venerdì 9 novembre 2012

Il Comune di Baselice per la prima volta a Ecomondo

Ecomondo è la fiera internazionale della "green economy", ovvero la kermesse in materia di rifiuti e del loro recupero, dell'energia, dello sviluppo sostenibile e dell'impresa verde che si tiene a Rimini fiera la prima settimana di novembre. Alla 16esima edizione, che è stata inaugurata mercoledì 7 novembre, alla presenza del ministro dell'ambiente Corrado Clini, e che proseguirà fino a domani, sabato 10 novembre, ha partecipato, per la prima volta da quando si celebra il simposio, anche un comune della Valfortore. Si tratta del Comune di Baselice che, da due anni a questa parte ha fatto passi da gigante in materia di raccolta e riciclo dei rifiuti, ricevendo il premio di comune Rciclone per la migliore raccolta qualitativa, ed il premio Raee per le quantità prodotte per abitante, nel campo del recupero delle apparecchiature elettriche ed elettroniche.

All'evento della quattro giorni riminese, il comune fortorino, amministrato da Domenico Canonico, ha partecipato con il suo assessore all'ambiente Salvatore Brancaccio, che è stato l'artefice dell'avvio della raccolta differenziata dei rifiuti nel proprio comune e che oggi - a soli due anni e mezzo dalla partenza (1 marzo 2010, ndr) può vantare il raggiungimento di risultati più che soddisfacenti ed una percentuale che va ben oltre i parametri minimi di legge.

"E' una grande soddisfazione, oltre che un onore - riferisce telefonicamente Brancaccio da Rimini - essere presente qui, ad un evento internazionale, a rappresentare il mio comune; è grazie ai miei concittadini ed alla loro fattiva e concreta collaborazione nella raccolta differenziata dei rifiuti che oggi possiamo vantare questi risultati e gli obiettivi, prefissati dalle normative, che abbiamo raggiunto ed egregiamente superato. Le buone pratiche, messe in campo dalla nostra Amministrazione, nel campo del riciclo, del percorso e del monitoraggio di tutto ciò che è "scartato" nella nostra vita quotidiana si stanno distinguendo fortemente anche nel sud e soprattutto in alcune zone della Campania, come il Sannio ed il Fortore.
Baselice, in tal senso, rappresenta un vero e proprio vanto e tra qualche anno - se si continua di questo passo - potrà sicuramente ambire a candidarsi come comune che fa impresa verde, assicurando servizi e premialità a fronte di una tassa tra le più economiche della Campania".

L'assessore che nella giornata di ieri ha preso parte a due convegni tematici dove, nel primo, ha potuto mettere in risalto l'importanza della raccolta monomateriale del rifiuto nelle sue molteplici frazioni da portare a riciclo, ed in un altro dove si è parlato dei costi della gestione dei rifiuti nei suoi aspetti tecnici. Nella giornata di oggi, invece, la presenza del Comune di Baselice ci sarà nel Forum sui Raee, dove si illustrerà la nuova direttiva europea, e nel convegno su l'implementazione della frazione organica del rifiuto come risorsa per una comunità. Nel corso della manifestazione il Comune provvederà anche a visitare i numerosi stand espositivi, dove si farà accreditare in eventuali promozioni a cui aderire, nonché negli acquisti da fare nell'ottica del miglioramento dei servizi.

"Tutte le idee, gli spunti di riflessione, gli accorgimenti ed i suggerimenti - conclude Brancaccio - di questa esperienza riminese saranno da me raccolti e trasferiti, per quanto sarà possibile, sia nel prossimo bando provinciale, al fine di ottenere qualche necessaria risorsa da investire nel campo, sia nel miglioramento, nonché nella estensione del sistema della raccolta dei rifiuti comunale. In tempi di cosiddetta spendig review bisogna ottimizzare la efficacia della raccolta tenendo conto della efficienza energetica e della razionalizzazione dei trasporti. Per questo chiederò ai miei concittadini ancora uno sforzo affinché si impegnino seriamente ed ancora di più a differenziare i rifiuti senza furbate di sorta nei conferimenti. Purtroppo a Baselice vi sono ancora famiglie che, pensando di essere più brave di altre, conferiscono (o abbandonano vicino a qualche campana del vetro, od in altri posti) i loro rifiuti senza rispettare le regole: così facendo creano un danno verso tutta la collettività. La catena dei costi a fronte delle esigenze che occorrono per la gestione dei servizi deve trasmettere nella cittadinanza una certa cultura del risparmio che ci deve consentire di parametrare le tariffe in linea con gli stili di vita".

