venerdì 31 dicembre 2010

Buon 2011, auguri di serenità ai nostri lettori

FEDERALISMO CONTRO IL SUD

Il movimento L'ALTRO SUD spiega come la riforma fiscale della Lega è utile solo al Nord e lancia la proposta di federalismo militare

di Gaetano Pietropaolo

Nei giorni scorsi ha fatto scalpore uno studio sul federalismo fiscale del Senatore del PD, Marco Stradiotto.
In particolare, lo studio analizza l’impatto del decreto attuativo sul fisco comunale. Da esso emerge ciò che era sotto gli occhi di tutti: e cioè che un Governo ed una maggioranza a trazione leghista minano profondamente la possibilità che il nostro paese resti unito.

Il federalismo immaginato, pensato e voluto da Bossi & co. sembra essere ritagliato per le esigenze dell’attuale compagine di Governo, portando soldi dove esso è maggiormente rappresentato, al Nord, e togliendoli al Sud dove, a detta di molti di loro, è inutile spendere risorse che comunque andrebbero sprecate.

Lo studio di Stradiotto evidenzia come a perderci, con il federalismo, siano le città meridionali. In testa l’Aquila, che otterrebbe il 66% di risorse in meno e Napoli (-61%). E ancora: Messina perderà il 59%, Potenza il 56%, Palermo e Cosenza il 55%, Taranto il 50%, Roma il 10%.

A guadagnarci invece città come: Imperia con un +122%, Parma +105%, Padova +76%, Siena +68% e Treviso +58%. Milano avrà il 34% di risorse in più, Bologna il 40%.
E, sarà un caso, le uniche città del Nord che ci perdono sono storicamente amministrate dal centro-sinistra: Torino (-9%) e Genova (-22%).

Un federalismo insomma che toglie ai poveri per dare ai ricchi ed in cui è difficile non leggervi il feroce pregiudizio antimeridionale che, di fatto, è alla base del fenomeno leghista. In questo contesto, viene da chiedersi dove sia quel che resta della componente meridionale di maggioranza. Ovviamente non potranno rinnegare uno dei pilastri portanti del programma con il quale sono stati eletti, ma, saranno capaci di far sì che il federalismo possa, almeno parzialmente, essere un’occasione per il Mezzogiorno? Se federalismo deve essere, saranno in grado di chiedere quelle forme federali di cui il Sud potrebbe beneficiare? Una di esse potrebbe essere ad esempio il federalismo militare, totalmente ignorato dal disegno governativo.

Un numero enorme di Caserme è distribuito nelle città del Nord Italia. Questa collocazione è il frutto di scelte che rispondevano alle esigenze strategiche dell’inizio del secolo scorso e che ormai non esistono più. Lo spostamento delle caserme, inutilmente collocate al Nord, nelle aree del Mezzogiorno, oltre a garantire una maggior capacità di stabilizzare l’area del Mediterraneo, sarebbe un beneficio notevole per l’economia meridionale.

Oggi, in un quadro in cui i meridionali nell’esercito sono circa l’80% della pianta organica, diverse decine di migliaia di militari del Sud, assegnati alle Caserme del Nord, vanno ad arricchire, attraverso i loro consumi, un’economia che potrebbe farne tranquillamente a meno.

Spostarli al Sud, garantirebbe al territorio meridionale una platea aggiuntiva di consumatori che ne animerebbe l’economia. Nulla di tanto ampio da essere risolutivo ma meglio del niente che vuole riservare la Lega al Mezzogiorno. Perché i meridionali del PDL non hanno mai posto sul piatto della bilancia anche questa forma di federalismo?

Pubblicato su "TERRA" del 31 dicembre 2010

giovedì 30 dicembre 2010

Lavoratori forestale, sindacati preoccupati


Il segretario generale della Fai Cisl sannita, Alfonso Iannace, in una nota rivolta alla Provincia, alle Comunità Montane ed al prefetto di Benevento Michele Mazza, ha chiesto nuovi interventi per trovare soluzioni in merito alla crisi del settore forestale.

