lunedì 9 marzo 2009

Noi, popolo di montagna

Gente di frontiera. Da sempre. All’origine avamposto dei fieri sanniti. Argine all’invasione dei saraceni. Ci siamo nutriti della cultura dei barbari. Longobardi e Normanni hanno cavalcato le nostre terre. Francesi, Spagnoli hanno spadroneggiato. Stanchi, dei soprusi, ci siamo ribellati. E siamo diventati briganti. Noi, popolo di montagna. Vinti dalla miseria abbiamo fatto le valigie. Oggi il gran nemico è la frenesia del moderno che ci costringe a morire.

Sconfitti per sempre? «Sconfitti forse provvisoriamente», diceva Nuto Revelli, il quale aggiungeva: «Io non augurerei mai a un giovane di oggi di ripetere la vita di miseria delle generazioni precedenti della montagna: quella no, no assolutamente. Ma che la montagna diventi soltanto monopolio di un turismo sbagliato, scombinato, da cattedrali nel deserto, da centri turistici paracadutati in un contesto di un deserto. Questa visione mi disturba e mi auguro che non succeda. Mi auguro che torni la vita».

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