venerdì 6 marzo 2009

Elezioni e Referendum insieme per risparmiare 400 milioni di euro

Il coordinamento piccoli Comuni italiani lancia una mobilitazione sulla rete per “convincere” il Governo italiano ad accorpare nello stesso giorno le elezioni ed il referendum per risparmiare 400 milioni di euro.

“Una cifra enorme in un momento di grave crisi economica che possiamo utilizzare per dotare di rete veloce centinaia di scuole nei piccoli Comuni e garantire ai nostri giovani il diritto universale alla rete – la proposta lanciata dal Portavoce di Piccoli Comuni, Virgilio Caivano - La politica italiana sembra non comprendere fino in fondo lo stato di grave disagio sociale vissuto dalle famiglie nelle piccole comunità locali. L’esempio di Obama che rilancia lo sviluppo americano partendo proprio dalle nuove tecnologie, dalla ricerca e dalla rete è oscuro alle nostre classi dirigenti mettendo in risalto ancora una volta tutta la debolezza di una classe politica vecchia e superata. Quattrocento milioni di euro sono una cifra enorme e non possiamo permetterci il lusso di sprecarla solo per fare una cortesia politica alla Lega Nord, il partito degli sprechi e delle poltrone costosissime degli enti inutili”.

giovedì 5 marzo 2009

Il giornalista denuncia la mafia su Facebook. E la sua pagina scompare…


(Repubblica) - Un messaggio in italiano. Freddo, burocratico. “Sì dice così: il tuo account è stato disabilitato da un amministratore. Se hai domande o dubbi consulta le Faq”. Scompaiono così da Facebook centinaia di contatti ma soprattutto una intensa attività di comunicazione sulla mafia e la realtà siciliana. E la posta personale.

Nino Randisi è un giornalista. Un dirigente sindacale della sua categoria nell’isola, uno che ha preso molto sul serio il social networking come strumento di comunicazione civile: “Mica si potrà solo scrivere, ho mangiato, ho dormito e tutte quelle altre fesserie che si leggono, no? Si potrà pur comunicare qualcosa di più serio e di più drammatico?“.

“Avevo 500 amici. Ogni giorno pubblicavo video di YouTube sui latitanti più pericolosi. Mettevo materiali che scottano, tutta documentazione seria su argomenti importanti. E mi seguivano in molti. Adesso tutto quello che ho pubblicato finora è andato perso. Ma io non mi arrendo, mi sono rifatto l’account con altri dati e ho ripreso a pubblicare. Voglio proprio vedere cosa succede adesso. Pensa un po’, hanno tolto qualche pagina su Riina, ma ne hanno lasciato altre dove si parla di mafia in tono elogiativo, e il mio spazio, che è una pagina *contro* la mafia, me lo disabilitano?“

Sei sicuro che non te lo abbiano riattivato? Guarda che Facebook è in piena confusione tecnologica, a causa della sua crescita tumultuosa… Potrebbe essere solo un disguido…

“Macchè! Niente e la cosa più irritante è che non c’è nessuno cui scrivere. Non si trova un punto di riferimento in Italia. Questi signori chi li rappresenta? Con chi si deve parlare? Non è possibile che non ci sia un indirizzo cui scrivere”

Randisi è uno dei tanti cui accade questa disavventura facebookistica. A un certo punto qualcuno ti “denuncia”, le tue cose scompaiono, i dati e i contenuti che hai immesso, compresa la posta personale, svaniscono nel nulla. In molti casi - ci risulta - l’account viene riabiliato dopo le proteste, è successo perfino per qualche deputato. Ma intanto sapere “dove” e con chi protestare è molto complesso.

Randisi sembra pensare che qualcuno, dall’Italia, possa aver chiesto l’intervento contro la sua pagina. Ma il punto certo è che Facebook, piattaforma dove ormai più di 6 milioni di italiani esprimono i loro pensieri e le loro proteste, pubblicano le loro immagini e si mandano la loro corrispondenza, non ha nel nostro paese - che si sappia - nemmeno uno “sportello” cui indirizzare i propri reclami. Quella che ha colpito Randisi potrebbe essere censutra o disguido. Si vedrà. Ma se almeno il danneggiato potesse parlarne a qualcuno, forse anche i sospetti diminuirebbero.

mercoledì 4 marzo 2009

Le elezioni comunali e la partita a scacchi

A tre mesi dalle elezioni comunali (il 6 e 7 giugno si vota, mentre un mese prima è il tempo ultimo per presentare le liste) la politica baselicese di colpo si è assopita, placata. Un velo “caliginoso” sembra avvolgere le mosse tattiche degli attori in campo. Nulla trapela dai due schieramenti politici. Una partita a scacchi giocata senza spettatori. Al buio.