mercoledì 7 novembre 2012

L'associazione Simeone contro le trivellazioni

Protesta viene dall’associazione culturale "Generoso Simeone" di Benevento in relazione alle recenti ricerche messe in atto nel territorio sannita alla volta del petrolio. “Dagli anni 80 ad oggi, i tumori in Italia sono aumentati del 20% per linfomi e leucemie, del 27% per il seno, del 10% per il cervello e del 15% circa per il fegato. La terra trema, l’Italia si piega ai facili guadagni, l’opinione pubblica rimane in silenzio e la politica tace. Nell’estate 2012 si è parlato di trivellazioni e di ricerca dell’oro nero, perché l’ultima idea del Ministro Passera è far calare il PIL aumentando i pozzi di petrolio e facendo dell’Italia un corridoio del gas che corre verso l’Europa. Questo a discapito delle energie alternative che ora si vede ridimensionati gli incentivi.

Così dopo Nusco e Santa Croce – si legge nella nota dell’associazione - è stata individuata un’altra zona da trivellare dal nome convenzionale di “Pietra Spaccata” che interesserà i comuni di Baselice, Campolattaro, Casalduni, Castelpagano, Castelvetere in Val Fortore, Circello, Colle Sannita, Foiano di Val Fortore, Fragneto l’Abate, fragneto Monforte, Molinara, Morcone, Pago Veiano, Pesco Sannita, Pontelandolfo, Reino, San Giorgio la Molara, San Marco dei Cavoti. Le attività estrattive causano pericolose fratture nel sottosuolo, in seguito all’utilizzo di sostanze chimiche aggressive e violente, nocive per la terra e di conseguenza per la nostra salute. Eppure come dimostrano ricerche ultimamente pubblicate da Legambiente il petrolio in Italia è poco ed estrarlo sperando di arricchirsi è una vittoria di Pirro. La nostra posizione è ben chiara – ha concluso la nota – ma non ce ne staremo con le mani in mani, ma cercheremo con banchetti informativi, seminari universitari, video, interviste di far sentire la nostra voce ed il nostro no alle trivellazioni”.

www.ilquaderno.it

domenica 4 novembre 2012

I forestali e Ballarò

Un centinaio di operai forestali si sono dati appuntamento a Montefalcone di Val Fortore per manifestare tutto il loro disagio che stanno vivendo a causa della crisi del settore forestazione in cui versa la Regione Campania davanti alle telecamere di «Ballarò». I lavoratori davanti alle telecamere hanno manifestato tutta la loro indignazione e rabbia per una vicenda ormai
drammatica che si trascina da oltre un anno.

Al sit-in organizzato a Montefalcone erano presenti, oltre agli operai della comunità montana del Fortore, anche alcuni provenienti dal Tammaro e dal Titerno, da Salerno e da Avellino. Tra questi c’erano anche quelli che la settimana scorsa avevano minacciato di lanciarsi da un ponte sull’autostrada A/30.

Una protesta civile per chiedere alla Regione Campania e al presidente Caldoro di risolvere al più presto, non solo la questione degli stipendi arretrati, ma di fare chiarezza sul futuro del settore forestazione in Campania.

“Ci sentiamo dei lavoratori in nero – hanno detto gli operai davanti alle telecamere – qualcuno ci spieghi se siamo ancora dei dipendenti della Regione oppure siamo dei disoccupati. Non è possibile vivere senza stipendio per diciassette mesi. Ci presentiamo ogni mattina sul cantiere per fare il nostro lavoro, nonostante le difficoltà e i disagi che abbiamo”.

Parlano di una situazione difficile nelle famiglie, un disagio sociale che rischia di scoppiare. Spiegano le difficoltà di mandare avanti la famiglia. qualcuno da mesi non vive più a casa, ma si è dovuto trasferire con tutta la famiglia a casa dei genitori, perché non riesce nemmeno fare la spesa. C’è chi non riesce più guardare negli occhi figli. Gli operai hanno rivendicato un ruolo di primaria importanza per i territori montani. “Grazie al nostro lavoro questi territori possono continuare a vivere. Senza la nostra opera di manutenzione e prevenzione le zone montane rischiano di diventare deserte. Nelle emergenze, come alluvioni, smottamenti e incendi,
siamo i primi ad intervenire. Abbiamo il diritto di sapere quale sarà il nostro
futuro e il futuro delle nostre zone montane”.