"A conclusione di quest'anno - scrive - pieno di difficoltà e sulla base delle esperienze maturate che ci ha visto impegnati con non poche difficoltà a risolvere le tantissime problematiche del settore soprattutto per poter garantire le spettanze maturate ai lavoratori forestali, ed a seguito di notizie poco rassicuranti pervenute dalla Regione Campania per il settore (causa mancanza di fondi), si ritiene necessario un ulteriore e maggiore impegno di tutti per debellare ipotesi di ridimensionamento occupazionale del settore.

Tale situazione, causerebbe un grave danno per le centinaia di lavoratori forestali sanniti, impone ed ha bisogno di determinate ed accurate iniziative diverse dal passato, per poter al meglio definire un percorso serio per dare finalmente un futuro al settore della forestazione.

A tale scopo si chiede un incontro urgente e la costituzione del tavolo istituzionale permanente, peraltro già suggerito da tempo, per un esame complessivo della questione, che richiede risposte concrete e soluzioni immediate".

mercoledì 29 dicembre 2010

Scuola, il bluff dei progetti regionali


In nome della crisi oggi si è costretti ad accettare offerte di lavoro a nero, a 300 euro mensili per 8/12 ore al giorno se si è fortunati... Gli sfortunati prestano servizio a titolo gratuito col riconoscimento del punteggio come unica ricompensa. Parliamo delle scuole paritarie, quegli istituti fortemente premiati dal ministro Gelmini che vivono di rette mensili, di contributi Statali e di sangue dei dipendenti.


Bisogna cominciare con un'inevitabile affermazione "L'avevamo preannunciato, gridato ma nessuno ci ha ascoltarti". Ad agosto avevamo allertato tutti, sindacati compresi, sulla inefficacia dei progetti regionali e più volte avevamo posto in evidenza il fatto che tali forme di interventi avrebbero contribuito a declassare ulteriormente la figura dei lavoratori precari e a rendere ancora di più ricattabile la loro prestazione lavorativa.

Consapevoli di quanto sarebbe accaduto, abbiamo protestato e presidiato dinnanzi alle sedi sindacali. Come in un déjà vu, quanto preannunciato si è verificato, dimostrando ancora una volta che il Comitato insegnanti e Ata precari Sanniti, si muove ed agisce in nome del vero e a difesa dei diritti di tutti.
Il Pdl, ad agosto, platealmente annunciò, attraverso l'assessore Miraglia lo stanziamento di venti milioni di euro, di fissi mensili per i precari, di riconoscimento di punteggi facendo credere a tutti che il problema fosse stato risolto.

Oggi le vere intenzioni vengono a galla: i compensi previsti sono stati dimezzati, il costo del lavoro e la figura del lavoratore è stata declassata e trasformata in misero prestatore a progetto privo di diritti. La professionalità e la meritocrazia di conseguenza sono un mero specchietto, un vergognoso slogan propagandistico a questo punto. Il merito, la professionalità dovrebbero essere incentivati e premiati non penalizzati e sfruttati.

Qualcuno ha aperto gli occhi, finalmente e non possiamo essere che felici che la Flc-Cgil stia promuovendo una petizione contro un'ignobile e vergognosa campagna di distruzione dei diritti dei lavoratori. Peccato la sensibilità e l'autocritica appartenga solo alla Flc-Cgil e a qualche sindacato di base.
E' bene che qualcuno ricordi a coloro i quali si proclamano difensori della libertà, quale sia la realtà locale. In nome della crisi oggi si è costretti ad accettare offerte di lavoro a nero, a 300 euro mensili per 8/12 ore al giorno se si è fortunati, per poter quantomeno portare qualche misero euro a casa. Gli sfortunati prestano servizio a titolo gratuito col riconoscimento del punteggio come unica ricompensa. Parliamo delle scuole paritarie, quegli istituti fortemente premiati dal Ministro Gelmini che vivono di rette mensili, di contributi Statali e di sangue dei dipendenti. E' bene che le famiglie, i genitori, gli alunni sappiano che negli istituti privati, il docente, il bidello, l'assistente, lavorano con onestà, serietà e competenza a costo zero. Questa è la meritocrazia, oggi un laureato vale meno di zero.

