venerdì 9 luglio 2010

Questo blog aderisce allo sciopero indetto dalla Fnsi contro la legge sulle intercettazioni che vuole mettere il bavaglio ai giornalisti


Lo sciopero è una protesta straordinaria e insieme la testimonianza di una professione, quella giornalistica, che vuole essere libera per offrire ai cittadini informazione leale e la più completa possibile. Una protesta che si trasforma in un “silenzio” di un giorno per evidenziare i tanti silenzi quotidiani che il “ddl intercettazioni” imporrebbe se passasse con le norme all’esame della Camera, imposte sin qui dal Governo e dalla maggioranza parlamentare.

Molte notizie e informazioni di interesse pubblico sarebbero negate giorno dopo giorno fino a cambiare la percezione della realtà, poiché oscurata, “cancellata” per le norme di una legge sbagliata e illiberale che ne vieterebbe qualsiasi conoscenza.

Giornalisti, ma anche gli editori e migliaia di cittadini, da mesi denunciano le mostruosità giuridiche del “ddl intercettazioni”. Sono state anche avanzate proposte serie per rendere ancora più severa e responsabile l’informazione nel rispetto della verità dei fatti e dei diritti delle persone: udienza filtro per stralciare dagli atti conoscibili le parti relative a persone estranee e soprattutto alla dignità dei loro beni più cari protetti dalla privacy; giurì per la lealtà dell’informazione che si pronunci in tempi brevi su eventuali errori o abusi in materia di riservatezza delle persone; tempi limitati del segreto giudiziario; accessibilità alle fonti dell’informazione contro ogni dossieraggio pilotato.

Nessuna risposta di merito. Lo sciopero, con la giornata del silenzio, è espressione di indignazione, di partecipazione, di richiamo responsabile a principi e valori che debbono valere in ogni stagione. Lo sciopero è un momento della protesta e dell’azione incessante che proseguirà, fino al ricorso della Corte europea di Strasburgo per i diritti dell’uomo, qualora la legge fosse approvata così com’è.

Lo sciopero è anche segnalazione di un allarme per una ferita che si aggiungerebbe ad un sistema informativo che patisce già situazioni di oggettiva difficoltà e precarietà non solo per la crisi economica, ma anche per una politica di soli tagli che rischiano di allargare bavagli oggi altrimenti invisibili. L’informazione è un bene pubblico, non è un privilegio dei giornalisti, né una proprietà dei padroni dei giornali e delle televisioni, né una disponibilità dei Governi.

E per i giornalisti non è uno sciopero tradizionale contro le aziende, ma un atto di partecipazione e di sacrifico della risorsa professionale per la difesa di un bene prezioso, dei cittadini, proclamato con un silenzio che vuol parlare a tutti.

giovedì 8 luglio 2010

L’amico Michele non è più tra noi

di Angelo Iampietro*

La dipartita di Michele, inaspettata perché ancora giovane, ha lasciato in me un senso di profondo dolore ed un vuoto . Era “un compagnone”, aperto al confronto e ad ogni forma di dialogo.
Ho trascorso con Lui innumerevoli momenti della mia vita: da ragazzo fino alla giovinezza, quando le strade ci hanno separato per professioni diverse. La stima e l’amicizia, però, non sono venute mai meno e lo stare insieme, ogni qualvolta c’incontravamo o ci sentivamo telefonicamente era sempre un grande piacere per entrambi.

Nella Sua vita, sin da giovane, si è sempre interessato di politica ed ha fatto politica attiva, raggiungendo un traguardo di tutto rispetto: l’elezione a Consigliere nell’Amministrazione Provinciale di Benevento nelle ultime lezioni di qualche anno fa.

Ho gioito quando l’ho visto affermarsi nelle Elezioni Provinciali e finalmente sedere sullo scranno da Consigliere.
La sua morte, però, ha privato Baselice di una persona che ben ci rappresentava nell’ambito della Provincia. Il Suo contributo e l’impegno personale per la soluzione di qualche necessità, tra le tante, della comunità baselicese sono stati i suoi obiettivi di vita politica ed umana. Amava Baselice e si prodigava perché il Paese potesse crescere e svilupparsi; si addolorava nel constatare che il Paese si spopolava, allorquando i giovani si recavano in terre lontane per un lavoro non trovato in loco, perché anche lui era stato uno di questi.
Era un uomo che sapeva e si faceva ascoltare; che spendeva facilmente una parola di conforto per chi aveva un disagio o un bisogno. Era l’amico di tutti: allegro e versatile.

E’ stato alla testa di molte iniziative culturali, essendo stato per tanti anni Presidente del Circolo culturale ”Agb”.
Chi mai potrà dimenticare le tante attività teatrali messe in atto sotto la sua nobile e competente regia? Era sempre in prima linea in tutto ciò che potesse consentire al nostro popolo di vivere un’occasione culturale per una serata diversa. E l’ha fatto in tante occasioni!