Gli operai, dunque, chiedono certezze sui fondi destinati alla forestazione chiedono, in questo momento, che vengano loro pagati gli arretrati. Arretrati, che per quanto riguarda il 2011, sembrano ormai risolti. Pare che ieri pomeriggio, per quanto riguarda gli operai forestali della comunità montana del Fortore, i mandati di pagamento siano stati consegnati in banca. Quindi, se i tempi saranno rispettati, lunedì i lavoratori dovrebbero riscuotere le mensilità arretrate del 2011 (novembre, dicembre e la tredicesima). Restano però ancora tanti dubbi sul 2012. Infatti, la Regione ancora non si esprime sui piani forestali presentati dalle comunità montana, inoltre, c’è, a detta dei vertici delle montano fortorino, ancora tanta confusione sull’utilizzo dei fondi Fas.

Un po’ di chiarezza, si augurano enti e sindacati, venga degli incontri della prossima settimana con il consigliere per il settore agrivolo e forestale di Caldoro. Mercoledì, infatti, Daniela Nugnes, da poco insediatasi, incontrerà i presidenti delle comunità montane e giovedì le organizzazioni sindacali.

tratto da Ottopagine/Benevento

giovedì 1 novembre 2012

Province di Avellino e Benevento accorpate. Ma al Sannio va il capoluogo

Il Consiglio dei Ministri ha deciso: 34 province italiane cessano di esistere e tra queste c’è, come previsto, quella di Benevento che dopo oltre 150 anni perderà l’autonomia e sarà accorpata (ora è ufficiale) con quella di Avellino. Il capoluogo sarà, comunque, Benevento perchè più popolosa della città irpina.

Un’ipotesi, quest’ultima, che in Irpinia si spera venga scongiurata perchè – secondo loro - è la provincia di Benevento ad essere stata accorpata ad Avellino che, rispettando i criteri stabiliti dal Governo, mantiene intatte le sue prerogative (compresa quella del capoluogo).

Fonte: www.sanniopress.it

martedì 30 ottobre 2012

Trivellazioni, ecco l'intervento di Bianco e Del Vecchio in consiglio comunale

Postiamo un interessante articolo apparso oggi sul quotidiano "Ottopagine-Benevento", dal titolo «Ora bisogna agire uniti insieme agli altri comuni e alla Provincia».

“Una prova di maturità, quella del consiglio comunale, nell’esprimere unanimemente un fermo no alle trivellazioni”. Così Michele Bianco e Michele Del Vecchio, consiglieri del comune di Baselice, all'indomani della decisione dell’assise di esprimere parere negativo ai progetti di ricerca di idrocarburi sul territorio comunale. Bianco e Del Vecchio avevano chiesto al sindaco di convocare un consiglio per affrontare e approfondire l’argomento delle trivellazioni, perché preoccupati, anche alla luce delle richieste fatte ai comuni interessati dall’assessore provinciale Aceto di adottare delibere con parere sfavorevole a tali progetti, dei rischi delle ricerche di idrocarburi per l’ambiente.

I due consiglieri hanno presentato una dettagliata relazione sull'argomento, snocciolando dati ed esempi sui rischi e sui possibili danni, “senza una ricaduta economica per le popolazioni interessate, là dove tali progetti si sono realizzati”.
“Abbiamo molti esempi di territori devastati dalle trivellazioni, penso alla Basilicata, alla Calabria, alla Sicilia” afferma Michele Bianco.

“Quello che ci preoccupa sono i progetti che le aziende hanno presentato ai comuni. Sono progetti incompleti, privi di dati di obiettivi concreti. Come si può giudicare la validità e la correttezza di tali iniziative senza dati reali? Alcuni esperti nel campo delle ricerche dei idrocarburi, ci hanno detto che tra l’altro il nostro territorio è già stato scandagliato nel passato e i risultati dicono che non c’è niente di interessante nel nostro sottosuolo. Le nostre preoccupazioni condivise ad unanimità dal consiglio sono soprattutto per i rischi ambientali. Le trivellazioni potrebbero arrecare gravi danni alle nostre falde acquifere. Falde acquifere importanti, tant’è che il comune ha messo in cantiere progetti importanti per la captazione e la valorizzazione di tali risorse”.

