sabato 21 febbraio 2009

Terzo mandato, nulla di fatto

La decisione del Senato di escludere per inammissibilità dalla materia alcuni emendamenti che avrebbero consentito il ripristino del terzo mandato ai Sindaci nei piccoli Comuni sotto i cinquemila abitanti trova il consenso ed il plauso del Coordinamento nazionale Piccoli Comuni Italiani.

“L’iniziativa dei vertici dell’associazione nazionale dei perpetui di sollecitare le massime cariche dello Stato è ridicola e per certi aspetti patetica ed antistorica – le dure dichiarazioni del Portavoce di Piccoli Comuni, Virgilio Caivano – La nostra azione chiaramente contro il terzo mandato ai Sindaci per evitare il perpetuo controllo delle istituzioni pubbliche sempre dalle stese persone, trova il consenso proprio di tantissimi Sindaci, altro che richiesta condivisa da tutti i Sindaci italiani. Il problema, definito come una necessità, di sapere cosa fare in merito alla formazione delle liste e delle candidature avanzato dai difensori degli interessi dei perpetui – attacca Caivano - non esiste, è un falso problema, perché tutti i Sindaci al secondo mandato sanno che devono andare a casa. Nessun medico ha certificato a queste persone una terapia chiamata terzo mandato. Le istituzioni italiane ed in particolare i Comuni - le conclusioni del leader di Piccoli Comuni -hanno estremo bisogno di cambiamento, di una ventata di novità e soprattutto di gioventù. Il terzo mandato è contro tutto questo ed uccide le speranze di cambiamento di cui i giovano sono naturali portatori”.

venerdì 20 febbraio 2009

Facebook e le menzogne sul Sud


L’Altro Sud ha deciso di utilizzare il suo gruppo ufficiale sul social network facebook, almeno per un po' di tempo, non più strumento di diffusione del suo progetto ma per un motivo altrettanto importante.
Lo scorso gennaio è stato pubblicato un libro scritto da un docente di Economia applicata dell’Università di Bari, noto editorialista anche de “lavoce.info”. Si tratta di Gianfranco Viesti ed il libro, edito da Laterza, ha un titolo emblematico: “Mezzogiorno a tradimento”.

Tutti abbiamo sotto gli occhi che nei confronti del Sud si sta consumando una macelleria mediatica senza precedenti. Per giustificare l'intenzione dell’asse del Nord di “staccarci dall’Italia e buttarci nella discarica terzomondista (Calderoli)", del Mezzogiorno si parla solo in termini negativi. L’immagine prevalente del Sud è ormai diventata quella della “monnezza” campana e di una classe politica corrotta ed inefficiente.

Ormai è opinione comune che il Mezzogiorno sia un luogo senza speranza buono solo ad assorbire infinite risorse pubbliche provenienti dal Centro-Nord. Queste tesi si sono rafforzate in virtù del fatto che un gruppo di economisti caratterizzati da un approccio liberista dogmatico abbia assunto un ruolo di primo piano tra gli editorialisti dei maggiori quotidiani. “Peccato che le loro opinioni siano espresse normalmente, senza portare alcuna prova […] a volerle leggere le cifre documentali dicono altro(G. Viesti)”.

Bene, Gianfranco Viesti nel suo saggio smonta pezzo per pezzo queste tesi, dimostrando che nei confronti del Sud si sta consumando il più grande sacco della storia italiana.

L’Altro Sud ha deciso allora di diffondere il più possibile i contenuti del testo di questo economista. Lo faremo tramite il gruppo facebook "Un Altro Sud c'è!". Una volta a settimana invieremo una breve e mail agli iscritti del gruppo focalizzando l’attenzione su uno degli aspetti trattati. Una sorta di CONTROINFORMAZIONE in pillole insomma. In modo da consentire anche a chi non ha il tempo di leggere il libro di sapere alcune notizie che lo faranno sentire un po meno frustrato e forse un po più arrabbiato! sicuramente lo metteranno in condizioni di difendersi un po meglio.
per gli interessati il link al gruppo è:
http://www.facebook.com/home.php#/group.php?gid=46639533408

giovedì 19 febbraio 2009

Piccoli comuni: restituire ai cittadini la tariffa per la depurazione

Il coordinamento nazionale piccoli Comuni italiani dopo aver preso atto della sentenza della Corte costituzionale (n. 335/2008), pubblicata in Gazzetta ufficiale il 15/10/2008, in merito alle norme impugnate: art.14,c1, della legge 05.01.1994, n.36, sia nel testo originario che in quello modificato dall’art.28 delle legge 31.07. 2002,n.179, che recita: “La Corte Costituzionale: 1) dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 14, comma 1, legge 5 gennaio 1994, n.36 (Disposizioni in materia di risorse idriche), sia nel testo originario, sia nel testo modificato dall’art.28 della legge 31 luglio 2002,n.179 (Disposizioni in materia ambientale), nella parte in cui prevede che la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione è dovuta dagli utenti “anche nel caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianti centralizzati di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi”;

