sabato 6 dicembre 2008

Caso ospedale, Rifondazione: venga la giunta regionale

S. Bartolomeo in Galdo. Presso l'aula consiliare del Comune il segretario provinciale di Rifondazione Comunista, Giuseppe Addabbo, accompagnato da Francesco Caruso e Giannalberto Colantuoni, hanno incontrato un gruppo di cittadini per affrontare il problema sanità, alla luce dell’approvazione del nuovo piano ospedaliero. Addabbo ha tenuto a garantire il suo impegno e quello di Rifondazione in seno alla giunta regionale per rivedere la questione ospedale di S. Bartolomeo in termini di riorganizzazione del nuovo piano. All'incontro era presente Raffaele Iannelli, da sempre impegnato in prima linea sul fronte per l'apertura dell'ospedale di S. Bartolomeo, e reduce della trasmissione televisiva Domenica In, durante la quale si è parlato della mancata apertura del nosocomio fortorino. Secondo Caruso va presa una posizione forte e provocatoria. Ha suggerito la raccolta di firme per attirare l'attenzione della giunta regionale e invitarla a S. Bartolomeo. Iannelli ha manifestato la sua delusione per la diffidenza manifestata dagli stessi concittadini circa l'impegno suo e del parroco Iampietro, nel portare l'atavico problema alla ribalta della cronaca nazionale. Quindi secondo Iannelli bisogna informare bene i cittadini affinché sappiano una volta per tutte cosa è successo fino ad oggi e cosa si sta producendo alle nostre spalle in termini di sanità mancata e presa in giro da parte dei tanti politici di turno. Colantuoni ha suggerito un'alternativa, rispetto all'emergenza, che veda coinvolte le forze dell'ordine attraverso l'utilizzo di una eliambulanza. Per il momento si organizzerà la raccolta di firme per invitare la giunta Bassolino a tenere un incontro politico a S. Bartolomeo.
ce.ago.
(il mattino.it del 5 dicembre 2008)

venerdì 5 dicembre 2008

Centrale biomasse, c'è il no anche di Michele Maddalena (Idv)

I capigruppo dei partiti componenti il Consiglio provinciale di Benevento Nino Lombardi (Udm), Michele Maddalena (Idv), Claudio Ricci (Pd), Alfredo Cataudo (Udeur), Mario Marotta (Ps), Mino Izzo (PdL) ed Erminia Mazzoni (Udc), hanno chiesto formalmente con un documento unitario, al presidente dell’assise Giuseppe Maria Maturo e al presidente della Giunta Aniello Cimitile, di inserire all’ordine del giorno del prossimo Consiglio provinciale la questione relativa all’impianto di Biomasse di San Salvatore Telesino.
La richiesta dei capigruppo, che evidenziano il proprio disappunto per la concessione della valutazione di impatto ambientale da parte della Regione per la realizzazione della centrale di produzione elettrica, si spiega con la necessità di «definire - come si legge nel documento - iniziative o ulteriori provvedimenti da adottare a conferma della decisione a suo tempo già espressa dal Consiglio provinciale (delibera n.661 del 20/08/2007 nella quale si rilevava l’impossibilità di realizzare l’impianto in questione poiché in contrasto con il Piano energetico Ambientale adottato dalla Provincia stessa) per scongiurare l’ipotesi di messa in opera del suddetto impianto».
(Fonte: epicentro.it)

La Casta e la social card

«Con la social card i poveri staranno un po’ meglio». Sono le parole di Robin Hood-Tremonti a “Porta Porta” di ieri sera. Incredibile. Facendo un po’ di conti 40 euro mensili della carta sociale corrispondono a 1 euro e 33 centesimi al giorno. Si vede che la Casta non è mai stata a fare spesa in un supermercato. D’altronde i loro superstipendi non diminuiscono mai. Per gli altri però c’è la social card. Come dire tu sei povero ed io nella mia bontà di ricco ti concedo una carta per far fronte al tuo miserevole bisogno di mangiare. Un po’ come la tessera fascista del ventennio. Con una piccola differenza però, lì gli scaffali erano vuoti. Nel ventunesimo secolo sono pieni di mercanzie. Ma non per tutti. E allora ci pensa la benevolenza del neo Imperatore, il quale, anche se straricco è pur sempre compassionevole. Caritatevole. È la globalizzazione bellezza.