La realtà non è quella delle tv, ma è quella fatta di sacrifici, ricatto e scarsa considerazione, quella in cui chi ha vuole sempre più e per avere calpesta ed annienta i deboli. Questa evidenza è palese a tutti e non c'è media che possa ovattarla.

Auspicando a un 2011 in cui il contraddittorio televisivo possa essere ripristinato e in cui la precarietà cessi di essere una condizione di vita per tutti, invitiamo tutti coloro i quali vivono sulla propria pelle gli effetti devastanti dello sfruttamento a unire le proprie forze e ad avere il coraggio di denunciare coloro i quali lucrano sulla propria esistenza.

Comitato insegnanti e Ata precari Sanniti

martedì 28 dicembre 2010

UN MONDO DI BALLE

Un immane disastro ecologico ha colpito Napoli e la Campania. Pur ribadendo con forza la condanna senza appello di tutti i responsabili, gli organizzatori dell’evento non si propongono di istruire l'ennesimo processo, ma di cercare soluzioni efficaci e praticabili. Gli obiettivi primari devono essere la salute dei cittadini e la tutela del territorio, in uno spirito fortemente propositivo, come quello espresso dalla manifestazione di protesta pubblica di sabato 18 dicembre.

Giovedì 30 dicembre 2010, ore 16,30

Un mondo di balle - Dibattito sulla “monnezza” a Napoli

Relatori: Amato Lamberti,Antonio Marfella, Tommaso Sodano, Umberto Ranieri.

Interventi programmati e proiezioni video
Carmine Maturo - Riduzione dei rifiuti e partecipazione attiva dei cittadini (Legambiente/Neapolis 2000)
Luigi Esposito - Amici dei rifiuti e delle discariche. Biodiversity-Watching: provocazione o proposta reale di monitoraggio ambientale? (Università Federico II)
Vincenzo Peretti - Animali domestici sentinella per monitorare la qualità dell'ambiente (Università Federico II)
Luca Stamati -La raccolta dei rifiuti (CdA Asia)
Nicola Perrini - La raccolta differenziata e gli impianti di smaltimento dei rifiuti (L'ALTRO SUD)

Interventi dal pubblico
I cittadini e le associazioni che vogliano porre domande nello spirito indicato nella premessa sono pregati di inviare una e-mail di partecipazione a
libreriatreves@gmail.com

Libreria Treves
piazza del Plebiscito 11-12, Napoli
0817640858

giovedì 23 dicembre 2010

Il ministero dello Sviluppo Economico autorizza la costruzione della centrale Luminosa

Gabriele Corona*


Il ministero dello Sviluppo Economico con Decreto n. 55/04/2010 di ieri, 21 dicembre, ha autorizzato “la realizzazione, nel territorio del Comune di Benevento, all’interno dell’agglomerato industriale Asi di Ponte Valentino, di una centrale termoelettrica a ciclo combinato alimentata a gas naturale caratterizzata da una potenza termica di circa 680 mw e una potenza elettrica pari a circa 385 MW, oltre ad un gasdotto ed alle opere elettriche per il collegamento della centrale alle rispettive reti”.

Il Decreto, firmato da Rosaria Romano, direttore generale del ministero dello Sviluppo Economico, è stato emesso in tutta fretta, dando per scontato, come si legge in altra comunicazione sempre del 21 dicembre dello stesso Ministero, che la delibera con la quale la Giunta Regionale della Campania ha espresso il parere favorevole “non risulta ad oggi che sia stata oggetto di impugnativa avanti il Tribunale Amministrativo competente, né, conseguentemente, ne sia stata accordata la sospensiva”.