Nel momento in cui scriviamo resta in piedi la nuova candidatura di Domenico Canonico, il quale dopo aver subìto diversi colpi ai fianchi, starebbe portando a termine la composizione della propria lista.

Mentre dall’altra parte, saltato il terzo mandato, al sindaco uscente Nicolino del Vecchio non resta che aspettare gli inizi di maggio per far conoscere il nome del suo successore. Da parte nostra speriamo che al più presto questa nuvola plumbea svanisca ai raggi di un sole limpido e scintillante.

martedì 3 marzo 2009

Don Franco ai sindaci del Fortore: "Opponetevi alla chiusura delle guardie mediche"

di don Franco Iampietro*

“L’Asl sta per chiudere alcune guardie mediche”. Questa è la notizia che ultimamente si sente ripetere da più parti. Cosa c’è di vero? E’ una diceria infondata? Un timore ingiustificato? Non è troppo assurdo per essere vero? O è veramente una sciagurata intenzione? Ci si augura che sia un falso allarme, ma come dice il saggio proverbio: chi si è scottato con l’acqua bollente, ha paura pure dell’acqua fredda. E questa popolazione si è già ben scottata, è piena di ustioni! Questo appello rivolto ai sindaci del Fortore, per forza di cose, ha solo carattere preventivo (ma i medici ci hanno insegnato che è meglio prevenire che curare!): Non permettete, in nome delle popolazioni che rappresentate, la chiusura di nessun presidio di guardia medica su questo disgraziato territorio!

Ci vuole coraggio e una fantasia perversa per concepire un progetto del genere: nei nostri paesi le guardie mediche ricevono in media tre chiamate a domicilio ogni notte; sono l’unico punto di riferimento in caso di emergenze, di malori, di infortuni ecc. Chi li sostituirà? I malati e i tanti anziani a chi si rivolgeranno? All’Ospedale di San Bartolomeo? Allo Psaut? Avevano promesso e assicurato che questo fantomatico servizio avrebbe aperto il primo gennaio scorso. Questo i dirigenti dell’Asl avevano affermato con decisione nelle interviste concesse alla Rai e a Mediaset. Non se ne sa più nulla e non si avverte neppure il dovere di fornire una spiegazione o chiedere scusa.

Proviamo a immaginare quali saranno i motivi addotti per giustificare la soppressione di questo ultimo servizio. Probabilmente il famigerato ‘rapporto numero abitanti-medico’ e, non manca mai, ‘problemi di bilancio’. Ci diranno che il rapporto abitanti-medici è inferiore che altrove, esempio Valle Telesina ecc. Ma ci si dimentica due cose essenziali: qui si parla di persone umane nel bisogno e non di numeri statistici. Un solo infortunato grave non soccorso è già una tragedia, non ne occorre un numero proporzionato per essere tale! Secondo: altrove, esempio Valle Telesina, quanto impiegano per raggiungere un ospedale? Un quarto d’ora, venti minuti, mezz’ora?

Dalla Val Fortore (con ottime condizioni di tempo) non si impiega meno di un’ora e mezza. Possibile che questi ‘piccoli’ particolari sfuggano sempre ai tanto esperti programmatori del Servizio Sanitario? E veniamo agli immancabili ‘problemi di bilancio’: si gestisce il servizio sanitario come una ‘Azienda’ ma il criterio ispiratore della logica aziendale è il profitto, qui si tratta della salute e della vita delle persone; può valere lo stesso criterio? La logica aziendale andrebbe usata, ma per controllare ad esempio l’orario di ingresso e di uscita dei dipendenti, le effettive ore di lavoro di dipendenti e dirigenti, le spese correnti e relativi sprechi, le modalità di appalti, forniture, prezzi ecc.: possibile che si può risparmiare solo tagliando i servizi ai cittadini?