Lo voglio ricordare: da Consigliere, e non solo, si è attivato perché le opere teatrali del prof. Alfonso Mascia, in vernacolo baselicese, fossero pubblicate, proprio per non perdere un patrimonio culturale di inestimabile valore, preparando per l’occasione anche un convegno nella sala consiliare del Comune di Baselice nel maggio del 2009.

Amava la cultura, coltivava l’amicizia ed era profondamente legato alle sue radici ed ai suoi affetti.Caro Michele, mi unisco al dolore della Tua famiglia, dicendo loro di avere tanto coraggio e tanta forza interiore in un momento così triste.
Addio Michele

Un tuo amico*

mercoledì 7 luglio 2010

Addio Michele

Postiamo un articolo apparso su ilquaderno.it dal titolo "Oggi (domani mattina per chi legge) i funerali di Michele Maddalena, consigliere provinciale Idv. Cordoglio del partito: perdita inestimabile".

Si è spento Michele Maddalena, consigliere provinciale e dirigente di Italia dei valori. Dopo due mesi di lotta accanita contro un male spietato, seguito da complicanze neurologiche, è morto ieri sera, 6 luglio, presso l’ospedale Rummo. I funerali a Baselice, suo paese di origine. 61 anni, lascia soli la moglie Filomena, e i figli Caterina, Giuseppe e Chiara.

Dirigente del servizio contributi agricoli unificati (Scau) presso l’Inps, era ormai in pensione. Da 30 anni, però, era fermamente presidente a Baselice del Centro Culturale Agb.

Alle ultime Provinciali, primo dei non eletti, subentrò ad Augusto Simeone nominato assessore (poi sostituito da Nunzio Pacifico), in Consiglio. La sua ultima uscita pubblica il 3 maggio, per l’approvazione del bilancio provinciale. Restò stoicamente in aula per la necessarietà del suo voto. Al suo posto subentra Sabatino Cecere, del collegio Apice – Paduli - Sant’Arcangelo che era diventato a sua volta il primo dei non eletti.

La segreteria provinciale dell’Idv ha diramato una nota in cui si sottolinea che la scomparsa di Maddalena “rappresenta per il partito una perdita inestimabile. Un amico sempre prodigo di consigli, soprattutto per i più giovani, esempio da seguire nella vita di tutti i giorni come in politica. In questo momento particolarmente critico e difficile, ci stringiamo con immenso affetto al dolore dei familiari dell’amico Michele, ai quali esprimiamo il nostro più sincero e sentito cordoglio”.

www.ilquaderno.it

martedì 6 luglio 2010

Psaut, firmato il decreto di apertura


Postiamo la lettera che il sindaco di San Bartolomeo ci ha inviato sulla vicenda del Psaut del capoluogo fortorino.

Ieri pomeriggio il management dell’ASL BN ha firmato la delibera di autorizzazione all’apertura del Psaut di San Bartolomeo in Galdo. Per questo motivo, il presidio degli Amministratori del Comune di San Bartolomeo in Galdo è stato rimosso.
Voglio ringraziare, innanzitutto, i vertici dell’ASL di Benevento e tutti i membri della struttura per l’impegno che hanno profuso affinché tutto si risolvesse per il meglio.

Ringrazio il Prefetto di Benevento Mazza per la sensibilità che ha dimostrato nei confronti della popolazione del Fortore.
Ringrazio tutti gli amici Consiglieri del Comune di San Bartolomeo in Galdo per la disponibilità e la serietà con la quale hanno manifestato in questi giorni davanti alla sede dell’ASL di via Oderisio.
Ringrazio tutte le persone che ci hanno espresso solidarietà.

Il Sindaco di San Bartolomeo in Galdo
Vincenzo Sangregorio

lunedì 5 luglio 2010

Governo antimeridionale

di Nicola Perrini

Nella nazione italiana un’intera macroregione è tagliata fuori da qualsiasi possibilità di sviluppo. E vediamo in dettaglio i perché.
Ci sono 20 milioni di italiani che non hanno rappresentanza politica. Il governo Berlusconi-Lega è infatti completamente nordista. I politici meridionali, eletti con la legge definita “una porcata” dal suo estensore, non osano né vogliono contraddire il capo, pena una gogna mediatica allestita immediatamente dalla stampa e dalle televisioni “affiliate”, che li porterebbe ad un rapido declino, con perdita della poltrona. L’economia è nelle mani del Nord, con la quasi totalità delle grandi imprese dislocate nella pianura padana. Esse vincono gli appalti anche al Sud, salvo poi subappaltare i lavori ad imprese meridionali a prezzi stracciati. Queste ultime non hanno possibilità di crescita, visti i magrissimi margini loro concessi e sono spinte verso l’applicazione di sistemi mafiosi.

La delinquenza organizzata toglie soldi al Sud e li investe nelle zone più ricche del Nord, facendosi così strumento della discriminazione interna al paese. Il Sud, penalizzato da infrastrutture insufficienti e mal gestite, non ha nessuna possibilità di affrancarsi dalla situazione di marginalità in cui è stato ridotto. I fondi maggiori, anche quelli in precedenza destinati alle aree più deboli, vengono dirottati al Nord.

