venerdì 23 gennaio 2015

Università, asili, scuole: l'ammazza-Sud

di Lino Patruno

Parlamentari meridionali cercansi. Specie quando è in gioco il futuro dei ragazzi del Sud: esempio, con la scuola e l’università. Anzi cominciando dagli asili nido. Per i quali il delitto perfetto ai danni del Sud è stato consumato nel silenzio assoluto dei rappresentanti del Sud (ne avevamo già parlato tempo fa, quando se ne ebbero tanto le prime turbolenze quanto i primi silenzi).

E’ avvenuto che per il finanziamento degli asili nido pubblici si è deciso di affidarsi alla cosiddetta “spesa storica”, nel senso che chi ha avuto in passato ha continuato ad avere, chi non ha avuto in passato ha continuato a non avere. Esempio più clamoroso, Catanzaro: nessun asilo nido prima, nessun asilo nido ora. Ma tante altre città e tanti altri paesi. Così il Sud ha perso 700 milioni, distribuiti al Centro Nord (perdita di Bari, circa 7 milioni).

Ma perché non è stato adottato il criterio del “fabbisogno standard”, seguito invece per altri servizi comunali come polizia urbana e rifiuti, trasporto e illuminazione? Stabilito quanto serve a ogni Comune, lo si attribuisce. E si sarebbe potuto fare senza togliere nulla al Centro Nord. Nessuna risposta, pur avendo tempo fa il sottosegretario Delrio parlato di “errore tecnico che correggeremo”, anzi errore tecnico “grave”. E pur avendo dato medesima assicurazione lo stesso premier Renzi. E pur chiedendo l’Europa una copertura di almeno il 33 per cento della popolazione, cioè un bambino su tre (Centro Nord ora a poco meno del 20 per cento, Sud 4 per cento).

Nel dibattito decisivo, nessuno dei cinque parlamentari meridionali presenti ha preso la parola (fra loro il lucano Cosimo Latronico, del Pdl, e il pugliese Gaetano Piepoli, Scelta Civica ora Centro democratico). Voto unanime di Pd, Forza Italia, Lega Nord, Cinquestelle, Sel. Poi fanno le indagini sulla qualità della vita e dicono che al Sud fa pena anche perché non ci sono asili nido sufficienti. Fanno più pena loro che non dicono perché.

Dagli asili nido all’università, altro giro altro danno al Sud (d’attualità perché se ne è parlato nei giorni scorsi nella Conferenza d’ateneo a Bari, in occasione dei 90 anni). Anche qui passato nel silenzio quasi generale del Sud un criterio di attribuzione di fondi che è un’arma letale contro il Sud. Più fondi alle università più ricche, meno fondi alle università meno ricche. Come, non il contrario? No, avete letto bene. Ma le università del Sud sono meno ricche perché fanno pagare meno tasse ai loro studenti altrettanto meno ricchi di quelli del Nord. Si arrangino.

Così è avvenuta la distribuzione dei cosiddetti punti-organico, cioè i docenti andati in pensione e da sostituire. Esempio: al Sant’Anna di Pisa, cinque nuovi docenti per ciascuno che se ne va, all’università di Bari 0,20 nuovi docenti per ciascuno che se ne va (solo una bassa insinuazione ricordare che rettore del Sant’Anna era quella professoressa Carrozza poi diventata ministra. A cosa? Ma all’università).

Così negli anni si è consumato anche qui il delitto perfetto dell’enorme taglio per il Sud, sistema rapido per concentrare tutto su poche grandi università (del Nord) e lasciare le altre all’elemosina. Magari tendenza non solo italiana, ma altrove fondata sul merito, non sui redditi. E con effetto moltiplicatore da serial killer: meno docenti uguale meno corsi, meno corsi uguale meno studenti, meno studenti uguale meno incassi, meno incassi uguale finanziamenti, meno finanziamenti uguale meno docenti. Con l’effetto collaterale dei ragazzi del Sud che emigrano nelle università del Nord.