Sarebbe utile e proficuo un confronto su questi temi, ma mancano gli interlocutori. Nei mesi scorsi si è tentato con pignola insistenza di invitare a San Bartolomeo in Galdo il presidente della Regione e l’assessore regionale alla Sanità per un confronto - dibattito. Dopo mesi di rinvio l’invito è stato declinato. Perché? Per timore? Si erano date tutte le garanzie che sarebbe stato un confronto civile! Per i troppi impegni? Non vorrei si liberassero solo in occasione della campagna elettorale! In tal caso gli consiglierei di evitare questa zona! (E’ solo un consiglio amichevole e disinteressato). E allora ci rivolgiamo ai sindaci che vivono nel territorio e condividono con le loro popolazioni queste difficoltà: fate sentire forte la vostra voce; non cadete nel tranello che vi induce alla guerra fra poveri: o ‘vincono’ tutti i paesi del Fortore o abbiamo perso tutti!

In tutti i paesi deve rimanere la guardia medica; non è un lusso superfluo, è necessaria. Non è un privilegio, è un diritto sacrosanto. Signori sindaci mettete in campo tutto il vostro potere contrattuale: qui è ‘cosa buona e giusta’ far valere le amicizie politiche; gli scambi di partito, ecc. (lo sapete fare con tanta efficacia in altre situazioni!). E’ un vostro dovere non consentire che i vostri concittadini più deboli, ammalati e anziani, vengano privati anche di questo servizio essenziale. Grazie per quello che farete!
Ci si augura che sia solo un falso allarme, un timore infondato, ma se il pericolo è reale, il Fortore questa volta non dovrà subire in silenzio e con rassegnazione. E’ ora di dire che la misura è colma, si sta esagerando. E’ ora di chiedere conto ai responsabili del proprio operato, con forza e senza sconti”.

*Parroco di San Bartolomeo in galdo

Alga nella diga: efficace azione contro tossine

“E' efficace l'azione dei sistemi correttivi decisi dal tavolo tecnico e attuati da Acquedotto pugliese: lo rende noto l'assessorato regionale pugliese alle politiche della salute a proposito della presenza della AlgaPlanktothrix rubescens, l'alga rossa, nell'invaso della Diga di Occhito e sulla conseguente situazione idrica”.
È quanto si legge in articolo a firma di Marzia Campagna e pubblicato sul sito dell’emittente pugliese “Teleradioerre”.
Continua la giornalista: “Nell'ambito del monitoraggio attuato dal 'Tavolo Tecnico' -fa sapere l'assessorato - i valori rilevati sono sempre stati al di sotto della soglia di allarme fissata dall'Oms e che la potabilità dell'acqua non è mai stata messa in discussione”.

lunedì 2 marzo 2009

Alga rossa, interviene Legambiente

Postiamo alcuni stralci di un articolo pubblicato ieri su "Ilgrecale.it" dal titolo "Alga Rossa, Legambiente: rendete pubblici i dati tecnici”.

Intorno al problema dell’alga rossa nella diga di Occhito si sta facendo una grande confusione e un gran balletto di cifre e numeri che sicuramente non rassicurano le popolazione che utilizzano l’acqua dell’invaso. La presenza nell’invaso della planktothrix rubescens, specie tossica d'acqua dolce, alga appartenente alle Cianoficee non sono un problema solo nostro ma di tutto il mondo, a seguito della contaminazione dei corpi d’acqua con eccessivi livelli di nutrienti primari (fosfati e nitrati)(...).

Questa emergenza viene da lontano, viene dallo scarso controllo dei possibili inquinanti a monte della diga: è risaputo che alcuni paesi del beneventano non hanno ancoro un impianto di depurazione delle acque come è risaputo che la discarica di Serra Pastore a San Bartolomeo in Galdo, è da tempo interessata da una fuoriuscita di percolato.

