sabato 3 maggio 2008

Federalismo fiscale, al Sud non conviene

“Siamo proprio sicuri che tutti vogliono il federalismo fiscale?” A porsi questo quesito è il direttore dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi. Un interrogativo che trova il suo fondamento nel risultato emerso nell’ultima elaborazione condotta dal suo Ufficio studi. L’analisi degli artigiani mestrini parte da un dato di fatto. La media nazionale della copertura della spesa corrente con i tributi propri (Irap, addizionale regionale Irpef, etc.) delle Regioni ordinarie italiane è pari al 45,6%. Tocca punte del 64,6% in Lombardia, del 53,7% in Piemonte, del 53% in Veneto ma anche valori minimi come il 31,3% in Campania, il 30,2% in Puglia, il 29,6% in Umbria, il 22,3% in Calabria e il 21,6% in Basilicata. Bene, se ipotizzassimo che da domani mattina tutte le Regioni ordinarie si attestassero sul valore medio nazionale (45,6%), queste ultime potrebbero percorre due ipotesi: o agire sulle tasse o sulla spesa corrente. Pertanto, quali sarebbero le conseguenze per i cittadini? Prendiamo il caso dei lombardi. Attualmente il tasso di copertura è del 64,6%. La Regione Lombardia potrebbe far scendere di ben 19 punti la copertura riducendo le tasse di 323 euro procapite l’anno ai propri cittadini o aumentando la spesa corrente di 707 euro pro capite. Il Piemonte, invece, potrebbe o ridurre le tasse di 167 euro a testa o aumentare la spesa di 366 euro.
Situazione che chiaramente si ribalterebbe per le Regioni del Sud. La Basilicata, dove il tasso di copertura è pari al 21,6%, per raggiungere il tasso medio nazionale (45,6%) dovrebbe aumentare la copertura di 24 punti. Ebbene, gli amministratori regionali lucani sarebbero costretti ad aumentare le tasse di 550 euro ai loro cittadini o ridurre la spesa di 1.206 ogni persona. In Calabria la situazione costringerebbe gli amministratori regionali ad aumentare le imposte di 506 o ridurre la spesa di 1.108. Questo da un punto di vista teorico, sottolineano dalla CGIA, perché al Sud è difficile pensare solo ad un aumento delle imposte visto che la base imponibile è molto ridotta. Pertanto, è ipotizzabile che un eventuale aumento del tasso di copertura dovrebbe avvenire quasi esclusivamente attraverso dei tagli.

Costo carburante? Tagliate i costi della politica


Nonostante le promesse e le belle parole il costo del pieno per auto e trasporto vola alle stelle ed a pagarne le conseguenze sono sempre di più le famiglie e quelle che vivono nei piccoli paesini in maniera particolare. Le associazioni dei consumatori chiedono a gran voce interventi a livello strutturale e fiscale, con la reintroduzione dello sconto sulle accise ed accusano che vi sono stati aumenti del carico fiscale, dovuti all'Iva che è tassa in percentuale, rispettivamente per la benzina di 2 centesimi e per il gasolio di 4 centesimi al litro. Ciò comporterà per l'erario maggiori entrate per 336 milioni di euro per la benzina e di 1,2 miliardi di euro per il gasolio, cioé di oltre un miliardo e mezzo in più all'anno di entrate fiscali. "Il coordinamento dei piccolicentrieuropei – annuncia il portavoce di Piccoli Comuni, Virgilio Caivano – è pronto alla mobilitazione di piazza, perché le famiglie sono esauste e costrette a sacrifici inaccettabili perché la stragrande maggioranza dei servizi sono presenti solo nei grandi centri e quindi sono costrette a muoversi obbligatoriamente con grave danno per i bilanci familiari. Il costo carburante – prende posizione il Portavoce dei Piccoli Comuni - deve trovare una misura equa a livello europeo. Le compagnie di gestione e distribuzione con la complicità dei Governi hanno ormai monopolizzato il mercato ed impoverito le famiglie italiane. L’azzeramento delle tasse sul costo del carburante è un atto dovuto da parte della politica italiana che deve trovare il coraggio di tagliare i costi inutili della politica con la soppressione di centinaia di poltrone inutile e costosissime pagate dalle tasse dei cittadini italiani".

