sabato 16 luglio 2011

Baselice tra i primi 'Comuni ricicloni' del Sud


Ad appena poco più di un anno (1 marzo 2010) dall'inizio della raccolta differenziata con la metodologia del cosiddetto "porta a porta” il comune di Baselice si è già contraddistinto per i risultati raggiunti. Infatti, nella annuale classifica dei "Comuni ricicloni", la tradizionale manifestazione organizzata da Legambiente, con il patrocinio del ministero dell'Ambiente, il 14 luglio scorso ha premiato a Roma, presso l'Hotel Quirinale, tutti i comuni virtuosi d'Italia e tra questi anche quello di Baselice. Nella classifica dei comuni del Sud Italia con meno di 10 mila abitanti il comune fortorino si è classificato tra i primi venti Comuni d'Italia ed al secondo posto di quelli della provincia di Benevento.

A ritirare l'ambito premio - dietro regolare invito a Roma - sono andati il sindaco Domenico Canonico, il vice Giuseppe Ferro e l'assessore all'ambiente Salvatore Brancaccio, insieme al responsabile organizzativo (della raccolta) Leonardo cece, ai quali la commissione di Legambiente presieduta dal direttore Andrea Poggio ha conferito l'attestato di merito del comune che si è contraddistinto in base all'indice di "buona gestione" della raccolta differenziata dei rifiuti.

"Un risultato di tutto rispetto, che ci onora e ci inorgoglisce - ha affermato il sindaco Canonico - anche perché ad appena un anno dall'inizio della raccolta differenziata pura dei rifiuti non credevamo di poter raggiungere un risultato del genere. questo grazie al fattivo impegno ed alla laboriosità dell'Amministrazione comunale ed in particolare dell'assessore Brancaccio il quale a distanza di qualche mese dall'insediamento si è subito attivato per l'organizzazione e la messa a punto operativa del ciclo virtuoso dei rifiuti. a dire il vero, a ben vedere la situazione che abbiamo ereditato non era delle migliori, in quanto tra le varie problematiche che ci siamo trovati ad affrontare da subito vi era proprio l'avvio della raccolta differenziata dei rifiuti, e con il dato del 2009 appena vicino al 20% e sulla base della nota prefettizia che ci sollecitava ad attivare la differenziata, pena il commissariamento, non ci trovavamo nelle serene condizioni psicologiche per operare. ad ogni buon conto bisogna rilevare che la percentuale del 65,9% ( che ci ha consentito tale posizionamento) è stata raggiunta a fronte di una tassa dei rifiuti che è sicuramente tra quelle più basse della Regione Campania".

“Il prossimo obiettivo - dichiara Brancaccio - dopo quello dell'ulteriore potenziamento della raccolta degli indumenti usati e del miglioramento delle varie tipologie della raccolta differenziata, sarà quello di istituire, per le famiglie, la raccolta degli oli vegetali e del tetrapak. A settembre, con l'apertura del nuovo anno scolastico organizzeremo un convegno per divulgare e sensibilizzare sempre di più le generazioni del futuro verso tale obiettivo, che ha tra i compiti primari quello della salvaguardia dell'ambiente. Un vivo plauso di ringraziamento va sicuramente a tutta la cittadinanza per la fattiva e necessaria collaborazione, oltre che per l'alto senso civico dimostrato; un grazie, infine, anche alla Sogesi, società che ha gestito, avviato e sensibilizzato la raccolta differenziata nel nostro comune".

mercoledì 13 luglio 2011

"Elettrodotto, nessuna tutela per cittadini e territorio dalle istituzioni"

Dopo aver “incontrato il più scoraggiante disinteresse politico ed istituzionale” nel ”porre in risalto il pericoloso impatto ambientale, economico, sociale di un elettrodotto da 380.000 volt”, il Comitato per la Salvaguardia del territorio Sannita, nell'esporre nuovamente le problematiche inerenti la realizzazione dell'elettrodotto Benevento-Foggia nella zona del Fortore e in particolare di Monte La Guardia (località visibile da oltre 50 chilometri di distanza, da punti di angolazione diversi in tutto il territorio e zona di interesse archeologico e paesaggistico)” torna ad auspicare “il formarsi di un'attenzione in merito. Di recente, lasciava ben sperare una dichiarazione (pubblicata sulla testata Bmagazine) dell'assessore alle politiche energetiche della Provincia Gianvito Bello che, rompendo il muro di silenzio, affermava che avrebbe chiesto in conferenza di servizi l'interramento del tracciato dell'elettrodotto nel Fortore.

"Ci scontriamo con discorsi economici perché interrare un elettrodotto costa di più rispetto a una linea aerea però dov’è necessario bisogna farlo assolutamente", ha affermato l'assessore perentoriamente.