La motivazione è sorprendente perché i termini per la impugnativa di quell’atto non sono ancora scaduti e comunque risulta che un ricorso è stato presentato dalla Provincia di Benevento contro tale deliberazione.

Il Decreto ministeriale è solo l’ultimo atto di un procedimento amministrativo caratterizzato da confusione, contraddizioni, omissioni e palesi illegittimità. Altrabenevento è già pronta ad impugnare questa autorizzazione nelle sedi competenti, ma ora non possiamo esimerci dal ricordare che si poteva evitare questo schiaffo alle popolazioni locali, se gli amministratori del centrosinistra che governavano la Regione fino a marzo scorso, avessero espresso anche in Giunta regionale il parere contrario alla Centrale della Luminosa e se l’on. Nunzia De Girolamo fosse intervenuta, come più volte assicurato, sul Ministero dello Sviluppo Economico per evitare la emissione della autorizzazione illegittima. Dobbiamo anche ricordare che l’on. Luca Colasanto, non si è mai espresso contro la Centrale della Luminosa e non ha voluto mai convocare la commissione consiliare all’ambiente della Regione, che egli presiede, per discutere con le autorità locali e le associazioni le ragioni della opposizione alla Centrale a Turbogas.

*presidente di Altrabenevento

mercoledì 22 dicembre 2010

Ecco tutte le centrali eoliche in progetto nelle valli del Fortore e del Tammaro


Pubblichiamo l'elenco degli impianti eolici in fase di autorizzazione ad opera della Regione Campania nei soli territori del Fortore e del Tammaro in provincia di
Benevento. Sono numerosissimi gli impianti che potrebbero a breve vedere la luce. Quasi tutti i paesi del comprensorio sono infatti interessati da installazioni eoliche che si vanno a sommare a quelle già presenti realizzate soprattutto nel Fortore nel corso di questi anni in particolare da colossi quali la IVPC e la Edison.

L’elenco qui di seguito riprodotto è tratto dalla lista di impianti pubblicati sulla Gazzetta della Regione Campania i cui procedimenti autorizzativi risultano essere in corso al giugno 2010 ed integrato da progetti di cui si è dato avvio nei mesi scorsi.


San Marco dei Cavoti
I&S – INVESTIMENTI & SVILUPPO S.r.l. di Napoli. Parco eolico da 8 MW
ENERGIEQUELLE GmbH Zossen OT Kallinchen (GERMANIA). Parco eolico da 15 MW
IVPC POWER 12 S.r.l. di Avellino. Parco eolico da 22,2 MW
CAPITAL CONSULTING SRL di Napoli . Parco eolico 21 MW
C&C ENERGY di Albanella (SA). Parco eolico da 27 MW
Ecoenergia srl di Cervinara (AV). Parco eolico da 48 MW
Fonteolica srl di Prato. Parco eolico da 15 MW
Sorgenia Spa di Milano. Parco eolico da 20 MW

San Bartolomeo in Galdo
ENERGIA & SERVIZI ENGINEERING srl Roma. Parco eolico da 20 MW
CAPITAL CONSULTING SRL Napoli. Parco eolico da * 42 MW
Sempre la CAPITAL CONSULTING SRL di Napoli ha proposto un secondo parco eolico da * 90 MW
GAIA srl Montefalcone VF (BN). Parco eolico da 32 MW. Progetto acquisito dalla Irpinia Vento srl di Roma

Foiano Valfortore
I&S – INVESTIMENTI & SVILUPPO S.r.l. di Napoli. Parco eolico da 16,1 MW
ELETTROMENA S.r.l. di Napoli. Parco eolico da 4 MW
SKY WATT SRL di Roma. Parco eolico da 18 MW
IVPC POWER 12 S.r.l. di Avellino. Progetto cumulativo che interessa anche i comuni di Baselice e Molinara per una potenza complessiva di 53,65 MW
Sanmarco Power srl di Napoli. Parco eolico da 18 MW
Ecoenergia srl di Cervinara (AV). Parco eolico da 30 MW

