno delle realtà locali - ha sostenuto l'assessore provinciale - molte amministrazioni si sono schierate contro presentando le delibere, stessa cosa vale per la Comunità Montana del Fortore. Il fronte del no è attivo e poco più di un mese fa ci siamo riuniti a San Marco dei Cavoti in un consiglio comunale aperto".

Sulle dichiarazioni rilasciate dal presidente Eni, Aceto non si è detto meravigliato: "Non sono le dichiarazioni di Recchi a suscitare stupore - ha ammesso - è un petroliere e prova a svolgere il suo compito. Quello che mi meraviglia è la posizione del Governo che apre a discorsi di questo tipo quando in Italia si dice di voler puntare alle energie alternative, al rispetto del protocollo di Kyoto e del Patto dei Sindaci. Sono due modi di pensare e di pianificare che vanno totalmente in conflitto".

PETROLIO E TRIVELLAZIONI: FORTORE NEL MIRINO
Tre le zone individuate nel Sannio per le ricerche petrolifere. Si tratta di "Nusco", "Valle Spaccata" e "Santa Croce": in pratica sono coinvolti 19 comuni della provincia di Benevento e per alcuni di loro le istanze formulate sarebbero addirittura due. Le istanze presentate presso il Ministero dello Sviluppo Economico , risulterebbero : 1) Istanza della Soc. Italmin exploration s.r.l. presentata il 18/07/2002 al Ministero Sviluppo Economico per il rilascio del permesso di ricerca per idrocarburi liquidi e gassosi denominato convenzionalmente “Nusco”; 2) Istanza della Soc. Sviluppo risorse naturali s.r.l. presentata il 16/11/2005 al Ministero Sviluppo Economico per il rilascio del permesso di ricerca per idrocarburi liquidi e gassosi denominato convenzionalmente “Santa Croce”; 3) Istanza della Delta Energy s.r.l. presentata il 28/02/2011 al Ministero Sviluppo Economico per il rilascio del permesso di ricerca per idrocarburi liquidi e gassosi denominato convenzionalmente “Pietra Spaccata ”. I comuni sanniti sono Baselice, Campolattaro, Casalduni, Castelpagano, Circello, Castelvetere di Valfortore, Colle Sannita, Foiano in Val Fortore, Fragneto l’Abate, Fragneto Monforte, Molinara, Morcone, Pago Veiano, Pesco Sannita, Pontelandolfo, Reino, San Giorgio la Molara, San Marco dei Cavoti.

www.ilquaderno.it

giovedì 15 novembre 2012

Il Psaut di San Bartolomeo e l'agghiacciante silenzio di De Girolamo e Colasanto

“Il Piano Regionale Sanitario della Regione Campania, approvato con Decreto Regionale n°49 del 27/09/2010, prevede per il Presidio Ospedaliero di San Bartolomeo in Galdo, zero posti letto attuali. Il bello di tale Decreto regionale è che i tre Presidi Ospedalieri in Provincia di Benevento con meno di 100 posti letto, cioè il Presidio Ospedaliero San Giovanni di Dio di Sant’Agata dei Goti, il Presidio Ospedaliero Santa Maria delle Grazie di Cerreto Sannita e quello di San Bartolomeo in Galdo, non risultano neanche nel piano di riconversione ospedaliera”.

Ad affermarlo è Andrea Cormano, vice coordinatore del Pdl di Baselice, che interviene sulla questione sanitaria nel Fortore.

“Sempre secondo tale decreto a pagina 29, per la Provincia di Benevento, si prevedono 2 psaut e 10 Saut. Perché allora per aprire il Psaut di San Bartolomeo, - si chiede Cormano - il prefetto ha chiesto la chiusura delle due postazioni Saut, se nel decreto regionale si stabilisce che il Psaut deve essere formato da 6 medici di presidio e da 6 medici su mezzi di soccorso del personale Saut?”.

“Perché allora per apertura del Psaut di San Bartolomeo, invece di spostare 6 medici di presidio da un altro territorio, si decide di chiudere entrambi i Saut territoriali? In quale struttura Ospedaliera della Provincia di Benevento sono stati dirottati i 6 medici di presidio previsti per Pasut di San Bartolomeo?.

Dal Coordinatore Provinciale del PdL di Benevento, On. Nunzia De Girolamo e dal Consigliere Regionale Luca Colasanto, nonché Presidente della Commissione Ambiente, Energia e Protezione Civile, - prosegue l'esponente fortorino - ci aspettiamo chiarimenti e delucidazioni in merito a tale situazione, ma il loro silenzio in queste settimane è agghiacciante”.

Se queste sono le condizioni - continua il dirigente locale - siamo contro questa falsa apertura del Psaut di San Bartolomeo, sia perché metterà in serie difficoltà l’assistenza e l’emergenza sanitaria in un territorio gia martoriato dal punto di vista sanitario per assenze di strutture in grado di stabilizzare pazienti con infarto, ictus e qualsiasi altro patologia o trauma che richiede un trasferimento istantaneo in un pronto soccorso e sia perché si allungheranno i tempi di tecnici di emergenza per trasferire un paziente nel primo ospedale disponibile.

Infatti voglio ricordare ai nostri concittadini, che in tale struttura non ci sarà nessun posto letto e non è prevista nessuna unità operativa di emergenza come il centro HUB o centro Spoke e nessuna unita di emergenza Stroke per il trattamento dell’ictus. Infine secondo quando citato nel BURC n° 30 del 10 maggio 2012, il PSAUT di San Bartolomeo è gia attivo. Allora mi chiedo: quanti fondi sono stati stanziati dal 2010 dalla Regione Campania e dove sono finiti? Quali sono i laboratori di analisi e ambulatori specialistici previsti?”

“Il Psaut di San Bartolomeo – conclude Cormano - non sarà una bandierina elettorale in vista delle Politiche del 2013, per portare alla ribalta personaggi e soggetti politici che nulla hanno fatto per il nostro territorio, anzi stanno solo peggiorando la situazione con un isolamento prima sanitario e poi infrastrutturale”.

tratto da www.ntr24.tv