sabato 15 gennaio 2011

CARO RCA, MA SOLO AL SUD

di Gaetano Pietropaolo*

E' recente l’ennesima inascoltata denuncia sul comportamento delle compagnie di assicurazione RCA in Campania e nel Mezzogiorno. A fronte dell’ennesimo aumento del 10% dei prezzi praticati, il commissario regionale campano dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, ha lanciato la provocazione dello “sciopero delle assicurazioni” invitando i cittadini a non pagare i premi per obbligare il Governo ad intervenire su una questione divenuta insostenibile. La faccenda è nota: i prezzi praticati dalle assicurazioni che, giova ricordarlo, sono tutte del Nord, sono a parità di classe di appartenenza molto maggiori al Sud che nel Settentrione; e nel Mezzogiorno la regione più vessata è la Campania, con la provincia di Napoli che detiene il costoso primato di provincia più cara d’Italia.

Le compagnie assicuratrici giustificano tale comportamento con l’alta incidentalità e le truffe che si farebbero in questi territori piuttosto che altrove. Quanto all’incidentalità, cioè al numero di incidenti con morti o feriti, l’ultima relazione annuale dell’Aci disponibile, mostra una realtà diversa da quella descritta dalle Assicurazioni: la Campania si caratterizza per un numero di incidenti tra i più bassi in assoluto. Per quanto riguarda invece il numero di incidenti senza morti e feriti, in materia non si dispone di studi di istituzioni pubbliche, garanzia di una certa imparzialità. Pertanto, bisogna accontentarsi dei dati forniti dalle assicurazioni che individuano a Napoli ed in Campania un elevato numero di incidenti senza morti e feriti, spiegabili con un elevato numero di truffe nel settore.

Posto che ciò sia vero, dovrebbe essere compito delle assicurazioni organizzarsi in modo da ridurle e non scegliere la strada più semplice: farne pagare il costo a tutti i cittadini Napoletani o Campani, anche quelli onesti. Ciò che è inaccettabile, è una discriminazione di tipo “razziale” e non meritocratica fatta da decenni dalle compagnie assicuratrici. E questo è ormai noto da anni ma troppo spesso taciuto. Un esempio potrebbe chiarire le idee: un automobilista napoletano di 45 anni, in prima classe Bonus/Malus, per un’auto media, paga circa il doppio del corrispondente automobilista torinese. Paradossalmente un automobilista torinese meno virtuoso, che si trova in sesta classe, paga circa 1/3 in meno del napoletano virtuoso.

L’esempio può essere ripetuto paragonando qualsiasi città del Nord con Napoli, i risultati sono pressoché analoghi. Ma se un automobilista è in prima classe, significa che è virtuoso, indipendentemente dal luogo di residenza, allora perché le assicurazioni discriminano la prima classe napoletana rispetto a quella piemontese o lombarda? Qual è la differenza? È questo che dovrebbero spiegare le compagnie assicuratrici ai cittadini meridionali in genere, visto che il comportamento in questione è perpetrato nei confronti della generalità dei residenti nel Mezzogiorno.

*L'Altro Sud

Pubblicato su TERRA del 12 gennaio 2011

venerdì 14 gennaio 2011

Iannilli replica a Cormano

Precisiamo ai nostri lettori che pur essendo lontani anni luce da certe posizioni politiche ospitiamo alcuni interventi di esponenti del Pdl solamente per far conoscere ad un pubblico più vasto le dinamiche politiche locali.

Riceviamo e postiamo

L’articolo pubblicato su il Sannio quotidiano intitolato” tutti i nodi verranno al pettine”, contenente alcune riflessioni sull’operato politico dell’assessore Brancaccio, ha suscitato tanta solidarietà al vicecoordinatore del Pdl Cormano, tanto da pubblicare una nota su diversi organi di stampa contenente una serie di domande e provocazioni in merito all’articolo in questione.
Premesso che è possibile leggere integralmente la nota in questione su internet, io risponderò punto per punto alle diverse domande-provocazioni che Cormano ha fatto emergere nella suddetta nota.
Prima di iniziare con le risposte, porgo io una domanda di contenuto all’autore della nota.
Qual è il nesso tra le mie riflessioni e le tue provocazioni- domande? In altre parole non capisco perché: io faccio delle riflessioni sull’operato politico dell’assessore Brancaccio e tu mi vomiti addosso una serie di accuse riguardanti la mia gestione del coordinamento Pdl. Non capisco…
Non era più logico smentire le accuse, ed argomentare la solidarietà all’assessore? Ti sei fatto consigliare male.