2) dichiara, ai sensi dell’art.27 della legge 11 marzo 1953, n.87, l’illegittimità costituzionale dell’art. 155, comma 1, primo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152 (Norme in materia ambientale), nella parte in cui prevede che la quota tariffaria riferita al servizio di depurazione è dovuta dagli utenti “anche nel caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi”.

“Una decisione chiara – il commento del portavoce di Piccoli Comuni, Virgilio Caivano - che vede coinvolti centinaia di piccoli Comuni, soprattutto meridionali, dove nonostante le risorse comunitarie i depuratori non sono stati costruiti o addirittura completati e non collaudati e presi in carico, del tutto abbandonati. Chiediamo risposte efficaci da parte dei gestori pubblici e privati, con la restituzione immediata in bolletta ai cittadini utenti delle somme versate come tariffa riferita dal servizio di depurazione dal 1 gennaio 1994 ad oggi. A tal proposito chiederemo ai petti ed ai presidenti delle Giunte Regionali delle aree interessate di agire per garantire ai cittadini utenti l’esercizio del diritto ad avere servizi reali e non effimeri e contro legge”.
Il Coordinamento Nazionale Piccoli Comuni si prepara a chiedere alla Corte di Giustizia Europea di avviare le procedura di verifica a tutela dei cittadini.

mercoledì 18 febbraio 2009

Scavi archeologici sulla Fortorina, c'è l'appalto

Da un articolo apparso su www.ecodicaserta.it apprendiamo che l’Anas appalta i lavori per gli scavi archeologici su un tratto della Fortorina. “Nella zona del beneventano – si legge nell’articolo – sono state ritrovate tombe e fondazioni di insediamenti risalenti ad epoca incerta, e sono in corso le indagini archeologiche. I lavori di scavo tra Pietrelcina e San Marco dei Cavoti permetteranno infatti di dare risposte più certe sull'area dei ritrovamenti e di proseguire la costruzione della variante”.

E aggiunge l’articolo: “L’importo complessivo a base d'asta, iva esclusa, è di euro 1.834.268,52, di cui euro 1.798.302,47 soggetti a ribasso e Euro 35.966,05 per oneri di sicurezza, non soggetti a ribasso. La categoria prevalente di cui si compone l'intervento è l’OS25 per euro 1.798.302,47”.

martedì 17 febbraio 2009

Un’alga rossastra nella diga di Occhito


E' li da un mese e mezzo fa. E da allora non si riesce ad eliminarla. Il Consorzio di bonifica, l'ente che gestisce e controlla l'invaso ha allertato l'assessorato regionale e provinciale all'Ambiente, la Prefettura, l'Arpa, l'Acquedotto pugliese e la protezione civile.

"E' la prima volta che vediamo comparire quella che ci è stato riferito essere il plancton rubescens - conferma il direttore del consorzio Michele D'Arcangelo - abbiamo quindi allertato gli organismi preposti al controllo della qualità delle acque. So che si stanno facendo numerose verifiche“.
“Le preoccupazioni per la presenza di quest'alga sono legate al fatto che l'acqua dell'invaso di Occhito viene erogata all'acquedotto pugliese che dopo i processi di depurazione e potabilizzazione la immette nelle condotte dell'acqua potabile. «Nel mese di dicembre sono state notate nell'acqua dell'invaso alcune chiazze rossastre. Si è poi visto che erano determinate dalla presenza di alghe. Chiazze ancor oggi presenti in diga e monitorate costantemente“, spiega D'Arcangelo.

Il 4 febbraio il consorzio ha informato tutti gli enti e sono scattati immediatamente i controlli, con l'invio di un campione delle alghe e dell'acqua anche l'Istituto superiore di sanità, come confermano dall'amministrazione provinciale. “Non c'è nessuna situazione preoccupante. Sono state effettuate tutte le analisi e non c'è alcun rischio una volta che l'acqua è stata depurata - assicura l'assessore provinciale all'Ambiente, Stefano Pecorella - abbiamo attivato sia l'Arpa regionale che l'Istituto superiore di sanità e i controlli comunque proseguono anche se le prime analisi ci hanno tranquillizzato”.

