sabato 11 aprile 2015

Baselice, in arrivo 1 milione e 341mila euro per Palazzo Lembo

Il Cipe sblocca “Cantieri in Comune”, 200 milioni di euro per 137 progetti, tra cui cinque paesi del Sannio. 

Tra i comuni ammessi ai finanziamenti c’è anche il palazzo Lembo di Baselice per la cui riqualificazione e valorizzazione sono stati stanziati 1.341.438 euro.

“Si tratta di progetti finanziati che fanno parte dell’iniziativa della presidenza del Consiglio dei ministri, opere portate direttamente all'attenzione del premier Matteo Renzi”,  fa sapere il sottosegretario Umberto del Basso de Caro
I progetti, tuttavia, devono essere appaltabili entro il 30 aprile e cantierabili entro il 31 agosto.

(Foto di Michele Franco Caserio)

venerdì 10 aprile 2015

Emergency a Castel Volturno

Martedì 31 marzo Emergency ha aperto un nuovo ambulatorio a Castel Volturno, in provincia di Caserta, per offrire gratuitamente ai migranti e alle fasce più deboli della popolazione cure mediche di base e l'aiuto dei propri mediatori socio-sanitari. 

“Prosegue così il nostro impegno nell'area di Castel Volturno, una delle zone a più alta presenza di migranti in Italia, dove abbiamo iniziato a lavorare nel 2013 con un ambulatorio mobile, toccando con mano giorno dopo giorno le difficoltà legate all'accesso alle cure in un territorio dove al degrado si aggiunge la forte presenza della criminalità organizzata
”, si legge in una nota dell’associazione no profit.

Gualani e stallieri nel Fortore

Clicca qui sotto per leggere l'interessante pezzo sull'articolo 69 dello statuto comunale di San Bartolomeo del 1300 che anticipa di secoli l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori del 1970 e dove si parla già allora del divieto di licenziare senza giusta causa

giovedì 9 aprile 2015

Le politiche di austerità le paga il Sud

Un Sud messo in ginocchio dalla spending review all’italiana. E non c’è governo nazionale che tenga. Così a pagare il conto delle politiche di austerità sono soprattutto le regioni meridionali.

A dirlo non è qualche nostalgico neoborbonico, ma l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno.

Secondo le ultime elaborazioni Svimez, infatti, anche quest’anno la scure che si abbatterà sulla spesa pubblica meridionale (in percentuale sul Pil) sarà il doppio di quella del centro-nord: il 6,2% contro il 2,9%.

Non solo. Anche i tagli alla spesa in conto capitale non andranno di pari passo: il 2,1%  in meno per i meridionali e l’0,8% per gli abitanti al di là del Tronto. Difatti, negli ultimi anni il ministero dell’Economia ha saputo ben indirizzare le sue sforbiciate: il Sud ha subìto riduzioni da due a tre volte in più rispetto al centro-nord: rispettivamente -1,6%  e -0,5% nel 2013 e 1,9% e 0,7% nel 2014.

Non va meglio nel lungo periodo. In dieci anni, dal 2001 al 2012, al Sud la spesa in conto capitale è scesa del 58%, passando da 16,5 a 6,9 miliardi di euro. Al centro-nord invece è calata del 10%, passando da 3,7 a 3,3 miliardi di euro.

In soldoni significa che i 791 euro attribuiti a ogni meridionale nel 2001 dopo undici anni sono diventati 334. Quasi la metà. Mentre i 99 euro destinati pro capite alle aree sottoutilizzate del centro-nord sono scesi appena a 85.

“Sotto l’etichetta della spending review si sono nascosti una serie di tagli che, soprattutto con riferimento alle spese in conto capitale, hanno esercitato un effetto depressivo sull’economia dell’area, amplificando i divari regionali”, si legge nello studio Spending review e divari regionali in Italia che sarà pubblicato sul prossimo numero della rivista Economia Pubblica-The Italian Journal of Public Economics.
E come se non bastasse sulle ustioni l’acqua bollente. A dare un altro colpo alla già disastrata economia meridionale ci pensa l’austerità: nel 2015 il 9,5% del Pil al Sud contro 6% del centro-nord. Sempre secondo le stime Svimez le manovre effettuate dal 2010 ad oggi dai vari Governi (il cui valore complessivo arriva a oltre 109 miliardi di euro nel 2014) sono pesate più nel Mezzogiorno rispetto al centro-nord.


