sabato 31 gennaio 2015

Campania, “Mo!” contro la legge truffa

“A giochi aperti chi tocca le regole è un baro”. La lista civica “MO!” (capeggiata dal giornalista del Mattino, Marco Esposito) annuncia un ricorso urgente se il Consiglio regionale modificherà la legge elettorale. La proposta di nuova legge prevede una soglia di sbarramento del 10% per chi corre da solo (oggi è il 3%, come nell’Italicum), ma nello stesso tempo incentiva i partitini ad allearsi con i big dei soliti schieramenti favorendo vere e proprie “coalizioni ammucchiata”.

"Infatti – segnala MO! – per le liste che corrono in coalizione per un candidato presidente che supera il 10%, allora lo sbarramento diventa improvvisamente… zero! Un invito alla frammentazione, alla pletora di candidati, alle ammucchiate elettorali. E un’offesa a qualsiasi principio democratico: lo 0,9% dei partitini “ascari” pesa più del 9,9% di chi corre da solo. Gli elettori devono sapere che la bilancia è truccata. Contro una tale truffa elettorale, se il colpo di mano sarà realizzato, gli elettori che si riconoscono in liste lontane dai soliti partiti faranno immediato ricorso".

venerdì 30 gennaio 2015

In 61 anni nulla è cambiato… Anzi no: i trasformisti della politica si sono moltiplicati

di Leonardo Bianco

Era il 4 marzo 1954 e dalle colonne dell’Unità, organo di informazione del Partito Comunista Italiano, Andrea Pirandello scriveva del trasformismo di alcuni esponenti politici sanniti. Si celebrava in quei giorni il congresso provinciale del partito. L’articolo oltre a mettere in risalto il trasformismo degli esponenti politici e le loro promesse fatte e mai mantenute parla di un Sannio in difficoltà.

Pirandello racconta la situazione drammatica delle lavoratrici e dei lavoratori della provincia sannita e soprattutto delle condizioni disagiate delle aree interne come il Fortore. Il giornalista dell’Unità, nipote di Luigi Pirandello e figlio di Stefano, racconta la povertà del Sannio, del degrado del Fortore, dove muoiono i bambini a causa “di un’epidemia di angina”. Una fotografia di una realtà, quella del nipote del drammaturgo siciliano,ancora alle prese con le ferite della seconda guerra mondiale. Sono trascorsi 61 anni da quello articolo e nel Sannio, e soprattutto nel Fortore, niente è cambiato.

Anzi oggi Andrea Pirandello scriverebbe, ne siamo sicuri, le stesse cose di oltre mezzo secolo fa. Ne è passata di acqua sotto i ponti. I congressi del Pci (Pds, Ds e Pd) sono continuati ad essere celebrati, ma quel risveglio delle masse, di cui scriveva il giornalista dell’Unità, per ora nemmeno l’ombra. L’unico risveglio al quale il Fortore ha assistito è stato quello dell’emigrazione.

I giovani di San Bartolomeo, Baselice, Foiano, Montefalcone, Castelvetere, infatti, dopo lo stop del “ventennio”, voluto da Benito Mussolini, hanno ripreso, proprio come i propri avi, ad andar via dalla loro Terra per andare all’estero alla ricerca di un lavoro e di un futuro. In questi 61 anni nulla è cambiato. I comuni del Fortore hanno visto dimezzare le loro popolazioni.

Lo sviluppo economico è rimasto un sogno irrealizzato. Le infrastrutture (strade, ferrovie, trasporti) chimere attese da 150 anni. E uguali sono rimaste le promesse (non mantenute) dei politicanti. Solo una cosa è cambiata, anzi no, è cresciuta: il numero dei trasformisti. In questi 61 anni si sono moltiplicati come i pani e pesci del Vangelo.

Nota del blog. Un articolo interessante quello di Leonardo Bianco pubblicato su www.sanbartolomeaninelmondo.it, che ripescando un vecchio "pezzo" dell'Unità degli anni Cinquanta ripercorre un frammento della nostra storia, facendo dei paralleli tra l'attualità e il passato. Tuttavia nel suo ragionamento c'è un'inesattezza storica, con il Fascismo l'emigrazione non fu stoppata, come afferma l'autore, con la promessa di "un posto al sole", infatti, essa continuò, solo che l'esodo fu indirizzato verso le colonie dell'Impero: soprattutto verso la Libia e l'Etiopia (all'epoca Abissinia). Non solo. Il regime poi incentivò anche l'emigrazione interna, cioè da regione a regione, lì dove c'era più bisogno di forza-lavoro.

mercoledì 28 gennaio 2015

Baselice, aggiudicata la gara per il rifacimento del costone Pescannozzo

Dal blog del Comune di Baselice apprendiamo che la gara per il consolidamento del "versante orientale del centro abitato" è stata aggiudicata. Tradotto dal linguaggio burocratico significa che presto dovrebbero iniziare i lavori di rifacimento del costone Pescannozzo, che tante polemiche avevano suscitato sui social network.