venerdì 2 maggio 2008

Provincia, il Consiglio s’insedia l’8 maggio


Il dato è tratto. Il presidente della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile ha convocato il consiglio provinciale per il prossimo 8 maggio 2008 alle ore 11, alla Rocca dei Rettori, per la seduta d’insediamento della nuova assemblea eletta il 13 e 14 aprile. Diciamo subito che si tratta di un adempimento dovuto, visto che la proclamazione ufficiale è avvenuta il 19 aprile. Fissato, naturalmente, anche l’ordine del giorno.
Al primo punto vi è l’insediamento del consiglio provinciale, la relativa convalida degli eletti e il giuramento del presidente. A seguire vi sarà l’annuncio della composizione della giunta e le relative surroghe visto che saranno chiamati nell’esecutivo diversi consiglieri provinciali.
A seguire gli indirizzi generali di governo (il programma di mandato) di Cimitile, nonché l’elezione del presidente e del vicepresidente del Consiglio.
(www.epicentrobenevento.it)

mercoledì 30 aprile 2008

Distretto industriale San Marco dei Cavoti: attività di marketing della Camera di Commercio


La Camera di Commercio di Benevento ha avviato le attività di marketing territoriale del distretto industriale di San Marco dei Cavoti. Si tratta di un misura prevista nel POR Campania 2000/2006 e definita con un contratto stipulato tra l’ente camerale sannita e la Regione Campania nello scorso mese di gennaio.

Tale attività di marketing intende promuovere il riconoscimento della rilevanza del Distretto industriale da parte di enti locali e parti sociali; favorire i rapporti tra strutture di servizio locali e nazionali (associazioni di categoria e centri di ricerca, in primo luogo); individuare i punti di forza o di debolezza, nonché le principali opportunità o le criticità che incombono sul territorio distrettuale. Il progetto poggia su due azioni fondamentali: in primo luogo l’analisi preliminare e la sensibilizzazione del territorio;
in secondo luogo l’attuazione del piano di marketing territoriale attraverso la realizzazione di un piano di comunicazione integrata.

L’analisi preliminare e la sensibilizzazione del territorio vanno inquadrate nel periodo temporale marzo-agosto 2008 e prevedono il coinvolgimento dei comuni del distretto territoriale, del Consorzio per l’area di sviluppo industriale della provincia di Benevento, della comunità montana dell’Alto Tammaro e di quella del Fortore, delle pro-loco, del mondo della scuola, delle organizzazioni sindacali e datoriali e del “Gal Fortore – Tammaro”. Il punto di riferimento per tutti gli attori coinvolti sarà il “desk distrettuale” attivato dalla Camera di commercio presso il Gal Fortore-Tammaro di San Marco dei Cavoti che può avvalersi di quattro animatori selezionati dall’ente camerale attraverso una specifica short-list.

(...) Verrà, quindi, allestita una piattaforma informatica per l’acquisizione e la gestione delle informazioni, mediante un “data-base” di comunicazione bidirezionale. Saranno, inoltre, acquisite banche dati funzionali alla ricostruzione dei principali indicatori economico-statistici di tipo territoriale. Le azioni di marketing e comunicazione integrata prevedono, inoltre, l’ideazione di un marchio unico (logo e slogan identificativo), relativo alle specializzazioni del “desk distrettuale”; la progettazione e la realizzazione di un sito internet (in italiano e in inglese) da collegare al portale della Camera di commercio di Benevento, a quello, generale, dei distretti industriali e ad altri organismi impegnati nello sviluppo del territorio. A supporto saranno realizzati materiale promozionale (cd rom, video, brochure) e spazi pubblicitari radio-televisivi.

In programma, infine, un convegno conclusivo a cui saranno invitati i rappresentanti di imprese ubicate su altri territori, italiani ed esteri, potenzialmente interessate a delocalizzare la propria attività nell’ambito del Distretto industriale di San Marco dei Cavoti.

(tratto da il quaderno.it)

