giovedì 10 gennaio 2013

«Il nostro territorio sta pagando un costo eccessivamente alto»


Le ultime vicende, che hanno visto il territorio del Fortore “vittima” di provvedimenti che lo mettono in una condizione di forte disagio, hanno acceso il dibattito politico e amministrativo tra gli amministratori locali. Dall’accorpamento degli ambiti sociali al piano di dimensionamento scolastico dimostrano un accanimento verso un territorio che rischia di rimanere isolato. Questa era stata l’analisi qualche giorno su Ottopagine del vicesindaco di Foiano e assessore alla comunità montana Giuseppe Ruggiero. Ruggiero che interviene nel dibattito politico facendo un’analisi sulla situazione toccando i temi che hanno suscitato la delusione e la rabbia di molti amministratori locali.

“Nonostante il momento, particolarmente difficile, in cui stiamo vivendo, è evidente che il nostro territorio – afferma il vicesindaco di Foiano - è uno di quelli che sta pagando un costo eccessivamente alto, soprattutto alla luce delle tante aspettative che per anni hanno animato il dibattito politico in questa valle”.

Il Fortore sembra sia diventato il bersaglio preferito delle istituzioni centrali, qual è lo stato d’animo degli amministratori locali e dei cittadini?
“L’idea maggiormente diffusa fra i fortorini è quella di un relativo disinteressamento da parte delle istituzioni Provinciali e Regionali delle problematiche che storicamente interessano l’alta valle del Fortore, il tutto contornato da una continua assenza di interlocuzione col le locali amministrazioni, quasi come se il loro parere possa ritenersi superfluo”.

Il Fortore vive un disagio che viene da lontano, e che oggi ha raggiunto un grado alto di insoddisfazione, quali sono secondo lei le cause?
“Il senso di disaggio viene amplificato dalla consapevolezza che a decidere delle sorti di questa area marginale della provincia di Benevento debbano essere persone nominate, mai elette e soprattutto completamente distanti dalla realtà delle nostre comunità. Certamente scontiamo una rappresentatività poco incisiva, non solo per il peso numerico delle nostre piccole comunità, quanto per la lontananza geografica di queste dal capoluogo di provincia. Una serie di ultime vicende in termini cronologici sono alquanto rappresentative di questa condizione che non aiuta certamente a rasserenare gli umori, anzi, spesso giustifica posizioni secessioniste verso vicine province, come accade ad esempio per San Bartolomeo in Galdo”.

La Sanità resta un problema serio e mai risolto per i comuni fortorini. L’apertura del Psuat con la contemporanea soppressione dei Saut di Ginestra e Foiano desta preoccupazione nei cittadini, qual’è la sua posizione?
“Gli episodi negli ultimi mesi sono veramente tanti e riguardano molteplici aspetti, si va dalla rete dell’emergenza dove un direttore generale dell’Asl proclama di voler applicare una palese erronea programmazione regionale, che prevede la soppressione dei Saut di Foiano di Val Fortore e di Ginestra degl Schiavoni in favore dell’apertura di un unico centro, a San Bartolomeo in Galdo, che mal potrebbe servire un bacino di utenza così ampio quale il territorio del Fortore e del Miscano. L’inquietudine nasce dal fatto che l’organizzazione proposta servirebbe poco anche allo stesso paese ospitante del Psaut facendo apparire l’intera operazione come una specie di contentino per la mancata apertura di un nosocomio a San Bartolomeo in Galdo. E’ chiaro a tutti che i tempi di intervento, in un territorio orograficamente complesso quale la Val Fortore, non sarebbero minimamente in regola con i protocolli dell’emergenza”.

Il piano di dimensionamento scolastico della Provincia, che ha fatto arrabbiare il sindaco di San Bartolomeo in Galdo e non solo, è stato un ulteriore schiaffo all’Alto Fortore? Quale poteva essere l’alternativa?
“La ridefinizione dei distretti scolastici, dopo aver dato ampie garanzie di autonomia all’istituto superiore di San Bartolomeo in Galdo, rappresenta un’ulteriore vicenda che ci aiuta a comprendere quale sia l’idea che a Benevento si ha della Valle del Fortore. Certamente esistono chiare responsabilità locali come il destino dell’istituto tecnico per l’agricoltura, ma accorpare l’istituto di San Bartolomeo in Galdo con quello di San Marco dei Cavoti, senza tenere in considerazione nemmeno la grandezza demografica dei due comuni, fa venir meno quell’autonomia scolastica che da sempre ha definito un chiaro e preciso ambito territoriale, e che invece un operazione di verticalizzazione degli istituti, come chiesto sia dal Sindaco di San Bartolomeo in Galdo che di San Marco dei Cavoti, avrebbe certamente meglio rappresentato. E’ chiaro che hanno prevalso logiche sindacali e di protezionismo che la stessa Provincia non ha avuto la forza di limitare”.

