venerdì 1 aprile 2011

E' uscito il primo numero di "Fortore"


È uscito il primo numero di “Fortore”. Il periodico, edito dall’associazione Trediciarchi (Riccia), si propone come strumento attraverso il quale le tre realtà amministrative dell’area del Fortore – la molisana, la campana, la pugliese – possano confrontarsi, dibattere ed elaborare programmi e progetti per la risoluzione di problematiche comuni.

“Fortore” vuole anche essere un mezzo per la promozione del territorio, facendo conoscere le bellezze artistiche, naturali, culturali in esso presenti anche a chi lo abita. Il giornale è distribuito gratuitamente nelle edicole e nei locali pubblici dei trenta comuni ricadenti nell’area del Fortore. Sono graditi suggerimenti e proposte di collaborazione.

giovedì 31 marzo 2011

Baselice, il Comune apre il Punto Inps


Domani, venerdì 1 aprile, alle 18.30, verrà inaugurato presso gli uffici del Comune di Baselice il Punto Inps. Il progetto, che grazie alla disponibilità dei direttori regionale e provinciale dell’istituto di previdenza sarà presto ampliato nei suoi servizi e trasformato in un Punto cliente, rientra nell’ambito delle attività volute dalla Giunta di piazza Convento allo scopo di agevolare le esigenze dei cittadini.

“L’obiettivo - ha detto l’assessore Salvatore Brancaccio, promotore dell’iniziativa - è quello consentire una più agevole erogazione dei servizi basilari previdenziali ad un più ampio bacino di utenze locali”. Il quale aggiunge: “Il tutto perseguendo criteri di razionalizzazione dei servizi erogati dalla pubblica amministrazione e di efficienza e sinergia”.

Ed ecco i servizi offerti che i cittadini troveranno al Punto Inps: estratto contributi, pagamenti prestazioni, Cud assicurato, Cud pensionato, documento riassuntivo dei dati di pensione annuale, iter e stato delle pratiche presentate all’Inps e stampa di tutta la modulistica necessaria.

mercoledì 30 marzo 2011

Comuni rinnovabili, Foiano il primo nel Sannio


Sono 20 i comuni al 100% rinnovabili in Italia. I due migliori si trovano sull'arco alpino: Morgex, in provincia di Aosta, e Brunico, in provincia di Bolzano. A mettere in fila i comuni 'verdi' del nostro Paese ci pensa il rapporto 'Comuni rinnovabili 2011' di Legambiente, realizzato con il contributo del Gse (Gestore servizi energetici) e di Sorgenia, presentato ieri a Roma. A Morgex - si legge nel rapporto - c'e un impianto a biomasse con una potenza termica di 9 megawatt (mw), collegato a una rete di teleriscaldamento di 10 chilometri, che serve tutte le utenze domestiche. Per l'elettricità il paese si avvale di un importante contributo dell'idroelettrico e di fotovoltaico.

A Brunico invece ci si affida a due impianti per il riscaldamento (uno a biomasse e uno a biogas) da 1,5 mw con una rete di 120 km, oltre a solare termico e fotovoltaico, ottenendo un taglio di oltre 50.000 tonnellate di CO2 all'anno. Tra i premiati anche il comune di Peglio (Pu) per la realizzazione di un parco di mini-eolico, e la provincia di Potenza per la 'miglior buona pratica 2011' come, per esempio, il progetto di solarizzazione delle scuole.

Ai primi posti tra i comuni sanniti, nella graduatoria dell'eolico, ci sono Foiano di ValFortore con 57,4 mw, segue Molinara con 39.6 mw.

martedì 29 marzo 2011

Consiglieri regionali, Colasanto il più ricco


La notizia è uscita sul quotidiano irpino "Ottopagine.it" dal titolo "Regione, redditi dei consiglieri: Colasanto il più ricco". Il baselicese Luca Colasanto, del Popolo della libertà, è il più ricco tra i consiglieri della Regione Campania.

"Osservando - scrive il giornale - infatti sul portale www.consiglio.regione.campania.it, si scopre, ma il fatto non desta meraviglia, che il consigliere più agiato tra tutti, il Paperon de' Paperoni del parlamentino campano, è Luca Colasanto, del Pdl. Originario di Baselice (Bn) Colasanto opera nel campo dell'editoria e della stamperia nazionale e non solo, contando la guida di oltre 14 aziende e vantando oltre 400 dipendenti".

