sabato 4 aprile 2009

Cos'è la rabbia

"La calma è la virtù dei forti"
Shakespeare

di Giovanni Anzuino*

Questo periodo storico, caratterizzato da una forte crisi economica, preoccupazioni esistenziali, sovraffollamento ambientale, ritmi incalzanti, inquinamento climatico ed acustico, mette a dura prova la capacità di resistenza dell’individuo. Tutto questo genera nell’individuo frustrazione e insoddisfazione che potrebbero sfociare in comportamenti disfunzionali, come l’aggressività e la violenza. L’anello di congiunzione tra la frustrazione e tali comportamenti è la rabbia.

Che cos’è la rabbia? La rabbia, come la gioia e il dolore, è un’emozione innata e primitiva, tanto che può essere osservata sia nei bambini molto piccoli che negli animali. È caratterizzata da una tendenza all’azione: quando siamo arrabbiati, viviamo una tensione che il corpo sente di dover scaricare al più presto per ritrovare uno stato di equilibrio e di benessere.
La tendenza all’azione associata alla rabbia comprende modificazioni fisiologiche: circolatorie, vocali, muscolari e della mimica facciale che, quindi, preparano l’individuo ad agire, o meglio, ad aggredire.

Nel cervello le parole e le immagini subiscono un processo di interpretazione, attivando così il sistema fisiologico; il sistema nervoso simpatico invia i messaggi, mettendo in allarme tutto il corpo: i surreni producono adrenalina e noradrenalina, i peli si drizzano, i muscoli sono pronti ad agire, la pressione arteriosa sale, il battito cardiaco aumenta, le pupille si dilatano.

La rabbia, dunque, viene considerata una reazione biologica protettiva rispetto ad un attacco reale, ma può diventare disfunzionale nel momento in cui tale risposta è associata ad uno stato di frustrazione sia fisica che psichica. Ci si arrabbia, quindi, per proteggersi da un danno o da un’intrusione, perché non ci si sente apprezzati, perché si è feriti e non si vuole apparire vulnerabili o perché qualcuno viola i nostri diritti. Se la rabbia non viene gestita nel momento in cui emerge, potrebbe provocare conseguenze dannose per sé o per gli altri.

Quando la mente non riesce più a gestire i conflitti ne soffre anche il corpo, infatti numerose affezioni psicosomatiche come mal di schiena, ulcere, emicranie, ipertensione possono essere legate ad una mancata canalizzazione della rabbia.
Ecco che di fronte alla rabbia diventa importante individuare i reali motivi che la fanno esplodere e cercare le soluzioni efficaci per adattarsi alla situazione, evitando che gli eventi negativi ci “distruggano”. Una rabbia gestita aiuta sia a sviluppare maggiore fiducia in noi stessi che ad impedire che si manifesti in comportamenti esplosivi. È importante, quindi, riconoscerla per quello che è: un meccanismo che ci segnala che qualcosa non va, una reazione di insoddisfazione intensa, suscitata da una frustrazione che ci riguarda e che giudichiamo inaccettabile.

Ogni reazione rabbiosa cela una sofferenza o una difficoltà a gestire delle situazioni della propria vita. È utile riconoscere la propria rabbia, ascoltarla, cercando di capire cosa ci sta comunicando, dove siamo stati feriti, cosa desideriamo e perché, e canalizzarla costruttivamente, raggiungendo i nostri obiettivi. La rabbia come tutte le emozioni non è né giusta né sbagliata, c’è, bisogna prenderne atto, comprenderla e gestirla al meglio.
*(psicologo e psicoterapeuta)

in collaborazione
con Fabiana Caroli
(psicologa e psicoterapeuta)
e Giuliana Taddei
(psicologa)

venerdì 3 aprile 2009

Viabilità, dalle parole ai fatti

L’assessore alle infrastrutture della Provincia, Antonio Barbieri, in merito alle proteste per il dissesto della viabilità nel Fortore ha comunicato «che sta lavorando per promuovere in San Bartolomeo in Galdo una conferenza degli enti locali e della Regione Campania su un Piano di risanamento dell’assetto idro-geologico dell’area montana del Fortore».
Bene. Speriamo che alle dichiarazioni seguano i fatti.
Difatti, «la fragilità ed il precario assetto idro-geologico del Fortore» come scrive lei (tranne qualche parentesi) sono dovuti proprio ad anni e anni di disinteresse della politica.

mercoledì 1 aprile 2009

Il Fortore ora rischia di perdere anche il distretto sanitario

Apprendiamo da “il quaderno.it”di ieri che “la Cgil funzione pubblica di Benevento si dice preoccupata per la paventata ipotesi di accorpamento dei distretti sanitari di Morcone e San Bartolomeo in Galdo”.

La preoccupazione del sindacato è che “le popolazioni del Fortore, da sempre marginalizzate per via delle difficili condizioni orografiche che sacrificano la viabilità e quindi lo spostamento dell’utenza che, particolarmente nella lunga stagione invernale, sarebbe costretta a percorrere lunghi chilometri di strade malconce pur di avere un servizio di primaria necessità come quello fornito attualmente sul territorio dalla Asl Bn 1 al distretto numero 23”.

Dunque dopo il danno anche la beffa. Un ospedale che non è mai entrato in funzione realmente. Una sanità negata da sempre. I fortorini per qualsiasi problema di pronto soccorso si devono sobbarcare interminabili viaggi nelle province limitrofi. E ora come se non bastasse vogliono toglierci il distretto sanitario di San Bartolomeo in galdo. Ma i nostri grandi amministratori conoscono il territorio che amministrano? I politici e i sindaci locali dove sono? Tra qualche mese inizieranno la loro solita passerella. Verranno a cercare i nostri voti. È ora di dire basta a questa classe dirigente che ha fallito in tutto. Che si ricorda della nostra esistenza solo quando si vota.