San Giorgio La Molara
I&S – INVESTIMENTI & SVILUPPO S.r.l. di Napoli. Parco eolico da 27 MW
Wind Energy San Giorgio Srl di Roma (ex ENERGIA & SERVIZI ENGINEERING srl). Parco eolico da 27,5 MW
ECOENERGIA s.r.l. Cervinara (AV). Parco eolico da 45 MW
EURO SERVICE SRL di San Giorgio la Molara (BN). Parco eolico da 5 MW
GMC SRL di San Giorgio La Molara (BN). Parco eolico da 5 MW
Circello
I&S – INVESTIMENTI & SVILUPPO S.r.l. di Napoli. Parco eolico da 6 MW
COGEIN – COMPAGNIA GENERALE INVESTIMENTI Srl di Napoli. Parco eolico da 48 MW
E.OL Srl di Ponte (BN) gruppo Uni Land Spa. Parco eolico da 27,4 MW
MERIDIONAL WIND SRL di Circello (BN) Parco eolico da 21 MW
MERIDIONAL WIND SRL di Circello (BN) Parco eolico da 9,8 MW

Baselice
I&S – INVESTIMENTI & SVILUPPO S.r.l. di Napoli. Parco eolico da 13,8 MW
IVPC POWER 12 S.r.l. di Avellino. Parco eolico che interessa anche i comuni di Foiano Valfortore e Molinara per 53,65 MW
C&C ENERGY Srl di Albanella (SA). Parco eolico da 42 MW
E.OL Srl di Ponte (BN) gruppo Uni Land Spa. Parco eolico da 36 MW
Venti venti venti srl di Ariano Irpino (AV). Parco eolico da 45 MW
Edison SpA. Parco eolico da ND

Castelfranco in Miscano
GAIA SRL di Montefalcone Valfortore. Parco eolico da 46 MW
INVESTIMENTI & SVILUPPO di Napoli. Parco eolico da 15 MW
ETS – ENERGY & TECHNICAL SERVICES SRL di Roma 39 MW
GAIA S.r.l. – Energie Rinnovabili di Montefalcone di Valfortore (Bn). Parco eolico da 14 MW
World Wind Energy House WWEH. Parco eolico da 38 MW
Pago Veiano
STR srl di Benevento. Parco eolico da 40 MW
Ginestra degli Schiavoni
STR srl Benevento. Parco eolico da 14 MW

Buonalbergo
Parco eolico Buonalbergo srl di Roma (progetto acquisito dalla I&S – INVESTIMENTI & SVILUPPO S.r.l. di Napoli). Parco eolico da 33 MW
VENGREEN S.R.L. di Roma. Parco eolico da 5,997 MW
Castelvetere in Valfortore
Sorgenia Spa di Milano. Parco eolico da
Cucciolo srl. Parco eolico da 15 MW
Castelpagano
Cogein Compagnia Generale degli Investimenti di Napoli. Parco eolico da 30 MW

Casalduni
Sorgenia Spa di Milano. Parco eolico da 15 MW
I&S – INVESTIMENTI & SVILUPPO S.r.l. di Napoli. Parco eolico da 12 MW
WORLD WIND ENERGY HOUSE s.r.l. di Melfi (PZ). Parco eolico da 46 MW

Campolattaro
ECOPOWER S.r.l. di Cervinara (AV). Parco eolico da 45 MW (anche nel territorio di Fragneto l’Abate)