Ma qual è stata la sua dichiarazione? "La sua dichiarazione - continua il quotidiano - dei redditi 2010 (sui redditi 2009), supera, seppur di poco, il milione di euro".
Precisamente 1.079.459 di euro.

Ricordiamo che l'editore è presidente della VII Commissione ambiente e membro dell'VIII Commissione agricoltura. "Colasanto ribadisce - sottolinea la testata di Avellino - di essere in politica per 'senso civico, per amore del Sannio, della Campania, del Mezzogiorno'".

lunedì 28 marzo 2011

Cos'è il Forum della sanità nel Fortore


Il Forum, nasce dall’idea di cercare di mettere al centro i cittadini per conoscere i loro desideri in campo socio-sanitari, dialogare con loro tecnicamente (lo scrivente, Vittorio Conte, è stato direttore generale della ASL di Fabriano) e magari puntare all’utilizzo, almeno parziale, della struttura ospedaliera di San Bartolomeo in Galdo, chiusa ancor prima di essere aperta e prima che sia regalata a qualche grosso operatore sanitario privato, amico degli amici.

L’idea è sostenuta e ispirata solo da questo progetto e dietro non c’è alcun padrino politico né ci sarà mai poiché i politici, da sempre, vanno in campagna o in montagna solo a prendere solo i voti per essere legittimati ad andare a Roma e poi fregarsene degli elettori.

Quindi la politica resta fuori nel senso che se concorderemo su un progetto valido ci rivolgeremo al mercato per trovare le soluzioni fattibili. D’altra parte la Regione Campania e la sua situazione fallimentare in sanità permette a malapena la gestione ordinaria e neppure quella.

Gli altri due ispiratori del Forum, Giuseppe Bozzelli e Maria Faretra possono confermare la seria volontà di perseguire col Forum qualcosa di diverso dalle solite conferenze dove uno o più oratori parlano e la gente non può intervenire se non in misura secondaria e marginale. Vogliamo avviare un metodo nuovo di relazione con la gente riguardo i problemi socio-sanitari, affermano in coro tutti e tre e siamo certi che i risultati arriveranno senza intermediari o padrini poiché il popolo è veramente stanco e non si lascia più prendere in giro.

Vittorio Conte
Coord. Reg. Campania Mov. Ital. Disabili

domenica 27 marzo 2011

La scoria siamo noi


Da Nord a Sud: 23 siti dove è stata raccolta la "spazzatura" nucleare italiana. E sono a rischio. Solo a Saluggia sono stoccati 80 bidoni di materiale liquido altamente pericoloso. L'allarme di Greenpeace: "Buona parte dei rifiuti sono posizionati vicino a sorgenti"

La mappa del nucleare In Italia Centrali sì, centrali no? Il vero problema è la monnezza nucleare che rimane, di cui non ci si occupa e che preoccupa. Dunque quando si parla di nucleare bisogna ricordare che le questioni che si aprono vanno poi anche chiuse. A lanciare l’allarme è il responsabile di Greenpeace Italia Pippo Onufrio.

Semplificando: esistono due categorie di scorie radioattive. Una, in termini quantitativi, rappresenta il 90 per cento con un tasso di radioattività del 10 per cento. Secondo le linee guida dell’agenzia atomica di Vienna andrebbe costruito un deposito di superficie vincolato per tre secoli (se fosse stato costruito al tempo dell’ Unità d’Italia saremmo a metà dell’opera). Mentre l’altra (denominata categoria tre) in termini di volume è solo il 5 per cento ma contiene il 90 per cento della radioattività. Per queste ultime, ad oggi, non esiste ancora alcuna soluzione. In Italia poi si complicano, perché come spiega Onufrio, “buona parte dei rifiuti si trova all’interno di impianti posizionati vicino all’acqua e dunque con un ancora maggiore pericolo di contaminazione con l’ambiente esterno. In questa situazione totalmente fuori controllo come si può anche solo tentare di rilanciare il nucleare?”. Ci sono però altri pericoli. Un esempio? “Gli ottanta bidoni di scorie liquide, altamente pericolose, conservate a Saluggia e che pare non interessino a nessuno di quelli impegnati a promuovere il nucleare e contemporaneamente affossare la promozione di fonti rinnovabili”.

Riassumendo: cosa c’è di nucleare in Italia oltre ai quattro reattori dimessi (Caorso, Trino Vercellese, Garigliano e Latina)?

