venerdì 15 aprile 2011

San Marco, nuovo parco eolico


La regione Campania ha autorizzato la realizzazione di un nuovo parco eolico a San Marco dei Cavoti (Benevento) in località “Ielardi, Macchioni, Montagna, Riccetto e Franzese. Il progetto originario prevedeva una potenza di 48 MW ridotto in sede di autorizzazione a 27 MW esclusivamente poichè altre società del settore ossia la IVPC Srl, IVPC Power 3 Spa, IVPC Power 8 Spa, hanno inviato una perizia giurata relativa agli eventuali effetti di del Parco eolico in progetto, sul funzionamento degli impianti delle predette società attualmente in funzione, giacchè talune torri dell’originario progetto avrebbero pregiudicato il regolare funzionamento degli impianti del gruppo IVPC.

Rispetto a questo punto appare strano che queste interferenze non siano state individuate in sede progettuale nè a livello di valutazione di impatto ambientale. Il nuovo parco sarà realizzato dalla società Ecoenergia con sede in Via Cardito, 5 – 83012 Cervinara (AV). La regione ha dato altresì comunicazionedi avvio del procedimento espropriativo, e di asservimento per i terreni che saranno interessati dalle opere del parco eolico.

giovedì 14 aprile 2011

Il Psaut e le nuove promesse


Torna alla ribalta la vicenda del Psaut di San Bartolomeo in Galdo. Ieri, infatti, c'è stato l'incontro tra sindaco, Vincenzo Sangregorio, e Giuseppe Testa, nuovo commissario della Asl Benevento. Secondo alcune nostre fonti il neocommissario avrebbe detto: “Dobbiamo aprire al più presto”. Tuttavia, già nei giorni scorsi a “Ilsannioquotidiano”, lo stesso commissario aveva detto: “Per l'estate conto di attivare anche il Psaut di San Bartolomeo in Galdo".
Sarà l’ennesima promessa?

mercoledì 13 aprile 2011

Serra Pastore, veleni nelle falde idriche


Un ecomostro. L'appellativo talvolta abusato non sembra eccessivo per definire lo stato di fatto della discarica di Serra Pastore, a San Bartolomeo in Galdo. A più di quattro anni di distanza dal sequestro effettuato nel febbraio 2007 dal Corpo Forestale dello Stato in seguito alla copiosa fuoriuscita di percolato dall'invaso, l'area circostante lo sversatoio è ancora pesantemente contaminata. Lo ha accertato la Conferenza dei servizi formata da Azienda sanitaria, Arpac, Provincia di Benevento, Autorità di bacino 'Trigno–Fortore' che ha concluso i propri lavori lo scorso 30 marzo.

La Regione ha pubblicato ieri il decreto dirigenziale del settore Ecologia dello scorso 6 aprile con il quale si approva il Piano di caratterizzazione e il Documento di analisi di rischio relativi alla discarica utilizzata negli anni '90 come struttura a servizio dei soli comuni fortorini ricadenti nel Consorzio Bn3 e precettata negli anni successivi dal Commissariato per l'emergenza rifiuti per farne sversatoio dell'intera regione.

Con il risultato che il sito si saturò in breve tempo lasciando sul territorio una lunga coda di veleni che, come si vede, non è affatto terminata.

La Conferenza dei servizi ha appurato che nell'area della discarica permane la contaminazione delle acque sotterranee. Lungo e non rassicurante l'elenco delle sostanze tuttora presenti nelle falde idriche: ferro, manganese, nichel, selenio, tallio, piombo, benzo(b)fluorantene, benzo(k)fluorantene, indenopirene, idrocarburi policiclici aromatici, solfati e fluoruri. Non solo metalli pesanti, come si vede, ma anche idrocarburi che dimostrano come nell'impianto siano stati sversati anche rifiuti di tipo pericoloso in quantitativi non trascurabili, tanto da recarne traccia ad anni di distanza dalla chiusura. Dati meno allarmanti invece per ciò che riguarda la contaminazione del suolo nel quale sono stati trovati berillio e stagno oltre i limiti consentiti dalla legge.

Sarà adesso il Comune di San Bartolomeo in Galdo entro i prossimi sei mesi a dover redigere il progetto operativo degli interventi di bonifica, così come previsto dalla legge. Bonifica che però, in considerazione, dei danni ambientali già provocati dalla discarica, potrà essere nel migliore dei casi soltanto parziale.

www.sannioquotidiano.it

martedì 12 aprile 2011

IL SANNIO E I RIFIUTI

Gianluca Aceto, assessore all'ambiente della Provincia di Benevento, ha rilasciato la seguente dichiarazione a commento della decisione del Consiglio Regionale della Campania di intervenire in materia di "provincializzazione" del ciclo dei rifiuti.


