venerdì 8 marzo 2013

«Sul Psaut un eccesso di potere»


Sarà depositato questa mattina (ieri per chi legge, ndb) presso il Tar di Napoli il ricorso contro la delibera numero 13 del 6 febbraio 2013 dell’Asl da parte del comune di Foiano di Val Fortore. L’atto è già stato notificato la settimana scorsa all’Asl di Benevento, al comune di San Bartolomeo in Galdo e alla Regione Campania. Nel ricorso, redatto dall’avvocato Diego Perifano, nominato legale rappresentante dal comune fortorino, si chiede al Tribunale amministrativo di annullare l’atto del direttore generale dell’Asl di Benevento poiché esso contrasta con le direttive regionali in materia di organizzazione dell’emergenza sanitaria territoriale. Per l’amministrazione di Foiano, le scelte fatte con la delibera del 6 febbraio scorso vanno contro i decreti 49/2010 e 40/2011 del commissario ad Acta.

Secondo il ricorso presentato dall’amministrazione di Foiano, l’apertura del Psaut con lo spostamento delle unità mediche e infermieristiche dei 118 di Foiano e Ginestra presso il presidio di San Bartolomeo e la contestuale soppressione dei due Saut ha impoverito, contrariamente a quanto previsto dai due decreti del commissario ad Acta, il servizio dell’emergenza sul territorio.
Per il legale la delibera del 6 febbraio 2013, che decretava l’apertura del Psaut di San Bartolomeo, è una violazione e una falsa applicazione del Piano previsto dal decreto del 27 settembre 2010. “L’Azienda saniataria locale Bn1 con la delibera del direttore generale del 6 febbraio 2013 ha inteso proseguire l’obiettivo di attivazione del presidio Psaut di San Bartolomeo in Galdo – si legge nel ricorso al Tar – attraverso l’illegittima soppressione della postazione Saut esistente a nel comune di Foiano di Val Fortore, e posta a servizio della locale popolazione, nonché di quella residente nei paesi limitrofi, ovvero Baselice, San Marco dei Cavoti, Molinara, Montefalcone, Castelvetere. Identica soluzione di liquidazione dell’esistente presidio emergenziale è stata adottata anche per il Saut di Ginestra degli Schiavoni, la cui competenza si estende anche in favore delle popolazioni dei comuni di Castelfranco, Buonalbergo e San Giuorgio la Molara”.

Da quanto si evince del ricorso del comune di Foiano l’apertura del Psaut è avvenuta nonostante la carenza di personale, sacrificando l’efficienza della rete emergenziale nel territorio fortorino.
Un eccesso di potere, secondo il legale dell’amministrazione foianese, dunque, che viola le disposizione regionali previste dai decreti 49/2010 e 40/2011. I decreti del commissario ad Acta prevedevano il pitebnziamento del servizio emergenziale sul territorio fortorino con l’attivazione del Psaut e il mantenimento dei Saut di Ginestra e Foiano.

Il comune di Foiano, inoltre imputa all’Asl di Benevento la mancanza di istruttoria e l’erroneità nei presupposti che hanno portato alla riorganizzazione del servizio di emergenza territoriale nel Fortore. Nel ricorso si mette in evidenza come l’azienda sanitaria nella delibera numero 13 del 6 febbraio scorso non abbia tenuto conto dell’esigenza di potenziare e non impoverire l’offerta sanitaria, delle distanze dei comuni interessati dal capoluogo sannita, del disagio dei collegamenti stradali, del carattere prettamente rurale della comunità fortorina, dell’isolamento dovuto alla conformazione orografica del territorio. Il nuovo assetto emergenziale, dunque secondo l’amministrazione di Foiano, mette a dura prova il servizio allungando di molto i tempi di percorribilità.

Tratto da benevento.ottopagine.net

martedì 5 marzo 2013

Comunità montana, Ruggiero si dimette

Di Leonardo Bianco


Il terremoto provocato dalle elezioni del 24 e 25 febbraio scorso comincia a produrre i suoi effetti anche nelle amministrazioni degli enti locali. E’ il caso della comunità montana del Fortore. Giuseppe Ruggiero lo aveva annunciato su Ottopagine che c’era bisogno di una verifica politica nell’ente montano e dopo solo due giorni ha presentato le sue dimissioni da assessore della giunta della comunità montana guidata da Zaccaria Spina.

A provocare le dimissioni di Giuseppe Ruggiero sono state le affermazioni del vicepresidente della comunità montana, Salvatore Brancaccio, che, ieri su Ottopagine, aveva sostenuto che “non c’era nessuna necessità di una verifica politica e che le posizioni di Ruggiero erano dettate dallo stress pre e post elettorale”.