L’accorpamento degli ambiti è stato ancora una volta una sconfitta per i comuni fortorini, si può rimediare alla spaccatura creatasi il 28 dicembre scorso?
“La Regione Campania ultimamente ha deciso l’accorpamento dell’Ambito dei servizi Sociali B5 di Montefalcone con quello B4 di Morcone, quest’ultimo composto da un numero maggiore di comuni, definendo di fatto non una fusione fra gli ambiti ma un vera e propria annessione. Ciò ha prodotto che sindaci come quello di Colle Sannita e di Morcone abbiano potuto impostare il nuovo assetto dell’ambito su una vecchia logica fatta di maggioranze e di minoranze, con un campanilismo spicciolo che speriamo sia esente da interessi di tipo localistico e personalistico. Spero che il nuovo assetto che dovremmo darci entro il trenta giugno tenga in considerazione le maggiori esigenze che hanno i comuni più grandi e le difficoltà economiche di quelli più piccoli, dando vita ad un vero nuovo ambito che non si rifaccia sempre ed esclusivamente ai territori del Fortore e del Tammaro e con essi delle vecchie sedi degli uffici di piano”.

Anche sul fronte dei rifiuti il Fortore continua pagare per colpe non sue.
“Senza alcuna interlocuzione e dopo ampie garanzie da parte del presidente della Provincia Cimitile ai sindaci della valle sulla rifunzionalizzazione dell’impianto di compostaggio di Molinara, leggi che l’assessore provinciale ai rifiuti Gianluca Aceto, nominato come tanti, intende realizzare un digestore anaerobico che volgarmente altro non è che un impianto di biogas alimentato a rifiuti, riconvertendo un sito abbandonato da anni e che era stato finanziato dalla vecchia gestione commissariale e mai entrato in funzione. Spero che in questa occasione sia stato almeno informato il sindaco di Molinara, considerato che, come comuni limitrofi e quindi eventualmente beneficiari anche di misure compensative, non ci è mai pervenuta alcuna informativa che ci mettesse al corrente delle intenzioni dell’assessore di Telese. Comprendiamo, come si legge dai giornali, la volontà della Provincia di Benevento di impegnare i dieci milioni di euro concessi dalla Regione Campania, ma è talmente ovvio che una materia come quella della gestione dei rifiuti non può essere affrontata senza l’interlocuzione dei territori ospitanti gli impianti. L’assessore Aceto forse conosce poco i costi che il Fortore sostiene per lo smaltimento della frazione umida dei rifiuti negli impianti del Casertano e dell’Avellinese, che hanno generato un costo per la raccolta differenziata non più sostenibile per la locale popolazione, specialmente in un clima economico come quello in cui viviamo. Se aggiungiamo le conseguenze che da aprile avrà sulle tasche della gente l’entrata in vigore della Tares, l’entrata in esercizio dell’impianto di Molinara con la sua originaria funzione, avrebbe aiutato tantissimo i cittadini del Fortore i quali avrebbero avuto una bolletta della Tarsu molto meno salata. Se poi pensiamo anche alla mancata bonifica della discarica di San Bartolomeo in Galdo si comprende bene il senso di perplessità che l’intera valle ha nei confronti della politica e degli uomini che governano oggi la Provincia”.

Altra piaga per il territorio fortorino: i trasporti.
“Devi constatare che una delle tante ditte concessionarie dei trasporti della Provincia di Benevento, l’Etac, sopprime, senza alcuna conseguenza, l’unica corsa che realmente ha un senso per il Comune di San Bartolomeo in Galdo, quella che lo collega con Campobasso, perché a suo dirsi, nonostante la sostenuta utenza, non è più conveniente e in quanto tratta interregionale non beneficerebbe di alcun contributo.L’assurdità di questa questione sta nel fatto che questo collegamento aveva in parte alleviato le problematiche che San Bartolomeo in Galdo da sempre lamenta nei confronti di un capoluogo di provincia troppo distante e mal collegato, dandogli la possibilità di raggiungere la più vicina città di Campobasso”.

Insomma un vero accanimento verso Il Fortore.
“Sembra quasi che qualcuno si diverta ad aggiungere sventure ad una terra martoriata dal dissesto idrogeologico che puntualmente ha effetti su un assetto viario fermo ancora a quello del dopoguerra, a cui si aggiungono condizioni climatiche inclementi come quelli dell’ultimo inverno e per cui, nonostante lo stato di calamità e le promesse dell’Assessore Regionale Cosenza, i Comuni della valle ancora non hanno ricevuto un euro. Si potrebbe continuare per ore elencando problematiche storiche ed attuali ma credo che adesso sia arrivato semplicemente il momento di dire basta a questo stato di cose, il consiglio della Comunità Montana del 10 gennaio servirà anche a prendere atto di queste situazioni aprendo, mi auguro, un tavolo di confronto con proposte e strategie ben precise”.

(tratto da Ottopagine/Benevento)

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