Ecco la situazione – aggiornata al 21 agosto 2009 – ricostruita attraverso Greenpeace.

Caorso. Il reattore nucleare, originariamente destinato alla produzione di energia elettrica, venne arrestato nel 1988. Da allora rimangono stoccati 1.880 mc di rifiuti radioattivi e 1032 elementi di combustibile irraggiato (pari a 187 tonnellate).

Latina. Il reattore nucleare modello Gcr venne fermato nel 1986 contiene circa 900 mc di scorie radioattive.

Garigliano (Caserta). Il reattore nucleare del Garigliano destinato alla produzione di energia elettrica venne fermato nel 1978 per problemi di varia natura, ad oggi contiene circa 2.200 mc di scorie radioattive.

Saluggia (Vercelli). Il centro nucleare di Saluggia, per ritrattamento del materiale radioattivo, venne fermato nel 1983. Oggi è utilizzato come deposito di rifiuti radioattivi. Si parla di 1.600 mc di scorie radioattive e 53 elementi di combustibile irraggiato (2 tonnellate). È gestito da Fiat-Avio.

Da non dimenticare poi anche i depositi per la raccolta di materiale a bassa radioattività e sorgenti radioattive dimesse come Compoverde (Milano), “Controlsonic” (circa 1.000 mc di rifiuti radioattivi), il deposito “Crad”, attualmente in esercizio e circa 1.000 mc di rifiuti radioattivi. Il deposito “Gammatom” altrettanti 1.000 mc di rifiuti radioattivi e “Protex”: impianto-deposito contiene 1.000 mc di rifiuti a bassa radioattività. Nel deposito nucleare “Sorin” gli mc sono sempre 1.000 stessa quantità è stoccata al centro “Cemerad” in funzione.

Ispra. Gli impianti del centro nucleare Ccr-Ispra comprendono: il reattore nucleare di ricerca “Ispra 1” ed “Essor”, attualmente in fase di disattivazione. Assieme ad altri sistemi, complessivamente, stiamo parlando all’incirca di 3.000 mc di materiale radioattivo ed alcune decine di elementi di combustibile irraggiato.

Legnaro (Padova). Impianto destinato alla ricerca universitaria, contiene poche decine di mc di rifiuti radioattivi e qualche decina di elementi di combustibile irraggiato.

Trino Vercellese. Nel reattore nucleare Pwr di Trino Vercellese creato per produrre energia elettrica (arrestato nel 1987) ad oggi rimangono stoccati 780 mc di scorie radioattive e 47 elementi di combustibile irraggiato (pari a 14,3 tonnellate).

Rotondella (Matera). Costruito come impianto pilota del “ciclo U-Th” subì però l’interruzione nel 1978. È gestito dall’Enea vi sono stoccati circa 2.700 mc di scorie ma soprattutto 64 elementi di combustibile irraggiato (1,7 tonnellate) provenienti da una centrale nucleare Usa.

Bosco Marengo (Alessandria). Questo centro nucleare fu costruito per la fabbricazione di combustibile per reattori è in fase di disattivazione ma contiene circa 250 mc di rifiuti radioattivi.

Pavia. Il reattore nucleare “Lena” dell’Università di Pavia usato per la ricerca è in funzione e contiene poche decine di mc di materiale radioattivo e qualche elemento di combustibile irraggiato.

Milano. Il reattore nucleare “Cesnef” usato per la ricerca è in funzione. Anche qua sono presenti poche decine di mc di materiale radioattivo e qualche elemento di combustibile irraggiato.

Montecuccolino (Bologna). Questo reattore nucleare è gestito dall’Enea ed è in fase di disattivazione.

Pisa. Centro “Cisam” per la ricerca militare. È in fase di disattivazione e contiene pochi mc di rifiuti radioattivi oltre ad elementi di combustibile irraggiato.

Casaccia (Roma). Esistono diverse attività tra le quali: l’impianto di trattamento e deposito di rifiuti radioattivi, attualmente in esercizio, dove sono stoccati circa 6.300 mc di rifiuti ai quali si aggiungono quelli dell’impianto “Plutonio” (60mc), “Opec1” utilizzato “per le celle calde per esami post irraggiamento”, non è attivo, ma viene usato per lo stoccaggio di rifiuti nucleari. Infine c’è “Triga”, attualmente attivo, che contiene 147 elementi di combustibile irraggiato.

da Il Fatto Quotidiano del 27 marzo 2011

giovedì 24 marzo 2011

Sì al Psaut di San Bartolomeo

Carissimi cittadini del Fortore,
ci ritroviamo qui di nuovo a lottare per il nostro Psaut. La Regione ha approvato un decreto che prevede per San Bartolomeo il Psaut attivo. Ora in tutti questi anni, con la precisione 53, abbiamo subito molte delusioni, sconfitte politiche e morali. Vogliamo ricordarvi che le belle vittorie non sono quelle che arrivano subito, ma quelle in cui ci vuole caparbietà, deteminazione, sacrifico, tempo e costanza.