Fragneto Monforte
I&S – INVESTIMENTI & SVILUPPO S.r.l. di Napoli. Parco eolico 18 MW
Fragneto L’Abate
I&S – INVESTIMENTI & SVILUPPO S.r.l. di Napoli. Parco eolico 28 MW
ECOPOWER S.r.l. di Cervinara (AV). Parco eolico da 45 MW (anche nel territorio di Campolattaro)

Molinara
Ecoenergia srl di Cervinara (AV). Parco eolico da 54 MW
IVPC POWER 12 S.r.l. di Avellino. Parco eolico che interessa anche i comuni di Baselice e Foiano Valfortore per 53,65 MW

Morcone
CUCCIOLO SRL di Piano di Sorrento (NA). Parco eolico da 15 MW
COGEIN – COMPAGNIA GENERALE INVESTIMENTI Srl di Napoli. Parco eolico da 43 MW
GAIA S.r.l. – Energie Rinnovabili di Montefalcone di Valfortore (Bn). Parco eolico da 50 MW

Santa Croce del Sannio
WORLD WIND ENERGY HOLDING s.r.l. di Melfi (PZ). Parco eolico da 42 MW
GREEN ENERGY Srl di Milano. Parco eolico da 21 MW
COGEIN SRL di Milano. Parco eolico da 24 MW

Sassinoro
I&S – INVESTIMENTI & SVILUPPO S.r.l. di Napoli. Parco eolico da 30 MW

Colle Sannita
DOTTO MORCONE SRL di Milano. Parco eolico da 36 MW
ZACCARI COSTRUZIONI srl di Circello, Parco eolico da 46 MW
COLLE ENERGIE SRL di Colle Sannita (BN). Parco eolico da 12 MW

Reino
I&S – INVESTIMENTI & SVILUPPO S.r.l. di Napoli. Parco eolico da 10 MW

Pontelandolfo
Artistica srl. Parco eolico

Apice
EDF srl di Andretta (Av). Parco eolico da 8 MW

Fonte: www.viadalvento.org

Rifiuti, lo scomodo libro di Sodano


La Sinistra unita e le Fabbriche di Nichi di Telese Terme, in collaborazione la proloco di San Salvatore Telesino, nel segno di un impegno costante per la legalità e la difesa del territorio, presentano insieme all’autore,Tommaso Sodano, un libro “scomodo” che denuncia gli autori e i responsabili della vicenda che ha travolto la nostra regione.

La storia dei rifiuti in Campania e dell’illegalità, collegata a tutta la gestione dell’emergenza che da destra a sinistra ha significato indecente corruzione e degradazione di un territorio, è quella “peste” che Tommaso Sodano descrive con coraggio e indignazione nel suo volume pubblicato a fine settembre.

Grazie alle sue inchieste e alle sue denunce, sono iniziate le indagini e poi le condanne per imprenditori e politici responsabili della “cricca”, che con «il suo affarismo amorale, ha abitato in Campania prima di estendere i suoi tentacoli». Così si legge nell’introduzione al libro di Tommaso Sodano: «La peste. La mia battaglia contro i rifiuti della politica italiana», che l’autore presenterà a San Salvatore Telesino il 29 dicembre presso l’Abbazia Benedettina di San Salvatore Telesino.

Può esistere la politica senza la mafia, ma non la mafia senza politica.

martedì 21 dicembre 2010

Comunità montane, la Consulta boccia la loro eliminazione


Le federazioni nazionali di categoria comunicano di una sentenza della Corte Costituzionale la quale boccia l’articolo 2 comma 187 della Finanziaria 2010, che prevedeva l’azzeramento dei trasferimenti erariali alle Comunità montane relativamente al fondo sviluppo e investimenti.

La Corte, inoltre, afferma, ancora una volta che la disciplina delle Comunità montane rientra nella competenza residuale delle Regioni, e che spetta pertanto a queste ultime, in base all’articolo 119 Costituzione, provvedere al loro finanziamento, in ragione della progressiva riduzione del finanziamento statale relativo alle medesime. Il provvedimento della consulta di fatto blocca quelle regioni che avevano ipotizzato l’eliminazione delle Comunità montane dal loro assetto degli enti locali, evitando in questo modo la perdita dei finanziamenti nazionali.