Il 4 Luglio giunge la notizia: "ok definitivo alla realizzazione del nuovo elettrodotto". Ringraziando l'assessore Bello per l'interesse dimostrato, gli chiediamo: quando e come chiederà l'interramento dopo l'ok definitivo? Cosa è possibile fare adesso per ridurre i fortissimi rischi ed impatti visivi connessi al nuovo elettrodotto? E' possibile, inoltre, che Gianluca Aceto assessore all'ambiente della Provincia, sollecitato senza esito ad intervenire sul tema, non abbia un Suo parere in merito?

Se le istituzioni pubbliche, espressione della tutela e salvaguardia del territorio e dei suoi cittadini, riservano tale attenzione alle problematiche avanzate dai circa 2000 cittadini interessati che hanno sottoscritto la petizione pubblica per dire NO alla situazione che di fatto si sta venendo a creare, allora si rende necessario domandarsi quali altri modi hanno a disposizione i cittadini per partecipare attivamente alle scelte che li riguardano direttamente? Quali altri modi hanno a disposizione i cittadini per partecipare attivamente alle scelte che hanno riflessi sulle loro condizioni di vita presenti e future e non dover subire decisioni imposte da parte di coloro che invece dovrebbero essere espressione del volere delle stesse popolazioni che gli hanno conferito mandato ad amministrarle?

E inoltre, se è vero che “la nuova infrastruttura, consentirà 30 milioni di euro l'anno di risparmio in bolletta per imprese e cittadini ...dovuti all'incremento di 1000 MW di capacità produttiva” quali sono le fonti di finanziamento (a carico di quali enti) a copertura di tali investimenti e in che modo (ossia in quanti anni e come) ne è stato calcolato il ritorno? Contemporaneamente quali sono, tradotti in termini economici, gli effetti ambientali e sociali sia diretti che indiretti di tale infrastruttura su tutto il territorio e in particolare su quello del Fortore?

Se è vero che ai cittadini sarebbero stati riservati vantaggi nei termini sopra esposti, in che modo si pensa di dare concretamente attuazione al raggiungimento degli obiettivi di risparmio dichiarati?”.

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martedì 12 luglio 2011

E' in distribuzione il numero 2 di "Fortore"


E’ da pochi giorni in distribuzione il secondo numero del periodico “Fortore”, edito dall’Associazione Trediciarchi. L’Associazione, con sede a Riccia, ha come fini quelli di svolgere attività di studio, di ricerca, di informazione e di documentazione per favorire la conoscenza dell’area del Fortore nella sua estensione extra regionale e contribuire sia al recupero del patrimonio storico, artistico, demoetnoantropologico, archeologico, naturalistico e ambientale, sia alla riscoperta di una comune identità che trova fondamento nelle affinità etniche, culturali ed economiche della popolazione presente sul territorio.

Il nuovo numero è ricco di notizie e di articoli che evidenziano queste affinità e, soprattutto, fanno conoscere approfonditamente aspetti poco noti e attrattive delle nostre comunità. A partire dall’editoriale di Giovanni Mascia, opportunamente intitolato “Invito al Fortore”, è tutto un susseguirsi di scritti e di curiosità, storico, artistiche, archeologiche o relative alle tradizioni religiose e culinarie fortorine.

Tra gli articoli segnaliamo quello sulle Feste del Grano di San Marco dei Cavoti e di Jelsi; quello sui principi de Capua, feudatari di Roseto Val Fortore, Molinara, Riccia, Pietracatella, Gambatesa, ecc., scritto dal direttore del giornale Antonio Santoriello; quello su San Giovanni eremita da Tufara che, giustamente, può essere considerato il patrono della valle del Fortore e la cui venerazione, ad oltre nove secoli dalla morte, non è venuta mai meno, anzi si è ingigantita. Molto utile ed interessante risulta essere la rubrica “Appuntamenti”, che registra gli eventi festivi, dalle sagre alle feste patronali, che verrano svolti durante i mesi di luglio e di agosto negli oltre trenta paesi ricadenti territorialmente nell’area fortorina molisana, campana e pugliese.

lunedì 11 luglio 2011

"Libera il Sannio dalla criminalità"


“LIBERA Benevento, nella persona del referente provinciale Amleto Frosi, plaude alla Procura della Repubblica di Benevento e, in particolar modo, al Procuratore Capo Dott. Giuseppe Maddalena, per l’azione di sequestro di beni effettuato ai danni di sospetto affiliato alla camorra nella nostra provincia, confermando di fatto che non esistono terre immuni dal rischio di infiltrazioni mafiose. Libera Benevento – si legge appunto nella nota diffusa alla stampa - sente l’impegno di rafforzare le difese della società civile a supporto di patrimoni esposti a rischio di espoliazione a vantaggio di associazioni criminali.