Noi siamo abituati in questi ultimi anni a lamentarci, perchè da sempre siamo considerati ultima ruota del carro di questa Regione e dell'Italia intera. In questo 150 anni di unità, poco è stato fatto per le nostre terre, forse quasi nulla. Però siamo convinti che adesso è finito il tempo delle lamentele, bisogna tutti insieme reagire, farci sentire.

La persona forte non è colui che non cade, ma colui che cadendo ha la forse di rialzarsi sempre fino all'ultimo sacrificio. Per cui solo se saremo uniti, cammineremo sulla stessa strada e nelle stessa direzione, noi tutti saremo padroni del nostro destino... forza crediamo e iniziamo a muoverci tutti insieme.

Lettera apparsa sulla pagina facebook del gruppo "Sì al Psaut di San Bartolomeo".

mercoledì 23 marzo 2011

I cittadini del Fortore vogliono il Psaut


Nel Fortore ci saranno una serie di incontri per chiedere l'apertura del Psaut di San Bartolomeo e una migliore sanità per queste popolazioni.

Da sabato prossimo alle 17.00 al 25 giugno ore 20.00 saranno interessati i seguenti comuni: San Bartolomeo In Galdo, Foiano, Baselice, Castelvetere, San Marco dei Cavoti, Molinara, Ginestrtra, Montefalcone, Roseto, Castelfranco, Volturara, San marco la catola, Celenza, Tufara, Alberona, San Giorgio La Molara.

Partecipare è un tuo dovere di cittadino del Fortore. Non mancare.

martedì 22 marzo 2011

Sanità, il Fortore chiede giustizia


Sabato 19 marzo si è svolto nella Sala consiliare di San Bartolomeo in Galdo il primo Forum della Sanità nel Fortore. Il Forum, promosso dall’Associazione SESAMO onlus, con la collaborazione del Comune di San Bartolomeo in Galdo e dell’associazione
Cittadinanzattiva–Assemblea Territoriale del Fortore, è nato dall’idea di discutere in modo nuovo con i Cittadini per analizzare i bisogni socio-sanitari del Fortore e studiare le possibili soluzioni.

Il sindaco di San Bartolomeo in Galdo, Vincenzo Sangregorio, ha dato il benvenuto ai relatori ed ai cittadini, tra cui alcuni provenienti da altri Comuni del Fortore, auspicando la ricerca di idee propositive per risolvere, insieme alla ASL, gli annosi problemi sociosanitari del Fortore.

Il dott. Mastrocinque, direttore del Distretto Sanitario locale, ha dichiarato ampia disponibilità a collaborare con i cittadini ed ha dato alcune indicazioni pratiche, auspicando alcuni miglioramenti strutturali ed organizzativi che cercherà di attuare.
Il dott. Conte, dopo una dettagliata analisi sui bisogni socio-sanitari del Fortore, ha evidenziato come il bilancio sia sfavorevole ai Cittadini che hanno pagato in tasse e partecipazione ai ripiani sanitari regionali molto di più di ciò che hanno ricevuto, ossia nulla.

Dalla lunga analisi di dati sanitari ed economici è risultato lo Stato, negli 8 anni dal 2003 al 2010 ha versato alla Regione circa 14.000 euro pro-capite per finanziare la sanità pubblica e quindi circa 320 milioni di euro per il Fortore e sommando a questi soldi i circa 60 milioni di debiti vecchi (2.600 x 23.000 abitanti) risulta che i 23.000 abitanti del Fortore hanno partecipato con circa 380 milioni di euro, ossia oltre 700 miliardi delle vecchie lire senza avere neppure un vero Pronto soccorso nell’Ospedale locale, chiuso ancor prima di aprire e ciò a causato anche dei morti che chiedono giustizia.

