martedì 20 ottobre 2009

LA PRIMA E LA PIU' GIOVANE DELLE INSURREZIONI EUROPEE SOTTO IL GIOGO NAZISTA

Il 28 settembre 1943 ebbe inizio l'insurrezione popolare di Napoli contro i tedeschi. Un popolo, stremato da lunghi anni di guerra, dalle privazioni e dalla fame, dai bombardamenti che avevano distrutto interi quartieri della città, dalle razzie e dalle barbare rappresaglie dei soldati tedeschi, si sollevò armato di vecchi fucili, di bombe a mano e soprattutto del suo coraggio, contro uno dei più potenti eserciti del mondo. Dopo quattro giorni di duri e sanguinosi combattimenti, i tedeschi furono costretti a ripiegare e a lasciare la città.
La notizia della vittoriosa rivolta di Napoli, prima tra le grandi città europee ad insorgere, si diffuse nel mondo, destando tra i popoli ancora oppressi dalla dominazione nazista nuova fiducia nella lotta per la libertà e per l'indipendenza nazionale.

I nazisti non hanno potuto piegare la resistenza di un popolo con i loro cannoni. Ritenevano di cancellare dalla faccia della terra uno dei luoghi più importanti della civiltà italiana: mentre quella civiltà, pur mutilata irrevocabilmente nel suo passato, risorge invece dinanzi ad essi. E' la civiltà nuova del popolo napoletano che dalle Quattro Giornate prenderà slancio per l'avvenire, un documento glorioso questo che non potrà mai essere distrutto, qualunque sia la vicenda futura.

L'insurrezione di Napoli non fu un fatto isolato. La resistenza ai nazisti si sviluppò, oltre che nei comuni della provincia di Napoli, anche in Irpinia, nel Sannio, in Terra di Lavoro: nel Salernitano, lungo la strada che da Salerno porta a Napoli, alcuni centri cittadini furono liberati dagli insorti prima ancora dell'arrivo degli anglo-americani.

A Mugnano, Marano, Giugliano, Afragola, Acerra, Nola, Santa Maria Capua Vetere, Capua, Mondragone, Maddaloni, Grazzanise, Orta di Atella, Teano, Piedimonte, Aversa, Caiazzo, ed in tanti altri centri, numerosi furono gli episodi di coraggio.
I nazisti risposero con spietata ferocia. Nel corso dei combattimenti molti cittadini trovarono la morte. Numerose persone furono prelevate dalle loro case e fucilate; furono passati per le armi anche alcuni sacerdoti rei di aver scelto la causa degli oppressi.

Combatterono insieme operai, intellettuali, studenti, impiegati e contadini in una straordinaria e comune battaglia per la libertà.

I Napoletani e i Meridionali tutti hanno dimostrato con la loro storia di essere un grande popolo vivo e dignitoso, sempre pronto, ieri come oggi, a liberarsi dagli usurpatori di turno e a ritornare ad essere, con una rivoluzione delle coscienze, un esempio fulgido per l'Italia e per il mondo intero.

Motivazione per la Medaglia d'oro al valor militare alla Città di Napoli:

"Con superbo slancio patriottico sapeva ritrovare, in mezzo al lutto e alle rovine, la forza per cacciare dal suolo partenopeo le soldatesche germaniche sfidandone la feroce disumana rappresaglia.
Impegnata un'impari lotta col secolare nemico, offriva alla Patria, nelle Quattro Giornate di fine settembre 1943, numerosi eletti figli.
Col suo glorioso esempio additava a tutti gli italiani la via verso la libertà, la giustizia, la salvezza della Patria. Napoli settembre 1943."

www.latrosud.it

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sarebbe sufficiente che tutti i Campani conoscessero questa pagina di Storia, che non solo ci onora, ma ci rende orgogliosi di ciò che quelle generazioni siano stati capaci di fare, privi di ogni mezzo. La loro gloriosa azione ci ha restituito la “libertà”. Non è poco...!!!
Sarebbe ora che il ciarpame, diffuso ed esteso nella nostra Regione, che direttamente o indirettamente, ha generato ed alimentato il malcostume, l'egoismo, la corruzione, la delinquenza, la raccomandazione, ecc. venisse tenuto alla larga dalle Istituzioni.
Questo degrado, diffuso, non ci appartiene; lotteremo, sempre nel rispetto delle legge, perché sia definitivamente allontanato da ogni persona, che, nel portamento, manifesti tutta al sua dignità.
Ora, come non mai, necessita quella spinta di orgoglio che si ebbe nelle “Quattro giornate di Napoli” del 1943, allorquando I Nazisti furono cacciati dalla nostra Regione, che fu solo l'inizio della loro cacciata definitiva dal nostro suolo italico.
Via i corrotti e che vivano per sempre nel loro recinto!!!
Negli annali storici della Campania possiamo leggere altre storie di coraggio, di abnegazione, di sacrificio umano per una giusta causa; ne è un esempio quella spinta liberatrice che portò alla nascita della Repubblica Partenopea del 1799.
Quella forza interiore, che spinse i Campani, allora, a liberarsi di qualcuno o di alcuni, mai come adesso, è necessaria, perché ci si liberi, definitivamente, di tutti coloro, a cui fa comodo non osservare le regole morali, con la conseguenza che il loro comportamento ci espone alle critiche più severe.
La nostra civiltà, la nostra cultura atavica (...Università Federico II, fondata nel 1224, perché il Re si liberasse dallo strapotere dei feudatari e perché i funzionari fossero istruiti e dotti per ottemperare al buon funzionamento dello Stato...), la nostra pazienza, la nostra intelligenza, la nostra dignità non meritano di essere così infangate ed oltraggiate.
Siamo un popolo laborioso e “corazzone”, che non merita quanto di più negativo viene perpetrato sulla nostra pelle, condizionando fortemente la nostra crescita e compromettendo il futuro dei nostri figli, cui auguriamo che non sia tale.
Che si abbia la convinzione e la forza di mettere alla porta chi impedisce di guardare con speranza al nostro futuro.
Che la legge regni sovrana e che la si applichi “uguale” per tutti, a maggior ragione per chi si è reso responsabile di questa commistione affaristica che danneggia i tanti, tanti, tanti onesti e laboriosi cittadini dell'intera Regione Campania.

Iaman