giovedì 22 ottobre 2009

Comuni del Fortore unitevi

Prendano esempio i sindaci del Fortore campano da quanto stanno facendo i comuni della limitrofa Puglia. Inutile illudersi. Oggi se si vuole evitare lo spopolamento bisogna unire le forze. Non c’è altra strada. E questo si può fare visto il cambio generazionale ai vertici delle amministrazioni locali. Ora non ci sono più alibi. Bisogna creare un coordinamento tra i vari comuni in modo da valorizzare ognuno le proprie specificità. Per questo postiamo un interessante articolo apparso su “Ilsannioquotidiano” del 20 ottobre scorso dal titolo “Monti Dauni, il Coordinamento funziona”.

Sei paesi, 8 mila abitanti, 3.245 famiglie, un’area ad altissimo interesse naturalistico caratterizzata da laghi, fiumi, centinaia di ettari di boschi, con centri visita dedicati a specie animali come il lupo e il cinghiale: insieme, Roseto Val Fortore, Alberona, Biccari, Castelluccio Valmaggiore, Celle San Vito e Faeto esprimono questi e altri numeri, con alcune peculiarità non trascurabili.
Faeto è il paese più alto della Puglia, mentre Biccari sorge ai piedi del Monte Cornacchia, anch’esso il più alto della regione. Alberona e Roseto Val Fortore sono stati inseriti tra “I Borghi più belli d’Italia”.
Quelli elencati sono soltanto alcuni dei motivi che hanno spinto sindaci di estrazione politica differente a cominciare un percorso comune, unendo le forze per promuovere lo sviluppo del territorio.

Un cammino che comincia da lontano, da quando - quattro anni fa - un progetto che vedeva assieme questi paesi portò al finanziamento, da parte della Regione Puglia, dei Centri Visita dedicati al lupo (Roseto Val Fortore), al cinghiale (Alberona), all’ecologia dell’acqua (Castelluccio Valmaggiore), all’ecologia del bosco (Faeto) e all’ecosistema del lago (Biccari).
Una collaborazione proseguita col Premio Lupo, concorso letterario giunto alla sua quarta edizione. Alberona e Roseto Val Fortore condividono la stessa area adibita all’insediamento e alla crescita delle piccole e medie imprese.

I sei paesi del Coordinamento sono parte integrante del nascente Sistema Turistico che mette insieme i comuni dell’Appennino Dauno. Alcuni di essi, due anni fa, hanno cominciato a fare sistema anche attraverso un consorzio, “Daunia Vetus”, che mira ad incentivare una rete di promozione territoriale, soprattutto per quanto attiene al patrimonio artistico, architettonico, museale e monumentale delle chiese.
Con la nascita del Coordinamento, i sei comuni che ne fanno parte hanno deciso di aumentare il numero delle collaborazioni tra loro e di renderle parte strutturale e continuativa del loro agire politico-amministrativo in favore del territorio.

Sono cinque i punti sui quali l’alleanza sarà concretamente attuata: iniziative contro il dissesto idrogeologico, per il potenziamento dei trasporti, azioni coordinate contro il fenomeno del randagismo, sensibilizzazione delle istituzioni provinciali e regionali riguardo alla questione viabilità e potenziamento della raccolta differenziata. I primi passi sono stati compiuti, altri ne verranno, a partire dalla discussione con le controparti del problema inerente il trasporto e i collegamenti pubblici per gli anziani, i disabili, gli studenti e i lavoratori pendolari.

(www.ilsannioquotidiano.it)

martedì 20 ottobre 2009

LA PRIMA E LA PIU' GIOVANE DELLE INSURREZIONI EUROPEE SOTTO IL GIOGO NAZISTA

Il 28 settembre 1943 ebbe inizio l'insurrezione popolare di Napoli contro i tedeschi. Un popolo, stremato da lunghi anni di guerra, dalle privazioni e dalla fame, dai bombardamenti che avevano distrutto interi quartieri della città, dalle razzie e dalle barbare rappresaglie dei soldati tedeschi, si sollevò armato di vecchi fucili, di bombe a mano e soprattutto del suo coraggio, contro uno dei più potenti eserciti del mondo. Dopo quattro giorni di duri e sanguinosi combattimenti, i tedeschi furono costretti a ripiegare e a lasciare la città.
La notizia della vittoriosa rivolta di Napoli, prima tra le grandi città europee ad insorgere, si diffuse nel mondo, destando tra i popoli ancora oppressi dalla dominazione nazista nuova fiducia nella lotta per la libertà e per l'indipendenza nazionale.

I nazisti non hanno potuto piegare la resistenza di un popolo con i loro cannoni. Ritenevano di cancellare dalla faccia della terra uno dei luoghi più importanti della civiltà italiana: mentre quella civiltà, pur mutilata irrevocabilmente nel suo passato, risorge invece dinanzi ad essi. E' la civiltà nuova del popolo napoletano che dalle Quattro Giornate prenderà slancio per l'avvenire, un documento glorioso questo che non potrà mai essere distrutto, qualunque sia la vicenda futura.

L'insurrezione di Napoli non fu un fatto isolato. La resistenza ai nazisti si sviluppò, oltre che nei comuni della provincia di Napoli, anche in Irpinia, nel Sannio, in Terra di Lavoro: nel Salernitano, lungo la strada che da Salerno porta a Napoli, alcuni centri cittadini furono liberati dagli insorti prima ancora dell'arrivo degli anglo-americani.

A Mugnano, Marano, Giugliano, Afragola, Acerra, Nola, Santa Maria Capua Vetere, Capua, Mondragone, Maddaloni, Grazzanise, Orta di Atella, Teano, Piedimonte, Aversa, Caiazzo, ed in tanti altri centri, numerosi furono gli episodi di coraggio.
I nazisti risposero con spietata ferocia. Nel corso dei combattimenti molti cittadini trovarono la morte. Numerose persone furono prelevate dalle loro case e fucilate; furono passati per le armi anche alcuni sacerdoti rei di aver scelto la causa degli oppressi.

Combatterono insieme operai, intellettuali, studenti, impiegati e contadini in una straordinaria e comune battaglia per la libertà.

I Napoletani e i Meridionali tutti hanno dimostrato con la loro storia di essere un grande popolo vivo e dignitoso, sempre pronto, ieri come oggi, a liberarsi dagli usurpatori di turno e a ritornare ad essere, con una rivoluzione delle coscienze, un esempio fulgido per l'Italia e per il mondo intero.

Motivazione per la Medaglia d'oro al valor militare alla Città di Napoli:

"Con superbo slancio patriottico sapeva ritrovare, in mezzo al lutto e alle rovine, la forza per cacciare dal suolo partenopeo le soldatesche germaniche sfidandone la feroce disumana rappresaglia.
Impegnata un'impari lotta col secolare nemico, offriva alla Patria, nelle Quattro Giornate di fine settembre 1943, numerosi eletti figli.
Col suo glorioso esempio additava a tutti gli italiani la via verso la libertà, la giustizia, la salvezza della Patria. Napoli settembre 1943."

www.latrosud.it