A questo punto, per quanto riguarda la vicenda dei diciassette dipendenti messi in mobilità dalla Comunità montana del Fortore, in virtù dei mancati trasferimenti statali, crediamo che vada riaperto il tavolo di concertazione tra le parti sociali.

lunedì 20 dicembre 2010

IL SUD E LE SUE RICCHEZZE

di Angelo D'Ambra

Il Mezzogiorno è quotidianamente depredato delle risorse. E' necessario che pensi a se stesso.

Nel 1950 lo Svimez rilevava come, su un totale di 106.753 strade comunali, solo 42.897 fossero al Sud, territorio che, tra l’altro, deteneva appena il 27,6% delle linee ferroviarie statali e 69.128 ospedali contro i 290.094 del Nord, pressoché identico nelle proporzioni era il computo degli istituti scolastici. Tutto ciò dopo 91 anni dall’unità d’Italia e tre leggi speciali, per la Basilicata, per Napoli e per la Calabria, che già Giustino Fortunato aveva definito generose elemosine e “goffe raffazzonature”. Fu questo fallimento ad indurre il governo De Gasperi ad istituire la Cassa del Mezzogiorno per l’attuazione di ulteriori interventi straordinari. Si stanziarono miliardi per piani poliennali, interventi aggiuntivi ed ennesime leggi speciali.

In venti anni sarebbe dovuto cambiare tutto, eppure alle soglie del 1970 il reddito pro capite nel Mezzogiorno era aumentato solamente del 22,59%, al Nord del 77,41%; in tale arco temporale si registrò, altresì, un calo della produzione agricola lorda nel Mezzogiorno, che passò dal 32,3% al 20,1%, cui non corrispose un proporzionale incremento nel settore industriale. Il divario tra Settentrione e Meridione si era esteso, gli interventi statali avevano depauperato l’economia del Mezzogiorno e permesso all’industria tosco-padana di espandersi, grazie alla dilatazione dei consumi di prodotti padani da parte nel mercato meridionale. Giovanni Russo, nelle pagine del Corriere della Sera, sintetizzava: “In realtà sia il Governo sia la classe politica meridionale hanno lasciato passare sotto la versione della industrializzazione del Mezzogiorno iniziative che servivano ad ampliare alcuni settori industriali nazionali … ma che invece di sviluppare il Sud, nelle circostanze e nelle condizioni in cui sono state attuate, ne depredavano le risorse e ne diminuivano in realtà le possibilità produttive”.

“Stavamo così inguaiati che ci hanno fatto la Cassa da morto”, avrebbe commentato laconicamente Massimo Troisi. Gli studi di Zitara ribadiscono come, ancora oggi, siano le merci settentrionali ad assorbire quasi interamente la spesa dei consumatori meridionali. Ogni giorno l’acquisto di prodotti del Nord porta una fetta consistente del reddito meridionale verso le Alpi. Se questa ricchezza fosse, invece, reinvestita al Sud con l’acquisto di beni di consumo locali, vi sarebbe un vero incentivo per l’occupazione e per la produzione delle aziende del Mezzogiorno.

Se aprissimo gli occhi sulle distese d’agrumi costieri, se osassimo bagnarci nelle acque sorgive e camminare sull’umida campagna coltivata, capiremmo l’importanza di prediligere i prodotti locali. “Prediligere”, come suggerisce l’etimologia del termine, vuol dire amare e, scegliere i prodotti della propria terra è un atto di affezione e di riconoscenza nei confronti di quel Sud, del suo ambiente, del suo territorio, dal quale provengono prodotti genuini e di qualità sconosciuti ai più, soffocati in un mercato che trabocca di panettoni di Milano e spumanti piemontesi.

Pubblicato sul quotidiano TERRA