Le abbondanti precipitazioni hanno aggravato la situazione in quanto le acque sono confluite nel vasto reticolo idrografico tributario del fiume Fortore che alimenta la diga di Occhito. A questo bisogna aggiungere il proliferare dell’alga tossica nell’invaso. (...) Le istituzioni si sono incontrate, hanno costituito tavoli tecnici hanno fatto fare analisi spesso contrastanti fra loro, insomma vi è ancora notevole confusione e intanto la popolazione non ha certezze sulla potabilità dell’acqua. Legambiente Foggia chiede con forza che i dati tecnici siano resi pubblici in modo da tranquillizzare la popolazione, considerato che studi epidemiologici hanno dimostrato la relazione tra tumore epatico primario e consumo di acque contaminate da micro cistine.

(Fonte: ilgrecale.it)

giovedì 26 febbraio 2009

Per il clima contro il nucleare

Il governo Berlusconi ha deciso per un ritorno del nucleare nel nostro Paese, con un obiettivo dichiarato di produrre il 25% dell’energia elettrica dall’atomo. Per promuovere questa decisione ha inaugurato da qualche mese una campagna di disinformazione sulle presunte opportunità che questa scelta garantirebbe al nostro Paese. Col nucleare, secondo l’Esecutivo, l’Italia rispetterà l’accordo europeo 20-20-20 per la lotta ai cambiamenti climatici (secondo cui entro il 2020 tutti i Paesi membri devono ridurre del 20% le emissioni di CO2 del 1990, aumentare al 20% il contributo delle rinnovabili al fabbisogno energetico, ridurre del 20% i consumi energetici), ridurrà il costo dell’energia e le importazioni, grazie a delle non meglio identificate centrali di “nuova” generazione, descritte come sicure, pulite e tecnologicamente avanzate.

Se l’Italia decidesse di puntare sul nucleare, causa le ingentissime risorse necessarie per sostenere questa avventura, abbandonerebbe qualsiasi investimento per lo sviluppo delle rinnovabili e per il miglioramento dell’efficienza, che sono invece le soluzioni più immediate ed efficaci per recuperare i ritardi rispetto agli accordi internazionali sulla lotta ai cambiamenti climatici, e rinuncerebbe alla costruzione di quel sistema imprenditoriale innovativo e diffuso in grado di competere sul mercato globale, che ad esempio in Germania occupa ormai 250.000 lavoratori.
Legambiente lancia una grande mobilitazione nazionale, fatta di tante iniziative, da organizzare insieme ad una ampia alleanza di sigle associative, ambientaliste e non, con l’obiettivo di rispondere alle bugie del governo e dei nuclearisti, ristabilire la verità sulla dannosità del nucleare e la sua inutilità per il raggiungimento del 20-20-20, alimentare il dibattito a livello territoriale sui due scenari energetici alternativi futuri che devono comprendere (secondo il governo) o meno (secondo noi) la produzione di elettricità dall’atomo.

Con la nostra mobilitazione non ci limiteremo a spiegare i motivi della nostra opposizione all’atomo, ma rilanceremo la nostra idea di modello energetico, fondato su politiche di efficienza e sviluppo delle rinnovabili e sul gas come fonte fossile di transizione. Senza il quale l’Italia resterebbe fuori da quel percorso di modernizzazione già intrapreso con successo da altri Paesi, come la Germania e la Spagna, che grazie ad una strategia energetica innovativa usciranno nei prossimi anni dall’era nucleare. Perché solo con una seria politica nazionale e locale, che promuova l’innovazione e renda più efficiente e sostenibile il modo con cui produciamo l’elettricità e il calore, si muovono le persone e le merci, consumiamo energia negli edifici e produciamo beni, l’Italia riuscirà a dare il suo vero contributo alla lotta ai cambiamenti climatici, rispettando la scadenza del 2020 dell’accordo comunitario 20-20-20.
(www.legambiente.it)

mercoledì 25 febbraio 2009

L'Independent: "Nuove centrali più pericolose"

In caso di incidente, le centrali nucleari di nuova generazione sono più pericolose dei vecchi impianti che dovrebbero sostituire. A mettere in luce questo rischio è un'inchiesta del quotidiano britannico The Independent. Il giornale prende in esame i nuovi Epr (European pressurised reactors), i nuovi reattori che verranno costruiti in Gran Bretagna, ma anche in Italia, dopo l'accordo siglato (…) da Berlusconi e Sarkozy. Intanto, monta la protesta delle organizzazioni ambientaliste, da Greenpeace a Legambiente, contro il ritorno al nucleare. E le voci dissonanti si fanno sentire anche dall'opposizione, dal Pd a Prc, mentre i verdi si dicono "pronti a un referendum".

