giovedì 9 febbraio 2017

Boom del gioco d’azzardo, la Campania tra le regioni dove si spende di più

Boom del gioco d'azzardo
Oggi l’Italia occupa il primo posto nel mercato europeo dei giochi on line, avendo raccolto nel 2012 circa 15 miliardi e mezzo, seguita dalla Francia che non raggiunge neppure i 9 miliardi e mezzo. Il nostro paese occupa il 22% del mercato mondiale. E il mercato legale on-line nel 2012 era al primo posto nell’e-commerce. Non si tratta certo di un fiore all’occhiello per la nostra economia.


Basti pensare che nel periodo più acuto della recessione, l’incidenza della raccolta del gioco d’azzardo sul Pil ha toccato i picchi di oltre il 5% nel 2012 e del 4,4% nel 2013. 

Nel Mezzogiorno l’incidenza nel 2013 è stata del 5,4%, di oltre un punto maggiore rispetto a quella del Centro-Nord (4,1%). Si tratta di un mercato del tutto anomalo, che non ha risentito affatto delle difficoltà congiunturali che hanno interessato l’Italia: infatti, mentre durante la crisi si assisteva a una contrazione della domanda interna di beni e servizi e i consumi delle famiglie calavano del 3%, i giocatori hanno sestuplicato l’ammontare della spese per il gioco d’azzardo. 

Ciò vale, ovviamente, solo per il gioco legale, perché è impossibile stimare quello illegale che, a sua volta, innesca il pericoloso meccanismo dell’usura, anch’esso in gran parte gestito dalla malavita.L’attrazione del gioco d’azzardo su larghe fasce della popolazione è dovuta ovviamente alla possibilità di conseguire facili introiti.

Un’Istituzione che incoraggia il gioco d’azzardo,supportato dai media e dalla pubblicità, anche se la sua offerta contrasta quella illegale, non contribuisce né alla crescita dell’economia né alla riduzione della povertà.

Nel 2012 il giro d’affari ha toccato gli 84 miliardi, comprendendo tutti i diversi giochi gestiti dai Monopoli e dai 4 Casinò esistenti nel nostro paese (Campione d’Italia, Saint Vincent, Sanremo e Venezia): lotto, superenalotto, lotterie nazionali e Gratta e Vinci, scommesse sportive a base ippica, Bingo, apparecchi elettronici come i videopoker.

In tempi più recenti è aumentata esponenzialmente la passione per il gioco on line, che nel 2012 ha raggiunto il 16% dell’intera raccolta, e, ancor più, gli apparecchi di intrattenimento, che sfiorano il 56% della raccolta. 

Un tipo di gioco che attrae di più giovani e donne: si tratta di un settore che sfugge a ogni controllo e dove più facilmente si annida la criminalità organizzata, la quale ottiene profitti ben più elevati di quelli scaturenti dal gioco legale.

In un articolo delle professoresse Annunziata de Felice e Isabella Martucci, pubblicato sull’ultimo numero della Rivista Economica del Mezzogiorno, il trimestrale della SVIMEZ diretto da Riccardo Padovani, si spiegano, i motivi per i quali siano nefasti gli effetti sull’economia del gioco d’azzardo, anche di quello legale, in quanto provocano una distorsione nella destinazione delle risorse. In quanto il giro d’affari che realizzano non si traduce in un aumento dei beni e servizi prodotti e non rappresenta un investimento che attiva un aumento dell’occupazione. 

L’unico elemento positivo è la destinazione delle entrate che l’Erario percepisce sui giochi, che però oggi sempre più è legata a quelli meno in voga mentre è decisamente minore per quelli on line, dove il numero dei giocatori è molto elevato.

Pur se la spesa destinata al gioco è maggiore nel Nord, dove il PIL pro capite si attesta attorno ai 33 mila euro o li supera, dopo la Lombardia, regione in cui nel 2013, ultimo anno per il quale è disponibile tale ripartizione territoriale, sono stati raccolti 13 miliardi e 905 milioni, pari al 19,9% del totale nazionale destinato ai giochi, figurano in graduatoria Lazio (PIL pro capite circa 28 mila euro) e Campania (dove il PIL pro capite è di circa 16 mila euro), rispettivamente con l’11,1% (7 miliardi e 785 milioni) e l’8,9% (6 miliardi e 226 milioni). 

Tra le regioni che spendono in giochi d’azzardo una quota elevata del PIL, oltre le prime tre, figurano l’Emilia Romagna col 4,6%, il Veneto col 4,5%, il Piemonte col 4,3%, la Sicilia col 5,9%, la Toscana col 3,9%, la Puglia col 5,9%. Una ben più bassa incidenza della spesa pro capite c’è invece nelle altre.

Se la preferenza per le tipologie di gioco varia da regione a regione, in tutte la raccolta più elevata proviene da slot machine, videolotteries, new slot, video lotteryterminals. Il Lotto è preferito in Lombardia, seguita da Campania, Sicilia e Lazio, il Bingo piace molto soprattutto a campani e siciliani, mentre nei giochi a base sportiva di gran lunga la prima è la Campania.



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