mercoledì 18 novembre 2009

I predoni dell'acqua

di Wanda Montanelli*

Sono i predoni dell’acqua. Stanno dandosi da fare per accaparrarsi l’oro blu e portarlo via agli aventi diritto. L’acqua oggi è ancora disponibile, ma arriverà giorno che sarà proprietà privata sempre e dovunque se non li fermiamo.
Il diritto all’acqua è condizione necessaria alla realizzazione di tutti gli altri diritti. Era il novembre 2002 quando il Comitato delle Nazioni Unite per i diritti economici e sociali, includeva il diritto all’acqua tra i diritti dell’uomo. Eppure la carenza di acqua potabile è una delle maggiori cause del divario esistente tra i Paesi ricchi e quelli poveri soprattutto in Africa e nei paesi sottosviluppati.

Adesso anche in Italia si permette che multinazionali, le cosiddette corporation vadano ad appropriarsi dell’acqua degli acquedotti. E’ un business da 400 miliardi di dollari. Si mercifica la fonte della vita, e i predoni dell’acqua imbottigliano l’oro blu in questo mercato falsato da notizie distorte, affidandosi al potere della pubblicità per potenziare i guadagni.

Le disuguaglianze umane non sono ancora giunte al limite. Ce ne saranno di nuove nel futuro che non abbiamo mai provato, né possiamo oggi immaginare. La profezia di Marc Laimé, sociologo attento alla gravità del problema, prevede la divisione del diritto all’acqua e alla salute, con un mondo futuro fatto di gran parte di popolazione che si troverà esposta a rischi sanitari a causa dell’inquinamento ambientale, mentre dall’altra parte esisterà una zona privilegiata a cui sarà offerta, oltre all’acqua domestica insicura, un impianto costoso per filtrare l’acqua e refrigerarla. Oppure un secondo rubinetto di acqua purificata a costi maggiorati.

Già ci sono i segni di questo processo di potenziamento delle disuguaglianze, aiutato dallo spreco e lo sfruttamento eccessivo delle risorse. Un esempio davanti ai nostri occhi (uno dei tanti) è la Capitanata, dove una zona un tempo fertilissima è oggi così desertificata da far invidia al Sahara. Inoltre altre 14 zone d’Italia sono a rischio desertificazione, tra cui Agrigento, Siracusa, Potenza, Reggio Calabria,Bari, Foggia, Sassari, eccetera.

E’ stato creato un organismo contro il deserto che avanza e contro la salinizzazione delle acque lungo le coste. Questa ultima non si può considerare un fenomeno naturale, ma conseguenza del saccheggio delle falde. Perché i predoni pompano più acqua di quanta ne possa arrivare naturalmente attraverso la pioggia.
Le nostre risorse idriche vanno così a diminuire perché sottoposte al saccheggio, e l’acqua ci costerà sempre di più perché sta diventando un bene sottoposto alle leggi di mercato come qualsiasi altro prodotto.

“La lobby potentissima dei produttori di acqua minerale - scrive Giuseppe Altamore, in un libro inchiesta sull’argomento - ci dà da bere un prodotto non sempre al di sopra di ogni sospetto”. Ma grazie a milioni di euro spesi in pubblicità pochi conoscono il valore dell’acqua che sgorga dal rubinetto di casa, mentre molti si fidano delle illusioni della pubblicità.

*Membro dell’Osservatorio nazionale ed europeo per il rispetto delle pari opportunità

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ci mancava solo una legge che vendesse l’acqua da bere o per gli usi domestici!
Chi scrive non riesce a credere a quanto sta accadendo nelle sedi legislative. E’ incredibile che ciò accada , pur tuttavia è una realtà amara con cui dovremo fare i conti. Se si ha un minimo di sensibilità, certamente, ciò che sta per accadere lascia l’amaro in bocca, credo, ai più. Non resta che resta da vendere solo l’aria ed il sole!.
A tal riguardo si racconta circa il modo di vivere di Diogene di Sinope vissuto tra il V e IV sec. a C.
Qualcuno, spinto dalla curiosità, si pose davanti all’abitazione di Diogene che, per rifiutare gli agi della vita, andò a vivere in una botte; questi, privato della luce del sole, perché davanti alla sua imboccatura si era posizionata una persona per vedere come egli vivesse, quegli con garbo invitò l’astante ad allontanarsi da quel luogo perché gli toglieva la luce del sole, essendo il calore e la luce dell’astro di tutti.
Che non dovessimo capitare come Diogene…! Non credo che riceveremmo l’attenzione che ebbe Diogene allorquando l’intruso si allontanò. A noi, come stanno le cose, ci faranno pagare la luce ed il calore del sole in rapporto alla corporatura. Speriamo bene!!!…
Ritornando al tema dell’acqua è mai possibile che si privatizzi l’acqua delle condotte pubbliche affidate e gestite dai Comuni? Certamente non vedrò più i due fontanieri comunali Domenico e Corrado , così gentili, garbati ed operosi nel loro lavoro quotidiano. Quando si romperà una condotta telefoneremo ai “cal center”, aspettando una risposta, se mai ci dovesse essere, dopo aver ascoltato tanta “musichetta”; … e intanto l’acqua continua a scorrere o a mancare.
Gli acquirenti dovranno avere il loro tornaconto e non di poco!. Inoltre ci mancherà il rapporto diretto con le persone a cui è affidato questo bene primario, che , essendo di tutti, non trova alcuna motivazione nel cederla a privati, i quali faranno i loro “affaroni”.
Non credete che costerà di meno come osano propagandare. Ne è un esempio la privatizzazione dei carburanti, che costa sempre di più anche quando i prezzi diminuiscono di molto all’origine.
Anche la privatizzazione delle autostrade, nella gestione di “Lor Signori”, quale vantaggio ha portato agli utenti?. Un solo vantaggio “per Loro”: un aumento costante delle tariffe.
Si è iniziato con l’acqua minerale e di qui a qualche giorno si porranno le mani sulle condotte realizzate con i soldi nostri e degli avi.
L’acqua ce la faranno pagare come “Lor Signori” desiderano; ci sarà un monopolio di poche società, interessate a questo grande affare già atteso da molto tempo.
Tutto ciò è frutto della modernità!?.
Sull’acqua, ma non solo, avrei preferito meno modernità e tanto buon senso!.

Iaman