Ad aggiudicarsi la gara la "Campania Sonda srl" con sede in Agropoli (Sa). Ribasso offerto: 33,459%.
Importo netto di aggiudicazione: 211.527,95 euro oltre ad 12.115,90 per oneri di sicurezza ed 175.159,94 quale costo del personale non soggetti a ribasso e quindi un importo complessivo netto di 398.803,79 euro.

Per chi non lo sapesse, il progetto prevede il consolidamento del costone di arenaria con rete metallica e cemento colorato, un'operazione di maquillage criticata sin dall'inizio da questo blog. E che tuttora ritiene sia una scelta errata, che cambierà in modo irreversibile il volto dell'ultimo angolo caratteristico del paese.

P.S. Delle domande ci sorgono spontanee: ma in tutto ciò la minoranza dov'è? Certo, lungi da noi insegnarle come si fa opposizione, ma perché non alza le barricate su una questione così importante per l'intera comunità? Ha fatto qualche interrogazione comunale che noi ignoriamo? O forse preferisce aspettare le prossime elezioni per far sapere qual è la propria posizione in merito?

domenica 25 gennaio 2015

Autorevolezza, prestigio e competenza: le qualità del Presidente della Repubblica

di Angelo Iampietro*

L’elezione del Presidente della Repubblica è così importante, necessaria, unica per un popolo democratico, che ha un qualcosa di sacralità, in quanto è da scegliere ed eleggere la persona, nel cui ruolo istituzionale, rappresenta la difesa massima del Nostro Ordinamento Costituzionale e la nostra massima rappresentanza individuale, collettiva, nazionale ed internazionale.

Gli ultimi giorni del corrente mese saranno ricordati negli Annali della Nostra Storia per aver dato inizio alle elezioni suddette, ma, mai come adesso, è da molto tempo che si parla di esse, oltre che sulla stampa, con dibattiti, innumerevoli incontri politici, trasmissioni radio-televisive con dibattiti ed analisi che non si erano mai visti prima.

Ciò, forse, è dovuto al fatto che nel 2013 i deputati, i senatori ed i grandi elettori, questi ultimi, rappresentanti delle Regioni, non riuscirono a trovare un accordo su un nome da eleggere all’alta carica; a seguito di ciò un Parlamento disorientato fu costretto a trovare una persona, che ci rappresentasse e la trovò, rieleggendo, il Presidente Napolitano. Questi, quando si insediò, fece capire molto bene ai Senatori e Deputati, che la Sua carica sarebbe stata a tempo; infatti, dopo meno di due anni di Presidenza, Egli si è dimesso, forse, perché troppo stanco e, quindi, bisognoso di riposo, considerata anche la Sua venerabile età.

Ora ci risiamo e si è pronti per l’ elezione del nuovo Presidente. Ci si chiede se sarà eletto subito o alla quarta elezione come il Presidente del Consiglio ritiene che sia. Certamente lui avrà una visione politica tale da fargli asserire, con una certa sicurezza, che l’avremo subito il Presidente. Me lo auguro, anche perché il mondo intero ci guarda, avendo d’occhio la figuraccia fatta nel 2013, quando, i tanti partiti non erano riusciti a far convergere i loro voti su un nominativo prestigioso per l’Altissima Carica. Ma ciò che mi chiedo è: perché se ne parla tanto e da tanto tempo?. Non era stato così nelle precedenti elezioni presidenziali, dove, se pur a seguito, in taluni casi, di più votazioni, una personalità prestigiosa era stata individuata e poi votata.

Attualmente vengono fatti più nomi, come del resto è prassi, ma ho la sensazione che ogni gruppo politico lo vorrebbe a sua immagine e somiglianza; che il futuro Presidente guardasse con occhio particolare il gruppo o il partito dal quale proviene. No!, non è questo il Presidente che vogliamo; lo vogliamo autonomo, rappresentativo, umano, con capacità eccelse ed una autorevolezza su cui non cada alcuna ombra. Agli Italiani non interessa il Presidente di parte, ma uno che sia effettivamente il Custode della Nostra Bella Costituzione e che eserciti fino in fondo quelle che sono le Sue prerogative.

Non ci interessano gli accordi sottobanco per eleggere una personalità che si faccia tirare per la giacca!.
Dato i tempi, ma dico sempre, interessa alla stragrande maggioranza dei cittadini italiani un Presidente che non firmi i tanti provvedimenti legislativi ottenuti, in modo sbrigativo, con voto di fiducia, tarpando le ali alla discussione e, quindi al miglioramento degli stessi.

D’altronde ci si augura che i legislatori legiferino su temi di cui il popolo, data la crisi, ha urgente bisogno; non li enuncio perché tutti ne parlano in ogni luogo e chi ci rappresenta certamente lo saprà come noi, ai quali, del resto, più di un sacro diritto di scelta ci è stato già sottratto.

Che la scelta sia illuminata dalla saggezza, nell’avere un Presidente, che sia un faro verso cui la nave Italia trovi sempre il suo porto che la ripari e la protegga da ogni tempesta. È questo l’augurio di tanti Italiani.

*docente in pensione