«Il provvedimento votato in Consiglio regionale nella giornata di ieri non è una sorpresa: dopo i fallimenti delle gestioni emergenziali, le promesse elettorali con cui Berlusconi aveva annunciato la risoluzione del problema rifiuti in Campania si dimostrano insopportabili bugie mediatiche. E' un dato di fatto che il Comune e la Provincia di Napoli non hanno praticamente mosso dito per uscire dalla loro perenne crisi. Con l'aggravante che, mentre a Palazzo Chigi affermavano, a gennaio e febbraio, che in venti giorni avrebbero individuato sette siti, intanto stavano lavorando ad un piano regionale che tende ad individuare nuove discariche nel Sannio ed in Irpinia. Ormai anche la correttezza istituzionale sembra diventato un mero strumento di propaganda.
Noi stiamo attrezzando una ferma e motivata opposizione a questa programmazione, e non solo per la questione discariche: ci sembra, infatti, che la ormai defunta provincializzazione si riduca allo scaricamento dell'enorme massa debitoria sulle Province campane, delle quali sarebbe molto meglio decretare l'abolizione piuttosto che allungare l'agonia prima del fallimento finanziario.
Ringrazio i consiglieri regionali che hanno manifestato con il voto il loro dissenso alla linea della Giunta e del Consiglio regionale, con particolare riferimento agli onorevoli Umberto Del Basso De Caro e Sandra Lonardo.
Mi spiace, invece, che il Presidente della Commissione Ambiente, Luca Colasanto, non abbia avvertito la medesima esigenza di sostenere le aree interne della Campania, che ancora una volta rischiano di soccombere di fronte alla tracotanza dei territori più forti. In ogni caso la storia non finisce qui: ci saranno molte occasioni per far sentire la propria voce, e spero che tutti le sappiano cogliere».

lunedì 11 aprile 2011

Fortorina, tutto come nell'Ottocento


“Il tronco di strada provinciale del Valfortore è già costruito tra Benevento e San Marco dei Gavoti. Sono necessari studi seri e particolareggiati per scegliere quale è il percorso migliore per completare il tracciato fino a San Bartolomeo in Galdo”.

E' quanto scriveva il 7 maggio 1876 un ingegnere di Roma incaricato dall'allora sindaco di Baselice di definire quale tra le varie ipotesi realizzative allora sul tappeto potesse essere la più opportuna. Una relazione che, se si eccettuano gli arcaismi dell'Italiano post-unitario e la scrittura a mano con le caratteristiche grazie, potrebbe essere tranquillamente riproposta come attuale. Non sembra essere cambiato granchè in 136 anni.

Anas, Regione Campania e Provincia di Benevento stanno studiando nell'ambito dell'apposito Tavolo tecnico la soluzione più efficace e meno dispendiosa per realizzare il completamento dell'importante arteria stradale. Anche oggi, come sul finire dell'Ottocento, il primo tratto, quello tra Benevento e San Marco dei Cavoti, può dirsi già acquisito. Il tronco è in parte realizzato e in parte in costruzione. Il progetto dell'Anas prevede un tracciato che lambisce ma non tocca San Marco. Sarà una bretella, a spese della Provincia, a colmare la lacuna.
Fin qui le certezze.

Non si sa ancora invece quale percorso consentirà di collegare San Marco dei Cavoti a San Bartolomeo in Galdo, il tratto orograficamente più problematico. L'Anas ha presentato nel 2009 uno studio di fattibilità con tre possibili scenari. Soluzioni tecnicamente tutte praticabili ma molto dispendiose. Occorre individuare una opzione capace di conciliare efficacia ed economicità dell'intervento. Ci sta provando il Tavolo tecnico che entro la fine del mese dovrebbe fornire le risultanze del proprio lavoro.

Nell'attesa è interessante rileggere cosa scriveva nel 1876 l'ingegnere romano nella sua “Relazione sul tracciato del tronco di strada del Valfortore fra il Casone Cocca e la sponda sinistra del Fortore”. Due le opzioni considerate dal professionista per raggiungere la meta finale, San Bartolomeo in Galdo. In un caso il percorso avrebbe dovuto puntare verso Foiano Valfortore e da lì fino alla sponda del fiume Fortore per un tragitto di poco superiore ai 16 chilometri. L'altra possibilità prevedeva il passaggio per Baselice e il conseguente attraversamento del Fortore, alternativa più lunga (circa 23 chilometri) ma meno problematica sotto il profilo altimetrico e del dissesto idrogeologico. A proposito di ampi tratti in frana presenti lungo il percorso verso Foiano, il tecnico rilevava come “questo stato di cose è abbastanza grave perchè sembri difficile potervisi riparare senza ricorrere a spese importanti ed a mezzi straordinari”.