Il no di Baselice arriva dopo i pareri negativi dei comuni del Tammaro e di alcuni comuni del Fortore interessati dai progetti di ricerca di idrocarburi. “Ora, anche alla luce del fatto che anche altri consigli comunali hanno espresso parere negativo alle trivellazioni, credo – conclude Bianco – che tutti insieme, con l’appoggio della Provincia, dobbiamo dar vita ad iniziative che ci mettano a riparo da tali pericoli, facendo sentire la nostra voce e il nostro dissenso alle istituzioni regionali e statali, visto che i progetti sono stati sottoposti alla valutazione dell’impatto ambientale della Regione Campania”.

lunedì 29 ottobre 2012

Baselice, il consiglio comunale: no alle trivellazioni pretrolifere


Un secco e fermo no alle perforazioni petrolifere; un’adesione convinta verso il referendum per il Molisannio, con la costituzione della commissione consiliare (ne faranno parte i consiglieri Bianco, Del Vecchio Michele e Maddalena, oltre al sindaco); Il voto a sostegno della candidatura per l'Ufficio di Giudice di Pace a San Bartolomeo; l'adesione al progetto della bandiera arancione (proposto dalla minoranza, ndr); il costituendo comitato dei sindaci per la Fortorina, e lo scioglimento della convenzione per il Consorzio Sannio.it. Sono stati questi sei argomenti, sui dodici posti all'ordine del giorno, sui quali il consesso civico ha espresso voto unanime.

Nella riunione del Consiglio comunale di venerdì sera, convocata in sessione ordinaria, principalmente per licenziare il riequilibrio di bilancio, (un adempimento obbligatorio, anche se quest'anno il termine ultimo è slittato al 30 novembre, ndr) sono stati licenziati anche alcuni regolamenti comunali: quello sull'Imu, quello per l'affidamento di servizi, lavori e forniture in economia, quello sulla monetizzazione delle aree per l'urbanizzazione primaria e secondaria ed infine quello sulla gestione degli impianti sportivi e le strutture comunali.

Assenti alla seduta due consiglieri del gruppo di minoranza (Ricci e Pietrantuono) mentre, per la maggioranza di Canonico, erano tutti presenti, compreso l'assessore esterno Delli Veneri.

Per quanto riguarda il riequilibrio di bilancio approvato con sette voti a favore e l'astensione di Bianco e Michele Del Vecchio), il regolamento Imu e l'applicazione delle aliquote (qui l'unica variazione ha riguardato l'aumento al 10,6 per mille degli opifici industriali) si è registrato il voto contrario del gruppo di minoranza, rappresentato per la circostanza da Del Vecchio Antonio e Maddalena.

Sul riequilibrio la minoranza ha fatto verbalizzare una dichiarazione sulla presenza - a loro dire - di alcuni debiti fuori bilancio che non potrebbero consentire tale adempimento; mentre sul regolamento Imu ha chiesto ed ottenuto più di una spiegazione (da parte dell'assessore Zeolla) sul fatto che l'accorgimento di equiparare il tributo come prima casa per gli emigranti avesse decorrenza solo dal 2013.

Un ruolo molto agevole ed assai strumentale, sul tema delle imposte, quello svolto dalle opposizioni in generale, che - assai di frequente – propongono soltanto emendamenti al risparmio senza badare alla cd. quadratura di bilancio, ed ai continui tagli che gli enti locali subiscono.

Sugli altri tre regolamenti comunali, invece, tutti approvati unanimemente dalla maggioranza e dal consigliere indipendente Del Vecchio, mentre i rappresentati dell'opposizione si sono astenuti. Tra i tre regolamenti, due riguardavano, rispettivamente, l'aggiornamento ai nuovi parametri del codice dei contratti pubblici, e l'attenzione economica riservata (da parte dell’amministrazione, ndr) ai titolari di proprietà nella zona C del Piano regolatore, intenzionati a costruire; mentre il terzo disciplinava gli impianti e le strutture sportive. Un regolamento, quest'ultimo, proposto dal consigliere delegato allo sport Giancarlo Verdura, e sul quale egli ha lavorato alacremente in sinergia con le associazioni sportive del territorio.

Su tutti gli argomenti c'è stata la relazione illustrativa da parte del Sindaco Canonico, eccetto gli argomenti relativi al Giudice di Pace (dove ha relazionato l'assessore Brancaccio), le perforazioni petrolifere, meglio conosciute come trivellazioni in materia di idrocarburi, e che sono all'ordine del giorno da un po' di mesi nel nostro comprensorio, (con una attenta, esauriente e minuziosa illustrazione da parte dei consiglieri Michele Bianco e Michele Del Vecchio), e sulla cosiddetta Bandiera Arancione - un riconoscimento simile alla Bandiera Azzurra per le zone costiere - ( dove c'è stata la illustrazione del consigliere Maddalena).