Condivido dunque l'appello lanciato da don Franco Iampietro alla mobilitazione in difesa dei nostri diritti.

www.sanbartolomeo.info

martedì 31 marzo 2009

Strade del Fortore, continua la battaglia dell'Adiconsum

L’Adiconsum, associazione nazionale di difesa dei consumatori e dell’ambiente, con sede zonale a San Bartolomeo in Galdo, da circa tre settimane sta portando avanti una grande petizione popolare per attirare l’attenzione sui numerosi disservizi che giornalmente i cittadini di tutti i Comuni del fortore stanno subendo ormai da anni. Ricordiamo che i tanti cittadini della zona hanno richiesto l’intervento dell’associazione dei consumatori per denunciare e risolvere una volta per sempre i disagi dovuti alle pessime condizioni della strada provinciale n. 39 che a causa di frane e smottamenti ogni inverno crea enormi difficoltà ai residenti.
Infatti è ormai noto a tutti che le condizioni disastrose in cui versa tale strada hanno reso quasi impossibile il transito, provocando danni ai veicoli e ancora peggio mettendo a repentaglio l’incolumità delle persone. La situazione è talmente grave, continua la nota dell’Adiconsum che, ad esempio, per ben 15 giorni Castelvetere è rimasta isolata in quanto le strade di accesso erano impraticabili a causa del cattivo tempo che ha provocato danni da rendere praticamente impossibile il transito.

Questo è solo un esempio, dicono dall’Adiconsum, di come la situazione in tale zona è diventata davvero “pesante” e purtroppo ogni anno è sempre peggio, e tutto questo accade per la mancata manutenzione ordinaria ed extraordinaria.
Alle tante lamentele dei cittadini dei comuni di San Bartolomeo in Galdo, Castelvetere, Montefalcone e Baselice negli ultimi giorni si sono aggiunte anche le segnalazioni dei cittadini di Castelfranco in Miscano, altro Comune del fortore che da anni è vittima dei suddetti problemi.

Infatti i cittadini di Castelfranco stanno anche loro partecipando alla petizione popolare per denunciare a voce alta l’indifferenza verso una zona ricordata solo in campagna elettorale.

L’Adiconsum fa sapere che terminata la raccolta di firme la petizione verrà presentata ufficialmente alla Provincia con l’obiettivo di chiedere urgentemente un incontro ufficiale tra la Provincia di Benevento e i promotori di essa, al fine di esporre in dettaglio le suddette problematiche da anni esistenti e mai prese in considerazione. In mancanza di risposte ed interventi certi e nel breve periodo si procederà esponendo i fatti nelle sedi opportune, in nome e per conto dei tantissimi cittadini-utenti che stanno sottoscrivendo la petizione.

E’ evidente che i cittadini dei vari comuni sono arrivati al limite della sopportazione e la decisione e determinazione con cui stanno portando avanti insieme all’Adiconsum tale petizione popolare lo dimostra. Sono noti i problemi di viabilità nel Fortore ma questo non significa che ciò debba costituire una giustificazione per i continui non interventi da parte dell’Amministrazione Provinciale. In queste zone vivono persone che pagano le tasse, che lavorano e le loro attività costituiscono il fiore all’occhiello di una realtà come quella sannita, perciò non è giusto abbandonarle a sé stesse, come se il problema fosse sempre e solo loro, non garantirgli il minimo dei servizi per rendere più agevole il proseguimento delle loro attività nel nostro territorio.

E’ assurdo che in una zona geograficamente e climaticamente oggetto ogni anno di vere e proprie “calamità naturali”, chi è deputato ad intervenire chiude gli occhi e le orecchie lasciando al caso il tutto con seri pericoli di incidenti e svantaggi anche di natura economica oltre che sociale.
Assicurare i collegamenti stradali è il minimo che si possa chiedere, ed è uno strumento indispensabile per lo sviluppo di qualsiasi comunità.Tale iniziativa è da sostenere, sottoscrivere significa: “affermare cittadinanza e rispetto per tutti e per ognuno dei residenti del Fortore”.
(Fonte: 82cento.it)

lunedì 30 marzo 2009

Insegnanti, il 40% dei tagli al Sud

Sono state pubblicate le tabelle interministeriali sulla scuola per l'anno 2009-2010. Rimane confermato, come in finanziaria, il taglio di 42 mila docenti, di cui oltre 15 mila tra Campania, Sicilia, Calabria e Puglia. Verranno licenziati 10 mila insegnanti della scuola primaria, 15.500 delle medie e 24500 delle superiori, oltre a 245 presidi, a causa dell'accorpamento delle scuole per la chiusura di quelle che hanno meno di 500 scolari.

Restano più o meno invariati i 90500 insegnanti di sostegno. Ma al taglio degli insegnanti non corrisponde una diminuzione degli alunni alle primarie (+4120 alunni) e alle medie (+10462; invece c'è una riduzione alle superiori di 26700 studenti. E questo dovrebbe far capire che questo accade perché molte famiglie non sono in grado di garantire un istruzione ai loro figli, ma hanno bisogno dei soldi che questi ragazzi guadagnerebbero, ovviamente lavorando in nero.

(…) Resta interessante notare come il taglio si concentri soprattutto al Sud, cioè proprio dove l'offerta formativa di insegnamento dovrebbe essere massima, per ridurre la possibilità che i ragazzi finiscano nelle mani della malavita. Ma evidentemente questo per il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini e per tutto il governo non è un argomento di un qualche interesse.
www.guardailmondo.com