giovedì 4 dicembre 2008

Risparmio energetico, gli inquilini contro le nuove norme

I sindacati degli inquilini di Benevento attaccano il Governo Berlusconi sulle nuove norme, contenute nella manovra economica, in merito alla detrazione del 55% sui lavori e interventi volti a favorire il risparmio energetico. “Da oggi, per accedere al beneficio della detrazione, il contribuente dovrà presentare un’istanza all’agenzia delle entrate e attendere l’obbligatoria e condizionante autorizzazione alla detrazione – si legge in una nota a firma di Giuseppe Falzarano e Paolo Iorio -. Ma la cosa gravissima è che il decreto inserisce il principio del silenzio-rifiuto, in base al quale, se l’agenzia non risponde al contribuente entro trenta giorni, la detrazione si intende negata”.
(Fonte: il quaderno.it)

mercoledì 3 dicembre 2008

Facoltà di Economia: si sta indebolendo l’università pubblica

Nell’ultima riunione, il Consiglio della Facoltà di Scienze economiche e aziendali dell’Università degli Studi del Sannio ha approvato una mozione che esprime una netta opposizione ai recenti provvedimenti legislativi.

“L'Italia – si legge nel documento - spende meno dell'1% del reddito nazionale per il finanziamento delle università e della ricerca e si colloca al di sopra della media Ocse come quota dei fondi privati; la legislazione recentemente varata non inverte tale tendenza ma persevera nell’indebolimento dell'Università pubblica e nell’apertura, per ora senza criteri e disciplina, ai fondi privati. Viene infatti ridotto il già esiguo Fondo per il Funzionamento ordinario; si limita ulteriormente il turn over del personale; si mina il sistema pubblico universitario anche con la previsione della possibile trasformazione delle Università in Fondazioni private”.

(tratto da ilquaderno.it)

martedì 2 dicembre 2008

Comuni montani, ci risiamo con la chiusura delle scuole

Ci risiamo. Prima con i tagli alla sanità campana, che ha portato ad assegnare all’ospedale di San Bartolomeo solo 24 posti, ora con il ridimensionamento scolastico. E per questo che si è riunita alla Rocca dei Rettori la Conferenza scolastica provinciale.
All'ordine del giorno il Piano provinciale di dimensionamento scolastico in ottemperanza al decreto Gelmini.
Dopo gli interventi dei rappresentanti degli enti, è stata messa ai voti la proposta della Provincia finalizzata a proporre in sede regionale, cui spetta l'ultima parola, i seguenti criteri:

•tutelare i piccoli centri e i comuni montani evitando la chiusura dei plessi scolastici per motivi di isolamento geografico e sociale;

•accorpare le dirigenze dei comuni che attualmente ne ospitano 2 o più ma non raggiungono i limiti di legge richiesti in quanto a numero di alunni;

•accorpare le dirigenze di comuni limitrofi, lasciando la presidenza nel comune che ha un numero maggiore di alunni;

•tutelare i comuni montani lasciando la deroga di 300 alunni sia per le scuole dell'obbligo che per gli istituti superiori;

•chiedere la possibilità di istituti omnicomprensivi per i comuni più piccoli che ospitano le scuole superiori;

• rispettare le richieste dei comuni secondo la logica di razionalizzazione oggettiva;

• delocalizzare le sezioni staccate da Benevento per inserirle nel territorio in cui sono ubicate.

Capacchione: spettacolarizzare la camorra è sbagliato

Spettacolarizzare il fenomeno camorra è sbagliato, giova solo ai clan: parola di Rosaria Capacchione, giornalista de Il Mattino più volte entrata nel mirino del clan dei Casalesi a causa dei suoi articoli scomodi. Ora è sotto scorta, ma non ha intenzione di fermarsi.

Ieri era a Roma, presso la sede della Federazione nazionale della stampa, per presentare il suo libro, L'oro della Camorra, edito da Bur.
Un'occasione di incontro e confronto su un fenomeno che ''non è roba da pagliacci, uno spettacolo, ma un problema grave dell'Italia'', dice Rosaria. Il suo libro arriva dopo Gomorra di Roberto Saviano, ma lei fa subito chiarezza: ''Fare un paragone tra il mio libro e Gomorra non è corretto, sono due cose completamente diverse. Temo che la spettacolarizzazione indichi una scarsa stima del fenomeno. Questo tipo di attenzione fa il loro gioco'', dice la giornalista, che a chi la paragona a Saviano risponde: ''Mi sento una giornalista, non sono una scrittrice''. E rivela poi di aver avuto un aiuto da Facebook: ''È un modo per sapere le cose, ho riscontrato notizie tutte vere, contando sulla riservatezza e sull'anonimato''.
Accanto a lei Raffaele Cantone, il pm che ha sgominato il Clan dei Casalesi, ora giudice della Cassazione e che la Capacchione definisce ''una persona che ti riconcilia col mondo della giustizia''.