In neretto sono le affermazioni e le domande fatte da Cormano.
Non si e mai visto un immobilismo politico come quello condotto dall’attuale coordinatore dimissionario.
Caro Andrea dove eravate tu e i tuoi amici quando bisognava fare la campagna elettorale a favore del presidente Colasanto? Era un occasione storica, molte circostanze erano a favore della vittoria di Colasanto. Tu sei rimasto a Roma a fare gli affari tuoi ,e i tuoi amici a remare contro. Per favore non dire bugie. Quale immobilizzo politico? Quando bisognava fare qualcosa di serio ho lasciato anche i miei impegni.

Non hai mai convocato una riunione per fare proposte politiche, non hai mai fatto un dibattito costruttivo con l’attuale amministrazione.
Caro Andrea dopo la tornata elettorale, diverse volte ho convocato assemblee alla presenza del presidente Colasanto. Tu come al solito eri a Roma. Era presente Brancaccio il quale non ha aperto bocca, ma soprattutto non ha mostrato segni di apertura e di dialogo. Caro Andrea quali proposte? Non ci ha fatto sapere mai niente il tuo stretto collaboratore. Non ha mai considerato il partito come punto di paragone. Chissà perché…

Non hai mai tentato di far avvicinare nuove persone al partito, hai litigato con tutti.
Caro Andrea mi vorresti mettere il vestito del tuo amico? Se c’è uno nella storia del partito che ha litigato con molti tesserati, e che ha fatto diventare il coordinamento un luogo per andare contro qualcuno (chissà perché) certamente non si chiama Antonio Iannilli. Sappiamo tutti qual’e il vero nome.

Se non era per alcuni miei articoli e iniziative il partito potevamo mandarlo a “Chi l’ha visto”
Caro Andrea, potevi risparmiarteli. Hai creato imbarazzo a diversi membri del partito scrivendo quei 4-5 articoli. Molte imperfezioni e diversi dati inesatti.
Prima di scrivere, documentati bene. Non ascoltare ciò che ti dice il tuo amico.

Diverse volte ti sei confidato con me circa le dimissioni. E io ti consigliavo di non mollare.
Caro Andrea l’unica cosa che ti ho confidato riguardava il continuare o meno la carica di coordinatore in quelle condizioni.
Nello specifico, ti ricordo,che i tuoi amici non hanno guardato mai con simpatia la mia nomina di coordinatore, creando situazioni poco gradevoli e soprattutto desideravano a tutti i costi che la nomina fosse da loro sponsorizzata, cosicché, potevano gestire al meglio le decisioni da prendere.
Ho deciso per le dimissioni: in primis per impegni professionali che dovrò affrontare da gennaio e poi anche perché non esistevano le condizioni minime di sopravvivenza per svolgere funzioni mirate ad una politica a servizio del bene comune.

Non hai mai formato il coordinamento.
Caro Andrea ancora una volta ti dimostro che prendi consigli sbagliati.
Sapevi che le direttive nazionali del popolo della libertà non hanno dato via libera alla formazione dei coordinamenti cittadini? Nessuno ti ha mai comunicato questo?
Domanda ai tuoi referenti politici e ti diranno la stessa cosa.

Infine, ci sarebbero tante altre domande-provocazioni che Cormano ha fatto emergere, ma ho deciso di fermarmi qui con le risposte per non dilungarmi troppo.
Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Sinceramente,mi sento di aver dato un grande contributo al popolo della libertà, e non credo affatto che le accuse fatte da Cormano corrispondano a verità, per cui restituisco al mittente o chi per esso le accuse sollevate.

Antonio Iannilli


ECCO LA CONTROREPLICA A STRETTO GIRO DI POSTA DI CORMANO

Caro Antonio. Le tue risposte sono piene di contraddizione come lo sei stato in tutto questo tempo alla guida del partito. Prima dici di rispondere punto per punto, poi dici di non rispondere per non dilungarti troppo. Metti d’accordo su quello che vuoi fare. La verità è unica, non hai argomentazioni. Ti ho fatto delle domande precise, ma non hai risposto, hai preferito cercare di ribaltare la situazione per arrampicarti sugli specchi, ma il risultato non cambia. Ti ho semplicemente mostrato le cose come stanno, si vede che la verità fa male.