“Le affermazioni di Brancaccio - sottolinea Ruggiero – dimostrano che non si vuole fare chiarezza politica. Evidentemente c’è qualcuno che ha difficoltà a spiegare da che parte sta, anche alla luce delle dichiarazioni dell’onorevole De Girolamo, che sostiene che lo stesso Brancaccio ormai sia fuori dal Popolo delle Libertà. Fra una stress pre e post elettorale ed una vera e propria amnesia di appartenenza, scelgo senza dubbio la prima, anche perchè in un contesto politico come quello attuale non si ci può permettere di occupare cariche senza sapere chi o cosa si sostenga elettoralmente, abbandonandosi a continui esibizionismi giornalistici. La mia decisione, irrevocabile, deriva dalla consapevolezza che non si può stare con un piede in due scarpe. Se qualcuno vuole continuare a difendere l’operato del governatore della Regione Campania, Stefano Caldoro, che è ormai latitante su molte questioni, a partire dalla vicenda dei forestali (il presidente non conosce nemmeno il numero dei forestali e non sa che i lavoratori non sono dipendenti delle comunità montane ma bensì della Regione), non trova certamente il mio consenso”.

“I danni di questo governo ormai sono sotto gli occhi di tutti. I comuni non possono fare fronte alle ordinarie attività in quanto da tre anni non ricevono i rimborsi sulle rate dei mutui contratti per le opere pubbliche. I fondi per il sociale e la sanità sono stati drasticamente ridotti, gli aiuti comunitari, unica vera risorsa della Regione, sono stati spesi in minima parte. La confusione sul piano energetico regionale – continua il vicesindaco di Foiano - ha fermato investimenti vitali per il nostro territorio. Attendiamo da oltre un anno la legge sulla gestione dei rifiuti, con le tariffe che stanno schizzando alle stelle per la mancanza di una seria programmazione sull'impiantistica deputata allo smaltimento. Ancora attendiamo i fondi per l'emergenza neve ormai promessi da oltre un anno. Credo che l'amico Brancaccio si renda conto di tutto questo, o almeno spero. E' assurdo che persone non ricevano da 14 mesi uno stipendio, con la Regione Campania a sventolare i soliti 60 milioni di euro che non si capisce bene quale annualità dovrebbero coprire. Sono due anni che fotocopiamo gli stessi progetti e li chiamiamo in modo diverso, piano forestale o grande progetto della forestazione, la sostanza comunque non cambia. Non comprendo come si potesse illudere oltre 4000 persone del fatto che i fondi europei potessero essere usati per la forestazione. Non credo che la stabilizzazione sia stata un problema anche alla luce del fatto che la Regione Campania ha visto ridurre drasticamente in questi anni il numero dei lavoratori forestali e soprattutto dal fatto che sulla spesa ordinaria l'Ente non reperisca, da circa tre anni, nemmeno i fondi che garantirebbero un rapporto di lavoro simile a quello a tempo determinato assicurato negli ultimi trent'anni. E’ paradossale che di tutto ciò si continui a darne responsabilità alla precedente amministrazione di centrosinistra, come è solito fare delle amministrazioni locali che dimostrano la propria incapacità”.

“Infine, se un’istituzione come la comunità montana non è capace di difendere il territorio, anche su questioni che non sono di competenza dell’ente stesso, come l'organizzazione dell'emergenza territoriale, credo che non ci siano più i presupposti per dialogare. Mi auguro – conclude Giuseppe Ruggiero - che questa mia decisione possa essere di stimolo ad un serio confronto fra tutte le amministrazioni e che si possa riavviare con decisione una nuova fase che veda protagonisti gli uomini e le donne del partito democratico”.

Tratto da Ottopagine/Benevento

domenica 3 marzo 2013

Petrolio nel Sannio, la Puglia 'avverte' Caldoro: 'Danno a falde acquifere e agricoltura'

La questione relativa alla ricerca di idrocarburi nel Sannio ed in Irpinia supera i confini territoriali e arriva all'attenzione della vicina Puglia, preoccupata, molto preoccupata del tipo di politica ambientale che balena in testa ai vertici della Regione Campania. Una posizione ambigua, quella di Palazzo S.Lucia con il consiglio regionale che ha votato all'umanimità contro qualsiasi tipo di ricerca del petrolio sul territorio campano ma con il Governatore regionale Stefano Caldoro che, proprio in occasione di un comizio elettorale a Benevento, aveva aperto alla ricerca di idrocarburi nell'entroterra campano definendole "ricerche geologiche".

Mancanza di chiarezza dunque, e preoccupazione dei "vicini" pugliesi che hanno convocato un incontro a Bari con sindaci ed amministratori dei comuni campani interessati dai progetti della Delta Energy ltd, la società che intende dare il via alla ricerca di idrocarburi nelle province di Avellino e Benevento.

L'interesse della Regione Puglia va specialmente alle possibili trivellazioni nel territorio irpino, per una questione di vicinato: così l'assessore Opere pubbliche e Protezione civile della Regione Puglia, Fabiano Amati si è detto preoccupato dei rischi di inquinamento delle falde acquifere.

Contrarietà netta dunque da parte della Puglia con la possibilità di estendere la protesta anche in Basilicata. Sull'argomento delle trivellazioni, durante la campagna elettorale, intervenne proprio il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, con un secco "no" ai progetti di ricerca ed alle trivellazioni in Campania. Una sorta di avvertimento al collega Caldoro: "Siamo da sempre contrari a questo tipo di intervento perchè danneggia l'ambiente con inquinamento delle falde acquifere e effetti disastrosi sull'agricoltura senza nessun beneficio per la popolazione locale. La partita è tutta da giocare insomma, con l'aggiunta di nuovi protagonisti.

www.ilquaderno.it