Su tutti gli argomenti si è svolto un ampio ed esauriente dibattito, con il primo cittadino a spiegare e fornire dettagli in particolar modo sulle scelte, alcune obbligate, in tema e economico, che la sua Amministrazione sta facendo e che sono tutte in linea sia col programma di mandato - tra cui le ulteriori iniziative nel campo della cultura (Gioielli e Borghi d'Italia) e per il marchio denominazione controllata (il cosiddetto a.de.co. per il moscato) sia per salvaguardare, per quanto più possibile, le esigenze di vita dei cittadini.

(Tratto da Ottopagine/Benevento)

mercoledì 24 ottobre 2012

Trivelle e referendum

Venerdì prossimo, 26 ottobre, in consiglio comunale si discuterà anche di trivellazioni petrolifere a Baselice e nel Fortore. Il punto all’ordine del giorno è stato voluto dai due consiglieri di maggioranza, Michele del Vecchio e Michele Bianco, che a nostro avviso hanno fatto bene a portare il problema in aula. Poiché una vicenda di interesse collettivo, come questa, non può essere calata dall'alto, così com'è successo in passato con l’eolico.

La discussione è il sale della democrazia. Devono essere i governati a scegliere sulla propria pelle. Per questo speriamo che per quanto riguarda il consiglio di venerdì ci sia anche una buona partecipazione di cittadini.

Un altro segnale di buon senso potrebbe arrivare dal fatto che, per una volta, maggioranza e opposizione mettano da parte i propri interessi politici per votare, all'unanimità, una mozione contro le trivellazioni, le quali come ormai è risaputo non portano nessun vantaggio per le popolazioni locali.

E allora da questo blog lanciamo una proposta al sindaco e all’intero consiglio: a decidere sulle trivellazioni petrolifere siano i cittadini. Come? Attraverso lo strumento di partecipazione democratica, voluto proprio da quest’amministrazione, del referendum consultivo, così come previsto dall’articolo 3 dello statuto comunale, che recita: “Un numero di iscritti alle liste elettorali non inferiore al 20 per cento della richiesta, o il consiglio comunale a maggioranza di almeno 2/3 dei componenti, può richiedere che vengano indetti referendum in tutte le materie di competenza comunale”. Per una volta, dunque, siano i baselicesi a scegliere il proprio futuro.

lunedì 22 ottobre 2012

Trivellazioni e salute

Postiamo un interessante articolo, dal titolo "Basilicata ammalata di petrolio, l’acqua è a rischio", pubblicato da www.dirittodicritica.com sugli effetti delle trivellazioni sulla salute umana.

Petrolio e tumori in Basilicata. La Val d’Agri paga con la salute dei suoi cittadini l’estrazione di 70mila barili di greggio al giorno; i casi di malattie respiratorie e infettive sono più del doppio della media nazionale. In cambio, la Regione incassa il 7% dei profitti che Shell e Eni accumulano: è la più bassa royalty d’Europa, meno dei diritti pretesi da Russia, Angola e Messico per le trivellazioni. Che in Lucania “bucano” il Parco Naturale.

Acqua e petrolio si mischiano nei ruscelli della Val d’Agri. Tra Monte Enoc e il paese di Tramutola, scorre un torrente giallastro con le rive nere e unte, attraversato dai tubi metallici dell’oleodotto. Portano il greggio alla raffineria di Viggiano, dove la torcia del metano brucia giorno e notte i fumi di scarico dell’impianto. Qui si estrae petrolio pari al 6% del fabbisogno italiano di carburante: gli esperti dell’Eni dicono di poter arrivare al 10%, circa 100mila barili al giorno, se gli si lascia mano libera su tecnologie e permessi.

Permessi che già ora abbondano. Il 70% della Regione Basilicata è “affittata” ai petrolieri, che vi lasciano appena il 7% dei loro guadagni: una briciola, rispetto al miliardo e 560 milioni di euro guadagnati, in media, da Eni e Shell in un anno di attività . La maggior parte delle trivellazioni si concentra in un fazzoletto di terra di pochi chilometri quadrati, nella Val d’Agri: è Parco Nazionale dal 2007, ma gli interessi dei petrolieri hanno vinto su tutto e i pozzi aumentano. Due mesi fa ne è stato fermato uno che sarebbe dovuto sorgere a 1.400 metri di altitudine, in pieno Parco: la Regione sta contrattandone i diritti con l’Eni.