Io non devo prendere le difese di nessuno. Sarà l’amico assessore Brancaccio a risponderti se lo ritiene opportuno. Io ti ho solo fatto notare che se avevi qualcosa da ridire a un tuo assessore, visto che eri il presidente del partito, perché non hai usato gli strumenti adatti, prima di scrivere un articolo sul giornale? Il tuo è un vero e proprio fallimento politico, visto che non hai mai discusso nelle sedi di politica. Non sai propria cosa significa fare politica. Detto questo chiudo qui la discussione, perché i lettori non capirebbero e rendi ridicolo il partito. Ti invito a iniziare a discutere e a parlare dei problemi nelle sedi adatte. Non risponderò più alle tue provocazioni. Stai solo cercando di dividere un partito e un gruppo politico nel tuo paese.

Andrea Cormano

giovedì 13 gennaio 2011

Brigantaggio, la lettera di Iampietro


Angelo Iampietro*

La conoscenza parte sempre dal vicino e si irradia a raggiera per raggiungere i lontani spazi; né, d’altronde, è proficua una programmazione se non parte dal proprio territorio con la finalità di scoprire e realizzare prospettive che mirano ad orizzonti lontani.

Capita spesso, e questo è un grave errore di impostazione culturale, che non si conosca ciò che è stato, ciò che è avvenuto intorno a noi, ossia le vicende vissute dai nostri antenati in contesti storici ben definiti. E quale abitante della Valfortore negli anni che vanno dal 1861 a seguire fino alla fine del decennio, non abbia vissuto o abbia fatto i conti col fenomeno del “Brigantaggio postunitario”?.
Una finestra su questa tematica fu aperta dal compianto amico prof Alfonso Mascia, che in una Sua opera teatrale propose la figura del brigante baselicese Antonio Secola. Un dramma che aiutava ed aiuta a far capire il vasto fenomeno del brigantaggio in loco a chi non ne aveva mai sentito parlare nemmeno per racconto. Vi sono videocassette teatrali sulla figura del brigante Secola...

Un convegno, su una tematica tanto attuale, organizzato dall’”Associazione Trediciarchi” è un’opera meritevole di apprezzamento per la finalità culturale che si propone; lo proporrà con studiosi esperti della materia, le cui conoscenze sono frutto di intenso studio e di passione storica nel’aver ricercato quei documenti che danno luce su un fenomeno tanto vasto e che forse in passato è stato volutamente sottaciuto.

Ben vengano questi incontri culturali su questo ed altri lavori! La cultura è l’asse portante e vincente del nostro futuro che qualcuno, con strategie miopi ed individualistiche, vorrebbe fortemente limitare.
Buon lavoro ed auguri a Voi studiosi delle vicende storiche e sociali dell’area fortorina ed a voi componenti dell"Associazione Trediciarchi", che vi fate carico dell'oneroso compito di "far conoscere per far sapere".

*docente

mercoledì 12 gennaio 2011

Comunità montana, riassorbire i dipendenti in mobilità


Ora non ci sono più dubbi. I diciassette dipendenti della Comunità montana del Fortore vanno riassorbiti dallo stesso ente sovracomunale. Infatti, la Giunta regionale ha deliberato il riparto dell'ultima somma che ricadeva nel concorso dello Stato, prima che intervenisse una sentenza della Corte costituzionale, novembre 2010, che di fatto ha instaurato il principio del trasferimento di detta competenza alle Regioni, in maniera residuale, ed ai comuni che di esse fanno parte. Al Fortore sono stati assegnati 659.614,82 euro. Dunque, la teoria che i diciassette dipendenti siano stati messi in mobilità perché non c’erano soldi non aveva senso prima figuriamoci adesso.

lunedì 10 gennaio 2011

Fortore ribelle. Il brigantaggio postunitario


L’associazione Trediciarchi continua nella sua opera di ricerca e di documentazione per la conoscenza e la promozione dell’area del Fortore. Un’area a cavallo delle province di Campobasso, Foggia e Benevento il cui patrimonio storico, artistico, archeologico e ambientale, non è ancora sufficientemente tutelato e valorizzato.
Ad essere approfonditi nei mesi di gennaio e di febbraio saranno quattro argomenti di notevole interesse storico e culturale in generale. Il ciclo di incontri, che vede la presenza di esperti del settore, sarà tenuto nei locali della Biblioteca comunale e del Circolo degli anziani di Riccia.

