martedì 5 marzo 2013

Comunità montana, Ruggiero si dimette

Di Leonardo Bianco


Il terremoto provocato dalle elezioni del 24 e 25 febbraio scorso comincia a produrre i suoi effetti anche nelle amministrazioni degli enti locali. E’ il caso della comunità montana del Fortore. Giuseppe Ruggiero lo aveva annunciato su Ottopagine che c’era bisogno di una verifica politica nell’ente montano e dopo solo due giorni ha presentato le sue dimissioni da assessore della giunta della comunità montana guidata da Zaccaria Spina.

A provocare le dimissioni di Giuseppe Ruggiero sono state le affermazioni del vicepresidente della comunità montana, Salvatore Brancaccio, che, ieri su Ottopagine, aveva sostenuto che “non c’era nessuna necessità di una verifica politica e che le posizioni di Ruggiero erano dettate dallo stress pre e post elettorale”.

“Le affermazioni di Brancaccio - sottolinea Ruggiero – dimostrano che non si vuole fare chiarezza politica. Evidentemente c’è qualcuno che ha difficoltà a spiegare da che parte sta, anche alla luce delle dichiarazioni dell’onorevole De Girolamo, che sostiene che lo stesso Brancaccio ormai sia fuori dal Popolo delle Libertà. Fra una stress pre e post elettorale ed una vera e propria amnesia di appartenenza, scelgo senza dubbio la prima, anche perchè in un contesto politico come quello attuale non si ci può permettere di occupare cariche senza sapere chi o cosa si sostenga elettoralmente, abbandonandosi a continui esibizionismi giornalistici. La mia decisione, irrevocabile, deriva dalla consapevolezza che non si può stare con un piede in due scarpe. Se qualcuno vuole continuare a difendere l’operato del governatore della Regione Campania, Stefano Caldoro, che è ormai latitante su molte questioni, a partire dalla vicenda dei forestali (il presidente non conosce nemmeno il numero dei forestali e non sa che i lavoratori non sono dipendenti delle comunità montane ma bensì della Regione), non trova certamente il mio consenso”.

“I danni di questo governo ormai sono sotto gli occhi di tutti. I comuni non possono fare fronte alle ordinarie attività in quanto da tre anni non ricevono i rimborsi sulle rate dei mutui contratti per le opere pubbliche. I fondi per il sociale e la sanità sono stati drasticamente ridotti, gli aiuti comunitari, unica vera risorsa della Regione, sono stati spesi in minima parte. La confusione sul piano energetico regionale – continua il vicesindaco di Foiano - ha fermato investimenti vitali per il nostro territorio. Attendiamo da oltre un anno la legge sulla gestione dei rifiuti, con le tariffe che stanno schizzando alle stelle per la mancanza di una seria programmazione sull'impiantistica deputata allo smaltimento. Ancora attendiamo i fondi per l'emergenza neve ormai promessi da oltre un anno. Credo che l'amico Brancaccio si renda conto di tutto questo, o almeno spero. E' assurdo che persone non ricevano da 14 mesi uno stipendio, con la Regione Campania a sventolare i soliti 60 milioni di euro che non si capisce bene quale annualità dovrebbero coprire. Sono due anni che fotocopiamo gli stessi progetti e li chiamiamo in modo diverso, piano forestale o grande progetto della forestazione, la sostanza comunque non cambia. Non comprendo come si potesse illudere oltre 4000 persone del fatto che i fondi europei potessero essere usati per la forestazione. Non credo che la stabilizzazione sia stata un problema anche alla luce del fatto che la Regione Campania ha visto ridurre drasticamente in questi anni il numero dei lavoratori forestali e soprattutto dal fatto che sulla spesa ordinaria l'Ente non reperisca, da circa tre anni, nemmeno i fondi che garantirebbero un rapporto di lavoro simile a quello a tempo determinato assicurato negli ultimi trent'anni. E’ paradossale che di tutto ciò si continui a darne responsabilità alla precedente amministrazione di centrosinistra, come è solito fare delle amministrazioni locali che dimostrano la propria incapacità”.

“Infine, se un’istituzione come la comunità montana non è capace di difendere il territorio, anche su questioni che non sono di competenza dell’ente stesso, come l'organizzazione dell'emergenza territoriale, credo che non ci siano più i presupposti per dialogare. Mi auguro – conclude Giuseppe Ruggiero - che questa mia decisione possa essere di stimolo ad un serio confronto fra tutte le amministrazioni e che si possa riavviare con decisione una nuova fase che veda protagonisti gli uomini e le donne del partito democratico”.

Tratto da Ottopagine/Benevento

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