Intanto i lucani si ammalano. Respirano un’aria densa di zolfo, anidride carbonica e metalli pesanti. Il numero dei casi di malattie infettive e respiratorie cresce costantemente, e già oggi supera del doppio la media nazionale. Scoperta antica: già nel 1996 i medici segnalarono l’incremento di decessi e casi di tumore ai polmoni nella zona, legati anche agli incidenti legati alle attività estrattive (su molti dei quali nessuno ha mai svolto un’indagine). Il rischio di contaminazione delle falde acquifere è elevatissimo, data la vicinanza tra i pozzi e i corsi d’acqua: e nessun sistema di monitoraggio è attivo nella zona.

Tutto questo si svolge in silenzio in fondo allo Stivale. Fa comodo a tutti, perchè a pagare sono due paesini che insieme non contano più di 3000 abitanti. Ma non tutto è silenzio. Oggi (l'articolo è del 2011, ndb), davanti al Ministero della Salute a Roma, i radicali hanno organizzato un sit in di protesta contro il “lassez faire” di Governo e Regione: porteranno al ministro Fazio il video-denuncia “La Valle dell’Agip”, realizzato dal segretario Radicali lucani Maurizio Bolognetti, che documenta gli effetti ambientali e sulla salute dei cittadini delle estrazioni petrolifere nella Val d’Agri. La richiesta è semplice: vigilate. Istituite una commissione di monitoraggio e vegliate sulla Basilicata. Non lasciatela affogare nel petrolio.

www.dirittodicritica.com

giovedì 18 ottobre 2012

Oltre sei aziende biologiche su 10 risiedono al Sud

Questo è il primo di una serie di focus incentrati su argomenti di particolare interesse per l’agricoltura italiana; il 6° Censimento generale dell’agricoltura dell'ISTAT ha infatti permesso di raccogliere informazioni sulla struttura delle aziende biologiche e di quelle con produzioni certificate DOP (Denominazione di Origine Protetta) e/o IGP (Indicazione Geografica Protetta).

Tali aziende sono di particolare importanza sia perché contribuiscono alla diffusione di forme di conduzione di terreni e di allevamenti compatibili con la tutela dell’ambiente, del suolo e della diversità genetica, sia perché consentono di promuovere la migliore qualità dei prodotti.

Sono 45.167 le aziende che al 24 ottobre 2010 risultano adottare metodi di produzione biologica per coltivazioni o allevamenti. Esse rappresentano il 2,8% delle aziende agricole totali.

Di queste, 43.367 aziende applicano il metodo di produzione biologico sulle coltivazioni (2,7% delle aziende in complesso con SAU) mentre 8.416 lo adottano per l’allevamento del bestiame (3,9% delle aziende in complesso con allevamenti). Sono invece 6.616 aziende quelle che utilizzano metodi di produzione biologica sia per le coltivazioni sia per gli allevamenti.

Il 62,5% delle aziende biologiche è attivo nel Sud e nelle Isole. Qui si concentra anche il 70,9% della superficie biologica complessiva. In particolare, la Sicilia è la regione dove si conta il maggior numero di aziende biologiche (7.873 unità); seguono la Calabria con 6.769 aziende e la Puglia, con 5.295.

La dimensione media della superficie biologica delle aziende interessate è di 18 ettari, notevolmente superiore a quella delle aziende in complesso (convenzionali e biologiche), per le quali il valore medio è pari a 7,9 ettari di SAU. In Sardegna, con una media di 43,8 ettari di superficie biologica ad azienda, si registrano le dimensioni unitarie più elevate; seguono Basilicata (23,7 ettari) e Puglia (22,8 ettari).

Le maggiori superfici biologiche investite riguardano i cereali da granella (oltre 223 mila ettari), seguiti dai prati permanenti e pascoli, esclusi i pascoli magri (oltre 172 mila ettari). Per questi due gruppi di colture le maggiori superfici biologiche sono localizzate rispettivamente in Basilicata (44.277 ettari, pari al 19,8% della superficie biologica complessiva nazionale investita a cereali da granella) e in Sicilia (43.725 ettari, ovvero il 25,3% della superficie biologica complessiva nazionale occupata da prati permanenti e pascoli).

In Calabria si registra la maggiore percentuale di superficie coltivata con metodo biologico rispetto alla SAU complessiva (17,7%).