lunedì 27 luglio 2009

Quando si dice: predicano bene e razzolano malissimo

Da qualche anno a questa parte Tremonti aveva provato a costruirsi, quasi quasi riuscendovi, l'immagine del fustigatore delle banche in difesa dei cittadini. Quasi sembrava Robin Hood. A molti sembrava essersi ripetuto, fatte le debite distinzioni, il miracolo di San Paolo sulla via di Damasco: da neocon a neokeynesiano.
Ma poi l'illusione è finita. Vabbé abbiamo scherzato, avrà pensato, ed è ritornato in se con il decreto anticrisi che si rivela come un enorme favore alle banche.
Ecco le novità salienti:

1.Salta il tetto del massimo scoperto. Prima, era stabilito che la commissione richiedibile in caso di superamento del limite di affidamento (cioè la quantità di "rosso" sul conto corrente che la banca concede ad alcuni clienti) non potesse superare lo 0,5% dello stesso affidamento. Per esempio, se un correntista con un "fido" di 1.000 euro fosse andato in rosso di 1.200 euro (cioè superando di 200 euro il limite di affidamento), la banca non avrebbe potuto pretendere più di 5 euro di penale (lo 0,5% di 1.000). Ora. Sullo "sforamento" del fido non ci sono più limiti alle commissioni che la banca può richiedere.

2.Più libertà delle banche di fare ciò che vogliono con i mutui (e con la pelle dei cittadini). Prima, la modifica unilaterale dei tassi da parte della banca non poteva essere superiore al 5% del tasso concordato. Per esempio, se il tasso concordato su un prestito era del 4%, questo non poteva salire oltre il 4,2%, indipendentemente dalle condizioni di mercato. Il cliente inoltre aveva 120 giorni di tempo per recedere dal contratto. Ora. La banca può aumentare il tasso liberamente e il cliente ha solo 60 giorni di tempo per dare disdetta.

Gaetano Pietropaolo


Coordinatore Nazionale de L'Altro sud

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