sabato 29 dicembre 2012

Petrolio nel Sannio, la Provincia ricorrerà al Tar. I cittadini: 'Una condanna a morte'

Si parla di rilancio dell'agricoltura, di scommessa della green economy, del grande progetto della diga di Campolattaro. Poi ecco che la Regione Campania decide di favorire la società inglese "Delta Energy" per le trivellazioni petrolifere in 19 comuni del Sannio.

E' una mattina strana per i cittadini delle zone interessate dalle possibili trivellazioni petrolifere. Molti sono preoccupati ed hanno come riferimento lo scempio della Val d'Agri, in Basilicata, dove da oltre un decennio la ricerca di idrocarburi (in quel caso da parte dell'Eni) ha stravolto il quotidiano di piccoli centri lucani (Viggiano su tutti) con vantaggi praticamente nulli per le comunità locali. Proprio quello che potrebbe succede tra qualche mese nel Sannio.

E' molto rammaricato l'assessore all'ambiente della Provincia di Benevento, Gianluca Aceto, che da mesi ha messo in guardia i primi cittadini dei comuni interessati: molti di loro hanno firmato le delibere comunali contro qualsiasi autorizzazione a "scavare" alla ricerca di petrolio.

Potrebbe non bastare dopo che la Regione Campania, a fari spenti e con un decreto dirigenziale spuntato il giorno della Vigilia di Natale sul Burc, ha dato di fatto il via libera alla multinazionale inglese: "E' sicuramente un punto a favore per loro - ha commentato Aceto - ma quello che più mi sconforta è che la Regione Campania ha avuto al riguardo un atteggiamento misterioso, non inviandoci mai la documentazione che da mesi abbiamo richiesto. E' ovvio che c'è da reagire subito anche se la partita è tutta in salita: prima di tutto faremo immediato ricorso al Tar. Vale un po' lo stesso discorso fatto per scongiurare la realizzazione della centrale turbogas. Poi è chiaro che bisogna avere un colloquio risolutivo con i vertici regionali".

Strada in salita, afferma l'assessore, come in salita sono le strade della maggior parte dei comuni coinvolti nella "ricerca dell'oro nero". In salita e dissestate. Il gap infrastruttuale dei paesi del Fortore e del Tammaro è sotto gli occhi di tutti: se ne discute da decenni ma il risultato è scadente: "Immaginatevi un po' il traffico di autocisterne su queste strade - ci confida preoccupato Giuseppe, un cittadino di Molinara - e senza il minimo controllo".

In Basilicata, proprio per questo motivo, si sono avuti incidenti gravissimi con rovesciamenti di tir e fuoriuscite di petrolio. Intaccate, forse per sempre, falde acquifere e torrenti, persino un lago montano: "E' assurdo pensare ad una cosa del genere - dichiara un altro cittadino di Molinara nei pressi di un bar - tra qui e S.Giorgio la Molara siamo pieni di falde acquifere, anche per questo motivo non sono mai riusciti a fare una discarica per i rifiuti. Stanno mettendo gli occhi su questo territorio da decenni, questo è l'ennesimo attacco e, secondo me, è il più pericoloso".

Proprio a S.Giorgio La Molara c'è un laghetto montano. Stasera in paese c'è il "Natale a La Terra", una festa tradizionale molto sentita e partecipata: "Altro che pale eoliche - ha tuonato un cittadino - qua rischiamo di mettere in pericolo la nostra salute. Questa è una zona dove tira tanto vento, è una vallata aperta. Vogliono forse avvelenarci con etilene e altre schifezze come hanno fatto in Val d'Agri? Cos'è una condanna a morte?".

La Basilicata è l'esempio. Non bisogna andare lontano per immaginare gli effetti che un insediamento del genere può provocare all'entroterra sannita: "Proprio sul vostro portale - ha continuato Marco, residente a Pago Veiano - ho letto i programmi dei candidati e delle candidate di centrosinistra. Tutti parlano di rilancio all'agricoltura. Come pensano di rilanciarla l'agricoltura? Con le trivelle? In questi paesi l'unica vera ricchezza è la zootecnia, abbiamo allevamenti di carne marchigiana in ascesa, indiviati da altre realtà e questi pensano al petrolio".

Per gli intervistati insomma, la ricerca di idrocarburi è un inganno: "Non porterà ricchezza - aggiungono - sarà peggio dell'eolico, si arricchiranno solo in pochi. Almeno l'eolico è energia pulita, questo invece è veleno per le nostre terre, per i nostri figli e per il nostro futuro". La speranza di Marco è proprio quella di un interessamento al problema degli imprenditori della cosidetta, energia pulita: "Credo che a loro non dovrebbe far piacere avere in questi territori, una multinazionale pronta a lavorare a colpi di trivella. Spero in un loro intervento al fianco delle amministrazioni e dei cittadini".

www.ilquaderno.it

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