Non è più tempo di continuare le lamentele verso i politici di turno che hanno dimostrato tutti di non aver alcun interesse a risolvere i problemi del Fortore ma, ha affermato il dott. Conte, è arrivato il momento che i Cittadini comincino a chiedere risarcimenti per i danni subiti, sia riguardo le responsabilità omissive a tutti i livelli, sia per le responsabilità sanitarie nei casi personali e particolari e l’associazione Sesamo, col polo territoriale di San Bartolomeo in via S. Francesco 61 e la collaborazione di giuristi, offrirà informazioni gratuite a tutti gli interessati riguardo i nuovi riti civili per accertamento di responsabilità sanitarie.

Il dott. Bozzelli, ha ribadito che è tempo di mettersi seriamente a lavorare attorno a proposte anche alternative a questa sanità matrigna verso gli abitanti del Fortore.
Sono seguiti diversi interessanti interventi dei numerosi Cittadini presenti, moderati dal giornalista Leonardo Bianco.

Il Sindaco ha concluso, dichiarandosi soddisfatto della partecipazione della cittadinanza ed anche di altri Cittadini del Fortore ed ha proposto che il FORUM diventi permanente, allo scopo di studiare azioni comuni per la risoluzione dei molti problemi da troppo tempo irrisolti.

Si è quindi costituito seduta stante il Comitato Promotore del FORUM PERMANENTE che ha raccolto le adesioni dei relatori presenti ed è aperto alla partecipazione gratuita di tutti gli interessati, previo iscrizione a mano presso il Comune o via fax o mail ai recapiti in calce.

lunedì 21 marzo 2011

Ospedale di San Bartolomeo, ecco la lettera inviata dal Comune a Caldoro


Egregio Sig. Presidente,ci rivolgiamo a Lei, quale Presidente della Regione Campania nonché Commissario Straordinario alla Sanità, per esprimere la nostra rabbia e la nostra profonda indignazione per una sanità che viene costantemente negata ai cittadini di San Bartolomeo in Galdo.

Come Lei certamente saprà, il Comune di San Bartolomeo in Galdo (Provincia di Benevento), terra di confine tra Campania, Puglia e Molise, ha il “triste” primato italiano del più vecchio Ospedale mai realizzato (l’Ospedale Padre Pio, questo il nome voluto nel 1997 con tanto di cerimonia solenne).

La prima pietra fu posizionata nel 1962; i lavori furono ultimati intorno alla metà degli anni settanta, dopo una prima catena di ritardi, dovuti anche ad un terremoto.
I nostalgici ricordano ancora la prima clamorosa protesta, era il 1980 e furono inviate oltre mille cartoline all’allora Presidente della Repubblica, Sandro PERTINI, per chiedere l’immediata apertura della struttura.

Ospedale, ovviamente, mai aperto, ma sempre rinnovato nella struttura, negli impianti e nelle idee progettuali. Numerosi anche i concorsi espletati, legati alla necessità di assumere personale medico, infermieristico ed amministrativo.
Per aiutare a meglio comprendere la dinamica di questa incredibile e triste storia è opportuno ripercorrere brevemente quanto è avvenuto negli anni più recenti.
Nel 1994 veniva ribadita la necessità di apertura dell’Ospedale di San Bartolomeo in Galdo, tant’è che la Regione Campania istituiva il Sistema regionale per l’Emergenza Sanitaria (Legge Regionale n.2 del 11.01.1994) e definiva l’Ospedale di San Bartolomeo in Galdo P.S.A. (Pronto Soccorso Attivo), inserendolo come tale nel Piano Regionale Ospedaliero (L.R. n. 2 del 1998).

L’Ospedale avrebbe avuto 133 posti letto, con reparti di medicina, chirurgia, ostetricia etc…, e tutti i servizi di un Ospedale, compreso un Pronto Soccorso.
Nell’anno 2002 l’A.S.L. cambiò il modello P.S.A. e ridusse i posti letto previsti a 90 (Del. n.87 del 21.03.2002). Venne introdotto il modello di Ospedale di Comunità e progettata l’attivazione nell’Ospedale di un Presidio SAUT e un punto S.T.I. (Servizio Trasporti Infermi) per gestire le emergenze del territorio. L’Ospedale definito “aperto al territorio” avrebbe risposto meglio alle esigenze della popolazione.
Nel 2008, con la Legge Regionale n.16 del 28.11.2008, la programmazione per l’Ospedale di San Bartolomeo in Galdo scende a 20 posti letto di area medico-chirurgica e 4 di area critica, per un totale di 24 posti letto.