L'ingegnere suggeriva dunque la realizzazione di “varianti”, quelle che negli studi di oggi si traducono in possibili viadotti o tunnel. La relazione rivela inoltre come l'allora giovane Provincia di Benevento avesse già speso “300.000 lire circa per le opere tutte eseguite sul tronco dal Casone Cocca a Foiano”, senza però riuscire a completare l'asse di collegamento che restava anzi in gran parte irrealizzato. Per il consulente ante litteram, il completamento dell'arteria sarebbe costato “940.000 lire circa”.

Davvero monetine se rapportati agli oltre 500 milioni di euro stimati dall'Anas nel suo studio di fattibilità. Il professionista incaricato concludeva così la propria relazione: “Il sottoscritto è di parere che la continuazione della strada per Foiano oppure la scelta di un altro tracciato debba essere preceduta da nuovi studi seri e particolareggiati sulla quistione”.


www.ilsannioquotidiano.it

venerdì 8 aprile 2011

La Provincia e il fiume Fortore


Presso la sede dell'assessorato all'Ambiente della Provincia di Benevento è stato attivato il Tavolo tecnico tra l'Autorità di Bacino Liri-Garigliano e Volturno e Provincia di Benevento costituito a seguito del Programma generale di Lavoro siglato dai due enti.

Scopo dell'incontro è stato quello di definire le modalità operative delle varie attività individuate ed inserite nel programma di lavoro come i "Contratti di Fiume", introdotti in Europa con il "II Forum Mondiale dell'Acqua".

Bene. Tutto bene. Ma la Provincia ancora una volta dimentica che sul proprio territorio nasce un altro importante fiume che si chiama Fortore. Da mesi chiediamo qual è lo stato di salute di questo corso d'acqua. Evidentemente, non solo i fortorini, ma anche il loro fiume, per la Casta, è di serie B.

giovedì 7 aprile 2011

Tutti pazzi per il teatro, selezionate le compagnie


Si è conclusa la selezione delle compagnie che andranno in scena alla seconda edizione della rassegna Tuttipazzixilteatro: festival teatro della diversità. Il Dipartimento di salute mentale di Puglianello, guidato da Maurizio Volpe, promotore del progetto insieme ad Antonello Santagata, ha registrato una buona partecipazione alla seconda edizione del concorso da parte di compagnie integrate provenienti, soprattutto, dal Centro-Sud Italia.

Protagonisti del cartellone 2011 sono i seguenti progetti teatrali: Le Notti Bianche del DMA di Roma (Cooperativa sociale Superdiverso); Kat’arsi del Centro diurno di Bastia Umbra (Coop Asad); Thanatos: Quando sono morto sono morto della compagnia Mayor Von Frinzius di Livorno e Lu Cunto de la Gatta Cenerentola del laboratorio teatrale permanente Moby Dick dell’UOCSM di Puglianello (fuori concorso). Si colora così il cartellone della prossima edizione, di opere nuove e di belle presenze per dare corso ad una nuova esperienza artistica e sociale, che animerà la prossima stagione teatrale sannita.

E’ stata anche riconfermata la location: il Teatro Comunale di Benevento, che ospiterà tutti gli spettacoli come è già avvenuto lo scorso anno, e si annuncia anche un’ intensa collaborazione con il Festival della città: Benevento Città Spettacolo. Giulio Baffi ha accolto con entusiasmo La scena della follia, riscontrando una convergenza con la città di Benevento e con la tensione comune per un teatro della vita e della diversità.

mercoledì 6 aprile 2011

TERREMOTO IN ABRUZZO, DUE ANNI DOPO

Giovanni Pio Marenna*

A due anni dal terribile terremoto che colpì l'Abruzzo, gli impassibili numeri sono sempre letali. Non si dimenticano, colpiscono a freddo, lasciano di sasso, mordono ma non fuggono. Non possono fuggire. Sono lì, inesorabili, a scandire quei terribili 22 secondi, quelle innocenti 308 vittime, quelle povere 70.000 persone che rimasero senza casa, quei pesanti milioni e milioni di tonnellate di macerie, quei 27 morti in via Campo di Fossa n. 6, quei 30 indagati. Di questi trenta le indagini hanno portato ad accusare 8 persone. Tutte decedute. Ecco perchè il pm ha richiesto l'archiviazione dell'indagine sul crollo della palazzina in via Campo di Fossa.

Le tante domande sugli errori tecnici di valutazione nella costruzione dell'edificio e sull'utilizzo di materiali scadenti hanno trovato una qualche risposta. L'inchiesta ha evidenziato che l’edificio in questione crollò per gravi vizi di progettazione e per carenze costruttive.