Mafia, V2-day e giornalisti


Venerdì 25 aprile a Caserta si è svolta una manifestazione di solidarietà con la giornalista Rosaria Capacchione, gravemente minacciata da un boss della Camorra.
Una catena umana, nella quale c'era anche il vescovo di Caserta mons. Raffaele Nogaro, ha circondato la redazione de Il Mattino, per testimoniare la volontà di proteggerla dai tentativi di intimidazione. L'Ordine nazionale dei giornalisti era rappresentato dal segretario Enzo Iacopino, il quale ha dichiarato:
"La vita ci regala singolari coincidenze. In occasione del primo V-day ero a Palermo per una manifestazione di solidarietà con Lirio Abbate, minacciato dalla mafia. Oggi c'è il secondo V-day e sono a Caserta per testimoniare da quale parte è schierato l'Ordine dei giornalisti con i suoi iscritti: da quello di Rosaria Capacchione, minacciata dalla camorra. Si, c'è sempre un giornalista nel mirino dei nemici dello Stato, del progresso sociale, della crescita democratica e consapevole del Paese. Ne sono pienamente consapevoli quei cittadini che non hanno tribune, non hanno mai su di loro riflettori, chiedono di poter vivere in una società sicura e di avere una informazione che rispetti la verità osservando regole deontologiche che solo l'Ordine dei giornalisti può garantire. Altri dovrebbero trovare un motivo di riflessione nel fatto che l'anti Stato considera suoi nemici i giornalisti. Questo è, per fortuna, un Paese che consente a tutti, anche a me, di manifestare liberamente un'opinione. Si può perfino scegliere la posizione che coincide con quella dell'anti Stato criminale che tenta di ridurre al silenzio i giornalisti".
(tratto da www.odg.it)

martedì 29 aprile 2008

Morti bianche, all'Italia il triste primato

Morire sul lavoro. In Italia è accaduto, lo scorso anno, a ben 1.260 persone: ancora troppe, nonostante il numero dei decessi sia leggermente diminuito rispetto ai 1.361 dell'anno precedente. Ancora troppe, se si considera che un'indagine dell'Inca Cgil di Bruxelles consegna all'Italia il triste primato di maglia nera dell'Europa a 15: e lo fa sui dati del 2005, gli ultimi comparabili, quando le morti non raggiungevano ancora le mille unità ma erano, da sole, quasi un quarto del totale di incidenti mortali registrati nell'Unione.

E ora, nella giornata mondiale sulla sicurezza sul lavoro e a pochi giorni dalle celebrazioni dell'1 maggio, questa volta tutto dedicato al ricordo delle vittime del lavoro, il bilancio delle morti bianche che si sono susseguite lo scorso anno resta impressionante, non fosse altro perché il 2007 è l'anno che si ricorderà per il drammatico rogo della Thyssen. Eppure le morti e gli incidenti sul lavoro sono diminuiti: i dati diffusi oggi dall'Inail certificano il calo dei decessi, per altro stimati 'per eccesso', e quello degli infortuni, passati dai 928.158 del 2006 ai 913.500 del 2007.
(Fonte: Ansa)

giovedì 24 aprile 2008

Napolitano: mantenere viva la memoria del 25 aprile


"Gli italiani mantengano costantemente viva la memoria e consapevole la coscienza delle diverse tappe del processo di maturazione e di lotta che ha condotto il nostro paese alla liberazione". Lo ha detto Giorgio Napolitano ricevendo al Quirinale le associazioni d'arma e combattentistiche. "Se l'indifferenza è quello che resta dopo tanti anni", gli ha appena detto il generale Calamani, eroe di quella parte della Resistenza che fu combattuta dai militari regolari delle forze armate, "quello che abbiamo fatto non è servito a niente: a Cefalonia, a Montelungo, a Sant'Anna di Stazzema. Lo sappia chi dice che il 25 aprile deve essere abolito".
"La Liberazione", gli risponde il capo dello stato, "non fu solo il coronamento di una luminosa rinascita, lungamente sognata durante tutto l'oscuro periodo del nazifascismo e della guerra, ma anche e soprattutto una promessa: di un'Italia nuova, di una vera Costituzione dei cittadini, di una democrazia reale. Una promessa di sviluppo economico e sociale per tutto il paese". (Agi del 24 aprile)

Provincia, è spaccatura nel Partito democratico


Ricompaiono le divisioni interne al Partito democratico sannita a meno di due settimane dalla vittoria elettorale del centrosinistra alla Provincia di Benevento. I neo consiglieri provinciali Carlo Falato e Renato Lombardi, eletti nella lista “Progetto Sannio” e vicini alle posizioni di Carmine Nardone, non hanno aderito al gruppo democratico alla Rocca dei Rettori che si è costituito oggi.