Sono ragazzi arrivati all’università dopo essere stati avvelenati a scuola da testi scolastici da codice penale. Tipo il sussidiario di un editore nordico. Il quale, per spiegare la Questione Meridionale, scrive fra l’altro che “sul tronco di una differenza di sviluppo economico” (già zero in italiano) hanno “preso forma un’organizzazione sociale e un’identità civile profondamente diverse da quelle delle regioni centrosettentrionali”.

Cioè? “Esse sono dominate da un individualismo diffidente, nel quale gli interessi della famiglia o dei clan si antepongono, e inevitabilmente si contrappongono, a quelli dello Stato e della collettività nazionale”. E allora? “Su questo sottofondo pesano gli intrecci clientelari e la pervasività della violenza come pratica diffusa e sostanzialmente accettata per la risoluzione dei conflitti, sul cui tronco (e ridalle, ndr) sono sorte associazioni criminali di dimensioni gigantesche”. Meno male che non hanno scoperto il Sud mettersi le dita nel naso.

Consiglio ai lettori: inutile arrabbiarsi. In casi del genere è sufficiente affidarsi a Eduardo De Filippo e al pernacchio, una fusione di testa e di petto, cioè di cervello e di passione. Che deve significare: “tu sì ‘a schifezza ‘a schifezza ‘a schifezza ‘a schifezza ‘e l’uomm”. Questo è l’Oro di Napoli, cioè del Sud.

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giovedì 22 gennaio 2015

La crisi dell'eolico

Sono solo 107 i Mw di energia eolica installati in Italia nel 2014 con un calo percentuale del 76% rispetto all’anno precedente. Lo rileva l'Anev, Associazione nazionale energia del vento, segnalando la grave crisi che il settore eolico sta attraversando e il crollo dell’industria solida, con conseguenze su occupazione e sviluppo.

Si è passati da circa 37mila occupati nel 2012, ai 34mila nel 2013 e ai 30mila del 2014. Tale declino, sottolinea Anev, "è ingiustificabile se riferito ad un settore che al 2020 ha un potenziale di oltre 67.000 occupati e che ha tutti i margini per crescere ancora e apportare benefici al nostro Paese, in termini di sviluppo e crescita economica, soprattutto nelle regioni meridionali dove c’è più carenza di lavoro".

Sul banco degli imputati, per l'associazione, gli interventi normativi penalizzanti per le aziende del settore, in particolare al sistema delle aste al ribasso per l’assegnazione degli incentivi. Il "tracollo" dell’installato è infatti iniziato nel 2012, anno in cui è stato introdotto il nuovo sistema d’incentivazione, ripercuotendosi già sull’installato del 2013 pari a solo 450 Mw, contro gli oltre 1200 Mw del 2012.

(Fonte: AdnKronos)

martedì 20 gennaio 2015

Il Pd campano e le Primarie della discordia

Le Primarie della discordia. Non c'è pace in casa Pd Campania e la corsa alle Primarie, prevista il 1 febbraio, potrebbe slittare ancora. A confermare questa ipotesi è stato il segretario regionale del Partito Democratico, Assunta Tartaglione, a seguito della richiesta di alcune forze politiche di partecipare alle primarie di centrosinistra.

Intanto la situazione interna si fa sempre più 'effervescente' visto che Gennaro Migliore, destinato in un primo momento ad essere il candidato unico, ha ufficializzato la sua candidatura alle Primarie. Non solo Vincenzo De Luca ed Andrea Cozzolino dunque, ma ora anche l'ex vendoliano è sceso in campagna elettorale. Sciolta la riserva, è Migliore la persona scelta dai vertici nazionali del Pd e dal premier Matteo Renzi per sparigliare i giochi in Campania alla luce dello scontro sempre più intenso tra gli altri due candidati ossia Andrea Cozzolino e Vincenzo De Luca. (Per continuare a leggere l'articolo de ilquaderno.it clicca qui sotto)

Il Pd campano e le Primarie della discordia. Possibile nuovo rinvio e Migliore ufficializza candidatura

lunedì 19 gennaio 2015

Anziani, a Baselice arriva il taxi sociale

Con questo servizio il Comune di Baselice intende promuovere e sostenere ulteriori iniziative di assistenza a persone in situazioni di disagio fisico ed economico.