Questi i titoli: Fortore ribelle. Il brigantaggio postunitario, con Antonio Bianco (15 gennaio); Orme nella neve. Il lupo tra ambiente e leggende nella valle del Fortore, con Corradino Guacci (29 gennaio); Alla scoperta di artisti e dipinti nei paesi del Fortore. Sec. XVI-XIX, con Dante Gentile Lorusso (12 febbraio); Canti e suoni del Fortore, racconto in musica di Vincenzo Lombardi con i “Musicanti della Memoria” (26 febbraio).

Il ciclo di incontri sarà aperto con un tema di stretta attualità, considerate le contestuali celebrazioni per il centociquantenario dell’Unità d’Italia: il brigantaggio. A parlarne sarà Antonio Bianco, giornalista professionista da diverso tempo impegnato nella ricerca e nello studio del fenomeno, che ebbe nell’area del Fortore uno dei suoi più attivi focolai. Ad essere indagate saranno le gesta dei capobriganti Michele Caruso di Torremaggiore, vero flagello delle popolazioni dell’epoca, del collese Francesco Saverio Basile, detto “Pilorosso”, di Antonio Secola di Baselice, di Giovanbattista Varanelli di Celenza Valfortore, detto “Tittariello”. Regno indiscusso di questi ribelli al nuovo ordine costituito, che raccolsero sotto il loro comando migliaia di uomini, fu il bosco Mazzocca, con l’inaccessibile e tristemente noto “Toppo delle Felci”, quartier generale e punto di partenza di ogni scorribanda.

I boschi sono anche l’ambiente prediletto dai lupi e del rapporto intercorso, nei secoli, tra il lupo e l’uomo, tratterà dettagliatamente Corradino Guacci. Etologo e naturalista per passione, studioso da anni della specie egli esaminerà l’influenza di questo animale sulle attività agricole e la vita di ogni giorno nonché sull’immaginario collettivo. Infine focalizzerà l’attenzione sulla realtà storica ed attuale della presenza del lupo nella Valle del Fortore mettendo, tra l’altro, in evidenza il suo ruolo di corridoio ecologico ed il peso della transumanza nella colonizzazione del territorio.

Alla scoperta degli artisti che abbellirono con i loro dipinti le chiese dei paesi del Fortore ci introdurrà la relazione di Dante Gentile Lorusso, artista, restauratore e profondo conoscitore della materia. Un viaggio iconografico e di appofondimento sulla vita e sulle opere di artisti vissuti tra il Cinquecento e l’Ottocento, tra i quali: Donato De Cubertino. che affrescò il castello di Gambatesa, Benedetto Brunetti di Oratino, artefice di due imponenti tele a Riccia e a Celenza Valfortore, e ancora Antonio Scaroina, presente anch’egli in entrambi i paesi citati.
Gli incontri saranno chiusi da uno spettacolo musicale frutto di un’annosa ricerca sul campo condotta da Mariella Brindisi e Mario Mancini, entrambi di Macchia Valfortore, che hanno scandagliato le comunità della valle e hanno raccolto numerose testimonianze del repertorio tradizionale di canti del patrimonio orale fortorino: da quelli satirici a quelli intonati in occasione di pellegrinaggi, ma anche canti rituali, ninne nanne, maitenate. Lo spettacolo sarà introdotto e raccontato da Vincenzo Lombardi, noto etnomusicologo molisano. Il gruppo dei “Musicanti della memoria”, è composto, oltre che da Mariella (chitarra battente e voce) e Mario (tamburi a cornice), anche da Luca Bersaglieri (chitarra) e Alfonso Ciccaglione (organetto).

lunedì 3 gennaio 2011

Stop alle buste di plastica


Il Movimento Consumatori, sezione di Benevento-Valle Telesina, rende noto che dal 1° gennaio i sacchetti di plastica della spesa sono diventati illegali. Al momento, i commercianti potranno smaltire le scorte (acquistate entro il 2010) ma le dovranno dare gratuitamente.

