lunedì 19 agosto 2013

Storie di emigranti: «Amiamo il nostro paese»

di Biagina Cece

Ritornano sempre a Baselice, ogni anno, anche se per pochi giorni, perché loro, gli emigranti, le loro origini proprio non le dimenticano e non smettono di amarle. Allo stesso modo Baselice non dimentica loro e li accoglie ogni anno con ‘La Festa dell’emigrante’, tenutasi lo scorso 12 agosto. Abbiamo incontrato alcuni di loro, Addolorata, Giuliano, Orazio e Antonio, i quali hanno voluto raccontare l’ amore per il centro fortorino, rimasto immutato negli anni e la loro storia.

Addolorata, emigrata in Germania all’età di 17 anni: “Sono ormai 38 anni che vivo in Germania e devo dire che non è stato semplice andare via, lasciare i miei affetti, il mio paese, ma mi sono sposata e mio marito, baselicese, viveva già lì”. E difficile è stato vivere in un posto in cui Addolorata era una ragazzina che non conosceva nemmeno la lingua: “Devo dire che era un po’ umiliante, sentivi che la gente un po’ ti prendeva in giro. Sono cresciuta in fretta e in fretta ho dovuto imparare. Purtroppo erano tempi duri e non potevamo tornare in Italia. Tuttavia ogni anno sento il bisogno forte di venire a Baselice, è la mia terra questa”.

E una caratteristica contraddistingue Addolorata: “Non ho mai voluto la cittadinanza tedesca, io sono e resto Italiana!”. E poi c’è Antonio, anch’egli emigrato in Germania nel ‘68, quando aveva solo 20 anni: “A Baselice facevo il muratore ma i tempi erano davvero difficili. Un mio amico mi disse di andare in Germania e lì ho sempre lavorato in un’impresa di costruzioni”. Antonio ritornò poi a Baselice per sposare la sua fidanzata: “Siamo poi tornati in Germania e all’inizio era davvero difficile, a oggi stiamo bene, ma ogni anno torniamo al paesello”.

Orazio invece emigrato in Brianza ha detto: “Avevo 21 anni quando sono andato via e a oggi sono 41 anni che non vivo più a Baselice. Anch’io portai mia moglie in Brianza e abbiamo vissuto in quello che definirei uno scantinato per molti anni”. La difficoltà Orazio l’ha riscontrata nella diffidenza iniziale della gente del posto: “All’inizio non è stato affatto semplice, noi arrivavamo dal sud accompagnati da tutti i pregiudizi. Poi le cose sono migliorate e oggi stiamo bene, ma Baselice rimane nei nostri cuori”. Giuliano invece, emigrato a Lodi a soli 14 anni ha detto: “Studiavo la sera e lavoravo come panettiere, ero un bambino e credo che oggi nessun ragazzino di quell’età lo farebbe, ma i tempi erano davvero duri, non c’era scelta”.

Emigrati e rimasti lontani dalla loro terra, sono riusciti comunque a inculcare nei loro figli l’amore per Baselice i quali li accompagnano spesso anche se ormai sono grandi e alcuni di loro, hanno scelto di sposarsi proprio nel centro fortorino. Molte le differenze che ogni anno colpiscono gli emigranti: “E’ tutto cambiato – ha detto Orazio – abbiamo trovato tanto ordine e pulizia e il cimitero mi ha sorpreso davvero, un posto del tutto differente dal passato”.

E Addolorata ha aggiunto: “C’è una grande ospitalità la festa stessa dell’emigrante, un vero regalo per noi”. E cosa cambiereste? A questa domanda Giuliano ha risposto: “C’è una gioventù bellissima a Baselice, ma non abbastanza coraggiosa; dovrebbero rischiare di più e creare opportunità per restare e valorizzare il paese”. Un paese che adesso attraverso le diverse iniziative, sta uscendo ‘fuori’, come con il presepe vivente e il film che a breve qui sarà girato ‘Quaffer’: “Io penso che queste siano grandi opportunità – ha detto Giuliano – io me lo auguro davvero per l’amore immenso che provo per il mio paese”.

benevento.ottopagine.net

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