Quanto più una zona è di pregio, quanto più è lontana dal pericolo di infiltrazioni mafiose tanto più è appetibile e sicura per gli affari loschi della malavita organizzata. Le istituzioni non possono essere lasciate sole, così come non bastano le deleghe alle forze dell’ordine o alla magistratura, occorre rafforzare i presidi dei cittadini, alzare i livelli di allerta e richiamare ad una maggiore attenzione chi vi è preposto”.

Amleto Frosi ricorda inoltre “la raccolta di firme che nel 1996 ha permesso di dare vita alla Legge 109 sulla confisca dei beni ai mafiosi e l’impegno costante di LIBERA sulle attività del riuso sociale dei beni con la nascita di LIBERA TERRA. Cooperative in tutta Italia che coltivano i terreni tolti ai mafiosi per darci prodotti biologici dal sapore di giustizia. Coltivano speranza i molti giovani che oggi si trovano nei campi confiscati. Migliaia di volontarie e volontari provenienti da diverse regioni d'Italia e del mondo scelgono ogni anno di fare un' esperienza di lavoro, di volontariato e di formazione civile prendendo parte ai campi di lavoro sui terreni confiscati alle mafie e gestiti dalle cooperative sociali di Libera Terra per trasformare una sfida in un progetto di economia sociale che vince nella legalità, nella qualità, nella sostenibilità e anche nei mercati”. Per questo Frosi lancia l’iniziativa “LIBERA il Sannio” dalla criminalità.

Per aderire inviare una mail a: benevento@libera.it o fax 082422491.

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In Campania il maggior numero di disoccupati

La metà dei disoccupati italiani, un milione di persone, è concentrata al Sud. In Campania il tasso di disoccupazione supera il 15% (quasi il doppio rispetto alla media nazionale dell'8,6%) e nella altre regioni meridionali non ci si discosta troppo da questi livelli. Gli ultimi dati Istat confermano che l'emergenza lavoro nel Mezzogiorno è a livelli altissimi.

Molto diversa la situazione al Nord, dove, soprattutto il Trentino Alto Adige e la Valle d'Aosta, ma anche l'Emilia Romagna e il Veneto possono vantare quote di senza lavoro esigue, pari a circa un terzo rispetto a quelle registrate nel Mezzogiorno. Insomma, i dati dell'Istat riferiti al primo trimestre del 2011 parlano chiaro: dei 2,155 milioni di disoccupati in tutto il Paese circa il 50% si trova al Sud (1,003 milioni), il 35% al Nord (762 mila), e la parte rimanente al Centro (il 18% pari a 390 mila).

A livello di singole regioni, come detto, la Campania registra sia il tasso più alto di disoccupati (15,6%), che il numero complessivo maggiore (286 mila). Ciò significa che questa sola regione assorbe il 13% dei disoccupati in Italia. E la Sicilia mette a segno una performance molto simile, tanto che insieme le due regioni arrivano a totalizzare oltre mezzo milione di disoccupati.

Se si guarda alla situazione delle donne, le quote di senza lavoro lievitano ancora, con la Sicilia che detiene la maglia nera, registrando per la componente femminile un tasso del 18,1%.

Risalendo la Penisola i tassi di disoccupazione si abbassano fino ad arrivare a regioni come il Trentino Alto Adige (3,9%) o la Valle D'Aosta (4,4%). Tra le grandi regioni italiane molto bene fanno l'Emilia Romagna, che limita la quota al 5,2% e il Veneto (5,4%).

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domenica 10 luglio 2011

Caldoro: «Ok ai rifiuti in Irpinia e nel Sannio»

(Sanniopress) – La firma è arrivata al termine di un’altra giornata di tensioni sul fronte monnezza. Il governatore Stefano Caldoro ha dato l’ok all’ordinanza per il conferimento della spazzatura prodotta a Napoli e Salerno nelle province di Caserta, Benevento e Caserta.

In breve, la Regione s’è arresa di fronte all’impossibilità di provincializzare il ciclo rifiuti, (ognuno si cura la sua immondizia), soprattutto nell’obeso capoluogo che crea tonnellate 1500 al giorno, e dell’imminente collasso dei siti di trasferenza a Napoli, Acerra e Caivano. Pertanto, «preso atto della permanenza di condizioni di criticità derivanti dalla non autosufficienza del sistema di gestione» nei territori di Napoli e Salerno, la Regione ha predisposto i conferimenti negli impianti delle province di Avellino, Benevento e Caserta.

Nel Sannio non l’hanno presa bene: l’assessore provinciale Gianluca Aceto ha comunicato al responsabile flussi della Regione, Raimondo Santacroce, l’indisponibilità della discarica Sant’Arcangelo Trimonte a ricevere ulteriore pattume. Questo perché «la discarica è sotto sequestro, in attesa della messa in sicurezza da una frana, e in attesa dei monitoraggi ambientali».

FONTE: CORRIERE DEL MEZZOGIORNO