sabato 7 agosto 2010

Banca popolare schiaffo inaccettabile

Gaetano Pietropaolo*

Negli ultimi giorni abbiamo avuto modo di leggere sulle cronache nazionali e locali della presunta truffa, organizzata da un sedicente professionista napoletano, relativa alla Banca Popolare del Meridione. Stando a quanto si apprende dalle prime notizie emerse, sembrerebbe un caso da manuale. Si decide di fondare una banca, si raccolgono i fondi convincendo centinaia di risparmiatori e poi si sparisce…coi soldi si intende!

Fermo restando la presunzione di innocenza -spero per l’autore del misfatto e per i risparmiatori che si tratti solo di un equivoco – vorrei fare una breve riflessione a carattere più generale.
Un simile caso sarebbe una ferita, l’ennesima, che brucia forte, a chi ci ha rimesso i soldi ovviamente, ma anche ad un’intera collettività.
Dando a questa truffa il nome di “Banca Popolare del Meridione”, gli autori del misfatto non si sono accorti di fare un torto a quella maggioranza di meridionali onesti che con l’illegalità non hanno nulla a che fare.

In periodi in cui l’opinione pubblica e una buona parte della politica nazionale non è sicuramente accomodante nei confronti della gente del Sud, utilizzare l’aggettivo meridionale per denominare un imbroglio mi sembra l’ennesimo schiaffo ad una comunità, quella meridionale, che è già costretta a subirsi gli insulti di Salvini & company e che vive, ormai da secoli, mascherata dai pregiudizi e dai luoghi comuni.
La mia, più che una lettera al giornale è quindi un appello a chiunque abbia intenzione di cimentarsi in affari poco chiari, avventure strane, cricche e associazioni per delinquere di non mettere in mezzo i meridionali.

Possibilmente cercate di desistere dal fare stupidaggini. Sarebbe meglio per tutti, soprattutto per voi. Ma se proprio dovete, chiamatevi come volete. Il vocabolario italiano è pieno di nomi, aggettivi e simili. Vi saremmo grati se lasciaste stare gli appellativi Sud, meridione, Mezzogiorno, meridionale ecc. che non appartengono, per fortuna, solo a voi.

Coordinatore L’ALTRO SUD*

Lettera pubblicata su "Il Mattino" del 6 agosto

venerdì 6 agosto 2010

Fortore, presentazione del libro “Terroni” di Pino Aprile


di Sergio Truglio

In occasione dei centocinquanta anni dell’Unità d’Italia, il circolo “Steven Bantu Biko” di San Bartolomeo in Galdo organizza un incontro con Pino Aprile autore del libro:"Terroni.Tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero meridionali".

Nella gioia dei festeggiamenti per l'Unità della Penisola, l’autore pugliese, scevro da ogni retorica risorgimentale, ci ricorda, o più spesso ci porta a conoscenza degli avvenimenti su cui si fonda l’Italia unita. Dopo aver letto il suo libro, ci poniamo alcune domande che finora non avremmo mai lontanamente pensato: Garibaldi ed i suoi Mille erano eroi o delinquenti assassini? A sentire il discorso del nizzardo, tenuto il 5 dicembre 1861, al parlamento piemontese, qualche dubbio ci viene. Così Garibaldi descrive quei giovani che la storia del risorgimento ci ha insegnato essere i migliori giovani dell'epoca, imbevuti degli ideali risorgimentali di Mazzini, Cattaneo e Pisacane: “Tutti generalmente di origine pessima e per lo più ladra; e tranne poche eccezioni con radici genealogiche nel letamaio della violenza e del delitto”; i briganti erano davvero la peggiore feccia della criminalità dell'epoca o partigiani? Perché il giacimento di gas metano più grande d'Europa, non ha portato nessun beneficio ai paesi del subappennino dauno?

Come sempre “est modus in rebus”, ma il libro di Pino Aprile ti aiuta a guardarle dalla parte degli sconfitti.

L’appuntamento è per lunedì 9 luglio alle ore 18:30 presso la Biblioteca comunale di San Bartolomeo in Galdo.
(Per ingradire il manifesto clicca sulla foto)

giovedì 5 agosto 2010

Il Wwf contro i tralicci


Postiamo un interessante articolo apparso su "Il quaderno.it" dal titolo "Energia elettrica, Wwf contro la linea Terna Benevento-Foggia: autostrada a 8 corsie e Sannio usato come autogrill".

Il WWF, Sezione provinciale di Benevento ha commentato la decisione della Terna (società che gestisce la manutenzione e/o distribuzione di energia elettrica) di ammodernare la rete in Italia e che “nella nostra regione vuole sostituire l’attuale rete di distribuzione di 380 KVolt (gli elettrodotti con i grossi tralicci a 4 braccia) che trasporta l’energia dalla stazione elettrica ‘Benevento 2’ (tra Contrada San Vitale e Apollosa) alla stazione elettrica di Foggia”.

Secondo il WWF “l’intento di Terna è smontare la linea esistente e costruirne un'altra con una portata sei volte superiore a quella attuale. La nuova linea ricalcherebbe per la maggior parte il tracciato attuale, mentre presso Paduli dovrebbe deviare attraversando longitudinalmente, quasi per intero, il territorio comunale e andando a investire il territorio di San Giorgio la Molara, fino a Ginestra degli Schiavoni, dove la linea ritornerebbe di nuovo verso la vecchia linea ad Ariano Irpino per poi dirigersi verso Foggia”.