Al Sud mancano strade, ferrovie, porti, aeroporti, reti telematiche ed ogni altro tipo di infrastruttura normalmente disponibile nei paesi europei. La stampa e le televisioni, tutte al Nord, ci ricordano continuamente e ci convincono, che gli abitanti del Sud sono fannulloni, incapaci di gestirsi ed in qualche caso mafiosi. Alcuni docenti universitari o direttori di giornali del Sud, accondiscendenti verso il potere e per questo ammessi alla ribalta televisiva, ci ricordano che siamo un popolo minore e per questo dobbiamo accettare le scelte coraggiose dei fratelli maggiori del Nord.

Il ministro dell’Istruzione ci rammenta poi che le nostre scuole ed università sono minori, in base a criteri stabiliti da lei stessa e, per questo, avranno meno soldi di quelle del Nord.

La presidente di Confindustria, con accento rigorosamente del Nord, ci dice che i lavoratori di Pomigliano devono accettare condizioni peggiori di quelli degli altri stabilimenti italiani, perché il Sud non può permettersi di rinunciare a generose offerte di lavoro. Il governatore Formigoni, dalle TV di stato e di Berlusconi, ci ricorda continuamente che solo le regioni “virtuose” potranno accedere ai fondi stanziati dal governo, mentre quelle del Sud dovranno accontentarsi di meno. L’Irap al Sud è più alta, perché le regioni hanno accumulato, nella sanità, un deficit eccessivo, non importa se i fondi complessivamente disponibili siano ben inferiori a quelli destinati al Nord. Questi hanno l’intervento “ordinario”, il Sud solo quello “straordinario”, come se non si appartenesse tutti allo stesso paese. Se qualche imprenditore straniero si azzardasse, malgrado le difficili condizioni, ad investire al Sud, verrebbe immediatamente dissuaso, in maniera da non fare concorrenza alle imprese del Nord, nel supremo interesse del paese, come è accaduto nel recente passato (Toyota ha impiantato uno stabilimento in Francia, dopo aver tentato inutilmente di realizzarlo in Italia). I governanti, capeggiati in questo dai leghisti, stanno mettendo a punto, per noi, il federalismo fiscale che, tagliandoci drasticamente i già ridotti fondi, ci insegnerà ad autogovernarci bene.

Quindi, in sostanza si dimostrerà che al Sud bastano le briciole purché siamo messi sotto tutela di capaci governanti e manager del Nord. Noi la manovalanza, preferibilmente bassa, loro il cervello. I nostri giovani migliori saranno ben istruiti in un periodo di formazione al Nord, quindi appena diventati leghisti, inviati qui a comandare in rappresentanza dei poteri del Nord. Naturalmente si interviene anche sui pedaggi autostradali, applicando maggiori rincari alle regioni, secondo loro meno virtuose, tralasciando di applicare alcuna tariffa alla tangenziale di Milano, da sempre gratuita.
In effetti accade che un partito regionalista, con forte connotazione razzistica, governa l’intera nazione, facendo il bello ed il cattivo tempo e stabilendo quale sia la ripartizione delle risorse.

Se, indispettiti da tutto ciò, decidessimo poi di acquistare beni prodotti all’estero, poco male: la stragrande maggioranza degli importatori sta al Nord e per questo pagheremmo comunque una tangente al settentrione. Se volessimo attivare un mutuo dovremmo rivolgerci ad una banca del Nord, così come accade quando stipuliamo un’assicurazione, dato che tutte le compagnie hanno sede al Nord.

In conclusione, ci sono 20 milioni di abitanti che non hanno infrastrutture, fabbriche, banche, assicurazioni, importatori, televisioni, stampa e, dulcis in fundo, rappresentanza politica. Le intenzioni della politica dominante sono quelle di aumentare ulteriormente le distanze Nord – Sud, perché l’avidità non ha evidentemente limiti. Quindi i cittadini del Sud, non nati poveri, ma impoveriti ed emarginati da qualsiasi possibilità di sviluppo, nei 150 anni dall’unità d’Italia ( si veda il rapporto Daniele – Malanima dell’Università di Catanzaro e del ISSM - CNR rispettivamente, disponibile su internet) non hanno in pratica nessuna possibilità di potersi affrancare da un ruolo di marginalità e sottosviluppo, cui sono stati condannati, potranno solo peggiorare, avviandosi a confermare ancor di più di essere l’unico esempio di colonia interna ad un paese europeo.

Il tempo che passa è un fattore a noi contrario; l’azione del governo tende infatti a contrarre sempre di più i nostri margini di autonomia e libertà, togliendoci, poco a poco, anche i diritti più elementari.
Un sistema per invertire la tendenza, però c’è: una presa di coscienza ed una forte mobilitazione.

Infatti se i cittadini si mettono a manifestare individualmente saranno ignorati, se si raggruppano in piccoli gruppi saranno derisi, scherniti e si parlerà del solito “vittimismo” meridionale, se si raccolgono invece in centinaia oppure, meglio, in migliaia, saranno presi sul serio e potranno dire la loro.
Quando daremo una bella dimostrazione di orgoglio meridionale?

www.laltrosud.it