domenica 17 marzo 2013

I No triv a Morcone

No alle trivellazioni. Questo il grido del Comitato che lotta contro la ricerca di idrocarburi sul nostro territorio, il NoTriv, che il giorno 13 marzo, alle ore 17, presso l'auditorium di San Bernardino a Morcone, ha tenuto un'assemblea a cui tutta la cittadinanza è stata invitata a partecipare.

Ad illustrare il tema ai presenti i geologi Vincenzo Briuolo e Vincenzo Portoghese, anche attraverso l'ausilio di proiezioni digitali su parete. Il Comitato ha l'obiettivo di sensibilizzare i comuni interessati al problema e mantenere desta l'attenzione per opporsi all'inevitabile devastazione di un territorio pieno di ricchezze a cui si vuole dare un valore d'uso diverso da quello che ha.

Come scritto nel manifesto che il Comitato ha promulgato: "Dobbiamo reagire, unire le comunità in difesa del nostro patrimonio, del nostro diritto a vivere e non farci derubare e depredare. Se resteremo a guardare passivamente, delegando agli altri la soluzione ai nostri problemi, e non costruiamo una grande mobilitazione del nostro territorio, consentiremo, ancora una volta, alle istituzioni ai vari livelli di agire indisturbati e garantire gli interessi dei grandi capitali a discapito degli interessi della collettività".

I membri del NoTriv hanno invitato i presenti a formare un gruppo indipendente che porti avanti la lotta sul proprio territorio in modo da dar vita a più di un movimento che contrasti l'avanzata delle trivelle. Si è parlato a lungo degli scavi effettuati negli anni settanta-ottanta, illustrando i principali bacini petroliferi. I geologi hanno sottolineato che l'attività di ricerca di idrocarburi è altamente dannosa se rapportata alle nostre terre perchè il petrolio presente in queste zone è sporco e ricco di zolfo e necessita di raffinazione.

L'attività sfrutta questioni industriali costosissime (un pozzo richiede circa venticinque milioni di euro) e non crea, come si vuole far credere, grandi opportunità occupazionali in quanto la manodopera specializzata arriverà per lo più dal Nord Italia e, in minor parte, dall'estero.

La tecnologia, al nostro stato, permette di perforare fino a 4000-5000 metri di profondità ed i costi si elevano notevolmente. L'obiettivo fondamentale è quello di bloccare il tutto sul nascere: il passo dalle analisi di impatto ambientale alla perforazione vera e propria è breve ed occorre intervenire tempestivamente.

Le ricerche sono coperte da segreti industriali e, quindi, non subito a beneficio della collettività; non vengono rese pubbliche se non dopo un ventennio. Come più volte evidenziato dai geologi, la parte politica in Italia è totalmente schierata a favore delle trivelle e se noi semplici cittadini, supportati dai nostri amministratori locali, non ci opponiamo, gli sforzi del Comitato risulteranno vani.

Di grande importanza le conseguenze dell'idrogeno solforato che, emesso nell'aria tramite l'attività in questione, in quantità maggiori rispetto al limite consentito (pari a 0,005 ppm) è altamente nocivo. L'elemento in dosi massicce comporta odore offensivo, danni alla vista, paralisi olfattoria, edema polmonare, intossicazione acuta, danni al sistema nervoso, apnea, collasso, aborti spontanei, tumori al colon, morte immediata.

Rapportato alla nostra realtà raggiungerebbe una concentrazione pari a 30 ppm (parti per miliardo). Le stesse trivelle sono altamente dannose in quanto l'ADN, il dispositivo adibito, sfrutta l'americio-241 che è un elemento fortemente radioattivo combinato con berillio e litio, sostanze anch'esse tossiche e nocive. L'americio-241 emette raggi gamma ed alfa, proprio per questo non è tollerata la presenza di nessuno nel raggio di dieci chilometri.

In ultimo, i geologi hanno posto l'accento sul decreto n.152/2006 e in particolar modo sull'art.303 grazie al quale, la Delta Energy e le altre società sarebbero tutelate non potendo dimostrare il nesso tra danni ed attività; tutto ciò non può essere accettato. All'incontro, è giusto sottolinearlo, non erano presenti le istituzioni che dovrebbero difendere a spada tratta la salute dei propri cittadini e lottare assieme a loro.Una totale indifferenza da parte degli amministratori dinanzi a un problema di così grande gravità.

I rappresentanti del Comitato NoTriv, congedando coloro che sono accorsi all'assemblea, hanno invitato tutti ad unirsi a gran voce al motto "Il Sannio è verde , non è nero!".

tratto da Ottopagine/Benevento

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