La diga dunque è sotto controllo visto che l'alga continua ad essere presente in più punti. «C'è stato nei giorni scorsi anche un incontro tra il presidente della Provincia e il presidente dell'Acquedotto pugliese - aggiunge Pecorella - nessun meccanismo alternativo a quello del monitoraggio costante dell'acqua è stato al momento predisposto. Quindi si può stare tranquilli ». Acquedotto, Arpa, consorzio e provincia da oltre una settimana stanno lavorando gomito a gomito per evitare qualsiasi riscchio per la popolazione, informando continuamente sia la protezione civile che la prefettura. Si sta anche cercando di capire cosa abbia potuto produrre all'improvviso la presenza di questa alga, che non si era mai vista ad Occhito, che sprigiona una tossina molto nociva se l'uomo dovesse venirne in contatto.

E' un alga, secondo uno studio dell'istituto di sanità, che si adatta facilmente ed è anche molto resistente. Per questa ragione nonostante le analisi abbiano fornito elementi rassicuranti non si abbassa la guardia e si prosegue con i controllo. Due le ipotesi che però al momento non trovano conferme ufficiali ma che si stanno verificando. L'alga rossa potrebbe essere comparsa a causa dell'aumento vertiginoso della quantità di acqua in diga. Da una condizione di emergenza idrica si è passati nel giro di un mese e mezzo con la pioggia continua agli oltre 180 mila metri cubi di questi giorni. 

L'altra ipotesi è legata all'allarme che era stato lanciato dal nucleo investigativo di polizia ambientale del corpo forestale di Stato sulle condizioni ambientali critiche della discarica di Serra Pastore a San Bartolomeo in Galdo dal quale fuoriusciva percolato.

“Il notevole flusso di liquidi di percolazione fuoriusciti dal corpo della discarica, stimato in una portata di 2 litri al secondo - aveva messo in evidenza il nucleo investigativo - confluisce nel vasto reticolo idrografico del fiume Fortore che alimenta la diga di Occhito, unica fonte di approvvigionamento d'acqua potabile della provincia di Foggia”. Successivamente a questo allarme, nei giorni in cui per altro pioveva molto, c'era stato un sopralluogo dei tecnici del consorzio di Bonifica.
Contemporaneamente a Benevento presso la discarica di Serre si effettuò un prelievo straordinario di percolato e si avviarono le misure di bonifica e messa in sicurezza della discarica e dell'intera area. Procedure avviate dopo il 4 febbraio. Il Consorzio di bonifica ha informato tutti gli enti Campioni di liquido inviati all'Istituto superiore di sanità D'Arcangelo: «Le prime macchie rosse le abbiamo notate a dicembre, e subito ci siamo allertati».

fonte: www.sanmarcoinlamis.eu

Antonella Caruso
da Corriere del Mezzogiorno

lunedì 16 febbraio 2009

I Piccoli Comuni e le risorse comunitarie

Piccoli Centri Europei lancia la campagna di verifica dell’utilizzo delle tasse comunitarie versate dai contribuenti. Lo sperpero di risorse, soprattutto nelle Regioni meridionali, non può trovare l’indifferenza dei cittadini contribuenti, molto spesso per mancata conoscenza dei meccanismi burocratici.

“Il cittadino contribuente europeo ha il diritto di conoscere l’esatto utilizzo delle risorse - ad affermarlo il Portavoce di Piccoli Comuni, Virgilio Caivano – L’Europa dei popoli passa anche per una corretta e doverosa partecipazione responsabile dei cittadini. In questi anni abbiamo assistito ad uno spreco ingiustificato di enormi risorse economiche che avrebbero dovuto favorire il riequilibrio ed il rilancio delle Regioni meridionali. Esempio eclatante di tanto disastro il programma Agenda 2000-2006, un fiume immenso di danaro pubblico da utilizzare in questi sei anni e che invece, vede in larga parte ancora fermi gli appalti dei lavori, nonostante siamo nel primo trimestre del 2009, tre anni dopo il limite fissato dal programma. Il tempo delle parole è scaduto, non possiamo più attendere e subire inermi, per questo chiediamo alle istituzioni europee come la Corte dei Conti Europea di fare le verifiche di competenza e nello stesso tempo informare nelle forme e nei modi dovuti i cittadini. Anche in questo – continua Caivano – registriamo una dolorosa assenza degli Europarlamentari, il vero collante con i cittadini elettori, rimasto solo sulla carta dei sogni e delle promesse elettorali”.