La denuncia dell'Independent.
Il quotidiano britannico cita alcuni documenti di natura industriale che provengono anche dalla azienda francese Edf, la stessa che ha appena sottoscritto un accordo con Enel. Studi che segnalano che il rischio di incidenti con queste nuove tecnologie è sì più basso, ma, nel caso avvenga una fuoriuscita di radiazioni, questa sarebbe più consistente e pericolosa che non in passato. Tra i documenti esaminati, "ce n'è uno secondo cui le perdite umane stimate potrebbero essere doppie".

"Finora questo tipo di centrali è stato generalmente considerato meno pericoloso di quelli attualmente in funzione perché dotato di maggiori misure di sicurezza e in grado di produrre meno scorie - argomenta il quotidiano - ma le informazioni contenute nei documenti da noi consultati dimostrano che in effetti producono una quantità di isotopi radiattivi di gran lunga maggiore tra quelli definiti tecnicamente 'frazioni di rilascio immediato', proprio perché fuoriescono facilmente dopo un incidente".
(Tratto da Repubblica.it)

martedì 24 febbraio 2009

Il Sud si organizza per difendere la propria dignità

La crisi economica, particolarmente dura per il settore dell'auto, ha di recente alimentato il rischio chiusura per lo storico stabilimento della Fiat di Pomigliano d'Arco, in provincia di Napoli. Si respira aria di smobilitazione in quella che, fin dalla sua nascita, è stata una delle più grandi fabbriche della Campania e di tutto il Mezzogiorno, con i suoi trentamila dipendenti tra lavoratori diretti e dell’indotto.

Inutile dire che tale evento, per il territorio Campano, e Napoletano in particolare, sarebbe l'ennesimo colpo inferto da un paese completamente sordo alle esigenze dei meridionali. Da anni sentiamo parlare della necessità di salvare l'aeroporto di Malpensa e i suoi lavoratori: ma chi difende i posti di lavoro del Sud? Mentre la Lega Nord e, più in generale, "il fronte padano", gode nel vedere smantellare pezzo dopo pezzo realtà produttive e la stessa dignità dei meridionali, tutti gli altri partiti, interessati paradossalmente alla "questione settentrionale" per convenienza ed opportunismo elettoralistico, restano in un COLPEVOLE SILENZIO!

Il Mezzogiorno ormai non interessa più a nessuno. Per questi motivi, il movimento politico-culturale "l'Altro Sud-UDS" giovedì prossimo, 26 febbraio, sarà a Pomigliano d’Arco (Na) in piazza Primavera, dalle ore 15.00 alle 19.00, per svolgere attività di volantinaggio al fine di sensibilizzare tutta la cittadinanza sui danni che ricadrebbero sull’economia di tutto il territorio nel caso si concretizzasse il rischio chiusura dello stabilimento FIAT “Gianbattista Vico”. Nell’occasione sarà installato un gazebo per la raccolta delle firme per una petizione da inviare al Presidente della Repubblica, l’unica tra le istituzioni nazionali che sembra avere ancora a cuore le sorti del Mezzogiorno.

www.laltrosud.it

lunedì 23 febbraio 2009

Idv, il baselicese Maddalena nell'esecutivo regionale

Importante nomina conferita al consigliere provinciale dell’Italia dei valori Michele Maddalena in occasione dell’ultima riunione tenutasi la scorsa settimana dall’esecutivo regionale del partito a Napoli, alla presenza di tutti i componenti dell’organismo stesso, tra cui il Commissario provinciale di Benevento Nunzio Pacifico.
L’esecutivo, su proposta del Segretario Regionale, Nello Formisano, responsabile nazionale degli Enti locali, ha inteso unanimemente cooptare in seno al direttivo in questione, Michele Maddalena, capogruppo del partito dipietrista in seno al Consiglio della Provincia di Benevento, per l’esclusivo impegno profuso a sostegno delle varie iniziative, sia di carattere nazionale che territoriale, intraprese dal partito, nonché per la rilevante esperienza politica ed amministrativa maturata nel corso degli anni (...).
(Fonte: 82cento.it)