Il servizio consiste nell’erogare a cittadini ultra sessantacinquenni e/o diversamente abili residenti nel Comune, le seguenti prestazioni:
servizio di trasporto e accompagnamento degli utenti presso servizi sanitari (non di primo soccorso), servizi sociali, servizi integrativi, amici, parenti, spesa ecc.;

La Misericordia di Baselice ha offerto la propria disponibilità ad effettuare il servizio di “Taxi sociale” alle seguenti condizioni:
1) Pubblicazione ed informazione del servizio;

2) Centrale operativa numero 340/7201808 (referente sig. Graziano Cece) con il quale richiedere il servizio dalle ore 09:00 alle ore 12:00;

3) Prenotazione del servizio nelle 24 ore antecedenti l’intervento concordato e secondo la programmazione di un calendario giornaliero;

4) Erogazione degli interventi dalle ore 09:00 alle 13:00 e dalle ore 15:00 alle 19:00 dal lunedì al venerdì.

5) Garanzia dello spostamento dell’utente fino ad un raggio di 100 Km andata e ritorno per un massimo di tre ore di intervento;

6) Numero di interventi illimitati in un anno (non più di quattro interventi mensili per singolo utente);

7) Interventi eseguiti attraverso veicoli provvisti di omologazione, revisione e collaudo, e con operatore qualificato e adeguatamente formato;

8) Compartecipazione richiesta all’utenza pari ad € 5,00 per ogni intervento. I costi relativi ai km eccedenti il raggio di percorrenza previsto sono di € 0,50 per ogni Km e di € 10,00 per ora o frazione di ora eccedente le tre ore massimo previste. Sarà rilasciata apposita ricevuta fiscale per ogni intervento.

9) La Misericordia di Baselice si impegna a presentare al Comune di Baselice report bimestrale degli interventi effettuati.

I servizi offerti dalla Misercordia alla comunità sono essenziali e sono prestati a titolo assolutamente gratuito e che , dunque, risulta opportuno erogare un contributo straordinario annuo a sostegno delle attività della stessa per un totale di € 1500,00 (millecinquecento/00), che sarà versato quadrimestralmente nella somma di € 500,00; la Misericordia si impegna a fornire al Comune opportuna rendicontazione del contributo ricevuto.

La Provincia e la manutenzione del fiume Fortore

Approvate tre diverse perizie per lavori urgenti di manutenzione delle sponde dei fiumi Calore, Sabato, Ufita, Fortore e Isclero. Lo ha disposto il Presidente della Provincia di Benevento Claudio Ricci con una propria delibera.

Il provvedimento, che riguarda il risanamento di alcune situazioni di criticità idrogeologica, comporterà una spesa complessiva di circa 360mila euro.

Un primo progetto prevede che lungo le aste fluviali del Calore, del Sabato e dell'Ufita siano eliminati ostruzioni ed accumuli di materiali, per la gran parte legnoso, in particolare nelle aree a ridosso delle infrastrutture viarie della Provincia, nonché alcune delle principali criticità di dissesto idrogeologico al fine di prevenire eventuali situazioni di pericolo.

Sono cinque gli interventi che tale progetto precisamente prevede a:
-Benevento, in località Ponticelli (Confluenza del Torrente San Nicola con il fiume Calore);
-sulla Strada Provinciale n.32 (Apice Vecchio – Ponte San Vito);
-sulla Strada Provinciale San Vito – Apice (Confine Comune di Montecalvo);
-sulla Strada Provinciale n.27 (Benevento – Apice Nuovo);
-al Ponte Stazione di Vitulano;
-sulla Strada Provinciale n.110 Telese – Solopaca (Ponte Maria Cristina);
-in Comune di Fragneto L’Abate;
-in Comune di San Bartolomeo in Galdo;
-in Benevento Via Dei Longobardi (Ponte ferroviario);

Un secondo progetto, dell'importo di quasi 130mila Euro, concerne uno specifico intervento sul fiume Fortore in territorio di Foiano Valfortore. Si prevede il consolidamento e la messa in sicurezza delle sponde, nonché nel ripristino della sezione idraulica interessata dalla manutenzione.
Un terzo progetto, infine, concerne un intervento analogo al precedente per il Fiume Isclero in territorio di Paolisi per un spesa di 100mila Euro.