“Ai supermercati – informa l’associazione - dunque, non ci potrà essere chiesto nulla per la vecchia stopper. Al suo posto arriveranno buste di nuova generazione, di ecoplastica (molte composte di mais e olio di girasole) o di carta. Non passerà troppo tempo per veder decollare la busta in stoffa portata da casa. Entro il mese di gennaio dovrebbero finire tutte le vecchie scorte. Lo stop alle buste della spesa utilizzate fino a ora si rivela strettamente legato alla questione dei rifiuti”.

venerdì 31 dicembre 2010

Buon 2011, auguri di serenità ai nostri lettori

FEDERALISMO CONTRO IL SUD

Il movimento L'ALTRO SUD spiega come la riforma fiscale della Lega è utile solo al Nord e lancia la proposta di federalismo militare

di Gaetano Pietropaolo

Nei giorni scorsi ha fatto scalpore uno studio sul federalismo fiscale del Senatore del PD, Marco Stradiotto.
In particolare, lo studio analizza l’impatto del decreto attuativo sul fisco comunale. Da esso emerge ciò che era sotto gli occhi di tutti: e cioè che un Governo ed una maggioranza a trazione leghista minano profondamente la possibilità che il nostro paese resti unito.

Il federalismo immaginato, pensato e voluto da Bossi & co. sembra essere ritagliato per le esigenze dell’attuale compagine di Governo, portando soldi dove esso è maggiormente rappresentato, al Nord, e togliendoli al Sud dove, a detta di molti di loro, è inutile spendere risorse che comunque andrebbero sprecate.

Lo studio di Stradiotto evidenzia come a perderci, con il federalismo, siano le città meridionali. In testa l’Aquila, che otterrebbe il 66% di risorse in meno e Napoli (-61%). E ancora: Messina perderà il 59%, Potenza il 56%, Palermo e Cosenza il 55%, Taranto il 50%, Roma il 10%.

A guadagnarci invece città come: Imperia con un +122%, Parma +105%, Padova +76%, Siena +68% e Treviso +58%. Milano avrà il 34% di risorse in più, Bologna il 40%.
E, sarà un caso, le uniche città del Nord che ci perdono sono storicamente amministrate dal centro-sinistra: Torino (-9%) e Genova (-22%).

Un federalismo insomma che toglie ai poveri per dare ai ricchi ed in cui è difficile non leggervi il feroce pregiudizio antimeridionale che, di fatto, è alla base del fenomeno leghista. In questo contesto, viene da chiedersi dove sia quel che resta della componente meridionale di maggioranza. Ovviamente non potranno rinnegare uno dei pilastri portanti del programma con il quale sono stati eletti, ma, saranno capaci di far sì che il federalismo possa, almeno parzialmente, essere un’occasione per il Mezzogiorno? Se federalismo deve essere, saranno in grado di chiedere quelle forme federali di cui il Sud potrebbe beneficiare? Una di esse potrebbe essere ad esempio il federalismo militare, totalmente ignorato dal disegno governativo.

Un numero enorme di Caserme è distribuito nelle città del Nord Italia. Questa collocazione è il frutto di scelte che rispondevano alle esigenze strategiche dell’inizio del secolo scorso e che ormai non esistono più. Lo spostamento delle caserme, inutilmente collocate al Nord, nelle aree del Mezzogiorno, oltre a garantire una maggior capacità di stabilizzare l’area del Mediterraneo, sarebbe un beneficio notevole per l’economia meridionale.

Oggi, in un quadro in cui i meridionali nell’esercito sono circa l’80% della pianta organica, diverse decine di migliaia di militari del Sud, assegnati alle Caserme del Nord, vanno ad arricchire, attraverso i loro consumi, un’economia che potrebbe farne tranquillamente a meno.

Spostarli al Sud, garantirebbe al territorio meridionale una platea aggiuntiva di consumatori che ne animerebbe l’economia. Nulla di tanto ampio da essere risolutivo ma meglio del niente che vuole riservare la Lega al Mezzogiorno. Perché i meridionali del PDL non hanno mai posto sul piatto della bilancia anche questa forma di federalismo?

Pubblicato su "TERRA" del 31 dicembre 2010

giovedì 30 dicembre 2010

Lavoratori forestale, sindacati preoccupati


Il segretario generale della Fai Cisl sannita, Alfonso Iannace, in una nota rivolta alla Provincia, alle Comunità Montane ed al prefetto di Benevento Michele Mazza, ha chiesto nuovi interventi per trovare soluzioni in merito alla crisi del settore forestale.

"A conclusione di quest'anno - scrive - pieno di difficoltà e sulla base delle esperienze maturate che ci ha visto impegnati con non poche difficoltà a risolvere le tantissime problematiche del settore soprattutto per poter garantire le spettanze maturate ai lavoratori forestali, ed a seguito di notizie poco rassicuranti pervenute dalla Regione Campania per il settore (causa mancanza di fondi), si ritiene necessario un ulteriore e maggiore impegno di tutti per debellare ipotesi di ridimensionamento occupazionale del settore.