Nel frattempo, correva l’anno 2005, per non vanificare, si diceva, la rilevante spesa economica già sostenuta per il completamento dell’Ospedale “Padre Pio” e per venire incontro alle esigenze sanitarie della zona fortorina, con apposita delibera dell’Azienda Sanitaria si prevedeva l’apertura a San Bartolomeo in Galdo di un PSAUT (individuato nella normativa regionale quale struttura di primo intervento in cui è prevista l’assistenza medica per casi di minor complessità, la osservazione medica breve e la piccola chirurgia).

Anche in questo caso, però, solo un susseguirsi di promesse e annunci, oltre, ovviamente, ad un notevole spreco di danaro pubblico per lavori di adeguamento strutturale ed impiantistico nella struttura.
Si riportano, di seguito, alcune delle dichiarazioni rese dal management dell’A.S.L. BN1.

Da “il Mattino” del 06.03.2009: “Sembra che il ritardo sull’apertura del PSAUT all’interno del complesso ospedaliero e già dotato dell’attrezzatura necessaria, sia dovuto alla verifica dell’utilizzo del generatore che dovrà garantire la continuità per l’erogazione dell’energia elettrica. Trattandosi di un pronto soccorso, il PSAUT deve essere dotato di ogni macchinario che consenta ad un medico chirurgo di poter operare in caso di urgenza per stabilizzare il paziente. Si attende quindi solo l’attestazione da parte dei tecnici del funzionamento del gruppo di continuità e si procederà all’inaugurazione del nuovo PSAUT di San Bartolomeo in Galdo. Non solo spiega ZERELLA, ma faremo in modo di rendere attivo anche l’eliporto che garantirà sicuramente un trasporto presso centri attrezzati e di eccellenza dei pazienti stabilizzati nel PSAUT”.

Da il “Sannio Quotidiano” del 08.09.2009: “Aprire entro l’anno due nuovi pronto soccorso in provincia. E’ l’obiettivo al quale sta lavorando l’Asl Bn1 per potenziare i servizi sanitari territoriali. Si tratta dei cosiddetti PSAUT (Pronto Soccorso Attivo Urgenze Territoriali), strutture di primo soccorso territoriale attive 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno. I due nuovi presidi saranno realizzati nei Distretti Sanitari di San Bartolomeo in Galdo e Montesarchio, a servizio dei comprensori fortorino e caudino. A San Bartolomeo il Pronto Soccorso attivo sarà localizzato presso l’Ospedale “San Pio”. L’attivazione prescinde dall’apertura del nosocomio fortorino: “Contiamo di poter attivare il presidio PSAUT in tempi brevi –spiega il Direttore Sanitario dell’Asl Bn1, Tommaso ZERELLA- manca solo qualche adempimento burocratico. Speriamo di riuscire a dotare al più presto, magari entro la fine dell’anno, il distretto fortorino della importante struttura”.
L’anno, però, si chiude con un nulla di fatto.

Inizia il 2010!!! Con il decreto n.8 del 9 marzo 2010 (Riorganizzazione rete ospedaliera della Provincia di Benevento), il Commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro del settore sanitario, preso atto che con nota n.28768 del 23.02.2010 la A.S.L. BN comunicava che “nell’Ospedale di San Bartolomeo in Galdo sono stati ultimati i locali per il PSAUT che potrebbe essere attivato da subito”, decretava l’apertura del PSAUT nel presidio di San Bartolomeo in Galdo.

All’indomani questi i titoli dei giornali:

Da “Il Sannio Quotidiano” del 10 marzo 2010: “A San Bartolomeo in Galdo PSAUT attivo entro due settimane”; da “Il Mattino” del 10 marzo 2010: “Fra quindici giorni il Saut a San Bartolomeo in Galdo”.
Dopo continui rimandi e slittamenti si arriva al mese di giugno.
Da “Il Mattino” del 26 giugno 2010: “A San Bartolomeo in Galdo, altro fronte caldo della sanità sannita, cresce il malcontento per la mancata apertura del PSAUT, ubicato in quella che avrebbe dovuto essere la sede dell’ospedale. All’inizio di giugno Domenico Iuliano, il direttore del Distretto sanitario di S. Bartolomeo, aveva assicurato che l’apertura era ormai questione di giorni; da allora, però, non si sono registrate novità di sorta”.