A provocare la spaccatura è stata soprattutto la trattativa sulla composizione della futura Giunta Provinciale dalla quale, al momento, sembra restare fuori Giorgio Carlo Nista, assessore provinciale uscente. Il suo disimpegno potrebbe scaturire dalla decisione dei vertici del Partito democratico di coinvolgere nella squadra del neo presidente Aniello Cimitile solo i consiglieri provinciali eletti nonostante il patto pre-elettorale sottoscritto, alla presenza del
delegato nazionale di Walter Veltroni, prevedesse il coinvolgimento di Nista seppur non candidato alla Rocca dei Rettori.
(tratto da ilquaderno.it)

Idv, Montanelli interrompe lo sciopero della fame

Dopo 42 giorni Wanda Montanelli ha interrotto lo sciopero della fame. Tuttavia ha deciso di continuare la sua battaglia in favore delle donne. Tramite questo blog voglio esprimerle tutto il mio affetto e la mia solidarietà. Ecco il lancio di agenzia che comunica la notizia.

Condotta d'urgenza in ospedale dopo un episodio di lipotimia, Wanda Montanelli, presidente della Consulta donne Idv, ha deciso di accettare l'invito del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e di tutti i suoi sostenitori sospendendo il digiuno iniziato 42 giorni fa. Lo si legge in un comunicato nel quale si precisa che il dott. Mengarelli, che segue il decorso di cure della Montanelli, ha chiamato l'autoambulanza per aver riscontrato un ulteriore scadimento delle condizioni fisiche e un pericoloso livello di valori glicemici. L'esponente Idv, sottoposta ad accertamenti e cure all'ospedale Grassi, appena si è ripresa dall'episodio critico, ha sottoscritto la cartella clinica per essere dimessa anticipatamente dall'ospedale. Contemporaneamente ha deciso di sospendere lo sciopero della fame, convertendo la sua protesta in ''pasto frugale di sopravvivenza''. Montanelli si domanda per quale motivo la sua battaglia per il riconoscimento delle pari opportunità all'interno dell'Idv, continui a essere ignorata dai media.
(tratto da Adnkronos del 23)

mercoledì 23 aprile 2008

Il Sud e la nuova emigrazione


Per chi come me ha fatto il percorso inverso, leggere oggi sul “Corriere della sera” l’inchiesta sulla nuova emigrazione, non può fare altro che restare allibito. Ciò che speravamo finito per noi meridionali è ricominciato alla grande. Ogni anno 270 mila persone vanno al Nord per studiare e lavorare. “Ogni anno – si legge sul quotidiano – , infatti, si spostano dalle regioni meridionali verso quelle del Centro-Nord circa 270 mila persone: 120 mila in maniera permanente, 150 mila per uno o più mesi, dice l'istituto di ricerca Svimez. Un dato vicino a quello dei primi anni Sessanta, quando a trasferirsi al Nord erano 295 mila persone l’anno”.

Un esodo biblico. Come negli anni postbellici. Ma questa volta con caratteristiche diverse. Se in quegli anni erano soprattutto operai a spostarsi al Nord (inviando nei paesi di origine le cosiddette rimesse, i soldi risparmiati), questa volta le famiglie del Sud, non solo pagano i costi per l’istruzione dei propri figli, ma addirittura li debbono aiutare economicamente a mantenersi.
“Parlare di 270 mila uomini e donne – continua l’inchiesta – che ogni anno vanno da Sud a Nord per lavorare o per studiare significa immaginare una città come Caltanissetta che si sposta tutta intera per trovare un futuro. Anche i contorni economici del fenomeno sono profondamente diversi da quelli del dopoguerra. Allora le rimesse degli emigranti generavano un flusso di risorse discendente, dalle regioni settentrionali a quelle del Mezzogiorno: servivano a mantenere le mogli o i genitori anziani rimasti al paese e magari a mandare avanti i lavori per costruire o ampliare la casa. Oggi, al contrario, i soldi risalgono la Penisola, per sostenere gli studenti meridionali nelle Università del Nord o i lavoratori precari che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese, ma che tirano avanti con l’aiuto delle famiglie d’origine (comprese le pensioni dei nonni) con l’obiettivo di raggiungere poi il contratto a tempo indeterminato”.

Ancora una volta dunque il Nord produttivo si avvantaggia dell’esercito di riserva che trova al Sud per arricchire la propria economia. Alla faccia del federalismo fiscale della Lega. Qui ci vorrebbe un federalismo umano del Mezzogiorno. I ragazzi ce li formiamo noi. E a noi dovrebbero restare. Questo sì che sarebbe vero federalismo. Altro che i bla bla bla che ci vengono a propinare in campagna elettorale i vari Viespoli, Mazzoni, Izzo, Boffa e Pepe. Tanto i loro figli non emigrano mai.