''Ammetto - dice il giudice - di aver utilizzato Rosaria come consulente, grazie agli spunti delle sue inchieste. Da lei ho avuto notizie che dal mondo della polizia e giudiziario non ho avuto. Se alcuni boss non sono stati scarcerati è stato merito suo. A volte il meccanismo è sfilacciato, può essere utile stare al di fuori, si ha una visione d'insieme. Dopo Gomorra è un po' di moda scrivere di mafia e dei Casalesi, ma questo è un libro destinato a essere studiato''.

L'Oro della Camorra racconta ''come i boss casalesi siano diventati ricchi e potenti, manager che controllano l'economia di tutta la penisola'' attraverso gli appalti, la grande distribuzione, il cemento, il controllo della compravendita e distribuzione del latte e gli investimenti.

In un passaggio l'autrice scrive ''il sangue fa da cortina fumogena'', per dire che ''gli affari economici hanno bisogno di silenzio, per cui si utilizzano i morti, il sangue, per distrarre l'attenzione''.
In platea, tanti giornalisti e importanti esponenti della Polizia, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, oltre al segretario dell'Ordine dei Giornalisti Enzo Jacopino, al presidente dell'Unione Cronisti italiani Guido Columba, al presidente della Fnsi Roberto Natale e al segretario Franco Siddi, che lancia un appello: ''Le cose che scrive Rosaria le dovrebbero scrivere molti altri giornalisti''.
(ANSA)

lunedì 1 dicembre 2008

2020 La fuga dal Meridione


Postiamo stralci di un interessante articolo apparso oggi su republica.it. Grazie alle politiche del centrodestra nei prossimi anni riprenderà con maggiore vigore l'emigrazione dal Sud al Nord. Insomma ancora una volta centinaia di migliaia di meridionali diventeranno "esercito di riserva" degli imprenditori settentrionali, con buona pace della Lega nord. Manodopera - sempre più intellettuale - a basso costo per far ripartire l'economia del Nord. Questo sì che si chiama federalismo. Ma a senso unico. Com'è sempre stato dal 1861, da quando cioè i meridionali hanno conosciuto per la prima volta cos'è l'emigrazione. Ma la questione meridionale esiste ancora come grande questione nazionale?

(…) Secondo il rapporto Cittalia, pubblicato dalla Fondazione Ricerche dell'Anci (l'associazione dei comuni italiani) entro il 2020 la popolazione residente delle 11 città metropolitane crescerà del 3,2 per cento, ma con dinamiche diverse.
Tenderanno a spopolarsi le tre grandi città del Mezzogiorno, Bari, Napoli e Palermo; analoga la tendenza di Genova. Mentre Firenze, Milano, Roma e Bologna registreranno tassi di crescita quasi doppi rispetto alla media nazionale, confermando, osservano i ricercatori dell'Anci, "l'esistenza di consistenti tendenze migratorie Sud-Nord". Il Nord attrae meridionali e stranieri. Che l'emigrazione interna, dal Sud al Nord, sia ripresa da qualche anno nel nostro Paese lo attesta anche l'Istat, che lo ha sottolineato negli ultimi due rapporti annuali. Ma a fare la valigia per andare al Nord a cercare fortuna non sono solo i meridionali, come un tempo.

(…) I tassi di crescita città per città. Pertanto, da qui al 2020, la popolazione crescerà in misura molto diversa nelle 11 città metropolitane. Bologna registrerà un incremento del 7,3%, corrispondente a oltre 27.000 persone. Seguono Roma (+6,7%), Milano (+6,3%), Firenze (+5%), Torino (+3%), Venezia (+2,2%). Mentre Genova perderà il 3,6%, seguita dalle città meridionali: Bari -2,8%, Napoli -2,6%, Palermo -1,2%.
I problemi posti dall'aumento della popolazione. La tendenza della popolazione a concentrarsi nei prossimi anni in poche aree del Centro-Nord, rilevano i ricercatori dell'Anci, amplierà la portata di problemi già pressanti: l'inquinamento, il consumo delle risorse energetiche, le difficoltà dell'integrazione sociale che spesso portanto i più deboli alla crescita di marginalità e a nuove forme di povertà.

(tratto da Repubblica.it)