Nello specifico il peso delle manovre sul Pil per il 2013 sono assai differenti a livello territoriale: 5,5% nelle regioni centro-settentrionali e 7,8% in quelle meridionali. Stesse dinamiche negli anni successivi: per il 2014 l’impatto è risultato del 5,9% al centro-nord e dell’8,7% al Sud. E cresce ancora nel 2015, arrivando al 6,8% a livello nazionale. Ma se al centro-nord il peso si ferma al 6%, al Sud sale fino al 9,5%.

Per non parlare poi del sostegno alle imprese. Nel settore pubblico allargato - che comprende Pa ma anche colossi quali Enel, Eni, Poste italiane, Ferrovie dello Stato - la quota totale è calata dal 36,5% del 2001 al 30,2% del 2012. 

E proprio nel 2012 le spese d’investimento delle aziende pubbliche nel Mezzogiorno erano pari a 215 euro pro capite, contro i 318 del centro-nord. Nel caso delle imprese pubbliche locali lo scarto era ancora più ampio: rispettivamente 62 e 188 euro.

mercoledì 8 aprile 2015

MUORI PRIMA? MENO FONDI PER LE CURE

Postiamo la denuncia della lista civica Mo! che ha come candidato a presidente della Regione Campania il giornalista Marco Esposito

Dalla fine del 2013 nella sanità si applica la micidiale "formula Calderoli", una regola in base alla quale il fondo sanitario nazionale si distribuisce tra le regioni in base al solo parametro dell'età. In pratica più anziani ci sono, più arrivano fondi sanitari. 

L'effetto paradossale è che se c'è un territorio dove per ragioni ambientali ci si ammala e muore presto, spariscono i fondi sanitari. 

Tale formula è talmente assurda che il Parlamento ha deciso di ripescare una legge mai abrogata, del 1996, che di criteri per stabilire il giusto fabbisogno sanitario ne indicava almeno quattro.

Se si riflette un attimo, è assurdo che serva una legge per dire di applicare una legge in vigore; ma siamo in Italia e non ci si deve stupire di nulla. 

Fatto sta che la legge di stabilità del 2015 dice che si applica la legge del 1996 purché ci sia entro il 30 aprile del 2015 l'accordo nella Conferenza Stato Regioni, ovvero anche l'accordo delle Regioni del Nord che però non ne vogliono sapere di cambiare un criterio che le avvantaggia, a partire dal presidente della Conferenza, il piemontese Sergio Chiamparino.

Cosa accade in caso di mancato accordo? 

Che resta in vigore il solo parametro legato all'età, cioè la formula Calderoli che danneggia soprattutto la Campania dove c'è una speranza di vita di due anni più bassa rispetto alla media.

lunedì 6 aprile 2015

Sassi di Baselice, ecco il resoconto dell'incontro con il sindaco

Rivedere e migliorare il progetto di consolidamento del costone di via Pescannozzo. Queste le richieste avanzate dal Movimento per la tutela paesaggistica e del centro storico di Baselice al sindaco Canonico nell'incontro che si è tenuto presso la sala consiliare lunedì 30 marzo

Il comitato di cittadini, che ha raccolto oltre 160 firma online per salvare i sassi baselicesi, ha avanzato proposte precise all'amministrazione: deturpare il meno possibile il costone di via Pescannozzo.

Il primo cittadino da parte sua ha assicurato che sarà fatto il possibile per evitare che venga stravolto uno dei luoghi più suggestivi del paese, ma allo stesso tempo ha sottolineato che c’è la necessità di intervenire per mettere in sicurezza l’area, che da anni è interessata da caduta massi e detriti pericolosi per l’incolumità pubblica e privata.

All’incontro era presente anche il direttore dei lavori, l'ingegnere Salvatore Pizzi, il quale ha ribadito che l’unica soluzione possibile per mettere il costone in sicurezza è la posa di reti elettrosaldate e con la tecnica dello spritz beton (calcestruzzo spruzzato con spinta pneumatica). 

Dal canto suo, il Movimento pur capendo le ragioni dell’amministrazione e dei tecnici - tra l’altro i lavori sono stati già appaltati e dovrebbero iniziare nelle prossime settimane - ha invitato il sindaco comunque a trovare soluzioni meno invasive possibili.

Tuttavia, dal sindaco e dall'ingegnere Pizzi è arrivata la conferma che i lavori interesseranno solo una parte del costone, quella che guarda ad est. Mentre la parte con le case nel tufo, non dovrebbe essere oggetto di interventi (così è stato assicurato nel corso dell’incontro).

Da parte loro i tecnici hanno messo a punto una serie di accorgimenti per trovare delle soluzioni cromatiche che rendano  il costone quanto più possibile simile all'originale. 

Soluzioni che però non hanno convinto del tutto il movimento, il quale ha fatto sapere che la sua battaglia non si fermerà e che vigilerà sulla realizzazione del progetto.