Questa la domanda che si pone l’associazione ambientalista: perché va verso il Fortore e poi ritorna sulla stessa linea?
Un’ipotesi “potrebbe essere quella di raccogliere l’energia prodotta dagli impianti eolici e di immetterla in rete per poi distribuirla nei luoghi di maggiore consumo. Infatti, nei comuni del Fortore e principalmente nel comune di San Giorgio la Molara sono previsti ampliamenti degli impianti eolici esistenti, andando così a infittire ancora di più la ‘foresta’ di torri, pale e tralicci che ha modificato quasi integralmente il paesaggio. Proprio nel territorio di San Giorgio la Molara, la Edison e l’IVPC si contendono una ‘toppa’ e hanno previsto separatamente delle installazioni che si sovrappongono”.

“Un tempo – ha aggiunto il WWF - era il Comune a regolamentare e approvare l’installazione delle pale eoliche nel suo territorio. Oggi con la nuova normativa, i progetti sono approvati direttamente dalla Regione, sovrastando le programmazioni locali e approvando le richieste alla cieca senza tener conto della programmazione territoriale strategica locale anche dove c’è”.

A questo punto l’associazione, però, fa altre ipotesi sui motivi che spingono la Terna ad ammodernare la linea: potrebbe trasportare, in tal caso, anche l’energia elettrica degli impianti proposti, ossia la centrale a turbogas di Ponte Valentino ancora in valutazione presso i Ministeri competenti o l’impianto a biomasse (o inceneritore) di San Salvatore Telesino, per il momento bocciato e il previsto impianto idroelettrico della diga sul Tammaro.

“La nuova linea Terna Benevento-Foggia – ha concluso il WWF - rischia di diventare l’autostrada a ‘otto corsie’ dell’energia e il Sannio il territorio dove installare tutti gli ‘autogrill’ relativi: eolico, turbogas, idroelettrico, biomasse...”.

www.ilquaderno.it

mercoledì 4 agosto 2010

Bonifica di Serra Pastore, approvato progetto definitivo

E' stato approvato il progetto definitivo per la bonifica della discarica di San Bartolomeo in Galdo in località Serra Pastore. Lo rende noto l'assessore provinciale all'ambiente, Gianluca Aceto, che ne ha ricevuto formale comunicazione dal Settore ecologia e tutela dell'ambiente della Regione Campania.

Aceto ha rilasciato alla Stampa la seguente dichiarazione.
«Sebbene il percorso per la bonifica di Serra Pastore sia stato caratterizzato finora da una eccessiva lentezza, non possiamo che auspicare che l'approvazione definitiva del progetto da parte della Regione possa segnare una inversione di tendenza ed accelerare gli interventi necessari per evitare danni all'ambiente circostante. La Provincia di Benevento, ha continuato l'assessore, sin dal novembre dell'anno scorso, nel rispetto dei tempi fissati in una riunione in Prefettura nel corso della quale vari soggetti assunsero impegni precisi a favore di Serra Pastore, realizzò a proprie spese la copertura della discarica, condizione necessaria ad avviare la bonifica: ebbene, un recente sopralluogo del Corpo forestale dello Stato ha attestato che l'intervento della Provincia è stato perfettamente eseguito e che la copertura assolve al proprio compito. Ora, però, bisogna passare alla fase conclusiva del programma di risanamento e mi auguro che la Astir spa, che sovrintende alla discarica, realizzi il programma».

lunedì 2 agosto 2010

La kafkiana fine dell'ospedale di San Bartolomeo


Siamo all’epilogo kafkiano di una storia durata sessant'anni. Viene soppresso l’ospedale di San Bartolomeo. Ma come si può sopprimere una struttura che non è mai stata aperta? Che non è mai entrata funzione? Dove nessun medico o infermiere ha mai messo piede? Dove nessun paziente ha mai varcato la porta d’ingresso?

Eppure il governo Berlusconi ha approvato il Piano ospedaliero presentato dal presidente della giunta regionale Stefano Caldoro, che prevede la cancellazione di questa struttura.

Dove per più di mezzo secolo si sono buttati oltre venti milioni di euro. Un palazzo di cinque piani inaugurato nel 1958 dove ancora sino ad oggi sono stati investiti fondi per adeguare gli impianti alle nuove normative.

Un pozzo di san Patrizio usato in ogni campagna elettorale per creare consenso e scappare via dopo aver ottenuto centinaia e centinaia di voti.

E' terminata dunque la speranza che un giorno l’ospedale sarebbe potuto entrare in funzione e servire una popolazione alla quale da sempre sono negati i più elementari diritti costituzionali.

I cittadini si dovranno accontentare di un Pronto soccorso per le urgenze territoriali per il quale è stato firmato, solo dopo una lunga protesta dell’attuale amministrazione di San Bartolomeo, il decreto di apertura.

La fine di questa triste vicenda è l’emblema del fallimento di un’intera classe politica che ha sempre e solo pensato a custodire il proprio potere mentre la povera gente moriva sulle strade del Fortore nell'intento di giungere il prima possibile all'ospedale più vicino.