Tale situazione, causerebbe un grave danno per le centinaia di lavoratori forestali sanniti, impone ed ha bisogno di determinate ed accurate iniziative diverse dal passato, per poter al meglio definire un percorso serio per dare finalmente un futuro al settore della forestazione.

A tale scopo si chiede un incontro urgente e la costituzione del tavolo istituzionale permanente, peraltro già suggerito da tempo, per un esame complessivo della questione, che richiede risposte concrete e soluzioni immediate".

mercoledì 29 dicembre 2010

Scuola, il bluff dei progetti regionali


In nome della crisi oggi si è costretti ad accettare offerte di lavoro a nero, a 300 euro mensili per 8/12 ore al giorno se si è fortunati... Gli sfortunati prestano servizio a titolo gratuito col riconoscimento del punteggio come unica ricompensa. Parliamo delle scuole paritarie, quegli istituti fortemente premiati dal ministro Gelmini che vivono di rette mensili, di contributi Statali e di sangue dei dipendenti.


Bisogna cominciare con un'inevitabile affermazione "L'avevamo preannunciato, gridato ma nessuno ci ha ascoltarti". Ad agosto avevamo allertato tutti, sindacati compresi, sulla inefficacia dei progetti regionali e più volte avevamo posto in evidenza il fatto che tali forme di interventi avrebbero contribuito a declassare ulteriormente la figura dei lavoratori precari e a rendere ancora di più ricattabile la loro prestazione lavorativa.

Consapevoli di quanto sarebbe accaduto, abbiamo protestato e presidiato dinnanzi alle sedi sindacali. Come in un déjà vu, quanto preannunciato si è verificato, dimostrando ancora una volta che il Comitato insegnanti e Ata precari Sanniti, si muove ed agisce in nome del vero e a difesa dei diritti di tutti.
Il Pdl, ad agosto, platealmente annunciò, attraverso l'assessore Miraglia lo stanziamento di venti milioni di euro, di fissi mensili per i precari, di riconoscimento di punteggi facendo credere a tutti che il problema fosse stato risolto.

Oggi le vere intenzioni vengono a galla: i compensi previsti sono stati dimezzati, il costo del lavoro e la figura del lavoratore è stata declassata e trasformata in misero prestatore a progetto privo di diritti. La professionalità e la meritocrazia di conseguenza sono un mero specchietto, un vergognoso slogan propagandistico a questo punto. Il merito, la professionalità dovrebbero essere incentivati e premiati non penalizzati e sfruttati.

Qualcuno ha aperto gli occhi, finalmente e non possiamo essere che felici che la Flc-Cgil stia promuovendo una petizione contro un'ignobile e vergognosa campagna di distruzione dei diritti dei lavoratori. Peccato la sensibilità e l'autocritica appartenga solo alla Flc-Cgil e a qualche sindacato di base.
E' bene che qualcuno ricordi a coloro i quali si proclamano difensori della libertà, quale sia la realtà locale. In nome della crisi oggi si è costretti ad accettare offerte di lavoro a nero, a 300 euro mensili per 8/12 ore al giorno se si è fortunati, per poter quantomeno portare qualche misero euro a casa. Gli sfortunati prestano servizio a titolo gratuito col riconoscimento del punteggio come unica ricompensa. Parliamo delle scuole paritarie, quegli istituti fortemente premiati dal Ministro Gelmini che vivono di rette mensili, di contributi Statali e di sangue dei dipendenti. E' bene che le famiglie, i genitori, gli alunni sappiano che negli istituti privati, il docente, il bidello, l'assistente, lavorano con onestà, serietà e competenza a costo zero. Questa è la meritocrazia, oggi un laureato vale meno di zero.

La realtà non è quella delle tv, ma è quella fatta di sacrifici, ricatto e scarsa considerazione, quella in cui chi ha vuole sempre più e per avere calpesta ed annienta i deboli. Questa evidenza è palese a tutti e non c'è media che possa ovattarla.

Auspicando a un 2011 in cui il contraddittorio televisivo possa essere ripristinato e in cui la precarietà cessi di essere una condizione di vita per tutti, invitiamo tutti coloro i quali vivono sulla propria pelle gli effetti devastanti dello sfruttamento a unire le proprie forze e ad avere il coraggio di denunciare coloro i quali lucrano sulla propria esistenza.

Comitato insegnanti e Ata precari Sanniti