Quello che segue è una civile azione di protesta dei sottoscritti amministratori comunali davanti alla sede dell’A.S.L. BN1, durata una decina di giorni, che culmina il 5 luglio con l’adozione da parte dei Commissari A.S.L. (LACATENA – SPINOSA – MARCHIELLO) della delibera n. 263, che prevede “di attivare il PSAUT di San Bartolomeo in Galdo in esecuzione del decreto n.8 del 9 marzo 2010 a firma del Sub Commissario ad acta, nelle more della definitiva riorganizzazione del sistema di emergenza territoriale 118 della ASL Benevento”.

Sembrava cosa fatta, ma invece l’apertura viene ancora una volta rimandata.
Intanto, via i vecchi Commissari, viene nominato nuovo Commissario Straordinario dell’ASL BN1 il Prof. Enrico DI SALVO, il quale, il 30 agosto, in visita a San Bartolomeo in Galdo, promette l’attivazione del PSAUT a partire dal 1 ottobre.
Da “Il Sannio Quotidiano” del 31 agosto 2010: “C’è una nuova data per l’apertura del pronto soccorso territoriale di San Bartolomeo in Galdo. L’atteso PSAUT fortorino potrebbe essere attivato dal prossimo 1 ottobre, data indicata direttamente dal commissario straordinario dell’Asl, Enrico Di salvo, recatosi ieri sul posto per un incontro con i cittadini e le autorità locali”.
Purtroppo, nemmeno questa volta la data viene rispettata.
Da “Il Mattino” del 6 ottobre 2010:”Di Salvo: l’ospedale di Cerreto chiude e da oggi PSAUT attivo. S. Bartolomeo parte a novembre”.

Si giunge, così, all’adozione da parte del Commissario Straordinario della deliberazione n.103 del 08.10.2010, con la quale si prevede “di istituire e rendere attivo, con decorrenza 3 novembre 2010, il PSAUT presso la sede della Struttura Ospedaliera di San Bartolomeo in Galdo, oggetto di riconversione in Struttura Polifunzionale per la Salute (SPS), trasferendo in toto il SAUT di Foiano Valfortore (ambulanza, personale sanitario medico e non medico ed autisti soccorritori) presso l’istituendo PSAUT di San Bartolomeo in Galdo; utilizzando il contingente medico di 6 unità del SAUT di Foiano V. come postazione medica fissa dello PSAUT di S. Bartolomeo in Galdo; recuperando in isorisorse il restante personale infermieristico, necessario alla postazione fissa dell’istituendo PSAUT di S. Bartolomeo in Galdo, dalla riorganizzazione del sistema di emergenza territoriale nella quota parte affidata al RTI Sani.T-Modisan ”.

Successivamente, a seguito della richiesta di alcuni Sindaci del Fortore che invitavano il prof. Di Salvo a rivedere la propria decisione, il 28 ottobre veniva indetta presso la sede A.S.L. di Benevento una riunione in cui veniva stilato e sottoscritto un documento che faceva slittare alla data del 1 dicembre 2010 l’attivazione del PSAUT a San Bartolomeo in Galdo.
Sta di fatto che il 2010 si chiude, due mesi del nuovo anno sono già passati, ma l’apertura del PSAUT, a ben vedere, resta ancora una chimera.
A questo punto viene da domandarsi: quanta altra pazienza dovrà ancora avere il popolo di San Bartolomeo in Galdo?
 
Facciamo appello, quindi, alla Sua autorevolezza e Le chiediamo, pur consapevoli di tutte le difficoltà in cui si dibatte, di intervenire in prima persona e di fare tutto il possibile affinché questa triste vicenda possa finalmente concludersi e nel miglior modo.

Ringraziando anticipatamente per la sensibilità e l’attenzione che sicuramente riterrà di offrire alla problematica, Le rivolgiamo l’invito a visitare in forma ufficiale la città di San Bartolomeo in Galdo, certi che la visita sarà di incoraggiamento per la nostra comunità e le sue Istituzioni.
Con osservanza.

Gli Amministratori Comunali:
SANGREGORIO Vincenzo, GAROFALO Matteo, PEPE Fernando, FIORILLI Gianpaolo, FERRO Salvatore, PACIFICO Antonio, BUCCIONE Francesco, MONACO Antonio, SPALLONE Alessandro, PEPE Raffaele, CATULLO Pasquale G. e RICCIARDI Giovanni