In particolare, nella relazione dei consulenti tecnici incaricati di riferire sulle cause del crollo, si è evidenziato che il crollo dell’edificio fu causato da “gravi errori di progetto e di calcolo delle strutture che hanno comportato una resistenza sismica delle strutture dell’edificio marcatamente inferiore a quella che avrebbe dovuto avere in base ad una corretta”. Insomma l’edificio, che poggiava su un terreno definito “incoerente” fin dai primi rilievi dei tecnici, era inadeguato ad assorbire le azioni sismiche.

In tutto questo ha giocato un ruolo sciagurato l'errato controllo del Genio Civile, che certificò la rispondenza del progetto alle norme sismiche dell’epoca (anni '60) e che non evidenziò gli errori di progetto e di calcolo.

Dunque, secondo questa ricostruzione, la responsabilità sarebbe da addebitarsi ad otto persone, tutte decedute: all'arch. Alfredo Cortelli, progettista e direttore dei lavori dell’edificio, all'arch. Salvatore Cimino, progettista ed esecutore dei calcoli strutturali dell’edificio, all'ing. Mario Fiorentini, che aveva l'incarico i controllare le opere in cemento armato e verificare la regolarità dell’esecuzione dei lavori, con l’obbligo di segnalare eventuali irregolarità, all'ing. Orlando De Rosa, ingegnere capo del Genio Civile de L'Aquila, all'ing. Domenico Colarossi, funzionario del Genio Civile de L'Aquila, ai proprietari committenti Irma ed Eleonora Vespa e all’originario costruttore dell’immobile, e cioé al geom. Luigi Del Beato, titolare dell’omonima impresa di costruzioni, comproprietario originario dell’immobile e materiale esecutrice delle opere di edificazione. Questi è stato accusato di:
• aver commissionato e fatto realizzare opere difformi dalle autorizzazioni assentite;
• aver realizzato le fondazioni con piani di posa difformi da quelli di progetto;
• aver posizionato, in un locale del sottotetto, 18 serbatoi di accumulo acqua in eternit) comportanti un notevole aggravio del carico sulle strutture senza compiere alcuna verifica della capacità portante delle stesse;
• aver effettuato lavorazioni non a regola d’arte poiché le dimensioni di alcune travi di fondazione sono state realizzate con sezione inferiore a quella di progetto.

La domanda principale che ronzava per la testa era una ed una sola: poteva una struttura accartocciarsi su sé stessa, sotto i colpi di un terremoto di dimensioni rilevanti ma non catastrofiche, se non c'era un errore tecnico alla base? Era chiaro che tale crollo non era stato causato tanto dalla malasorte, ma dal cinismo e dall'incoscienza scellerata di progettisti e tecnici, chi perché responsabile direttamente, chi perché doveva controllare e non lo ha fatto. In questo caso noncuranza e silenzio sono colpevoli più del sisma. Studiavano insieme a L'Aquila Maria Urbano di Puglianello e Carmen Romano di Amorosi. La prima aveva scelto Ingegneria ed era appena tornata a L'Aquila dopo un week-end con la famiglia. La seconda stava ad Economia e commercio e la settimana prima del terremoto era tornata a casa perché aveva paura delle continue scosse. Poi la domenica sera tornò a L'Aquila per riprendere a studiare. Non dimentichiamo mai gli sguardi angelici di Maria e Carmen. Non dimentichiamo nessuna delle vittime. Perché dimenticarle equivarrebbe ad ucciderle di nuovo.

*Sannioweek.it

martedì 5 aprile 2011

Baselice, approvato progetto sistemazione torrente


La giunta comunale di Baselice, nei giorni scorsi, ha approvato all'unanimità il progetto esecutivo di “Sistemazione e stabilizzazione dei versanti dell'asta torrentizia Iaccia di Maggio-Fosso di lame scassate”. Nel mini-esecutivo di piazza Convento erano presenti: il sindaco Domenico Canonico, Il vicesindaco Giuseppe Ferro, gli assessori Salvatore Brancaccio e Zeolla Romano, assente il neo-assessore Francesco Delli Venere, che ha sostituito Giancarlo Verdura.
L'iniziativa, per un importo di 637,379 euro, è finanziata dal Piano di sviluppo della Regione Campania.

lunedì 4 aprile 2011

Baselice, parte il servizio civile


Inizia oggi presso il Comune di Baselice il progetto di servizio civile denominato “Insieme si può”. Il progetto, pubblicato sulla gazzetta ufficiale, riguarda 4 volontari già selezionati e sono: Bernardo Iuliano, Angela Marucci, Mara Cormano e Giovanni Bianco.

Il servizio è un’opportunità per gli enti e un’occasione per i giovani. Da un lato, gli enti possono avvalersi di giovani, incrementando i servizi erogati alle fasce più deboli della società. Dall’altro i giovani, dai 18 ai 28 anni, possono fare un’esperienza formativa e qualificante, spendibile nel mondo del lavoro, dedicare un anno della propria vita a favore degli altri e avere, per un anno, una minima indipendenza economica.